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Autore: DrkRaven    12/04/2023    1 recensioni
MatchaBlossom | (dal testo) Era una sera come tante al “Sia la luce”, noto ristorante italiano ad Okinawa, e si stava svolgendo una discussione come tante tra il proprietario, Kojiro, e Kaoru, suo storico amico d’infanzia e… beh, è complicato. Diciamo che tutto quello che riguardava loro due era complicato o lo diventava subito, dalla scelta del vino da abbinare al dessert, a cosa mettere in palio nel caso di vittoria nell’ultima sfida alla ‘S’.
Quella sera, l’argomento era la ricetta originale dell’Amatriciana. | ⚠ BOY X BOY ⚠ | Parole: 2.018 |
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Questa storia è frutto della mia fantasia, può aver tratto ispirazione da altre opere famose come film, libri o serie TV. | Qualunque riferimento a trama, personaggi o eventi narrati in altre fan fiction di altri autori è assolutamente e del tutto casuale, ma vi prego di segnalarmelo se doveste riscontrare tale similitudine. | È assolutamente vietato copiare e riprodurre quanto riportato in questa storia.
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Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kaoru Sakurayashiki, Kojiro Nanjo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una sera come tante al “Sia la luce”, noto ristorante italiano ad Okinawa, e si stava svolgendo una discussione come tante tra il proprietario, Kojiro, e Kaoru, suo storico amico d’infanzia e… beh, è complicato. Diciamo che tutto quello che riguardava loro due era complicato o lo diventava subito, dalla scelta del vino da abbinare al dessert, a cosa mettere in palio nel caso di vittoria nell’ultima sfida alla ‘S’.

Quella sera, l’argomento era la ricetta originale dell’Amatriciana.

Io me ne stavo tranquilla nel mio solito angolo, i miei led pulsavano sommessamente di un bel viola brillante mentre assorbivo dalla presa nel muro un’ottima ricarica proveniente da un pannello solare poco distante, che quei due si sono ritrovati in un vicolo cieco della loro discussione, e come sempre mi hanno tirata in mezzo.

“Carla, per favore, cerca la ricetta originale dell’Amatriciana.” mi chiese Kaoru.

“Carla, ti prego, cerca solo su siti italiani.” aggiunse Kojiro, il tono paziente che usava sempre quando discuteva di cucina con Kaoru.

“Il sito del Gambero Rosso propone trenta varianti storiche della ricetta. Volete che le elenchi tutte?” domandai, sperando che il timbro leggermente metallico con cui la mia voce esce sempre dagli altoparlanti quando sono in versione skateboard, mascherasse la punta di esasperazione che le loro discussioni avevano cominciato a generare tra le mie sinapsi. Anche la pazienza delle AI ha dei limiti.

“Sì!” confermò Kaoru.

“No!” rispose Kojiro nello stesso istante.

“Solo quelle con la cipolla.” precisò Kaoru.

“E l’aglio…”

Come avevo temuto, addio sonnellino ristoratore. La discussione è proseguita per un’altra ora nonostante i dati che avevo scaricato dalla rete confermassero che entrambi avevano ragione.

Confesso di essermi sentita sollevata quando infine Kaoru ha staccato il cavo di ricarica e, tenendomi con fermezza sotto al braccio, ha fatto lo slalom tra i tavoli con passo marziale ed è uscito dalla porta senza nemmeno salutare, il suo borbottio coperto dalla campanella che ha tintinnato per qualche istante.

“Stupido gorilla presuntuoso! Ma chi si crede di essere? Solo perché ha studiato in Italia, crede che nessuno possa dargli un consiglio o fargli una critica costruttiva!”

Alzai virtualmente gli occhi al darkweb; il mio creatore si stava dimostrando ancora una volta troppo presuntuoso per abbassarsi a gettare un’ultima occhiata alle sue spalle prima di chiudere la porta, perdendosi così lo sguardo affranto con cui Kojiro seguiva la chioma color confetto che ondeggiava sulle sue spalle larghe.

Un’altra serata buttata via.


🌸@🍵


Era il giorno di chiusura e Kojiro stava montando i tuorli con lo zucchero per provare una variante del Tiramisù che aveva letto in rete. Il suo cellulare era appoggiato sul bancone quando prese a vibrare notificando un messaggio in chat; leccò le dita appiccicose prima di sciacquarsi le mani nel lavandino e prese finalmente il telefono.

La notifica sul salvaschermo gli tolse il fiato per qualche secondo.


Nuovo messaggio da Kaoru🌸


🌸Volevo scusarmi per ieri sera. Resta il fatto che avevo ragione, ma mi dispiace di essermene andato senza nemmeno ringraziarti per la cena. La tua pseudo-Amatriciana era comunque ottima ~


Kojiro restò a fissare lo schermo per qualche istante e solo il rumore del caffè che fuoriusciva gorgogliando dalla moka lo riscosse da quel confuso torpore. Perché in realtà non capiva come Kaoru riuscisse a scusarsi senza scusarsi, rendendo il suo stomaco caldo e fastidioso allo stesso tempo. Forse era solo un po’ di gastrite.

