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Autore: LorasWeasley    19/04/2023    4 recensioni
[BROTP Suna x Atsumu] [Accenni Osasuna e Sakuatsu]
"-Certe volte vorrei essere come te- ammise il biondo in un sussurro.
Ecco, quello Suna non se lo aspettava per niente, infatti sbottò scettico –Come me?"
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Atsumu Miya, Rintarō Suna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Primo posto

Miya Atsumu sapeva bene che doveva solo essere felice di essere stato selezionato per le olimpiadi, scelto per poter rappresentare il suo paese in una competizione di livello mondiale. Sapeva bene di avere un privilegio che qualsiasi setter del paese avrebbe voluto, ma non poteva fare a meno di essere frustato per essere stato superato da Kageyama, colui il quale avrebbe giocato da titolare probabilmente in tutte le partite.
Suna stava chiacchierando con Komori quando si accorse dell’uomore del biondo, il quale era seduto in disparte sugli scalini che portavano alla palestra dove avevano appena finito i loro allenamenti.
Una piccola parte del suo cervello gli disse di ignorarlo, di far finta di non averlo visto e andare avanti per la sua strada. Ma sapeva bene di non poterlo fare.
Sospirò e bloccò a metà la conversazione del libero –Scusami, vado a fare il mio lavoro da cognato.
Komori lo guardò confuso, poi lanciò uno sguardo alle sue spalle e capì subito.
-Se vuoi vado a cercare Sakusa.
-No, ci penso io.
Si salutarono, poi Suna raggiunse l’alzatore, sedendosi al suo fianco senza neanche chiedere il permesso.
Fu il centrale il primo a parlare dopo qualche secondo –Devo chiamare Osamu? Sai che ti sgrida per bene se ti vede in queste condizioni.
Ad Atsumu sfuggì un sorriso, poi borbottò –Dovresti proprio smetterla di divertirti sulle mie spalle.
-Impossibile. È uno dei miei hobby.
Risero piano entrambi, Suna stava giocherellando con il telefono spento tra le sue mani e non disse nient’altro, in attesa che fosse Atsumu a dirgli quale fosse il problema se e quando ne avesse avuto bisogno. Cosa che avvenne qualche altro minuto dopo.
-Certe volte vorrei essere come te- ammise il biondo in un sussurro.
Ecco, quello Suna non se lo aspettava per niente, infatti sbottò scettico –Come me?
-Sì. Tu sei così… tranquillo. Ti impegni in quello che ti piace ma per il resto te ne freghi di tutto e la cosa non ti tocca minimamente, te ne stai calmo a fare foto e a giocare con il tuo cellulare e non ti importerebbe neanche se intorno a te stesse scoppiando la terza guerra mondiale finché non è una cosa che ti tocca direttamente.
Rintaro rifletté su quelle parole, poi commentò –Penso che lo scoppio di una terza guerra mondiale mi toccherebbe direttamente.
Atsumu rise di nuovo –Va bene, ho fatto l’esempio sbagliato. Quello che voglio dire è che mi piacerebbe riuscire a vivere con la tua serenità e il tuo menefreghismo. Ti ho sempre invidiato per questo. E invece sono qui a farmi mille paranoie perché per quanto io mi impegni non sarò mai abbastanza. Posso pure lavorare ogni singolo giorno per essere tra i migliori, ma non sarò mai al primo posto. Odio questa frustrazione.
Suna soppesò bene quelle parole, avrebbe tanto voluto rispondere con un’altra battuta, ma l’unica cosa che riuscì a fare fu stringere il telefono tra le mani e rispondere in un mormorio –Non è vero che me ne frego… è solo che, non lo do a vedere. Fingo anche con me stesso che certe cose non mi interessino perché, alla fin fine, perché dovrei stare male per cose che non posso cambiare?
-Beh, è comunque una linea di pensiero che sarebbe bello riuscire ad adottare…
Suna sospirò, si morse l’interno guancia fino a sentire il sapore metallico del sangue e continuò a borbottare –Non ci credo che te lo sto per dire… e se provi a dirlo a qualcuno negherò fino alla morte che queste parole abbiano lasciato la mia bocca ma… sono io quello che vorrebbe essere come te.
Per la prima volta da quando Rintaro gli si era seduto a fianco, Atsumu si voltò a guardarlo con gli occhi spalancati –Cosa…?
-Tu sei uno stronzo e sei fastidioso tipo la maggior parte del tempo che sto in tua compagnia. Ma sei diventato il mio migliore amico perché sei tu quello che, al contrario, è bravo a fregarsene. Quello che nonostante tutto il mondo gli vada contro se ne fotte e si impegna ancora di più in quello che sta facendo, solo per sbatterlo in faccia a quegli stronzi che non hanno mai creduto nelle tue capacità.
Prese una piccola pausa, non gli diede il tempo di cercare una risposta che continuò –e sei un idiota se pensi di non essere mai arrivato al primo posto di qualcosa o qualcuno, perché per Osamu sarai sempre e comunque al primo posto.
Atsumu fece un verso strano e Rintaro corrugò la fronte lanciandogli un’occhiataccia –Hai il coraggio di contraddirmi?
Atsumu rispose alla sua occhiataccia, non che questo avrebbe mai intimorito Suna.
-Senti- sospirò il castano –so che tu e lui avete il vostro orgoglio e non riuscirete mai ad ammettere che siete e sarete sempre il primo posto dell’altro. Ma io lo so, okay? Lo so da quando eravamo al liceo e ne ero ben consapevole quando ho chiesto a Osamu un appuntamento. So che lui mi ama ma so anche che se mai un giorno dovesse scegliere tra me e te, sceglierebbe sempre te, perché sei tu il suo primo posto. Lo amo anche per questo motivo… ma non venirmi a dire che vorresti essere me, perché è esattamente il contrario.
Atsumu aveva gli occhi lucidi, meditò a fondo alle parole da usare per una risposta, limitandosi infine a un –Se dovesse scegliere me al posto tuo, lo ucciderei.
Rintaro annuì –Faresti bene, è questo che dovrebbe fare un migliore amico.
Risero di nuovo e l’umore del biondo tornò finalmente normale.
Suna vide con la coda dell’occhio che Sakusa Kiyoomi si stava avvicinando a loro, così decise di alzarsi e commentare con nonchalance –E poi di che ti lamenti? Sono sicuro che diventerai il primo posto di qualcun altro molto presto.
Anche Atsumu aveva visto Kiyoomi avvicinarsi a loro e non fu difficile per lui capire a chi stava alludendo Suna.
Il suo volto divenne dello stesso colore della maglia della nazionale giapponese e Rintaro trasformò il suo sorriso in un ghigno, soddisfatto di essere riuscito a farlo imbarazzare anche per quel giorno.
Fece due passi indietro, pronto ad andarsene, quando ripensò a qualcosa e aggiunse –E comunque chissà, magari Kageyama si prende una storta e finisce in panchina!
Il centrale andò definitivamente via, ignorando completamente il “Idiota!” di Atsumu, e Sakusa prese il suo posto.
Il corvino lo stava scrutando in cerca di qualche problema mentre chiedeva guardingo –Tutto okay?
-Sì- rispose sincero il biondo –sto bene adesso.
  
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