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Autore: 8Kanemi8    13/09/2009    5 recensioni
se credete nelle fiabe o nelle storie d'amore... Questa è una storia adatta al vostro cuore.
Genere: Romantico, Triste, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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12.2

The War Of The Dragons

Capitolo 12.2

Prima della  fine!

 

Eccola la goccia che fa traboccare il vaso!

 

 

 

 

Puns aveva ragione fare la propria una formula non era facile. Le formule di primo livello come le chiamava lui erano state impegnative ma infine vi era riuscita, eppure con quelle proprio niente… erano nel prato lontano dal castello sotto un albero sul quale Felix la sorvegliava calmo.

-Non ti stai impegnando al massimo- la canzonò Puns –Se non riesci a far questa non ci riuscirai con l’allenamento dei Guardiani- bastarono quelle poche parole per far scattare la scintilla che serviva per recuperare le forze e riuscirci. Però spesso si era trovata sul punto di perdere il controllo, ma Puns era sempre presente pronta ad aiutarla. Erano due giorni che si allenavano e aveva fatto cose che Puns aveva imparato in mesi. Inoltre mancava un solo giorno all’arrivo dei Guardiani e tutti erano emozionati… in particolare gli Elfi.

-Ci sono- disse Kagome aprendo gli occhi e puntandoli su Puns che le sorrise. Lei annuì capendo che doveva dimostrarlo, cosi si alzò chiuse di nuovo gli occhi e congiunse le mani improvvisamente dal cielo comparvero delle nuvole che si unirono a spirale scendendo verso la terra, creando così una tromba d’aria che quando Kagome staccò le mani scomparve.

-Straordinario- esclamò Puns sorpreso –Sei l’elfo più donato che conosca-

-Grazie- Kagome sorrise e poi sospirò.

-Adesso che sei in grado di richiamare questa formula devi imparare a gestirla in modo che quando staccherai le mani puoi indirizzare la tromba dove vuoi senza farla svanire…- continuarono così per tutta la giornata senza fermarsi neanche per mangiare. La sera però nella camera di Puns mentre mettevano dei ricordi di Kagome all’interno del medaglione, l’elfo si decise a parlare.

 

-Non dormi?-

-Certo che dormo, adesso si ma…- sospirò -…La stanchezza è sempre presente. Felix mi aiuta di certo ma il segno brucia, morde e mi distrugge- Puns la guardò, cercava di mascherare la sua paura facendola diventare una semplice preoccupazione ma ormai aveva imparato a conoscerla. L’aveva vista passare più tempo con Inuyasha di quanto facesse prima come se ogni giorno fosse pronta a dirgli addio… un addio diverso dal solito.

-Hai altri ricordi da mettere nel medaglione?- lei scosse la testa.

-No nessuno- Puns annuì –Stasera-

-Non credo sia una buona idea- protestò Puns con convinzione.

-È l’unico modo-

-Dopo non potrai più ricavare notizie- Kagome fissò un puto lontano. Puns aveva ragione trasformarsi in un ligerio con Felix avrebbe significato perdere informazioni utili.

-Dobbiamo fare in modo che la guerra scoppi prima- Puns non disse nulla anche lui era del suo parere.

-Ma con le armi?- era una domanda che doveva porre.

-Conosci la situazione, i nostri fabbri e gli umani hanno fabbricato abbastanza armi e armature, i soldati sono abbastanza preparati per sopravvivere per parecchie ore, le armi sono rafforzate con la magia. Siamo pronti…-

-Io sono d’accordo con te ma tu sei stanca…-

-Non guarirò Puns l’hai detto anche tu, l’unico modo e far sciogliere il sigillo da mio fratello- Kagome continuò a fissare l’orizzonte –Stasera cercherò di scoprire cosa hanno intenzione di fare… -

-Bene. Volevo avvisarti che stanno per arrivare- Kagome annuì facendo emergere sul suo viso un accenno di sorriso. Era pronta per il nuovo allenamento. Il giorno successivo radunò tutti i fabbri compreso Gegrid, Totosai e Jinenga e li avvertì che il loro lavoro era  finito e che erano stati bravi, questi esultarono come anche i soldati che erano entusiasti nel sapere che erano pronti.

-Brutre devo chiederti delle cose- aveva visto l’ elfo da lontano mentre passeggiava tra la loro gente assicurandosi che tutto fosse in ordine. Gli elfi presenti erano donne e uomini e tutti avrebbero lottato e questo sconvolgeva un po’ i presenti che non avevano mai visto nessuna donna, oltre a lei e a Sango, combattere.

-Sono al tuo servizio- fece un inchino e la seguì sospettando già di cosa volesse parlare.

-Quando ti sei trasformato in un Ligerio i maghi hanno sentito  che lo eri diventato?-

-Si, poiché quello che si utilizza è un incantesimo molto sofisticato e potente- Kagome annuì, questo complicava le cose.

-Anche dopo, altri maghi ,che non ti conoscevano sentivano la tua diversità?- Brutre annuì solamente e vide Kagome corrugare la fronte dalla rabbia. –Che stupida che sono… questo è un problema-

-Ciò non rovina il piano-

-Però ho un problema in più-

-Vedi Kagome Felix non è un semplice animale… lui è molto potente protegge la tua mente e il tuo cuore se ti fossi trasformata in ligerio il mago avrebbe capito che trami qualcosa perché non riuscirebbe a vedere niente in te-

-Quindi avrei rovinato tutto?- lo guardò con intensità come se si sentisse colpevole di qualcosa che non aveva fatto… ancora.

-Ma non l’hai fatto… - le sorrise cercando di farla sorridere a sua volta, ma lei guardò il medaglione –Dove è finita la Kagome che non si arrende?- le chiese.

-All’inferno- la risposta fu dura e acida.

Andò dal suo Blakert a sfogarsi un po’ mentre lui la ascoltava in silenzio, ma lei non voleva ammettere che tutto quello la spaventava da morire.

“Kagome ascoltami hai progettato tutto nei minimi particolari stai tranquilla” in lei qualcosa cambiava lentamente c’era troppo pessimismo, la rabbia affiorava velocemente anche per le piccole cose, l’angoscia e la voglia di combattere.

-Tieniti pronto- fu la risposta ancora una volta secca.

“Certo” lei lo guardava dritto negli occhi d’oro e lui ricambiava. Era titubante come se avesse voluto abbracciarlo ma qualcosa la fermava. Così fecce lui il primo passo, allungò il muso verso di lei e la avvolse nel suo collo serpentino, così lei si lasciò andare e lo abbracciò.

-Grazie- e finalmente sorrise.

Quel tempo che passò con Blakert la giovò, si sentiva meglio. Felix le volava sulla testa sempre guardingo mentre controllava che nessuno la disturbasse… interiormente. Camminava tranquilla ma era da due giorni che aveva spasmi muscolari.  Le dita si muovevano a scatti, faceva movimenti strani con il collo come se le facesse male,i tendini della gola diventavano visibili. Ma lei non sembrava accorgersene. Arrivata al campo fu affiancata da Sango che iniziò a parlare di come tutto procedeva alla perfezione e di come fossero pronti.

-Manda via tutta la gente- Sango si fermò sbalordita da quello che Kagome aveva detto.

-Come scusa?-

-Raduna la gente e inizia a mandarli via-

-Ma se ci stanno spiando attaccheranno prima- la fermò prendendola per un bracciò ma se ne pentì perché Kagome la fulminò con lo sguardo scoprendo i denti come un cane rabbioso. La lasciò immediatamente come se si fosse scottata.

-È quello che voglio- Sango sgranò gli occhi nel sentire la voce strana di Kagome, lei parve accorgersene –Mi dispiace- disse poi con la sua solita voce.

-Non-non preoccuparti- la guardò –Stai bene?-

-Meravigliosamente- ma l’acidità era rimasta –Avvisa gli altri e riunisci i capitani li voglio tutti nella Sala dei Cavalieri e voglio anche il re- Sango annuì e si allontanò nello stesso istante in cui Kagome girò le spalle.

