Capitolo undicesimo
Mi fiderò del tuo coraggio più
del mio
Quando per paura l'ho nascosto pure a Dio
Mi fiderò ma non sarà senza riserve
Temere di amare o amare senza temere niente
Mi fiderò
Senza temere niente
Voglio qualcosa per cui soffrire
Che niente per cui vivere
Voglio qualcosa che non puoi capire
Che qualcosa che puoi solo dire
Dirò che amarti è facile e impossibile
La tua vita è un'area inagibile
Io posso entrare solamente però, però…
(“Mi fiderò” – Marco Mengoni, Madame)
Sembrava proprio che le cose stessero andando
bene, o almeno così pensava Ramsay quel mattino, passeggiando per la Fortezza
Rossa e assistendo ai lavori di ricostruzione che si stavano svolgendo più
velocemente del previsto, forse anche perché coloro che erano incaricati di tali
ricostruzioni erano costantemente sorvegliati da Drogon e Rhaegal… o forse solo
perché erano entusiasti di contribuire alla riedificazione dei Sette Regni!
Chissà?
Bene, Daenerys regnava sui Sette Regni, uno
più uno meno, visto che la Regina del Nord era adesso Sansa Stark, comunque le
due Regine sembravano andare d’accordo e quindi non c’erano problemi. Il giorno
precedente era stato celebrato il matrimonio tra Jaime Lannister e Brienne di
Tarth e c’erano stati festeggiamenti, banchetti e giochi per tutto il popolo
fino a tarda notte; l’indomani, i due sposi sarebbero partiti per Castel
Granito dove avrebbero vissuto come Lord e Lady… e il giovane Bolton non poteva
fare a meno di ritenersi orgoglioso pensando che quell’unione era stata tutto merito suo e della simpatica letterina
che aveva inviato a Jaime alla Barriera. Beh, non aveva tutti i torti, no?
Il giorno successivo sarebbe stato davvero
caotico, visto che era prevista anche la partenza di Arya e Gendry con la
flotta che la Regina aveva donato loro per esplorare terre sconosciute e vivere
una vita di avventure e anche Sansa (o meglio, la Regina del Nord Sansa Stark!)
sarebbe ripartita con i suoi uomini per far ritorno nel suo Regno, dove il
popolo del Nord l’attendeva per acclamarla. Ramsay non poteva in tutta onestà
non essere contento che Sansa ripartisse perché, comunque fosse, aveva sempre
il sospetto che Theon avesse un qualche interesse per lei. Altrimenti perché
non gli aveva più proposto di partire con lui per Pyke? Era quello che gli aveva
promesso ogni volta prima di imbarcarsi in una nuova battaglia contro qualcuno,
che fossero gli Estranei o i Lannister o chi altri, ma adesso che tutto era
sistemato pareva averlo dimenticato. Forse Ramsay avrebbe dovuto tagliargli il
mignolo della mano sinistra per par
condicio e per fargli ricordare la sua promessa? Un tempo questa
prospettiva lo avrebbe riempito di entusiasmo, ma ora non era più così. Certo,
l’idea che Theon fosse più equilibrato senza
entrambi i mignoli era allettante, ma il giovane Bolton cominciava a ritenere
che non sarebbe stato risolutivo e che, se Theon non voleva più partire con lui
per Pyke, se aveva altri progetti, tagliargli un dito non avrebbe cambiato
niente… a parte per Theon stesso, ovviamente!
Mentre era immerso in queste profonde riflessioni su dita in meno e
quant’altro, Ramsay fu distratto dal passaggio di una persona che non si
aspettava di vedere in quel luogo e in quel momento e, proprio per questo,
decise di seguirla per scoprire cosa avesse intenzione di combinare, visto che,
come sappiamo ormai benissimo, Ramsay Bolton si faceva d’abitudine i fatti
degli altri! Così, senza tanti complimenti, lo seguì e gli rivolse la parola.
“Salve, Messer Clegane, non mi aspettavo di
rivederti qui. Eri a combattere gli Estranei con gli Stark, quindi penso che ti
sia unito al loro esercito” disse, senza fare caso al fatto che Sandor lo
guardava come si guarderebbe una robaccia appiccicosa sotto lo stivale. “Qui
però non c’è stato da combattere, hanno fatto tutto i Draghi e la loro Regina!”
“Sentimi bene, tanto per cominciare non
chiamarmi Messere, o Ser o qualsiasi altra cazzata. Non sono un cavaliere e non
voglio esserlo, sappiamo bene tutti e due che io sono stato il cane dei
Lannister e ora combatto per chi mi pare, così come tu non sei un Lord ma solo
un bastardo, anche se quel Re bambino che ora è morto ti aveva legittimato”
replicò l’uomo. “Vuoi qualcosa da me? Sennò non rompere le palle e vattene a
scocciare qualcun altro.”
Beh, il Ramsay di un tempo si sarebbe potuto
anche offendere a quelle parole, ma prima di tutto non aveva nessuna intenzione
di mettersi contro Sandor Clegane, che era il doppio di lui, e ad ogni modo
apprezzava le persone che sapevano tenergli testa e che parlavano chiaro, come
del resto faceva sempre lui. Quindi la schiettezza di Clegane gli piacque
ancora di più.
