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Autore: NymeriaStark    27/04/2023    1 recensioni
Au di Avatar in cui Thomas, nei panni appunto di un avatar, stringe un legame con un Navi (Reginald) e, grazie a lui, impara a conoscere Pandora
Genere: Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Rio, Ryoga/Shark, Thomas Arclight/ Four
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Storia ispirata ma non partecipante al contest "la tomba dei giganti" indetto da Carachiel

*3 Gamma*

16. A canım, Mabel Matiz

15. "Nessuno, per quanto pavido, preferisce stare in bilico, piuttosto che cadere una volta per tutte", Lettere a Lucilio, Seneca

3. AU a scelta

Thomas era stato scelto per il progetto Avatar solo quando i suoi due fratelli si erano rifiutati, era la terza scelta e ne era sempre stato consapevole perciò, quando lo misero all'interno di un operazione con un Naa'vi catturato, accettò senza esitare. Lo fecero entrare nel suo Avatar, fu strano all'inizio ma, con il tempo si abituò a quel nuovo corpo quasi come se fosse una seconda pelle.

Reginald era un Na'vi, il suo vero nome era un altro ma tutti lo chiamavano così o Shark, per la grande aggressività dimostrata con gli scienziati che, spesso, dopo un confronto con lui, tornavano coperti di graffi e morsi. Nonostante fosse prigioniero da tempo conservava un istinto ferino e reagiva ad ogni impulso.

Il compito di Thomas era di convincerlo a mostrargli il pianeta, capire quali fossero le sue risorse e riferirle al comando centrale che si sarebbe occupato dell'operazione di estrazione.

Four entrò esitante all'interno della cella del Na'vi, era spaventato da lui, come d'altronde tutti in quell'hub, e, nonostante avesse il suo corpo da Avatar, era preoccupato per la sua reazione.

Sorprendentemente il suo ingresso sembrò sorprendere la creatura, che lo osservò con un misto di timore e curiosità. Sì avvicinò circospetto, soffiando come un gatto ad ogni minimo movimento sospetto

"Chi sei? O meglio che cosa sei?" Gli domandò nella sua lingua che Thomas si stupì di comprendere senza problemi.

"Un umano, in un corpo simile al vostro"

"È per questo che usavate il mio sangue?" Il Na'vi sputò a terra, disgustato

"Stiamo imparando a conoscervi meglio e questo è uno dei pochi metodi per comunicare con voi senza essere aggrediti o respinti" a quelle parole un sorriso amaro si dipinse sulle labbra di Reginald

"Volete cacciarci dal nostro pianeta e noi dovremmo lasciarvi fare senza opporre resistenza? Non succederà mai"

"Nessuno vuole portarvi via niente" "almeno per ora" pensò con amarezza Thomas "vogliamo solo conoscete meglio la vostra cultura, in modo da integrarci meglio tra di voi e disturbarvi il meno possibile, puntiamo a una convivenza pacifica, la violenza non rientra nei nostri piani"

"Quindi è per questo che mi tenete qui, sono la vostra chiave per il mio popolo"

"È così, speriamo tu possa fare da guida ad un gruppo di Avatar nella conoscenza della tua gente"

"Lo farò" Thomas stava per tirare un sospiro di sollievo quando il Na'vi aggiunse "ma solo con te" uscì demoralizzato dalla stanza, aveva raggiunto un traguardo ma non era quello che gli scienziati si erano prefissati.

"Che cosa facciamo?" Chiese un membro dell'equipe

"Accettiamo ovviamente, questa è l'offerta più generosa che abbiamo ricevuto da parte di quel Na'vi in anni, non possiamo lasciarcela scappare" Thomas assistette in silenzio mentre quegli uomini decidevano del suo destino, in quel momento capì meglio Reginald e il suo desiderio di fare del male a quelle persone.

Li fecero uscire e Four osservò il Na'vi nel suo habitat naturale per la prima volta. Lo guardò annusare l'aria, toccare la terra e mormorare qualche parola, simile a una preghiera.