Quando tutti furono riuniti Kagome spiegò il perché di quella richiesta, ma iniziò una discussione. Molti non volevano lasciare le loro famiglie, altri dicevano che era troppo presto e che le donne, i bambini e i vecchi non sarebbero sopravvissuti da soli.

-Abbiamo abbastanza soldati- pronunciò lei.

-Ma Signora ogni uomo è indispensabile!- un generale batté un pugno sul tavolo di marmo, furioso.

-Preferite vedere la vostra famiglia sterminata?- la tranquillità con cui Kagome parlava era snervante per i presenti.

-No certo che no…-

-Allora fate preparare i bagagli alla vostra famiglia- aveva appoggiato le mani sul tavolo e aveva fissato negli occhi il generale poco distante da lei con un intensità che il generale iniziò a sudare.

-Kagome cara vorremmo solo sapere il perché di questa decisione! Tu ancora devi iniziare un allenamento e se facciamo come dici non avrai molto tempo!- il re era preoccupato per il suo regno.

-Se non agiamo adesso non ci saranno altre occasioni- i Cavalieri la guardarono sospettosi non capendo le sue parole e lei lo capì –Avanti non mi dite che non avete capito che sto male- pronunciare quelle parole  fecero male anche a lei quella consapevolezza la uccideva più velocemente di quanto credesse. –Vogliono me! Il sigillo che mi hanno impresso è per questo motivo… mangia la mia coscienza rischiando di farmi perdere il controllo e io non sarò più vostra alleata- guardò i presenti –Aspettano questo maledizione!- batte con forza il pugno sul tavolo tanto forte da provocare una crepa.

-Ci state dicendo che potresti essere un pericolo per noi?- la freddezza di quella domanda la immobilizzò.

-Esatto- tutti i presenti trattennero il fiato guardandola preoccupati ma lo sguardo che la attirò fu quello di Inuyasha. Era deluso, preoccupato e arrabbiato. –Adesso comprendete la mia richiesta?- il suo sguardo era sempre puntato in quello di Inuyasha, non riusciva a liberarsi e ciò la innervosiva infatti fu attraversato da uno spasmo al collo e alla mano.

-Quali sono le destinazioni?- Kagome guardò un comandante demone e sorrise… era fatta.

 

Quando l’assemblea finì gli unici che rimasero nella Sala erano i Cavalieri. Sango guardava distrattamente fuori dalla finestra mentre Inuyasha, Miroku e Sesshomaru guardavano Kagome.

-Non guardatemi così-

-Come ti dovremmo guardare?- la voce dura di Miroku la spiazzo. –Sapevamo che stavi male ma non fino a questo punto!- urlò furioso spaventando Sango. –Cosa facciamo adesso? Se stai male come combatterai?-

-Tu non preoccuparti-

-E cosa dovremmo fare eh? Kagome mentre combattiamo noi non possiamo aiutarti dimmi come faremo?-

-Voi fate il vostro dovere io so cavarmela da sola- un altro spasmo alla mano.

-Ci stai dicendo di abbandonarti?- chiese Sango ripugnante. Ricevette come risposta un sguardo.

-Sei fuori di te!- esclamò Sesshomaru calmo.

-Oh si che lo sono- la voce di Kagome era bassa ma roca come quella di un pazzo, la stessa voce che il pomeriggio aveva spaventato Sango –Vi volete fidare di me!- urlò poi improvvisamente.

-Come possiamo fidarci di te se sei in questo stato?- Miroku fu colpito da Inuyasha con un pugno sulla guancia.

-Tu che l’hai protetta quando è andata via, proprio tu che hai avuto per primo sempre fiducia in lei adesso ne dubiti? Dimmi Miroku quando Kagome è andata via non era fuori di se? Eppure è ritornata forte con un esercito al suo seguito, era ritornata vittoriosa. Perché non dovremmo fidarci anche adesso di lei?- Inuyasha era fuori di se urlava in faccia a Miroku che lo guardava con astio pronto a colpirlo se lui ci avesse riprovato.

-Miroku ha ragione, Inuyasha- la mano candida di lei si poggio sulla sua spalla esercitando una pressione leggera per farlo staccare da Miroku –Ma vi chiedo di fidarvi di me ancora… vi prometto che nessuno morirà oltre alle vittime di guerra che giuro, se potessi, eviterei. Ma ci siamo, sono ancora in tempo per salvarci- Inuyasha lasciò Miroku e guardò lei con intensità ma questa volta fu lui a perdersi negli abissi di quei occhi di ghiaccio. –Adesso andiamo sono arrivati-

-Chi?-

-I Guardiani- Kagome sorrise e uscì velocemente dirigendosi verso il portone del castello, subito dietro di lei i Cavalieri. I squilli di tromba riecheggiarono in tutto il castello e accompagnavano Puns e Brutre seguiti da altri cinque elfi. Poco dopo i Cavalieri furono raggiunti dal re e da alcuni servi.

-Chi sono Kagome?- chiese Sango.

-Sono Guardiani… i più anziani e al completo sono loro che concluderanno il mio addestramento- la prese per mano –Vieni con me- Sango la seguì senza proferire parola.

-Signori questa è la principessa Sango, nipote del re che ci ospita- la presentò Puns e i tre Elfi si inchinarono.

-Lieta di ospitarvi nel nostro regno- Sango non riusciva a staccare loro gli occhi di dosso… erano bellissimi.

-Il piacere è nostro nostra signora- parlò in lingua umana l’elfo dagli occhi color delle violette in modo che capisse ma poi rivolse poi l’attenzione su Kagome. –Non sapete quanto tempo vi abbiamo aspettato mia Signora- si avvicinò a Kagome –Nostra principessa, meravigliosa creatura, che discende dalla famiglia più nobile. Potente Cavaliere e infine anche Guardiano… voi siete la creatura più potente dell’intero mondo- Kagome sentì un brivido sulla schiena quando l’elfo parlo –Mi presento sono Sevelon Guardiano dell’aria- disse portandosi una mano al petto e inchinandosi.

-Io sono Milon Guardiano del fuoco-

-Io sono Viderius guardiano dell’acqua-

-Io sono Montragoret guardiano della terra- anche quest’ultimo fece il solito saluto elfico, ma l’attenzione di Kagome fu attirata dall’ultimo dei Guardiani.

-Io sono Emero quinto guardiano- Kagome guardò i suoi occhi ma non riusciva a capire. Gli avevano detto che il quinto guardiano di solito discendeva dalla sua famiglia eppure quel guardiano non aveva i suoi occhi ma delle pozze di un azzurro mare. –Qualcosa non va mia signora-

-Perdonate la mia scortesia. Sono lieta di avervi qui, vi aspettavo da tanto. La situazione e grave e non abbiamo molto tempo-

-Si, gli dei ce ne hanno parlato… quando volte iniziare?- chiese Milon.

-Quando voi vi sarete riposati, il viaggio deve essere stato stancante…-

-Vi prego Signora, non si preoccupi per noi siamo vecchi questo lo ammettiamo…- la interruppe Viderius.

-…Ma non ci stanchiamo facilmente- concluse Montragoret.

-Siete voi che non avete una bella cera Principessa- costatò Emero.

-No, sto bene- sorrise cercando di essere convincente e sembrò riuscirci –È una lunga storia-

-Abbiamo tempo mentre vi alleniamo-rispose Sevelon con un sorriso dolce.

-Datemi del tu-

-Come desideri- Milon fece un inchino –Se ci mostrate il luogo dove allenarvi-

-Certo- sorrise ancora accarezzando la testolina di Felix che si posò sul suo braccio. –Signori lui è Felix il mio custode vi racconterò meglio di lui dopo-  

-Kagome…- Sango la chiamò e quando Kagome la guardò la vide preoccupata –Non credi che…- il suo sguardo cadde sul suo braccio ma Kagome scosse la testa.

