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Autore: Kagome    14/04/2023    3 recensioni
Ladybug regala a Chat Noir una giacca per Natale e questo porta a rivelare la loro identità. Un luogo comune abusato, direte voi? Vi sbagliate di grosso! Ma per sapere perché, dovete leggere la storia.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Altri, Alya, Luka Couffaine, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La Giacca

Scritta da Juliafc aka Kagome

Beta: Genxha

Disclaimer: Questa storia è basata su personaggi e situazioni creati da Thomas Astruc. “Miraculous - Tales of Ladybug and Chat Noir” (c) TS1 Bouygues, Disney Channel, Zagtoon, Toei Animation. Questa storia non è scritta a scopo di lucro e non è intesa alcuna violazione del diritto d’autore.

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Capitolo 1 - Uno spiacevole disguido

"Buon Natale, Micetto!" Ladybug sorrise mentre apriva il suo yoyo e, in puro stile Mary Poppins, riuscì a tirarne fuori un regalo di medie dimensioni tutto avvolto nella carta natalizia.

Gli occhi di Chat Noir si allargarono. "Come hai fatto, LB? Capisco tenere i Miraculous lì dentro, ma una cosa così grande? Sarà tre volte più grande del tuo yoyo". Continuava a guardarlo come se il regalo potesse scomparire se avesse osato toccarlo. "Mh, forse più di tre volte".

"È molto più grande dentro, come direbbe Bunnyx". Poi lo guardò con aria di attesa, ma Chat Noir continuava a far passare lo sguardo tra lo yoyo e il regalo. Sospirò. "Sai, Gattino, non ti morde se lo tocchi". Con un gesto rapido, glielo mise in grembo e gli sorrise dolcemente. "Aprilo, forza!".

Il ragazzo continuò a guardare il regalo con gli occhi spalancati. Poi si girò verso di lei e fece un sorriso stentato. "L'anno scorso hai detto che non avremmo dovuto scambiarci regali, così quest'anno non mi sono scomodato a prendertene uno". Guardò il regalo con aria corrucciata, mentre la parte superiore della sua maschera si corrugava e accresceva il suo aspetto cupo. "Avrei dovuto farlo, invece."

Ladybug gli mise una mano sulla coscia. "No, non preoccuparti, Gattino. Hai ragione; l'anno scorso ti avevo detto di non scambiarci regali di Natale, ma... beh, credo che basti assicurarsi che nessuno li veda".

"Quindi significa che posso comprare un regalo anche a te?". Fece uno strillo quando Ladybug annuì. "Ok, grazie! Per fortuna non è ancora la vigilia di Natale; ho..." contò sulle dita artigliate "dieci giorni interi per comprarti qualcosa". Le rivolse un sorriso felice. "Ora... sei sicura che vuoi che lo apra adesso? Mancano ancora dieci giorni a Natale!".

"Aha. Devo controllare se va bene".

Il suo sorriso era molto rigido, il che gli sembrò sospetto, ma Chat Noir fece spallucce, troppo eccitato all'idea di aprire il suo regalo. Tolse con cura il nastro dorato intorno alla carta e poi strappò la carta natalizia, rivelando una bellissima giacca, foderata alla perfezione e dall'aspetto molto caldo e confortevole.

"È stupenda, Milady; grazie mille!". Rimase un po' di tempo ad ammirare il motivo del patchwork, le rifiniture, le decorazioni a forma di gatto sui bottoni e sulle spalline e il modo in cui tutto era coordinato con i suoi colori. "È purr-fezione!".

Ladybug gli fece un regalo in più, letteralmente illuminandosi alle sue lodi. "Hai notato le zampette di gatto come bottoni?".

"Sì, l'ho notato! E le teste di gatto sulle stringhe. Dove l'hai preso?", chiese senza pensare, troppo impegnato a esaminare tutti i dettagli per guardarla.

Lei si guardò le cosce. "L'ho fa—uh, l'ho commissionata appositamente".

Le orecchie di Chat Noir si drizzarono. "L'hai fatta tu?" Si girò a guardarla e vide il lampo di panico nei suoi occhi, ma scelse di ignorarlo. "Wow, che talento!".

