Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: kamony    09/05/2023    2 recensioni
Hanji e la sua scelta.
[...]Il soldato combattente, nel momento in cui
ingaggia un conflitto a fuoco,
spera sempre di non imbattersi
nella pallottola mortale,
mentre il kamikaze sa
che l'atto di guerra
si identifica fatalmente
nella sua stessa morte
[..]
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hanji Zoe, Levi Ackerman
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Quasi come Icaro

Il soldato combattente, nel momento in cui
ingaggia un conflitto a fuoco,  
spera sempre di non imbattersi
nella pallottola mortale,
mentre il kamikaze sa
che l'atto di guerra
si identifica fatalmente
nella sua stessa morte
[Andrea Camilleri]

 

 

Ti sei sempre chiesta perché Erwin avesse fatto quella scelta. Perché proprio tu, tu che sei una scienziata, una donna aperta alle possibilità, non certo una leader, né tanto meno una stratega.
Ma Erwin era sempre un passo avanti a voi e anche questa volta ci aveva visto giusto.
Lo hai capito quando hai dovuto prendere decisioni difficili e moralmente terribili, quando hai dovuto sparare contro i tuoi compagni, quando hai rischiato il tutto per tutto per salvare Levi.
È stato allora, quando con la morte nel cuore, ma senza un attimo di esitazione hai premuto il grilletto e quei ragazzi sono caduti senza vita a terra. In quel momento ti sei resa conto che solo tu potevi avere quella forza, quella determinazione e lui lo sapeva.
Ora serve un ultimo passo. Quello più lungo e più difficile, ma tu sei il comandante e su di te ricade la responsabilità delle vite dei tuoi compagni e della salvezza dell’umanità. Non hai esitazione, non perdi tempo a pensare a chi lasci indietro, all’uomo che non ti è stato concesso di amare, ma che almeno hai pututo salvare. I tuoi ragazzi sono forti e determinati e tu devi aiutarli nell’unico modo a te possibile.
La vita è così strana. Hai passato la maggior parte della tua a combattere e a cercare di scoprire che cosa si nascondesse dietro il mistero dei giganti. Senza dormire, senza mangiare, gioendo e soffrendo, senza tregua, senza neppure il tempo di guardarsi dietro le spalle e ora in un attimo tutto è fermo, statico, immobile. È bastato prendere questa decisione e il tuo mondo di colpo ha smesso di girare. È la fine e lo sai, non provi niente, o forse solo un debole sollievo perché tutte quelle lotte e quei morti cominciano davvero a pesarti sulle spalle, proprio come ad Erwin.
Osservi Levi che stancamente ti viene incontro, quel piccolo grande uomo che hai cominciato ad amare non sai né quando, né perché, ti guarda ma non parla. Sei felice di andartene tu, non avresti retto alla sua dipartita e sei quasi vigliaccamente contenta di lasciare a lui questo peso, anche perché gli lasci la vita e questo tanto ti basta.
Vorresti dirgli tante cose, ma le tue parole se le porta via il vento. E poi è meglio lasciare le cose così, in un limbo mai espresso, incartate in un morbido ricordo di quello che avrebbe potuto essere e che non sarà mai.
Lui ti ha capita, già sa e non ha bisogno di troppe parole, anzi fa qualcosa che per un tipo del suo stampo, tu lo sai, è tanta roba. Ti da il permesso di andare e con gesto stanco ma carico di significato ti incita a donare il tuo cuore, perché è conscio che non c’è altra via d’uscita e che non può impedirtelo.
Lui che non ha mai fatto quel gesto, lui che non ha mai creduto a quel giuramento, lo riserva a te come sprone. In quel non detto, ci sono fiumi di pensieri che non usciranno mai dalle vostre bocche ma che voi conoscete bene entrambi.
L’amore, quello più vero e profondo non ha bisogno di parole, vive si nutre e cresce vostro malgrado.
Ecco, il suo pugno è sceso ancora chiuso lungo il fianco e tu senza indugiare, passi oltre. Senza voltarti indietro voli in cielo verso quell’esercito di colossi ardenti. Per un attimo quella gioia frenetica che saliva ogni volta che avevi a che fare con un gigante torna prepotente, spazzando via ogni altro pensiero o tristezza.
Quei maledetti sono davvero bellissimi, e da vicino ti regalano un’emozione così forte che quasi non senti neppure la pelle e la carne bruciare.
Fino a quando, come un novello Icaro, ti spingi al limite, librandoti contro quei mostri maestosi che avanzano compatti. Ne abbatti più di uno e poi arrivi fino a taccare il loro sole fino a che il tuo corpo, incandescente come una stella cadente, precipita e torna ad essere solo cenere. Sei felice e urli di gioia vera perché nella loro efferatezza sono indescrivibili e ti sembra quasi di aver sfiorato degli dei. Hai il cuore colmo, perché quella era la tua strada e tu l’hai percorsa con forza e determinazione fino in fondo, senza nessun rimpianto. Non risorgerai dalle tue ceneri come un’araba fenice, se non nel cuore dei tuoi ragazzi che non dimenticheranno mai il tuo generoso sacrificio, così come vivrai in Levi che conosce il tuo amore, che è anche il suo, un amore mai sbocciato che gli resterà dentro, radicato per sempre. Sarai la sua cicatrice più profonda e più dolce, quella che si porterà appresso come un amabile fardello e lo farà volentieri, perché sarà lui a soffrire e non tu che sei finalmente libera da quell’orrore di guerra fratricida.

 

E avevo detto che non riuscivo di scrivere della fine di Hanji, ma la musa dell’ispirazione è bizzosa e capricciosa, mi ha travolta all’improvviso e ho prodotto questa cosa di getto…
Non so neppure io se ho espresso bene ciò che volevo dire, ma volevo rendere giustizia ad un personaggio meraviglioso come quello di Hanji e dare alla sua dipartita un senso che andasse oltre la tragedia. Ci sono riuscita o ho fatto clamorosamente buca?
A voi la sentenza, sparate pure se vi va!

Grazie a chiunque leggerà questa storia 💐





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