-Tranqilla- e si allontanò seguita dagli elfi. Questa volta i Cavalieri non potevano assistere agli allenamenti, che erano riservati. L’unico che poteva assistere era Puns e spesso c’era anche Blakert. Kagome la notte dormiva ma la mattina la stanchezza le si leggeva in faccia e in oltre gli scatti del collo e delle mani erano più frequenti.

Erano passati cinque giorni e Inuyasha vedeva Kagome solo quando passava a controllarla nella sua stanza quando lei dormiva o quando si assicurava che tutto procedeva secondo i suoi piani… mancava poco alla battaglia ma nessuno aveva più paura. Gran parte degli abitanti erano stati trasferiti e tutto procedeva bene.

“Blakert non parla molto più con noi”

-Neanche voi lo facevate prima che arrivassero loro-

“Non c’entra questo” Arel guardò Inuyasha che era pensieroso “La stanno consumando con i loro allenamento” Inuyasha strinse le mani fino a che le unghia si conficcarono nella carne “sono difficili e lei spesso non ci riesce e così la stimolano dicendo delle cose che Blakert non ci ha voluto dire” Arel continuò “Quando vogliono gli Elfi possono essere cattivi”

-Kagome ha qualcosa in mente, qualcosa che sento me la farà perdere e poi quell’uccello, il medaglione al collo, la scoperta di essere un guardiano, quella maledetta ferita… non ci capisco più niente Arel, lei non mi dice niente!- disse arrabbiato prendendo a pugni l’albero davanti a se. –Perché tutto insieme?-  ma non ci fu risposta perché un boato riempì l’intero prato. Inuyasha guardò in quella direzione che era la stessa dove c’era Kagome. Montò su Arel con un pensiero che lo tormentava e arrivò dove lei si esercitava. Un cratere largo venti uomini era stato scavato nel terreno, più lontano due elfi guardiani mantenevano Kagome per le braccia e altri due con Puns dicevano degli incantesimi.

-Inuyasha non ti avvicinare!- urlò lo stesso Puns quando lo vide. Perché? Si chiese Inuyasha, ma lo scoprì presto bastò un attimo, bastò che Kagome alzasse il viso e lo guardasse per scoprire che non c’era più Kagome. Quel mostro sorrise guardandolo come se l’avesse voluto mangiare con gli occhi, poi improvvisamente urlò e le sue gambe cedettero. Inuyasha era terrorizzato da quella scena e si girò verso Puns che sospirò di sollievo e gli fece cenno che adesso poteva avvicinarsi, ma lui non si mosse. Aveva avuto paura di Kagome.

-Puns corri!- urlò uno degli Elfi che manteneva Kagome. Puns lo raggiunse in un secondo e allora anche Inuyasha si avvicinò.

-Porta via Felix- disse Kagome respirando velocemente –Porta via Felix- ripeté con voce più flebile.

-Kagome- il sussurro di Inuyasha arrivo a Kagome che gli sorrise un attimo prima di crollare in un sonno fatto di incubi.

 

-Ci rivediamo principessa- la voce della ragazza dagli occhi rossi riecheggiò nel buio della sua mente – È stata una brutta mossa quella di impedirmi di leggerti nel pensiero stupida che non sei altro!-

-Sei nervosa?- la provocò un po’. -Levatemi il sigillo!-

-Non so cosa tu abbia in mente mostriciattolo ma non ci fermerà… e ti porteremo via e diventerai nostra!-sorrise –della gente a noi non interessa proprio quindi…-

-Non ucciderete i miei amici!-

-Non ne abbiamo intenzione quello sarà un tuo compito!-

-Cosa?-

-Ci vediamo tra poco mia principessa e il tuo desiderio sarà esaudito- e scomparve ridendo.

Kagome come ogni volta che l’aveva vista in sogno scatto a sedere mentre tutti la guardavano. Era ancora nel prato sorretta da uno sei guardiani che le sorrise. Si toccò il braccio e il segno invisibile pulsava lievemente.

-Elen- fece per alzarsi ma crollo di nuovo.

-Cosa vuoi da Elen-Inuyasha le si era avvicinato e le aveva preso il volto tra le mani.

-Corri da Elen è urgente- lui annuì e corse via.

 

Corse più velocemente che poté, percorse corridoi e scale per arrivare nella torre di Elen che trovò in piedi a guardarlo.

-Stanno arrivando!- bastarono quelle parole per far capire a Inuyasha che il nemico era alle porte, che la battaglia era vicina e che il piano di Kagome aveva funzionato. –Tre giorni compreso oggi, all’alba- Inuyasha si appoggiò alla porta portandosi una mano in faccia.

-Ci siamo… questa volta vinceremo- Inuyasha cercò conferma negli occhi di Elen ma non la trovò… brutto segno.

 

-Due giorni all’alba- ripeté ai  Cavalieri e a Kagome.

-Perfetto- rispose lei con un sorriso –Giusto in tempo-

-Ma i tuoi allenamenti non sono terminati, sei malata e …-

-Sango ho imparato il necessario il nemico non sa nulla di quello che sono e questo è a nostro vantaggio- sorrise –Se andrà come è andata fino ad adesso i miei calcoli saranno giusti e oltre a qualche perdita non ci saranno morti importanti- tutti annuirono –Il re deve partire oggi stesso per il Grande Oceano scortato da due elfi, due demoni gatto e tre umani-

-Si signora- esclamò un soldato che andò a preparare tutto.

-Credo che sia tutto pronto e non ho altro da dirvi se non buona fortuna- tutti i presenti si portarono una mano alla testa e ricambiarono il saluto. I Cavalieri rimasero tutti insieme nella tenda, in silenzio.

-Come va?- chiese dolcemente Sango avvicinandosi a lei e porgendole dell’acqua.

-Bene- accettò l’acqua –Sei preoccupata?- Sango scosse la testa –Tuo nonno sarà al sicuro-

-Lo so- sorrise –Rin prima di partire mi ha chiesto di darti questa- dalla tasca del pantalone prese una lettera su cui era segnato il nome di Kagome.

-Grazie… se Inuyasha non ha alcun incarico per voi per me siete liberi da ogni impegno- guardò Inuyasha che annuì –Bene allora ci vediamo dopo- Sango le sorrise e prendendo per mano Miroku uscì, mentre Sesshomaru rimase con Inuyasha e Kagome a guardare delle mappe.

Nella lettera Rin aveva scritto di essere prudente e di non farsi del male, che voleva bene a Kagome come se ne voleva a una sorella e che voleva rivederla ancora quando sarebbe ritornata. Kagome a quelle ultime parole strinse forte il medaglione nella mano e sentì tutto il potere contenuto in esso.

-Se vedete che le cose vanno male abbandonate il castello- Sesshomaru e Inuyasha la guardarono –Non tentate di difenderlo chiaro-

-Ma…-

-Niente ma Inuyasha. Si tratta di una questione di vita o di morte- a quel pensiero si ricordò delle lettere custodite nel suo cassetto e scattò in piedi.

-Dove vai adesso?- Inuyasha la fermò per un braccio ma quando sentì lo spasmo la lasciò andare –Scusa-

-No, non preoccuparti. Torno subito devo dare solo una cosa al re- annuì lasciandola andare, rassegnandosi al suo volere.

Arrivata nella sua camera  aprì il cassetto e prese le quattro pergamene poi andò da un generale elfo che di sapeva chi erano le guardie selezionate per scortare il re. Le trovò nelle stalle che organizzavano i bagagli.

-Unemin- chiamò la guardia elfo più anziana –Devo chiederti un favore-

-Ai suoi ordini-

-Devi consegnare queste pergamene ai Cavalieri quando ritorneranno dalla guerra se si sono divisi cercali per tutto il mondo e consegnare  queste è chiaro-

-Si, ma signora perché non può farlo lei?- chiese preoccupato.