“Hai ragione, quindi è inutile fare tante
cerimonie tra noi, non siamo nobili e non parliamo nei loro toni ipocriti e melensi”
tagliò corto il giovane Bolton. “Tu hai seguito l’esercito degli Stark perché
volevi combattere per Sansa, non è così? Però non hai potuto farlo, gli uomini
degli Stark non sono serviti. È per questo che ora cerchi di andartene senza
farti neanche vedere da lei, perché pensi di non essere servito a niente?”
“Ma che cazzo di domande mi fai, si può
sapere? Guarda, non ti spacco la faccia solo perché mi sono troppo divertito
nel vederti parlare in quel modo a Jaime Lannister l’altro giorno, dando a lui
del coglione e alla sua Cersei di puttana… Per i Sette Inferi, non mi ero mai
fatto tante risate e devo ammettere che in quel momento ti ho ammirato
davvero!” fu la risposta di Clegane. “Non sono venuto qui per nessuno, solo per
me stesso, come al solito. Volevo ammazzare con le mie mani quel mostro di mio
fratello Gregor, ma anche lì sono arrivato tardi, ci hanno pensato i Draghi e
lo hanno incenerito con quella troia di Regina Lannister e tutta la Fortezza
Rossa. Una morte proprio adatta, direi, i Draghi sono stati più bravi di me a
vendicarmi.”
Con un sorrisetto amaro, Sandor si passò la
mano sulla parte di faccia sfigurata dalle fiamme.
“Lo sapevi, vero, che quel pezzo di merda mi
schiacciò la faccia sul braciere quando ero ancora un bambino di sette anni e
solo perché avevo preso un suo vecchio giocattolo? Gregor era uno stronzo e un
folle fin da ragazzo e c’è una certa giustizia poetica nel fatto che sia morto
bruciato, non ti pare?”
“Beh, sì, avevo sentito raccontare qualcosa
di simile” disse Ramsay, pensando che alla fine lui non era poi così terribile,
anche se scuoiava e tagliava le persone fino a qualche anno prima, visto che
c’era gente che bruciava la faccia al proprio fratellino! “È una bella merda
quando si vive con persone che non dovrebbero avere fratelli… o figli, tanto
per dire. Io ne so qualcosa, anche essere cresciuti da Roose Bolton non è stata
una passeggiata di salute. Comunque adesso sei libero da tutto, no? Per questo
te ne vai invece di parlare con Sansa Stark e dirle quello che provi per lei?”
“Oh, ragazzino, allora sei davvero quel
demente con un solo neurone che dicono tutti” reagì Sandor. “Cosa cazzo dovrei
dire a Sansa Stark, o meglio, alla Regina
del Nord? Era già fuori dalla mia portata quando si comportava ancora da
uccelletto spaurito, alla mercé di quel pervertito di Joffrey, e dovrebbe prendermi
in considerazione adesso che è una Regina? Sei ancora più idiota di quanto dica
la gente…”
“Va bene, lei è la Regina del Nord e tu sei
un cazzone qualsiasi, lei è bella e elegante e tu sei un mezzo mostro e pure
stronzo, ma parliamoci chiaro, tra me e te: Sansa ti sembra felice? L’hai mai
guardata negli occhi? Teoricamente adesso dovrebbe essere soddisfatta: ha
ritrovato i suoi fratelli, ha riavuto Grande Inverno ed è stata addirittura
eletta Regina del Nord, che sarà un Regno indipendente… ma ti sembra felice? La
vedi sorridere? La vedi illuminata da dentro?” neanche gli Dei Antichi e Nuovi
sapevano da dove il neurone di Ramsay avesse tirato fuori quelle perle di
saggezza, ma fatto sta che pronunciò proprio queste parole e Sandor Clegane
rimase sconcertato. In parte perché credeva che nel cervello di Ramsay passasse
l’aria e basta e in parte perché quello che aveva detto il giovane Bolton lo
stava facendo riflettere, e parecchio. No, Sansa non era felice.
Paradossalmente, l’aveva vista più luminosa e piena di speranza ad Approdo del
Re, prima che succedessero tutte le tragedie che l’avevano colpita ma, a volte,
anche dopo, ad esempio quando sperava di diventare amica di Margaery Tyrell e
di sposare suo fratello. Era ancora un uccellino che credeva nei sogni e nel
lieto fine. Ora, in qualche modo, aveva avuto un suo lieto fine e non era più
un uccelletto indifeso, questo era un bene, ma… ma aveva perso anche la luce
che la illuminava da dentro, aveva perso la voglia di sognare, di credere, di
sperare. Non era felice, anche se aveva la sua famiglia. Non era felice, anche
se aveva Grande Inverno e il Regno del Nord. Non era felice. No, per niente.
“Va bene, mettiamo che tu abbia ragione, ma
quale parte della tua mente malata ti fa pensare che potrei essere proprio io a renderla felice?” ribatté,
caustico.
