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Autore: NymeriaStark    30/04/2023    0 recensioni
Storia che partecipa alla Themed challenge ~ Spring edition
Racconto basato sul post duello tra Kite e Mizar e sulle emozioni provate da quest'ultimo dopo la morte di Kite. Essenzialmente è una Kite x Mizar con l'introspezione del Bariano, spero possa piacervi è la prima volta che utilizzo questa ship
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kaito Tenjo/Kite Tenjo, Misael/Mizaeru
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Mizar non sapeva cosa fosse l'amore prima di conoscere Kite, i suoi sentimenti per lui erano sbocciati piano, attraverso i loro duelli. Aveva imparato a conoscerlo e a stimarlo, lui gli aveva insegnato la cultura terrestre e Mizar, in cambio, parte di quella bariana.

Si vedevano di nascosto, troppo spaventati dai loro sentimenti per mostrarli in pubblico. Non si dissero mai "ti amo", non si scambiarono mai un bacio, tra loro c'erano solo fugaci occhiate silenziose pregne di significato.

"Che fiore è quello?" Gli domandò un giorno

"Lavanda"

Mizar non ne conosceva il significato, come d'altronde non conosceva quello di "primavera", lo avrebbe imparato solo in seguito quando Kite non sarebbe più stato con lui.

"La primavera è simbolo di rinascita, la natura prende nuovamente i suoi spazi dopo il lungo inverno, facendo nascere piante e fiori" lui però non si sentiva così, da quando Kite era morto la sua vita sembrava fissa in un eterno inverno, le sue emozioni erano sepolte sotto uno spesso manto di neve, bloccate, in attesa di un raggio di sole.

"Kite era il mio sole, ora che non c'è più non posso sperare di stare meglio. L'unica felicità che mi resta è quella del suo ricordo" aveva scoperto che la lavanda significava proprio questo, quel fragile e profumato fiore violaceo rappresentava perfettamente ciò che stava provando al momento.

"Vorrei tanto che tu fossi qui, poter guardare questi fiori insieme mi renderebbe molto felice" sussurrò, nella vana speranza che Kite lo sentisse.

A volte lo percepiva vicino a sé, era estraneo al concetto di "anima" ma gli sembrava di sentirlo e anche Occhi Tachionici provava lo stesso. Osservavano il cielo, gli uccelli che compivano le loro acrobazie, sentivano il profumo dell'erba, il calore del sole. Era tutto splendido ma, allo stesso tempo, appariva sbagliato, come se mancasse qualcosa

"Kite, avrei voluto dirti prima ciò che provavo per te, adesso non sarei qui a struggermi così se sapessi che sai ciò che sento e, magari, che lo ricambi"

Decise di tornare sulla luna, quell'ambiente inospitale e freddo era più in linea con le sue emozioni. Sfiorò il terreno, dove lo aveva tenuto per l'ultima volta tra le braccia, e i ricordi lo investirono prepotentemente.

"Mizar, promettimi che aiuterai Yuma a sconfiggere Don Thousand"

"Non dire così, sarai tu a farlo, non hai bisogno di me"

"Promettimelo" disse con un filo di voce mentre la vita abbandonava rapidamente il suo viso

"D'accordo, lo farò" rispose, sperando lo avesse sentito. Kite parve sollevato e sorrise, prima di esalare l'ultimo respiro.

Lo tenne tra le braccia per un tempo infinito, incapace di arrendersi all'evidenza che non ci fosse più, era troppo doloroso da accettare. Pianse tutte le lacrime che aveva a disposizione, bagnando il casco del compagno di tanti duelli.

"Non è giusto, dovrei essere stato io il primo a svanire. Hai vinto tu eppure mi hai preceduto nella morte. Aspettami Kite, quando avrò sconfitto Don Thousand ti riporterò da me... O sarò io a raggiungerti" la morte non lo spaventava, da quando i suoi ricordi erano diventati la sua unica felicità la vita aveva perso significato, diventando arida e sterile.

Decise di affrontare Don Thousand, si presentò dinanzi a lui carico di rabbia, odio e frustrazione, combatté al meglio delle due possibilità ma non fu sufficiente. Perse e svanì nel nulla, come avevano fatto altri imperatori prima di lui.

Si ritrovò in un limbo di un bianco abbacinante, non riconosceva quel luogo e non sapeva dire se fosse l'inferno, il paradiso o uno strano purgatorio.

Quando vide Kite la risposta gli fu chiara

"Mizar, cosa ci fai qui?"

"Ho provato ad aiutare Yuma ma ho fallito, Don Thousand mi ha sconfitto e ora sono qui, mi dispiace"

"Non deve, hai fatto del tuo meglio e non avrei potuto chiederti di più, sono certo che Yuma si occuperà del resto, tu ora puoi riposare"

"Non sono stanco, sono solo triste di non essere riuscito a mantenere l'ultima promessa che ti avevo fatto"

"Non ha importanza, ora sei qui e sono molto felice di poterti rivedere. Ci sono tante cose che avrei voluto dirti prima di..." La parola "morire" non abbandonò le sue labbra ma entrambi sapevano quello che intendeva dire.

"Di cos'è che volevi parlarmi?"

"Della primavera"

"Primavera?" Gli chiese sorpreso

"Sì, quando sto con te mi sembra ci sia sempre il sole, il mio cuore fiorisce di gioia e l'aria si riempie di profumi. In vita non sono stato in grado di dirti ciò che provavo ma ora siamo qui e non ho più nulla da perdere. Ti amo Mizar" gli occhi del Bariano si spalancarono sorpresi

"Dici davvero? Non è qualche strano scherzo umano?"

"Dico sul serio" rispose Kite con un sorriso

"Ti amo anch'io" mormorò Mizar imbarazzato.

Si osservarono per qualche istante, incerti su come proseguire, dopodiché si scambiarono un timido e tiepido bacio che parve riportare calore nell'ormai freddo cuore di Mizar.

Dopo poco si sprigionò una luce e Kite sparì, sicuramente Yuma lo aveva riportato indietro. Fino a qualche attimo prima avrebbe maledetto il destino che li voleva separati ma ora era felice, Kite sapeva ciò che provava e lo ricambiava, avevano trascorso dell'altro tempo insieme e si sentiva soddisfatto, non avrebbe osato chiedere di più. Quando però la luce avvolse anche lui fu intimamente grato a Yuma per l'occasione che gli aveva donato.

Trovò Kite, in attesa sulla collina sulla quale si erano incontrati tante volte. Osservava l'orizzonte, in attesa di qualcosa... o di qualcuno. Quando lo vide i suoi occhi si illuminarono, il loro grigio ghiaccio parve accendersi di nuovi colori, rispecchiando la gioia che entrambi provavano in quel momento. Si strinsero e rimasero seduti lì, per diverse ore, semplicemente a guardare il cielo, godendo della reciproca compagnia.

   
 
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