Iniziarono a camminare, in silenzio, fino a raggiungere un'alta scogliera piena di strani uccelli simili ad antichi dinosauri.

"Questi sono Ikran, dobbiamo procurarcene uno a testa se vogliamo spostarci agevolmente su Pandora"

"E come dovremmo fare?" Chiese Thomas, temendo la risposta. Reginald sorrise prima di rispondergli

"Sarà l'ikran a scegliere te, tu dovrai semplicemente costruire un legame con lui, connettendoti usando i filamenti della tua treccia" Four lo guardò interdetto, era spaventato alla prospettiva di doversi confrontare con quegli strani volatili, Reginald però non gli diede il tempo di esprimere le sue preoccupazioni e si tuffò su un Ikran poco distante. Questi, per cercare di scrollarselo di dosso, si tuffò nel vuoto, in picchiata, trascinando il Na'vi con sé. Thomas assistette preoccupato alla scena ma, quando stava per perdere le speranze, lo vide tornare, connesso all'Ikran, con una disinvoltura che invidiò.

Fu il suo turno e, per sua fortuna, l'animale che lo scelse si rivelò più tranquillo e accomodante, limitandosi a soffiare e a cercare di morderlo quando gli si avvicinò. Riuscì a costruire il legame e fu sorpreso dal suo funzionamento, gli sembrava di essere tutt'uno con l'animale a cui era connesso, sentiva il suo respiro, percepiva le sue emozioni e, immaginò, che per l'Ikran fosse lo stesso.

"Bravo, hai fatto un buon lavoro, ora possiamo finalmente tornare a casa" gli occhi del Na'vi si accesero di malinconia nel pronunciare l'ultima parola

"Da quanto non hai la possibilità di tornarci?"

"Anni, sono stato catturato quando ero solo un ragazzino, ho passato in quel buco infernale i miei anni migliori ma ora sono libero e non ho intenzione di sprecare questa opportunità. Ti insegnerò ciò che so, dopodiché tu tornerai indietro e mi lascerai con la mia famiglia" Thomas sapeva che il piano era ben diverso ma non disse nulla per non turbare la sua felicità.

Raggiunsero un'isola, sperduta in mezzo all'oceano, appena atterrati un gruppo di Na'vi armati di lance si schierò davanti a loro.

Reginald non parve turbato e anzi avanzò verso di loro, che si ritrassero, sorpresi, arrivò anche una splendida Na'vi che doveva essere una sorta di capovillaggio perché, appena si mostrò, gli sguardi dei lancieri la fissarono con deferenza. Disse un nome impronunciabile,che doveva essere la versione Na'vi di "Reginald" e lo abbracciò

"Fratello, è bello riaverti a casa" le lance si abbassarono e urla di giubilo si spsrsero per tutto il villaggio.

"Chi è il tuo accompagnatore?" Chiese con un tono decisamente meno dolce rispetto a quello riservato al fratello

"Thomas, un uomo del cielo, mi hanno lasciato andare a patto che gli insegnassi le nostre tradizioni"

"E cosa ci impedisce, ora che la gente del cielo è lontana, di ucciderlo e vendicare la tua prigionia?"

"Ho dato la mia parola e, se qualcuno proverà a toccarlo, dovrà vedersela con me"

"Molto bene allora, mi fiderò del tuo giudizio, ma voglio che collabori al sostentamento del villaggio, come fanno tutti qui"

"Lo farà, stanne certa" la ragazza parve soddisfatta e si ritirò nella sua casa.

"Quella è tua sorella?" Chiese, ancora intimorito

"Sì, nella tua lingua la chiameresti "Rio", ha governato il villaggio in mia assenza e, come mi aspettavo, ha fatto un ottimo lavoro"

Thomas esitò prima di porgli la domanda che lo tomrentava da quando erano partiti.

"Come ti hanno catturato?"