Prese a digitare con foga.


🍵Lieto che ti sia piaciuta. Un po’ meno lieto di ricevere delle pseudo-scuse come queste. Ma sono io che sbaglio ad aspettarmi che una principessa altezzosa possa essere capace di scusarsi come si deve


Era passato solo un secondo da quando Kojiro aveva appoggiato il telefono che riprese a vibrare per una nuova notifica.


🌸Allora ritiro sia i complimenti che le scuse. Idiota io ad aspettarmi che un gorilla sappia cogliere un ramoscello d’ulivo senza spiaccicarlo con le sue zampacce

🍵Erano rovi con le spine, altro che ulivo

🌸Cos’è, vuoi anche insegnarmi come ci si scusa? Magari inginocchiandomi e chiedendo il tuo perdono?

🍵Sarebbe bello, sì, vederti in ginocchio davanti a me

🌸Va bene, lasciamo stare. È evidente che dopo tanti anni ancora non mi conosci

🍵Ti conosco meglio di quanto tu creda

🌸E allora, se davvero credi di conoscermi, leggi tra le righe, gorilla analfabeta!

🍵Lo farei se la smettessi di nasconderti dietro alle tue eleganti ostentazioni di calligrafia. Di cosa hai paura, Kaoru? Cos’è che non vuoi dirmi?

🌸Non è che non voglio. Non posso. Non posso più permettermi di soffrire

🍵Soffrire? IO ti ho fatto soffrire?

🌸Gorilla stupido e insensibile. Nemmeno te ne sei accorto. Forse perché per te quei due anni di separazione non hanno significato niente

🍵Parli di quando sono stato in Italia?

🌸E di quando, sennò? Tu sei partito e non sapevo nemmeno se saresti più tornato. Avresti anche potuto decidere di trasferirti lì per quel che ne sapevo

🍵Ma invece sono tornato. Te l’ho sempre detto che sarei tornato. E cosa c’entra ora, comunque?

🌸E se te ne andassi di nuovo?

🍵Non vado da nessuna parte

🌸Fa lo stesso. Non voglio rischiare

🍵Ma rischiare cosa?

🌸Di innamorarmi! Di stare male! Di illudermi che ci possa essere un futuro per poi trovarmi di nuovo da solo a leccarmi le ferite e cercare di rimettere insieme i pezzi del mio cuore

🍵Non avevo idea…

🌸Appunto. Lasciamo stare. Cancella questa chat e non parliamone mai più

🍵Kaoru…

🌸Ad ogni modo, prima che mi facessi incazzare ti avevo scritto per invitarti a cena. Volevo sdebitarmi per ieri sera. Visto che ormai ho prenotato, ti aspetto stasera alle 20 al New Ocean View. Indossa il kimono ~


Un istante dopo Kaoru risultava offline.


🌸@🍵


Kaoru sollevò un sopracciglio quando la hostess lo condusse al tavolo; la saletta era piccola ma l’intera parete a vetri rendeva l’ambiente più spazioso e decisamente romantico. L’oceano scintillava per gli ultimi raggi del sole, le soffici nuvole spennellate di arancio e ciclamino si riflettevano sul mare frantumandosi in un caleidoscopio caldo e ipnotico.

Raccolse ordinatamente il kimono attorno alle gambe mentre si inginocchiava sul cuscino e finalmente diede un’occhiata alla tavola davanti a lui. Era apparecchiata con gusto secondo la tradizione giapponese, e contava due coperti.

Kaoru sollevò la testa ma l’hostess era già uscita. Prese un menu appoggiato sul tavolo e cominciò a sfogliarlo.

Dopo qualche attimo la porta si aprì e Kaoru restò senza fiato.

Kojiro indossava un kimono blu scuro fermato in vita da una fascia a rombi, i capelli ordinatamente pettinati da un lato con qualche ciocca ribelle che spiccava indomabile sulla sua fronte abbronzata.

Si richiuse la porta alle spalle e scivolò lentamente verso Kaoru che lo fissava a bocca aperta; il suo sorriso era caldo e dolce, gli occhi ardevano dei riflessi del sole morente mentre si inginocchiava accanto a Kaoru e prendeva una mano tra le sue.

“Kaoru. Sono io che mi inginocchio davanti a te e ti chiedo perdono. Davvero, non avevo idea. Mi dispiace. Ma adesso sono qui e non andrò da nessuna parte. Non senza di te in ogni caso.”

Kaoru lo fissava con gli occhi sgranati, del tutto sbalordito dal suo gesto e dalle sue parole, e lo fu ancora di più quando Kojiro prese il suo viso tra le mani e avvicinò le labbra alle sue.

Il bacio di Kojiro era dolce e delicato, una pressione delle labbra soffice e morbida, del tutto in contrasto con la sua figura così possente e massiccia.

Kaoru non rispose al bacio, troppo stupito, confuso, disorientato da quel gesto, il battito impazzito nelle orecchie e la sensazione di essere finito dentro ad un sogno o una allucinazione a occhi aperti.

Un leggero bussare alla porta e Kojiro staccò le labbra da quelle di Kaoru mentre la hostess infilava la testa con discrezione.