-No posso… allora lo farai- la guardia annuì –Grazie ti sono debitrice-

-Signora?- Kagome lo guardò –Noi la aspetteremo- Kagome annuì e uscì più tranquilla.

Kagome non ritornò nella tenda come aveva detto ma passò un po’ di tempo con i soldati e con gli Elfi a parlare e a discutere della battaglia. Ma i suoi occhi cercavano Puns che aveva ancora Felix con se. Era tramontato il sole e il re era già partito quando Felix entrò nella camera di Kagome e dietro di lui Puns.

-Scusa se non siamo tornati prima ma ho avuto un problemino con Felix- Kagome sorrise sapeva che diceva la verità. –Con chi vogliamo iniziare?- chiese improvvisamente serio. I suoi occhi verdi penetrarono nei suoi di ghiaccio riscaldandoli come se fossero un fuoco fatuo.

-Con Blakert- aspettarono che penetrasse la notte e quando fu il momento uscirono dal confine della Corte di Sougar in groppa a Blakert. Si diressero a est seguendo le indicazioni di Puns, arrivarono in una radura molto lontano dal castello che per trovarla c’era bisogno di volare. Al centro della radura c’era un enorme masso alto più di venti uomini ed era perfetto per la situazione.

-Quando volete-Puns si allontanò avvicinandosi al masso e lasciandoli da soli.

“ Mi mancherai”

“Anche tu carbonella” Kagome scesero alcune lacrime che a contatto con le squame del petto di Blakert, proprio dove batteva il suore evaporarono. Blakert la strinse a se con le zampe e il collo spalancando le sue membranose ali nere.

“Fa attenzione”

-So badare a me stessa…- cercò di sorridere ma usci solo una smorfia –Ci vediamo presto- altre lacrime ricoprirono il volto di Kagome. –Puns- l’elfo sussurrò qualche parola poi toccò il masso che iniziò a tremare. Pian piano prese la forma di un drago… la copia perfetta di Blakert anche se nei suoi occhi non si leggeva nulla. –Come hai fatto?- chiese Kagome ammirando a bocca aperta l’enorme drago.

-Blakert mi ha donato gentilmente una sua squama e io ho potuto fare questo con la magia-

“Allora adesso tocca a me” Kagome guardò Blakert avanzare al posto del Gigante della natura e accucciarsi “Addio mio cuore” Kagome scoppiò nuovamente a piangere non voleva separarsi da lui e quando lo vide, per mezzo della magia, chiudere gli occhi e diventare una pietra seppe che aveva lascato una parte del suo cuore li.

-Ciao Blakert- lo salutò un’ultima volta. Poi montò sul suo nuovo drago un po’ contrariata ma che era necessario.

-Farà tutto quello che vuoi- le assicurò Puns –Ascolterà solo i tuoi ordini ma il problema e che lui non potrà parlare con te e ne con i draghi-

-Meglio di nulla...- adesso doveva essere forte per il suo Blakert gli aveva promesso di ritornare da lui e così sarebbe stato –Forza andiamo- e con un balzo inaspettato il nuovo Blakert spiccò il volo seguendo la scia rossa di Felix che lo riportava al castello. “Questo è necessario se voglio che sopravvivano”

 

Quando rientrò nella sua stanza ad attenderla c’era Inuyasha che guardava la luna dalla finestra. Era così bello sotto i raggi argentati dove risaltavano i suoi capelli e il dorato dei suoi occhi. Si girò a guardarla con una faccia seria che non sorprese Kagome che abbassò gli occhi colpevole.

-Adesso sei tu che eviti me- la sua voce roca fece fremere Kagome che sorrise dispiaciuta.

-Hai ragione scusami, ma non ti evito e se lo faccio non è di proposito- si avvicinò a lui.

-Ti ho vista uscire con Blakert dove sei stata?- a quel punto Kagome addolcì molto di più lo sguardo e Inuyasha fece lo stesso –Non ti vedo da giorni, oggi sei scomparsa e passi troppo tempo con Puns-

-Non dirmi che sei geloso di lui…-

-Io sono geloso di tutti quelli che ti stanno vicino compresi la carbonella e la fiaccola lì- disse indicando con la testa Felix che schioccò il becco infastidito e riuscendo a strappare un sorriso a Kagome. –Mi sei mancata- le disse accarezzandole una guancia e baciandogliela.

-Anche tu-

-Adesso mi dici chi ti ha dato questo medaglione?- ma lei scosse la testa –Perché mi nascondi certe cose?-

-Perché tu mi impediresti di fare tutto-

-Tutto cosa- si insospettì di più –Dimmi che non è pericoloso- ma Kagome non rispose  -Kagome questa volta non mi tratterrò e ti farò sputare tutto quello che hai in mente con le buone o con le cattive-

-Non ci riuscirai- lo minacciò con lo sguardo.

-Io non voglio perderti- le sussurrò guardandola negli occhi.

-Perché credi che io si? Che io voglia vivere lontano da te? Tu non sai quanto ti ho aspettato, quante volte ho sognato di diventare madre dei nostri figli…- ma si tappò la bocca… aveva detto troppo e lo capì dallo sguardo sorpreso di Inuyasha.

-Tu vuoi…-

-Scusa deve essere la tensione dimentica tutto… a-adesso devo riposare sono molto stanca- ma Inuyasha non si mosse ne mollò la presa sui suoi fianchi.

-Davvero lo vorresti?- Kagome lo guardò dolcemente ma anche timorosa.

-È il sogno di ogni ragazza no?- Inuyasha non rispose ma la baciò come non faceva da tempo. Lei si abbandonò ritrovando un po’ di lei che pian piano stava svanendo. –E tu cosa vorresti Inuyasha-

-A me basta sapere che sei viva per vivere, ma se il tuo sogno è questo sono ben contento di esaudirlo- disse ridendo felice –Quando questa storia sarà finita, appena la battaglia sarà conclusa voglio sposarti Kagome- le sorrise mentre lei rimase ferma a guardarlo.

-Dici davvero?-

-Non mi interessa se non si può fare, se il tuo popolo non vuole io ti voglio tutta per me solo per me… tu lo vuoi-

-Se lo voglio? Io ti amo Inuyasha e non avrei sognato tutto questo- Inuyasha la prese in braccio e la portò sul letto.

-Ti amo Kagome- lei lo baciò e non ci fu più tempo per le parole… la notte era giovane e loro la passarono insieme, come testimoni Felix e la luna. Nell’aria la presenza della tensione nascosta però all’ombra dell’amore che si consumava in quella stanza. Non c’era più nulla da fare… nessuno li avrebbe più separati.

 

Quando Inuyasha si svegliò colpito dal raggio di sole fu lieto di trovare ancora Kagome con lui. Dormiva calma e tranquilla eppure sapeva che quando si sarebbe svegliata sarebbe stata comunque stanca. I suoi lunghi capelli ebano coprivano il cuscino e  le sue spalle candide,mentre il resto del corpo era coperto dal lenzuolo. Era così bella che gli mancò il respiro come proprio la prima volta che l’aveva vista. Sorrise a quel ricordo e le accarezzo delicatamente la guancia e il naso.

-Ciao- sorrise lei senza aprire gli occhi.

-Ciao- Inuyasha sorrise e l’abbracciò quando lei si avvicinò al suo petto. –Come stai?-

-Sono stanca- ammise sempre sorridendo mentre lui gli bacia la testa e le accarezzava i capelli con una mano e con l’altra la schiena.

-Allora riposa ancora tanto se salti un giorno di allenamento cosa fa?Te lo ordino-

-Inuyasha…tra un giorno ce la guerra- gli ricordò e lo sentii irrigidirsi. –Non è da te dimenticarlo- lo guardò preoccupata.

-Non me ne ero dimenticato, non volevo parlarne- Kagome sorrise e gli baciò la guancia, il naso, il mento e poi infine le labbra con dolcezza. Il suo sapore era unico e per Inuyasha era ambrosia pura che se assaggi una volta non puoi farne più ameno.