"N-no, non l'ho fatta; l'ho commissionata!". Alzò le mani e si accigliò al suo sguardo scettico. Ma lui decise di accettare la sua correzione per non metterla ulteriormente in imbarazzo.

"Hai scelto una persona di talento a cui commissionarla, allora". Le rivolse uno sguardo commosso, tenendosi stretta al petto la giacca con le mani. "Grazie, Insettina, questo è il miglior regalo di Natale che abbia mai ricevuto!". Detto questo, l'abbracciò forte.

"Non c'è di che, Gattino. Perché non lo provi, così controllo che ti stia bene?".

Chat Noir la indossò e la giacca gli stava come se fosse stata realizzata sulla sua pelle. Era così comoda e calda che il ragazzo non voleva più toglierla. C'era solo un piccolo problema: "Come posso nascondere una giacca? Non è previsto che ci sia nulla sopra!”

Lei sussultò un po’ forzatamente. "Ops!"

"Ops?" Chat Noir sbatté le palpebre. "Vuoi dire che non ci avevi pensato?".

Ladybug arrossì e si portò le mani ai lati della testa. "Volevo fare qualcosa che ti tenesse al caldo, ma ho dimenticato di considerare quanto sarebbe stato rivelatore se ti avessi visto in versione civile".

"Già", acconsentì lui. Ma strinse le dita sulle braccia della giacca e non la tolse. "Ma forse, se sto attento e non la metto sotto gli occhi di tutti... lasciamela, Insettina. La indosserò solo quando sarò fuori per... ehm... motivi familiari".

"Sei sicuro?" Ladybug gli lanciò un'occhiata dubbiosa, ma lui sorrise fiducioso.

"Sicurissimo". Si alzò in piedi, indossando ancora la giacca, e si inchinò teatralmente prima di prendere il baton dalla tasca in fondo alla schiena. "Ora, se vuoi scusarmi, LB, devo andare a casa". Allungò il baton e si girò di nuovo a guardarla. "Ci vediamo presto?".

Lei annuì e un timido sorriso le spuntò sulle labbra, così Chat Noir le fece un saluto a due dita e se ne andò.

Ladybug rimase a lungo seduta sul tetto, guardando le luci della città che tremolavano nell'oscurità e la Torre Eiffel che brillava rassicurante davanti a lei. Sospirò.

Tikki aveva protestato a gran voce quando Marinette le aveva detto quale regalo avesse intenzione di fare a Chat Noir per Natale. Anche Alya aveva cercato di dissuaderla. E Marinette sapeva benissimo che avessero ragione: in fondo era stata lei a mantenere la regola dell'identità stabilita da Fu. Sapeva quanto sarebbe stato pericoloso per loro rivelarsi.

Sapeva che meno sapevano della vita civile dell'altro, più il loro io civile sarebbe stato insospettabile e anonimo, più il loro segreto sarebbe stato al sicuro. Tuttavia, voleva davvero fare a Chat Noir un regalo che lo avvolgesse nel caldo abbraccio che desiderava disperatamente dargli di persona, e aveva passato un sacco di tempo a progettare e realizzare la giacca in modo che lo avvolgesse come una seconda pelle.

Inoltre, le possibilità che lei lo vedesse indossare la giacca da civile erano scarse.

Giusto?

Dopotutto, avrebbe potuto vivere dall'altra parte di Parigi, aveva ragionato, cercando di ignorare la vocina nella sua testa che le urlava che Chat Noir era sempre lì alla stesso momento di lei durante gli attacchi Akuma; le probabilità che vivesse lontano erano piuttosto scarse. Ma sì, aveva ignorato quella vocina, la voce della ragione di Tikki e le lamentele di Alya; aveva lavorato duramente per settimane per creare la giacca che gli aveva appena regalato. Ed era felicissima del risultato: la giacca gli calzava a pennello.

Ignorò anche la sensazione di fastidio quando Alya le fece notare che stava usando le misure di Adrien per fare la giacca. Che calzava a Chat Noir come un guanto.