"Ero in mare in compagnia del mio Tulkun, la gente del cielo è arrivata a bordo di strane imbarcazioni di metallo e ha provato ad abbatterlo. Ho cercato di difenderlo ma erano troppi per me e sono riusciti nel loro intento. Invece di uccidermi mi hanno condotto dai tuoi amici scienziati, il resto lo sai già" Thomas lo guardò tristemente, non sapeva ancora l'importanza del legame con i Tulkun ma, da quando si era connesso al suo Ikran, conosceva quanto fondamentale fosse quell'unione.

Nei mesi successivi Reginald gli fece conoscere l'albero delle anime, studiare la fauna marina, imparare a pescare e anche una strana lingua sottomarina parlata con gesti delle mani, il legame che avevano con i Tulkun (enormi balene dall'aria antica e intelligente) ma, soprattutto, gli insegnò a vivere come uno di loro.

"Non mi fido di lui" disse Rio a Reginald una sera "è qui per un motivo e non sappiamo qual è"

"Questo è vero ma lui mi sembra diverso dall'altra gente del cielo, forse potremmo portarlo dalla nostra parte"

"Io non ci conterei..." Poi aggiunse "stai attento ai tuoi sentimenti fratello, potrebbero condurci alla rovina" detto questo lo lasciò, perso nei suoi pensieri.

Gli scienziati tornarono a prendere Thomas il giorno successivo e gli dispiacque dover abbandonare quel villaggio e quella civiltà meravigliosa.

Il viaggio fino all'hub fu un susseguirsi di domande, quando parvero soddisfati lo lasciarono solo con i suoi pensieri.

"Bene, ora che abbiamo tutte queste informazioni possiamo procedere alla colonizzazione di questo pianeta"

"Colonizzazione? Un momento, non erano questi gli accordi!"

"Che importanza ha? Non dirmi che ti sei affezionato a quei selvaggi"

""Quei selvaggi", come li chiami tu, hanno un nome: Na'vi, tradizioni e una spiritualità che noi non potremo mai sperare di possedere"

"E possiedono anche un pianeta ricco di risorse di cui possiamo e dobbiamo impadronirci. Non è nulla di personale, semplicemente il nostro pianeta è esausto mentre il loro, versando ancora in uno stato primitivo, è l'ideale per procurarci il necessario per sopravvivere" Thomas non rispose, troppo turbato per proferire parola.

Quella stessa notte, si alzò, entrò mel suo Avatar, saltò a bordo del suo Ikran e partì, alla volta dell'isola di Reginald.

"Che facciamo signore? Avviserà i Na'vi"

"Non ha importanza, non hanno i mezzi necessari per contrastarci e avrebbero comunque opposto resistenza. In ogni caso saranno loro a liberarci di quel traditore, non credo proprio lo risparmieranno dopo tutte le sue bugie"

Thomas raggiunse l'isola a notte inoltrata, affannato ed esausto

"Ho bisogno di parlare con Reginald" disse, appena ebbe recuperato un po' di fiato.

Lo vide arrivare, stupendo nei suoi abiti Na'vi, e il suo cuore accelerò. Era da tempo che sapeva di essere innamorato di lui ma non aveva avuto il coraggio di dirglielo. Era in bilico tra due mondi, due modi di pensare, due civiltà, e avrebbe preferito precipitare piuttosto che trovarsi in quella situazione precaria. Era tormentato da tempo da demoni interiori che gli dicevano che non era abbastanza, che non era degno della fiducia dei Na'vi. Provò a ricacciarli dentro di sé prima di proferire parola.

"Ho delle informazioni da darti" disse a Reginald

"Di che si tratta?"

"Gli umani non sono qui per integrarsi ma per soppiantarvi, mirano a conquistare il pianeta e a sfruttare le sue risorse" lo sguardo di Reginald si incupì a quelle parole

"Tu lo sapevi?"

"No, o meglio, solo la parte relativa alle risorse... mi dispiace"

"Le tue scuse non ci proteggeranno da questa invasione"

"Lo so ma vi aiuterò per quanto possibile"

"No, hai già fatto abbastanza" Thomas percepì una traccia di sofferenza in quelle parole. Avrebbe voluto confortarlo, dirgli che sarebbe andato tutto bene ma la verità era che non lo sapeva e, anzi, le loro probabilità di vittoria erano molto scarse.