-Adesso sei mia avvita lo sai?- le chiese e lei annuì sorridente.

-E sono felice-

-Non ti lascerò mai Kagome… mai più- lei lo strinse forte a se e dopo lo baciò con passione facendogli capire che anche lei non lo avrebbe mai lasciato, ma quel bacio divenne salato dalle lacrime di lei che avevano anche un sapore diverso. –Dimmi che non mi lascerai neanche tu- lei scosse la testa.

-Non potrei mai farlo-

-Di che dopo tornerai da me-

-Si- annuì lei sorridendogli e dandogli un nuovo bacio.

-Io ti aspetto- le accarezzò la guancia asciugandogliela.

 

Quando si divisero sui loro volti c’era un sorriso e non  scappò agli occhi di Sango e Miroku che capirono tutto.

-Passata buona serata?- ammiccò Miroku affiancando Kagome che era passata da Totosai.

-Si, grazie- tagliò corto andandosene.

 

 

Nel frattempo per il castello Sango seguiva Inuyasha e Sesshomaru con un sorriso divertito. Sesshomaru le porse diverse volte la stessa domanda silenziosa ma lei scuoteva la testa.

-Io vado a controllare con Lumì i villaggi ci vediamo dopo- Sesshomaru guardò un’ultima volta Sango che ghignava ancora e poi se ne andò.

-Allora- disse attirando l’attenzione di Inuyasha –ieri è stata proprio un bella giornata-

-Non direi proprio…-

-Allora ieri sera- sul volto di Inuyasha riapparve il sorriso che Sango gli aveva visto poco prima e che era identico a quello di Kagome –Si è stata proprio una bella serata-

-Sango non ti dirò niente-

-Lo farà Kagome- insistette.

-No, non la farà- e si allontanò –Stai diventando come Miroku- e Sango arrossì improvvisamente.

 

 

Kagome per metà giornata passò a ripetere gli incantesimi che aveva imparato e ricevette congratulazioni dai Guardiani.

-Sevelon posso parlarti?- l’elfo in questione accetto e pian piano iniziarono a passeggiare insieme. –Vorrei che voi tornaste a Elider-

-Signora noi non viviamo più ad Elider-

-Per questo ve lo sto chiedendo- disse seria guardandolo –il regno ha bisogno di saggi come voi adesso che io non ci sono… purtroppo la vita che ho vissuto mi ha insegnato a fidarmi poco di chiunque ma voi siete come me… Puns e Brutre sono i miei consiglieri ma saranno occupati a organizzare tutto con gli umani e i demoni… Bneron sarà impegnato a controllare che tutto proceda bene e il regno ha bisogno del vostro equilibrio… visto che i Custodi sono separati-

-Capisco…-

-Accetterete?-

-Devo parlarne con i Custodi- Kagome annuì un po’ delusa ma doveva accettarlo. –Ma ha il mio appoggio- Kagome sorrise e guardò in cielo dove Felix lanciò un suo grido.

 

 

-Non ci credo- esclamò Miroku sedendosi a tavola, la stessa dove quell’inverno avevano passato tanto tempo insieme a mangiare –Siamo di nuovo riuniti- tutti risero contenti di essere davvero lì tutti insieme.

-Già sembra passato tanto tempo dall’ultima volta- Sango guardò ammiccando, Kagome. –Dal giorno in cui tu arrivasti era tutto così strano-

-Si mi ricordo il giorno in cui arrivasti non credevo ai miei occhi eri bellissima anche ferita- fu fulminato da Sango che gli mise il broncio.

-Io ricordo anche quella volta che scoprimmo che sentivi i nostri pensieri attraverso i draghi-

-Si lo ricordo anche io… ero spaventata da tante notizie-

-E quella volta che perdesti quasi il controllo?- fece Sango sorridendo –Se non fosse stato per Sesshomaru avresti ammazzato Inuyasha- Miroku rise.

-E quella volta che battesti Sesshomaru?-fece Miroku ridendo ancora.

-E tu Inuyasha cosa ricordi?- disse maliziosa Sango.

-Io ricordo tutto Sango-

-Davvero e fammi un esempio- Inuyasha alzò un sopracciglio e si sporse dal tavolo per avvicinarsi a lei.

-Mi ricordo quella volta che mi confessasti  che eri…-

-Va bene così- lo interruppe rossa in volto –Hai vinto-

-Io vinco sempre- tornò al suo posto con l solito sorriso di vittoria.

-Kagome oggi ho controllato i draghi insieme a Gegrid e Totosai per le armature, Blakert mi ha stupito non ha parlato come al solito- Sesshomaru la guardò e notò improvvisamente il suo spasmo nella mano.

-Si è un po’ taciturno anche con me. Si starà concentrando per la battaglia- lui annuì assecondandola ma aveva capito che non era vero e con lui anche gli altri. –Allora questa è la penultima sera di pace-

-Dopo questo scontro spero di passare un po’ di tempo in pace a rilassarmi- Miroku aveva gli occhi chiusi gustando già la vittoria.

-Concordo… sono stanca anche io- sospirò Sango guardando un chicco d’uva nel piatto –Credete che il castello resterà intatto-

-Sango voglio essere chiaro se il castello viene conquistato non fate nulla per riprenderlo scappate poi ci organizzeremo per riprenderlo- la voce di Kagome era autoritaria, i tendini sul suo collo si fecero più visibili… brutto segno. –Chiaro- lei annuì pensierosa e triste.

-Cosa faremo se il castello cadesse in mano nemica?- chiese Sesshomaru facendosi più attento.

-Andremo nella Grande Foresta Millenaria dove c’è il re poi vedremo…-disse Kagome parlando al prulare.

-Inuyasha  da domani puoi riprendere il comando io ho finito- tutti guardarono Kagome che strinse la mano sinistra nella destra come per calmare il tremito che la percuoteva.

-Perfetto- cercò di sorridere ma vederla in quelle condizioni lo rendeva impossibile.

-Allora io mi ritiro devo riposare…- si alzò senza aggiungere altro e andò via. La giornata era volata e questo aumentava la tensione in tutti e in particolare in lei. Raggiunse il corridoio delle loro stanze, superò la sua e raggiunse quella di Puns che la stava aspettando.

 

-Benvenuta- la salutò. –Pronta?- Kagome annuì e si mise in posizione come solito. I ricordi da conservare erano pochi e fu una buona cosa.

-Puns domani darò il medaglione e voglio che la sera prima che incominci tutto tu mi cancelli tutti i ricordi più cari- era tremendamente imbarazzata perché i suoi ricordi passavano nella mente di Puns e lui aveva visto come aveva trascorso la notte scorsa. Lui non rispose ma annuì solamente guardandola negli occhi. –Ho dato le pergamene a un soldato- il giovane elfo annuì ancora –è tutto pronto allora-

-Si- fu l’unica risposta secca dell’elfo.

-Perché mi guardi così? È una mia scelta-

-Lo so- quella risposta preoccupò Kagome.

-Allora perché mi guardi a quel modo?-

-Sono preoccupato per quello che ti accadrà- Kagome chiuse gli occhi –Ti tortureranno-

- Non puoi saperlo…-

-SI lo faranno, prima di controllare la tua mente e poi ti cancelleranno tutto. E se ci uccidi prima che noi ti facciamo tornare in te?-

-Non accadrà-

-Kagome dimmi quante volte ti sei ripetuta che tutto andrà bene ma che neanche ci credi… dimmi quante volte?- Kagome lo guardò accigliata, arrabbiata con se stessa e con Puns che la innervosiva con domande di qui già conosceva le risposte.

-Sono l’unica speranza!-

-Per questo devi dire a tutti quello che hai in mente!- per la prima volta da quando lo conosceva, Puns aveva urlato. –So che proveranno ad ostacolarti ma…- disse poi abbassando la voce, ma fu interrotto da Kagome.