E allora? Adrien aveva una corporatura simile a quella di Chat Noir, quindi, dato che Marinette aveva le sue misure, aveva deciso di usarle. E quindi? Avevano le stesse misure. Non significava niente. Era sicura che molti ragazzi a Parigi avessero le stesse misure di Adrien.

Ed erano anche biondi come lui.

Con gli stessi ipnotici occhi verdi di lui.

ARGH! Ladybug scosse la testa e si alzò dal tetto, aprendo la cerniera del suo yoyo per tornare a casa.

§§§

Quando arrivò a casa, Adrien si soffermò a lungo a contemplare la sua nuova giacca. La adorava: era così calda e gli calzava a pennello. Gli sembrava quasi di essere stato avvolto in un caldo abbraccio per tutto il tragitto verso casa. Ovviamente, non era questa la sensazione che Ladybug voleva dargli, ma non poté fare a meno di tenere la giacca addosso per molto tempo dopo essersi detrasformato.

"Che cosa ne farai?". Chiese Plagg, alzando un sopracciglio.

Adrien sospirò. "Non lo so. Non posso indossarla a scuola o nella mia routine normale, nel caso in cui Ladybug mi vedesse indossarla o un paparazzo mi scattasse una foto e Ladybug la vedesse. Quindi suppongo che la indosserò in camera mia".

Plagg sbuffò. "Che spreco di giacca". Ma Adrien fece spallucce. Non poteva farci nulla e le probabilità che gli servisse una giacca in più in qualsiasi ambiente erano scarse.

Fino al momento in cui, ovviamente, non lo furono più.

Dovette seguire Nathalie in una serie di incontri con Bob Roth per discutere la sponsorizzazione di alcune nuove caratteristiche degli anelli Alliance. Anche se Adrien non era più un modello, suo padre non si sentiva molto bene in quel momento, così chiese ad Adrien di prendere il suo posto come membro della famiglia Agreste. Adrien aveva accettato, ma quando tornò dal primo incontro era congelato fino alle ossa.

"Non capisco perché uno ricco come Bob Roth non sia in grado di accendere il maledetto riscaldamento", commentò Plagg quando uscì dalla tasca di Adrien. "Sono così congelato che i miei baffi sono ricoperti di brina!".

Così, la volta successiva che dovette incontrare di nuovo Bob, Adrien si presentò preparato, indossando la giacca che Ladybug gli aveva regalato per Natale. Dopo tutto, lei non lo avrebbe visto a meno che non fosse Bob Roth (e Adrien era sicuro al cento per cento che non lo fosse). E avrebbe davvero tratto beneficio da un caldo abbraccio mentre sprecava il pomeriggio ascoltando Nathalie e Bob discutere i termini del loro contratto.

Solo che questa volta Bob non era solo: c'era suo figlio XY con lui. Naturalmente, poiché XY era lì, il riscaldamento dell'ufficio era acceso; dopo tutto, l'ultima cosa che Bob voleva era che suo figlio prendesse un raffreddore e compromettesse la sua... ehm... bella voce. Ben presto Adrien iniziò a sudare. Quindi si tolse la giacca e la mise sullo schienale della sedia su cui era seduto, senza pensarci più per il resto della giornata... fino a quando, tornato nella sua stanza, si rese conto di averla dimenticata.

"Non preoccuparti, la recupererò domani quando Nathalie ed io andremo di nuovo nell'ufficio di Bob", disse rassicurando se stesso più di Plagg.

Ma purtroppo non fu così. Quando Adrien tornò in ufficio il giorno dopo, la giacca era scomparsa. Cercò dappertutto: chiese all'assistente di Bob, alla portinaia dell'edificio e persino all’addetto delle pulizie. Nessuno l'aveva vista e nessuno ricordava di averla notata sullo schienale della sedia di Adrien.

Adrien era devastato.

Quando tornò nella sua stanza, si sdraiò sul letto, con il petto e la testa abbassati, nascondendo il viso al mondo. Plagg mangiò un po' del suo formaggio, poi lo raggiunse e gli diede un paio di pacche sulla testa.

"Su, su, mi dispiace, Adrien. Era una bella giacca, anche se non avresti mai potuto usarla". Ci volle un bel po' prima che Adrien si alzasse finalmente dal letto e si trascinasse alla scrivania per fare i compiti.