"Ti prego ascoltami, dovete convincere i Tulkun a combattere con voi, so che sono creature pacifiche ma, senza il loro aiuto, non avrete possibilità"

"In tal caso moriremo, non stravolgerò la natura dei Tulkun per un mio tornaconto personale" fece per allontanarsi ma Thomas lo bloccò, tenendolo per un braccio, una selva di lance si sollevò intorno a lui ma non ci fece caso.

"Ti prego, in nome di quello che abbiamo condiviso, di pensarci, non voglio che tu muoia e nemmeno la tua gente merita un destino simile" Reginald parve toccato dalle sue parole per qualche istante, dopodiché il suo sguardo tornò freddo come il ghiaccio.

"Tu sei uno di loro, perché mai dovrei fidarmi di te?"

"Perché sono scappato, lasciandomi tutto alle spalle, ho scelto da che parte schierarmi e non tornerò indietro. Non permetterò che rubino e distruggano questo pianeta come hanno già fatto con la Terra, Pandora merita di rimanere indomita e selvaggia com'è ora"

"D'accordo, ci penserò ma dubito che i Tulkun decideranno di andare contro le loro millenarie tradizioni, anche se ne va della nostra vita" le lance intorno a lui si abbassarono, permettendogli di seguire Reginald.

"C'è un altra cosa che devo dirti"

"Non è il momento, conservala per quando e se saremo sopravvissuti alla battaglia" c'era una strana dolcezza in quelle parole che contrastava fortemente con il tono con cui erano state pronunciate.

"Pensi che sopravviveremo?"

"Non lo so, a meno di un miracolo credo sarà difficile ma di certo venderemo cara la pelle" Thomas gli si avvicinò e gli posò una mano sulla guancia

"Allora scusami ma non posso aspettare" disse, baciandolo dolcemente sulle labbra. Dopo un attimo di sorpresa Reginald ricambiò il bacio, stringendolo a sé.

"Questo... Non può funzionare Thomas"

"Lo so ma avevo bisogno lo sapessi prima che fosse troppo tardi" si guardarono negli occhi per un lungo istante, prima di separarsi e andare ad avvisare i villaggi vicini e i Tulkun.

La battaglia del giorno successivo fu sanguinosa e portò alla morte di molti umani e Na'vi, questo convinse i Tulkun che fosse necessario intervenire, portandoli a schierarsi contro la gente del cielo. Questo non fu però sufficiente, i loro nemici avevano armi all'avanguardia, molto più potenti delle loro. Thomas lesse la preoccupazione sul viso macchiato di sangue di Reginald, sapeva che non potevano vincere ma combatteva con la forza della disperazione, abbattendo umani su umani. Lo guardò per un'ultima volta prima di prendere una decisione drastica,

"Ti amo e lo faccio per te e per la tua gente, spero tu possa capire"

Salì in groppa al suo Ikran e volò verso la nave ammiraglia dei militari, conosceva i suoi punti deboli e li avrebbe sfruttati per abbatterla. Si infiltrò tra le linee nemiche e salì a bordo, si diresse verso il pannello di controllo, facendosi strada con le armi fino ad esso. Fu colpito più volte ma, nonostante questo, riuscì a trascinarsi fino al suo obiettivo e a scardinarlo, di conseguenza l'imbarcazione iniziò a spegnersi. Questo diede l'occasione ai Na'vi di distruggerla. Purtroppo, in seguito a quel coraggioso assalto, a causa della gravità delle ferite riportate, Thomas morì. Il suo corpo fu ritrovato da Reginald alla fine dello scontro, il quale decise che, contrariamente a quanto desiderato da sua sorella, potesse riposare insieme ai loro antenati, nell'albero delle anime. Si recò spesso a trovarlo, connettendosi a lui attraverso Eywa, rivederlo era sempre dolceamaro ma i suoi sentimenti per lui erano intatti, così come la sua gratitudine. Quell'uomo del cielo li aveva salvati, la sua gente gli doveva la vita e Reginald non lo avrebbe mai dimenticato.

   
 
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