-Fa il tuo dovere Puns attieniti al piano- e senza aggiungere altro uscì. Se fosse rimasta anche solo per un minuto in più sarebbe esplosa dalla collera e non voleva proprio. Corse nella sua camera e guardò il medaglione che si era tolta. Lì erano custoditi tutti i ricordi che aveva da quando aveva intuito il pericolo del suo braccio, aveva fatto in modo di riporre anche i ricordi riguardanti lei e Inuyasha per paura di non ricordare il sentimento che provava per lui ma la sua paura più grande era che avessero utilizzati quei ricordi per spingerla ad uccidere Inuyasha distorcendo la verità. Batté forte la mano sulla scrivania rabbiosa. Rabbia, rabbia e ancora rabbia ecco il sentimento che la tormentava oltre alla paura… due sentimenti opposti. La rabbia sintomo della nuova Kagome, la paura quella della vecchia… ma lei dov’era in realtà?

-Entra- disse guardando in direzione della porta da cui entrò Sango.

-Tutto bene?- Kagome le sorrise. –Ti dispiace se resto un po’ qui?- Kagome aveva notato che gli occhi di Sango erano lucidi e l’odore delle lacrime era leggero ma c’era.

-Cos’è successo?- le chiese avvicinandosi a lei.

-Niente- mentì accarezzando Felix –Ho paura- Kagome sorrise visto che aveva fatto tutta da sola. Era vero Sango sembrava una bambina ma quando voleva diventava al ragazza più forte che si fosse mai conosciuta.

-Anche io-

-Andrà tutto bene vero?-

-Si Sango, quando tutto sarà finito con la nostra vittoria ti porto a Elider e passeremo un po’ di tempo lì a riposarci e a goderci un po’ di calma- Sango le sorrise contenta –Ci riusciremo- sussurrò Kagome in elfico anche se conosceva qualche parola Sango non la capì, ma non chiese niente.

 

 

Era l’alba e già nel castello la tensione era palpabile. I soldati elfici andavano avanti e indietro portando armature e armi, i mezzo-demoni e i demoni iniziavano a preparare le catapulte per poterle portare dove era prevista la battaglia. I maghi ripetevano le formule e i medici con le ninfe e i folletti erano pronti a curare ogni tipo di ferita. Alcune ninfe erano pronte per la battaglia a richiamare ogni tipo di creature pur di abbattere il nemico. Puns e Brutre non si vedevano, troppo indaffarati. Grukex,Rotgan e  Gegrid erano anche loro pronti alla battaglia non avevano voluto sentir nessuna ragione per andarsene, lo stesso Totosai e Jinenga. Sango dava ordini a destra e a manca per ordine di Inuyasha e Sesshomaru era nella sua stessa situazione. Miroku era uscito con Behiro per perlustrare la zona e Inuyasha era sparito nel suo studio. Kagome invece si allenava ancora con i Guardiani che avevano deciso non solo di accettare la richiesta di Kagome per tornare ad Elider ma anche di restare lì a combattere, per quanto la loro età poteva permetterlo.

-Emero vi  potrei parlare?- chiese gentilmente Kagome quando ebbero finito.

-Certo bambina- corrispose sorridendo e le porse il braccio. –Allora vuoi sapere dei miei occhi? se appartengo alla tua famiglia?- Kagome lo guardò sorpresa, gli aveva letto nel pensiero? –Non ti leggo nel pensiero ho notato che mi guardavi intensamente il primo giorno-

-Chiedo scusa per la mia impertinenza-

-Nessuna impertinenza- sorrise gentilmente e Kagome immaginò di parlare con un suo parente.

-Gli dei mi hanno detto che il quinto Guardiano discendeva dalla mia famiglia allora perché voi non…-

-E un caso particolare- Kagome lo guardò ancora sorpresa –La tua famiglia, la nostra famiglia, mi adottò quando mia madre morì di parto mentre mio padre era morto in una battaglia e gli dei nonostante tutto mi hanno segnato, sono un tuo lontano zio, così dicono gli umani- Kagome sorrise anche se rimase un po’ delusa perché sperava che fosse un suo vero parente. –Mi dispiace averti delusa- lei scosse la testa –Conosci la storia di tuo fratello quindi- cambiò discorso.

-Si… ma se è davvero impazzito io non voglio che venga considerato mio fratello-

-Bambina mia questo non dovresti dirlo…- era stato così dolce che Kagome capì dopo che era un rimprovero che la fece arrossire –Nonostante lui è un pazzo è sempre tuo fratello e so che non pensi davvero quello che hai detto… perché stai facendo di tutto pur di incontrarlo e riportarlo in se. Non è questo che hai in mente?-

-Io… mi dispiace-

-Non devi bambina… è la rabbia che scorre in te a farti dire queste cose- l’elfo guardò il prato di fronte a se assaggiando l’odore della leggera brezza che scompigliava i loro lunghi capelli. –Vorrei poter fare qualcosa per te-

-Sei qui e questo è molto importante per me- Kagome lo guardò e improvvisamente si ritrovò stretta nel suo abbraccio.

-Ti reputo come una mia nipotina anche se non ho figli… sono illegittimo ma è così che ti sento- Kagome non rispose ma si lasciò cullare da quell’abbraccio che aveva sempre sognato.

____________________________________________ 

Inuyasha nel frattempo era nel suo studio a discutere con Elen che non voleva digli cosa passasse nella testa di Kagome.

-Ti ha detto milioni di volte che avresti capito!-

-Ma io voglio saperlo adesso- urlò su tutte le furie contro la bambina che lo guardò con amarezza.

-Sei solo uno stolto e…- i suoi occhi divennero vitrei ma improvvisamente le si dipinse un sorriso dolce sulle labbra.

-Cos’hai visto?-

-Kagome ha ritrovato un suo parente- Inuyasha sgranò gli occhi incredulo.

-Ma se erano tutti morti-

-Infatti io non ti ho detto un parente legittimo- disse acida –Nessuno sapeva di lui eppure il guardiano è un suo lontano zio-

-Il quinto?-

-No l’ottavo… certo che è il quinto stupido-

-Elen non sono in vena di scherzi oggi quindi smettila una buona volta di fare la bambina- le urlò contro ma se ne pentì quando Elen lo guardò con tutta la rabbia che aveva dentro.

-Adesso mi chiedi di non essere più bambina solo perché ti servono i miei servigi ma sai cosa ti dico? Cavatela da solo e spero di rivederti vivo- scomparve e Inuyasha capì di aver esagerato. Colpì con forza la scrivania sotto di se.

-Che cosa devo fare?- urlò tra i denti.

 

Kagome lo cercò allungo e infine lo trovò a guardare l’orizzonte come faceva da qualche tempo. Era trasformato in lupo lontano dalla marmaglia di guerrieri.

-Perché tutto solo?- chiese in Trenstac era da un po’ che non parlava in quel modo visto che parlava o in elfico o in umano. Brutre non si trasformò in elfo  rimase sotto quelle sembianze ma rispose lo stesso.

“Osservo” disse calmo con la voce che era quella di un lupo.

-Cosa?-

“Il mondo”la guardò di sottecchi “e tu cosa fai?”

-Osservo- disse sorridendo.

“Cosa?”

-La pace- Brute scosse la testa pelosa che Kagome accarezzò –Grazie per esserci sempre stato-

“È il mio dovere sono il tuo consigliere e tuo amico” Kagome sorrise “Io non ti ho mai detto una cosa Kagome”

-Ti voglio bene come se ne vuole a un fratello- lo anticipò Kagome guardandolo  dolcemente.

“Va bene”ghignò mostrando i denti bianchi da lupo “Va dai tuoi amici goditi quest’ultimo momento di pace”

-Lo passerò con tutti voi- disse Kagome –Siete la mia famiglia ora- disse spontaneamente guardando il sole allo zenit.