§§§

"Cosa? Luka e Jagged Stone in tour insieme?" gridò Marinette . "Per pubblicizzare i Kitty Section?!"

Luka aveva chiesto a Marinette di accompagnarlo a un incontro con Bob Roth. Per avere supporto morale. Mai Marinette avrebbe immaginato che l'argomento della conversazione sarebbe stato la partenza di Luka.

"Sì, esattamente. Padre e figlio in tournée. Aumenterà le vendite del primo album di Kitty Section di almeno il 300%". Bob prese un sigaro da un astuccio sulla scrivania e lo accese con cura con un accendino, tirando una boccata e rilasciando una nuvola bianca di fumo mentre espirava. Poi lanciò loro un sorriso furbo.

Luka e Marinette si scambiarono uno sguardo; l'espressione stupita sul volto di Marinette si trasformò in una smorfia. "Quanto durerà il tour?".

"Vediamo... sarà un giro del mondo e potrebbe durare da sei mesi a un anno, a seconda di quanti paesi Jagged e Luka vorranno esplorare".

"UN ANNO?" Gli occhi di Marinette si allargarono. Girò la testa per guardare Luka, e il ragazzo la guardò con un cipiglio simile, prima di lanciare uno sguardo disperato a Bob.

"Ma i Kitty Section non sono solo io, è un gruppo. Se vado io, devono venire anche tutti gli altri", obiettò Luka, ma Bob alzò una mano.

"Quale parte di 'tour padre e figlio' non capisci? Sto parlando con un idiota? Il tuo gruppo ne trarrà beneficio; è tutta pubblicità gratuita...".

Bob cominciò ad agitarsi, la voce gli si alzò e il viso assunse un colore molto più scuro, quasi cremisi. Gridò così forte che, con sommo disgusto di Marinette, le volarono negli occhi pezzetti di saliva. Ma mentre la voce di Bob si alzava a un livello di decibel che cominciava a diventare doloroso per le orecchie dei due ragazzi, la porta dell'ufficio si aprì ed entrò XY. Bob si girò e la sua espressione cambiò quando vide suo figlio.

"Oh, sei tu, ragazzo mio. Entra!", disse con un tono dolce che contrastava enormemente con il dispetto delle sue grida precedenti.

XY fece una smorfia. "Ehi, papà..." disse, lanciando un'occhiata di disgusto a Marinette e Luka.

"Sono in riunione privata, ma non c'è problema. C'è qualcosa di cui vuoi discutere? Una nuova melodia a cui hai pensato?".

XY emise una risata rauca, che irritò a non finire Marinette. "Sai che non sono un tipo creativo, papà. Ho dimenticato la giacca. La prendo ed esco".

"Va bene, tieniti al caldo. Se ti rovinassi la voce, sarebbe una tragedia per il mio portafoglio!" disse Bob, incrociando le braccia sul petto. Aspettò che il figlio si avvicinasse al lato della stanza e prendesse la giacca in questione.

Ma quando il ragazzo la indossò, Marinette si sentì mancare. 

Quella era la sua giacca, quella che aveva passato settimane a disegnare e cucire. Quella che aveva appena regalato a Chat Noir!

Il suo cuore si fermò. Non era possibile!

"Bene. Ora vado a comprare un regalo di Natale", disse XY. Lanciò una rapida occhiata ai due ragazzi seduti di fronte a suo padre e alzò un sopracciglio. "Hai visto un gatto morto?", chiese a Marinette. "Sembri un fantasma". Poi si mise a ridere - di nuovo, quell'orribile risata rauca che Marinette avrebbe voluto strappargli dalla gola. "Hai sentito, papà? Ho fatto una battuta!".

Bob ululò più che ridere, ma tenne le braccia incrociate sul petto. "Ha, ha, era una bella battuta!". Poi la sua falsa espressione divertita si trasformò in un cipiglio. "Ora, se non ti dispiace, siamo nel bel mezzo di una discussione importante!".

"Che diamine, papà? Va bene, me ne vado!". XY fece il broncio e si avviò verso la porta. Ma prima che potesse chiuderla alle sue spalle, Marinette si precipitò verso di lui e lo fermò.