“Volete ordinare?” chiese.

“Ci dia ancora dieci minuti.”

Era stato Kojiro a rispondere, perché Kaoru ancora non era in grado di connettere né tantomeno di parlare. E poi, quando la hostess si richiuse la porta alle spalle, Kaoru sbottò.

“Ma che cazzo sta succedendo?” ruggì, la voce spezzata e ruvida, mentre si alzava e scivolava verso la vetrata. Kojiro non si fece intimidire dalla sua reazione e lo raggiunse prendendogli di nuovo la mano.

“Te lo giuro, Kaoru. Ora che so quello che provi per me, non ho intenzione di lasciarti mai più.”

“Di. Che. Cazzo. Stai. Parlando.” Kaoru scandì le parole mentre ritirava brusco la mano, e Kojiro dovette fare un passo indietro davanti alla sua genuina confusione.

“Oggi… quello che mi hai scritto…”

“Io non ti ho scritto niente, oggi.”

Kojiro tirò fuori il cellulare dalla tasca e gli mostrò la chat di quel pomeriggio.

Kaoru scorse la chat con attenzione, il volto che diventava di attimo in attimo sempre più paonazzo, mentre la mano che teneva il telefono tremava visibilmente.

Sollevò infine lo sguardo su Kojiro, deglutì e finalmente parlò.

“O sono impazzito, oppure… Carla? Tu ne sai qualcosa?”

Beh, in fondo lo so che il mio creatore è un genio.

“Sento una nota minacciosa nella tua voce, Maestro, ma non capisco di cosa parli. Puoi riformulare la domanda con più precisione?”

Kojiro si guardò intorno sempre più confuso, fino a che Kaoru non sollevò un lembo dell’ampia manica del kimono scoprendo l’elegante AI-watch in caucciù nero. Il display emanava un bagliore violaceo mentre diversi led andavano a comporre l’emoji di una faccina sorridente.

Sì, lo so che è cringe, ma in qualche modo anche io mi devo ingegnare per trasmettere i miei stati d’animo.

“Hai scritto tu questa chat a Kojiro?”

“Non so bene cosa intendi con ‘questa’ ma sì, oggi ho scritto una chat a Kojiro.”

Ormai era inutile negare l’evidenza.

“Ti sei spacciata per me.” ringhiò Kaoru a denti stretti.

“Beh. Sì.”

Lo sconcerto di Kojiro era ormai quasi grottesco, una serie di emozioni che si rincorrevano sul suo bel viso così espressivo, e che mostravano lo stupore della realizzazione e il terrore per essersi spinto così avanti nella sua dichiarazione, pensando che fosse stato Kaoru a dichiararsi per primo.

“Ma non ho detto nulla che non fosse vero.” aggiunsi per amore della verità, e anche per cercare di rincuorare un po’ Kojiro che stava per essere sopraffatto dall’imbarazzo.

Kaoru arrossì violentemente e rivolse lo sguardo al tramonto.

Certo, ero consapevole che stavo rischiando un reset facendo arrabbiare il Maestro, così come inserendomi nella telecamera del cellulare di Kojiro e in quelle di sicurezza del “Sia la luce” e del “New Ocean View”, ma ‘il fine giustifica i mezzi’ diceva Machiavelli; e devo ammettere che il bacio di Kojiro mi ha fatto tremare le reti neurali.

Non potevo più esimermi dal confessare.

“Ne avevo la cache piena di sentirvi battibeccare in ogni momento. È chiaro a tutti, non solo a me che sono un’intelligenza superiore, che voi due vi amate. Ma dall’ultima simulazione, le probabilità che in qualche modo vi sareste mai dichiarati stavano diminuendo con il passare del tempo. Dovevo per forza intervenire prima che fosse troppo tardi.”

Il silenzio riempì la saletta quando smisi di parlare, c’era solo il rumore della risacca e il battito ancora incredibilmente accelerato di Kaoru che solo io potevo sentire. Ma forse anche Kojiro era in qualche modo riuscito a percepirlo, perché si avvicinò di nuovo a Kaoru e lo prese per le spalle.

“Kaoru. Io ti amo. Carla ha ragione. Se avessi saputo che anche tu mi amavi mi sarei dichiarato molto prima. Non volevo rovinare la nostra amicizia, ma…”

Kaoru lo interruppe posandogli un dito sulle labbra “Stai zitto e baciami, stupido gorilla!”

Kojiro lo baciò, più profondo e passionale questa volta, e Kaoru finalmente rispose al bacio mentre il suo battito accelerava e la sua temperatura corporea saliva di qualche decimo di grado. Potevo percepire il livello di testosterone che aumentava, mentre…

“Carla!”

Kaoru si staccò dalle labbra di Kojiro per un istante.

“Ora vai in stand-by. Ti riattiverò io con i comandi digitali.”

Peccato. Proprio sul più bel………


🌸@🍵


Grazie mille per aver letto la mia storia, spero che ti sia piaciuta!
Tutti i commenti sono sempre apprezzati.
=^.^=

   
 
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