“A dopo allora” Kagome annuì esaudendo la sua preghiera silenziosa di restare da solo. Quando fu abbastanza lontana nell’aria l’ululato di Brutre echeggio.

 

-Kagome le nostre armature sono complete e anche quelle dei draghi!- esclamò Sango facendole segno di andare verso di lei. Kagome la raggiunse alle stalle dei Draghi che aspettavano i loro cavalieri. All’esterno c’era un telo che copriva qualcosa di deforme e tutti i Cavalieri si guardarono con aria interrogativa.

-Signori finalmente sono pronte- sorrise Gegrid –Con mia grande fortuna ho lavorato con due degli armaioli più bravi al mondo, le mie armature erano fragili ma ben messe ma con il loro aiuto le abbiamo rafforzate-

“Allora non l’aveva fatto di proposito” si ritrovò a pensare Kagome aspettando una risposta dal drago nero alle sue spalle, ma non arrivò mai. Kagome lo guardò preoccupata e solo guardandolo negli occhi si ricordò che Blakert non c’era.

-Adesso ve le mostrerò- disse tirando via il telo che scopri delle lucentissime armature decorate con disegni particolari alle spalle delle loro armature sfavillanti come nessuna al mondo c‘erano le armature dei draghi.

-Le armature sono state fabbricate da Gegrid- disse Sevelon –Le rifiniture sono state fatte da me e infine a completare l’opera ci ha pensato Totosai- Sango si avvicinò a quella che era la sua armatura che aveva riconosciuto grazie ai colori. Era di acciaio ma un ramo con fiori in sboccio erano verdi e i fiori erano rosa ed erano simili al fiore che aveva come Segno. –Il materiale utilizzato per colorarlo proviene da Elider è una roccia particolare che a grandi temperature fonde e Totosai vi è riuscito, il simbolo è per ricordare al suo nemico che lei è della Grande Foresta Millenaria- Sango la osservò ancora e poi sorrise lievemente toccando l’enorme elmo che avrebbe ricoperto la testa di Karaius.

“Sono magnifiche” Karaius avvicinò il muso all’armatura nuova e l’annusò,come quella di Sango anche la sua aveva dei particolari in verde.

Il passo successivo fu quello di Miroku che toccò la sua armatura c’era un drago che partiva dalla spalla e girava intorno al busto e finiva sul piede sinistro. Era stato dipinto alla perfezione con colori che variavano dal rosso al giallo e gli occhi erano decorati da piccoli rubini. Poi guardò la corazza di Behiro e sorrise quando notò che c’era uno spacco sull’elmo per il suo corno centrale. Questa però era tutta argentata.

-Per Behiro abbiamo utilizzato un metallo più resistente al fuoco, il suo corpo è più caldo rispetto agli altri draghi per questo è tutta argentata perche scioglierebbe ogni decorazione. Per fare l’armatura abbiamo creato un nuovo metallo particolare utilizzando la sabbia delle terre del Sud sempre per ricordarvi chi siete- Miroku annuì serio ma soddisfatto del lavoro. L’armatura era leggera ma si sentiva che era resistente.

Poi Sevelon porse l’armatura a Sesshomaru che la osservò stupito. In alcuni tratti la sua era trasparente e formava un disegno lo stemma del suo popolo. Nonostante quel punto avesse un aspetto fragile si sentiva che era molto resistente.

–È vetro fatto con l’utilizzò delle pietre della vostra terra. Nonostante sembri fragile non lo è per niente l’abbiamo testata utilizzando le armi più potenti compresa la magia- Sevelon sorrise –L’armatura di Lumì è dello stesso materiale- Infatti quella di Lumì era completamente trasparente.

“L’adoro” esclamò la dragonessa guardando Sesshomaru con intensità.

-Batteremo chiunque con queste- il sorriso di Sesshomaru era smagliante pronto ad affrontare ogni pericolo.

Poi fu il turno di Inuyasha che osservò la sua armatura con fare indagatorio e poi sorrise, gli piaceva.

-Le ninfe ci hanno aiutato hanno richiamato l’essenza stessa del mare sotto forma di ferro e ce l’hanno donata con gioia. Qualsiasi fuoco non vi ferirà- l’armatura era lievemente azzurra- Se vi chiedete se non c’è nessun simbolo come gli altri vi sbagliate- Sevelon prese un altro pezzo e lo porse a Inuyasha che sorrise nel vedere che nella parte dell’armatura che copriva la sua schiena c’era il suo Segno in madreperla che risplendeva di vari colori. –L’armatura di Arel è completamente azzurra ma a secondo della luce risplende delle stesse tonalità delle perle-

“Saremo magnifici nessuno si dimenticherà di noi!”Kagome sorrise guardando Arel che allargava le ali entusiasta.

L’ultimo turno fu quello di Kagome che si avvicinò alla sua armatura nera decorata da un segno in rosso e oro. Il simbolo era simile al Segno di Inuyasha solo che al posto del drago c’era una fenice di spalle con le ali chiuse e gli occhi puntati su Kagome. Rosso e oro si mischiavano e creavano giochi di luce con il sole sul volto di Kagome. L’armatura di Blakert era completamente nera tranne che per piccoli particolari come il contorno degli occhi e le due finte zanne erano d’oro.

-Proviene dalle terre antiche del nostro popolo un metallo simile all’oro ma che non lo è. Il rosso è dovuto da una variante del materiale. L’armatura è nera perché abbiamo pensato che era meglio così- Kagome sorrise e guardò gli occhi della fenice erano fatti della stessa pietra del suo diadema.

-Grazie per il vostro aiuto- disse Kagome guardando il finto Blakert.

-Non è finito qui- disse Gegrid sorridendo  poi fischiò e cinque giovani elfe soldato portarono degli scudi. Erano dello stesso materiale delle armature solo che al centro d queste c’erano gli stemmi delle famiglie.

L’unico particolare era che nello scudo l’acciaio di Sesshomaru c’era il simbolo della sua famiglia in madre perla e in quello di Inuyasha era in ghiaccio.

-Siete fratelli e come vostro padre e vostro zio avete gli opposti dei draghi e così gli scudi- Sango guardò a bocca aperta i tre fabbri.

-Sono dei nostri nonni?- chiese emozionata stringendo di più lo scudo.

-Si Principessa- rispose dolcemente Sevelon. Kagome guardò il suo scudo e immaginò sua nonna mentre lo stringeva per difendersi e si sentì più forte di prima.

 

Quando il tramonto si avvicinò l’ansia era palpabile. Kagome convocò i Cavalieri spiegandogli cosa avrebbero fatto.

-Con il talento di Sango riusciremo a capire la prima mossa quindi Karaius volerà alto insieme ad Arel in modo che passi le notizie a te Inuyasha che riferirai a Sango-

-Ottimo- i due ragazzi si strinsero la mano e si sorrisero.

-Non attaccheranno su due fronti-disse Kagome guardando ognun di loro.

-Come lo sai?- chiese Sesshomaru calmo e quella calma innervosiva Kagome.

-Ho avuto le notizie da Elen e per questo che ho fatto spostare tutto a sud est-

-E se avessero cambiato idea? Se ci fossero veramente delle spie e avrebbero avvertito del nostro anticipo?-

-A loro non interessa- disse Kagome avvertendo la tensione nei suoi compagni –Hanno un esercito superiore al nostro-

-Quanto superiore a noi?- chiese Sango con la voce che le tremava.

-Il doppio-

-Allora siamo fregati!-

-No noi abbiamo cose che loro non hanno, abbiamo maghi elfi e guerrieri, ninfe come dottori che se sei ferito ti rimettono apposto in un attimo e se non sei troppo grave puoi tornare a combattere e questo lo chiami essere fregati? Grazie a te Sango e a Inuyasha possiamo capire le loro mosse, grazie alle nostre spade possiamo uccidere più di cento soldati a volta e con la magia che conosciamo siamo i più forti- esclamò Kagome.