"Eh?", si lamentò il giovane popstar, ma Marinette non lo sentì. Lo guardò negli occhi, cercando di capire se quello che stava pensando fosse vero. Non poteva essere vero. Non poteva credere che fosse vero. Infatti, si ricordò di quando avevano affrontato Jagged Stone akumizzato in Guitar Villain, e XY era lì quando Chat Noir aveva combattuto con lei. Sì, era impossibile. Ma in fin dei conti, pensò poi, non era proprio impossibile, perché se Marinette era riuscita a imbrogliarlo quando avevano affrontato Kwamibuster, perché Chat Noir non avrebbe potuto? Dopo tutto, era una celebrità e le celebrità hanno molte, molte controfigure!

AARGH! Era un DISASTRO!

Marinette non riusciva ancora a concepire la possibilità che potesse essere vero. No, per favore. Chiunque tranne lui. Non poteva credere che il suo dolce gattino fosse una persona così orribile. E i suoi occhi erano blu, non verdi. Questo era rassicurante! Tikki poteva cambiare colore degli occhi come Plagg? Marinette sorrise, anche se sembrava più una smorfia, mentre cercava di aggrapparsi a quel piccolo dettaglio che impediva alla sua mente di precipitare nella modalità panico.

"Dove hai preso questa giacca?", chiese alla fine. Forse si era sbagliata: era solo una giacca nera e verde. Ma quando la guardò da vicino, si rese conto, con sgomento, che no. Era proprio quella che aveva regalato a Chat Noir, con le impronte delle zampe come bottoni e le teste di gatto sulle stringhe. Gli stava anche a pennello, il che era ancora più preoccupante. E non poté evitare di notare che lui si era irrigidito alla domanda.

"Ehm... l'ho trovata. Sì, l'ho trovata. Qual è il problema, eh?". sbottò XY.

"Sì, perché quella giacca schifosa, figliolo? Pensavo che i tuoi gusti in fatto di moda fossero migliori, ma non puoi essere fantastico in tutto!". Questa frase gli valse un'occhiataccia da parte di Marinette, ma Bob non se ne accorse nemmeno, troppo preoccupato di verificare cosa indossasse il figlio.

XY alzò le mani. "Sì, non preoccuparti, papà. È una cosa personale".

"Meglio così. Non ho lavorato tanto per creare la tua immagine pubblica per vederla distrutta perché i tuoi gusti in fatto di vestiti fanno schifo. Ora, DI GRAZIA, POSSIAMO RIPRENDERE LA NOSTRA RIUNIONE!". Ormai Bob produceva suoni simili a quelli di una pentola a pressione prossima all'esplosione.

"Devo andare. Ci vediamo!". XY fece spallucce e se ne andò, chiudendo la porta quasi in faccia a Marinette.
 

Continua...


 


Nota dell'Autrice



Ciao a tutti! Come promesso, ecco quest'altra storia. L'ho scritta come regalo di Natale per un'amica, ma non l'avevo ancora tradotta in Italiano (come molte delle mie storie). Però il feedback ricevuto di recente su alcune delle mie storie mi ha dato un pizzico di entusiasmo, quindi vi beccate anche questa storia! L'ho tradotta tutta quindi la posterò a intervalli regolari (sono 5 capitoli in tutto!). E' un'idea a cui mi sono affezionata parecchio per via dei malintesi che si sono venuti a formare. Spero piaccia anche a voi come è piaciuto a me scriverla!

PS: ho scritto questa storia prima di vedere l'episodio 513 appena trasmesso, quindi immaginatevi il mio stupore quando alcune cose che ho scritto qui sono successe davvero nell'episodio! Certo, non ho preso tutto in pieno (Bob è ancora più odioso in canon LOL) ma devo dire che la mia visione del personaggio fosse corretta, e questo mi fa molto piacere!

Di nuovo, non siate timidi, il vostro supporto è quello che mi ha fatto tradurre questa storia! Ne ho tante altre in Inglese, ma tradurre è un lavoro tedioso... quindi un commento può solo fare bene. fatemi sapere che ne pensate! 

Un bacione grande e a tra qualche giorno!

   
 
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