-E ricordatevi che Kagome è il quinto Guardia e gode di poteri speciali. Inoltre i suoi allenamenti partecipavano solo i guardiani e di conseguenza nessuno sa cosa sa fare- intervenne Sesshomaru.

-Esatto quindi Sango ti assicuro non devi preoccuparti- “Perché vogliono me, ma dobbiamo decimare almeno una parte dell’esercito” pensò Kagome pronta a combattere. –Siamo una squadra e ci riusciremo, siamo gli ultimi Cavalieri coloro che salveranno il mondo-

-Io ti seguo- fece Inuyasha sorridendo appena.

-Anche io- fece Miroku.

-Non ho altra scelta- scherzò Sesshomaru puntando i suoi occhi in quelli di Kagome che ricambiarono con coraggio.

-Fino alla morte- disse Sango ritrovando il coraggio che probabilmente si era assopito in lei –La vecchia Sango è ritornata- Kagome sospirò e poi sorrise.

 

Quando la luna fu alta in cielo i soldati iniziarono a vestirsi delle loro armature, indossando cotte di maglia e pelli, prendendo le loro armi e il loro coraggio. Nel frattempo nelle loro stanze assistiti da Elfi, uomini , mezzo-demoni e demoni i Cavalieri indossavano le loro armature sopra ad abiti di pelle nera. Ogni laccio fu ben stretto ogni parte del corpo ben protetta .

Inuyasha era quasi pronto ad indossare la parte superiore dell’armatura quando qualcuno busso alla sua porta.

-Entra pure- disse sorridendo a Kagome che aveva già indossato la sua armatura che le faceva da seconda pelle. Era aderente ma mostrava comunque le sue forme sinuose e le stava d’incanto.

-Posso parlarti un momento da sola?- Inuyasha fece segno ai soldati di uscire –Tieni questa è tua- Kagome gli infilò il suo medaglione –ecco era sempre stato per te, non toglierla mai e non perderla- sorrise trattenendo le mani sul suo collo.

-Perché non me l’hai dato prima?- le chiese sorridendo dolcemente.

-Dovevo fare una cosa- ricambiò il sorriso, poi tornò seria-Ti amo- Inuyasha la presa alla sprovvista quando la strinse contro il suo petto.

-Anche io Kagome- e dopo un attimo sigillò quelle parole con un bacio. Ma lei si staccò improvvisamente da lui.

-Si prudente-

-Anche tu-

-Ritorna da me vivo- lui le sorrise –Allora buona fortuna-

-Ciao Kagome-

-Ciao Amore mio- e uscì dalla stanza mentre una piccola lacrima gli solcò la guancia –Entrate pure- disse rivolgendosi ai mezzo-demoni che la guardarono preoccupata. Quando rientrò nella sua stanza Puns era pronto. –Cancella in fretta gli i ricordi- Puns annuì esaudendo il suo desiderio. Quando finirono lui la guardò e le sorrise.

-Buona fortuna-

-Non farti ammazzare ragazzino- disse ricambiando il sorriso.

-Stai attenta tu bambina- poi le si avvicinò e l’abbracciò anche lui –abbiamo bisogno della nostra regina ti farò ritornare in te a forza di farti torturare-

-Anche a forza di mozzarmi le mani- lui la strinse di più –Grazie Puns ti voglio bene-

-Anche io Stiaref- e Kagome risentì i brividi di potere passarle nel corpo.

-Principessa i Cavalieri l’aspettano- la avvisò un’elfa. Kagome si staccò da Puns che le infilò le due spade dietro la schiena, le prose l’elmo e lo scudo e appena pronta scese con lui.

Davanti al portone sud tutti i soldati erano pronti e aspettavano lei. Quando arrivò i Cavalieri si guardarono e dopo essersi scambiati un segno di consenso Inuyasha urlò:- Signori la guerra è iniziata!- la folla esultò e pian piano l’esercito si divise in gruppi ordinati e iniziarono a marciare.

Prima di partire I Cavalieri si salutarono con abbracci e pacche sulla spalla.

-Fa attenzione Kagome-le disse Sesshomaru stringendola con amore.

-Anche tu Sesshomaru- gli sorrise accarezzandogli la guancia e poi abbracciò Sango.

-Occhi di Ghiaccio sono sempre al tuo fianco- di Miroku sorridendo e abbracciandola.

-Lascia perdere me e  tieni d’occhio la principessina- lui annuì e la strinse ancora.

-Fa attenzione- Kagome annuì e poi lo lasciò a Sango che lo baciò con passione.

-Allora ci vediamo alla fine- le disse Inuyasha. Kagome aveva fatto cancellare ogni ricordo di loro due insieme tranne il loro ultimo bacio se avesse cancellato tutto avrebbe insospettito il nemico così in quel momento si ritrovò felice come la prima volta.

-Sì- mentì, ricordava ancora il suo piano che avrebbe cancellato lei stessa prima di andarsene. Si scambiarono un’ultima occhiata di intensa passione e poi si divisero.

-Brutre mi mancherai- disse Kagome.

-Anche tu- sorrise in modo lupesco il ragazzo.

-Ricordatevi cosa dovete fare- disse anche a Puns che annuì e poi salutò Koga che la guardava da lontano.

-Fa attenzione- si raccomandò lui accarezzandole il viso.

-Anche tu- e dopo averlo abbracciato brevemente si avvicinò al suo drago.

Così dopo mille raccomandazioni e addii d’amore fatti con gli occhi, i Cavalieri salirono sulle schiene dei loro  Draghi maestosi nelle loro armature e che mostravano tutta la loro forza.

-Adesso ci siamo- disse Kagome a se stessa salutando Puns e Brutre con la mano che corsero subito dopo tra le file amiche.  Guardò un’ultima volta i Cavalieri e poi fece spiccare il volo a Blakert mentre al suo posto fu il verso stridulo di Felix a riempire l’aria.

 

Fineeeeeeeeeeee!

E finalmente ci sono riuscita. Purtroppo devo dirvi una cosa… che credo vi lascerà deluse… pronte? Beh  questo è il penultimo capitolo.

Ma vi assicuro che ci sarà un continuo! Lo giuro!:D adesso passo ai ringraziamenti…

P.S. cosa ci sarà nel prossimo capitolo? Mha hihih

 

Ringraziamenti:

-lucia lair: Ciao! Grazie mille per il complimento^^ sempre troppo buona… comunque spero che il capitolo precedente sia stato di tuo gradimento e che anche questo lo sia stato. Ti aspetto un kizz ciao!!! All’ultimo capitolo!!

-achaori: Spero di non averti deluso per il fatto che Kagome non è diventato un Ligerio beh era un fatto troppo scontato che lo diventasse così ho cambiato un po’ le cose hehehe…. Beh che dire il penultimo capito… fa uno strano effetto eppure è la seconda storia che scrivo… non ci farò mai l’abitudine… sono contenta che tu hai sempre commentato i miei capitoli ne sono contenta. Ci vediamo all’ultimo e scusa il ritardo XD. Un kizzullo!

-fmi89:eccolo qui il nuovo capitolo con tante scuse per il ritardo ma ho avuto poco tempo per scrivere e poche idee…  e solo ieri (in realtà è oggi solo che so che lo pubblicherò domani, quindi oggi che non è domani ma lo è adessoXD) ho scritto tutto il capitolo. Spero che comunque sia piaciuto e che ci sarai per l’ultimo capitolo un kizzullo grazie!

-Le_montagnine: sto per piangere… mi mancherete tantissimo :’(… e sono arrivata anche alla fine di questa storia, ci sarà il continuo ma è sempre triste lasciare una storia. Chiedo scusa per il ritardo ma sono ritornata… non so cosa dirvi davvero sono un po’ emozionata XD… vi ringrazio per i post ci vediamo all’ultimo capitolo un kizzullo.

Ringrazio anche chi legge solamente sono contentissima di sapere che siete in molti un kizzullo ci vediamo all’ultimo aggiornamento.

  
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