“Ah, non lo so di certo, magari è mezza pazza
anche lei, chi lo sa? Però se non glielo chiedi non lo saprai mai, non credi? E
sarebbe un peccato, perché se va avanti così è probabile che impazzisca davvero,
che diventi una di quelle che vive solo per il potere, o per la vendetta o che
so io, gelida, inattaccabile, e che un giorno si accorga di non essere neanche
più capace di sapere come si fa ad essere felici. Non credo che tu voglia
questo per lei. E poi che ne sai? Succedono cose incredibili ultimamente,
perché la Regina del Nord dovrebbe rifiutarti se un giovane nobile, bello e
coraggioso come Theon Greyjoy ha deciso di tenermi con sé anche se sono un
bastardo, un folle e un sadico e ho l’aspetto del mezzo contadino che sono in
realtà?” Ramsay si sentiva stranamente a suo agio parlando con Clegane, forse
perché davvero con lui non c’era bisogno di filtri e, proprio come lui, Sandor
diceva esattamente quello che pensava e provava.
“Insomma, se non ci provi non lo saprai mai,
che vuoi che succeda? Al massimo ti manderà affanculo” concluse Ramsay,
pratico, “ma tu avrai fatto tutto quello che potevi per lei. E comunque, è una
Regina e in caso ti manderà affanculo con molta classe.”
“Sai, ragazzino bastardo? Alla fine sei
davvero meno odioso di quello che pensassi” sghignazzò Clegane. “Del resto uno
che dà di coglione in faccia a Jaime Lannister… resterà uno dei miei più bei
ricordi. Però ora non ti aspetterai mica che ti ringrazi, vero?”
“Ah, no di certo” replicò Ramsay, “tra quelli
come noi non ci si ringrazia. Però se ti ho dato una mano mi fa piacere.”
“Bah, l’importante è che non sia io a dare una mano a te!” ridacchiò di nuovo l’uomo e anche il giovane Bolton
si unì alla risata. Evidentemente i due avevano trovato dei peculiari punti in
comune e, per certi versi, magari si somigliavano.
Ramsay guardò Sandor Clegane allontanarsi e
sperò davvero che trovasse le palle per parlare chiaro a Sansa. In fondo era
anche nel suo interesse, visto che continuava a temere che Theon potesse
abbandonarlo e scegliere di seguire lei. Non che Sansa si sarebbe mai abbassata
anche solo a pensare di sposare Theon Greyjoy, è vero che adesso lo aveva
riaccolto in famiglia e lodato per il suo coraggio contro il Re della Notte, ma
alla resa dei conti lo considerava sempre poco più di un idiota. Ramsay pensava
che Sansa avesse sempre avuto un debole per Clegane e chissà, forse questa
sarebbe stata la volta buona per entrambi: soprattutto ora che lei era Regina
del Nord e quindi una Lady con i controcazzi, avrebbe avuto bisogno di un
marito cazzuto accanto e non di quella mezza sega di Theon.
Però, se non avesse sposato Sandor, Theon
avrebbe sempre potuto continuare a sperare per il resto dei suoi giorni, o
anche solo desiderare di non tornare a Pyke per seguirla a Grande Inverno e
restare come un suo vassallo… e mutilarlo non sarebbe servito a niente!
Già, l’unica speranza era che Sansa
accettasse le proposte di Sandor, sarebbe stato il finale migliore per tutti. Ramsay
non seppe mai cosa Sandor disse a Sansa quella sera (anche se sarebbe stato ben
felice di origliare!), ma evidentemente le sue parole furono abbastanza
incisive e convincenti, o forse la nuova Regina del Nord non aspettava altro da
anni… Fatto sta che, il mattino dopo, alla partenza degli Stark e dei loro
uomini per Grande Inverno, al fianco di una Regina Sansa finalmente radiosa e
sorridente cavalcava un Sandor Clegane che nessuno aveva mai visto così sereno
e contento. *
“Beh, sono contento che ci sia Sandor Clegane
accanto a Sansa” disse, inaspettatamente, Theon a Ramsay mentre insieme agli
altri guardavano sfilare gli Uomini del Nord con la loro Regina e quello che
sarebbe diventato, probabilmente, il suo Principe
Consorte (ma, mi raccomando, che nessuno glielo vada a dire in faccia!)
lungo le strade di Approdo del Re, pronti a una lunga cavalcata verso Grande
Inverno. “Lei è maturata tanto, è forte, ha imparato a superare tante
difficoltà, ma ora si sarebbe trovata sola a Grande Inverno, visto che Arya è
partita con Gendry, Bran resterà qui, Rickon è diventato Lord di Capo Tempesta
e Jon chissà cosa farà. Con Sandor al suo fianco sarà felice e lui si prenderà
cura di lei.”
Ramsay guardò il suo compagno con gli occhi
sgranati e con un’espressione ancora meno intelligente del solito.
“Vuoi dire che… tu… a te non dispiace che
Sansa sposi Sandor Clegane? Che non avresti voluto sposarla tu?” domandò,
boccheggiando come un pesce fuor d’acqua.
Theon scoppiò a ridere e, come sempre, la sua
risata squillante e spensierata causò un fermento di strane eccitazioni e
calori in pancia a Ramsay…
“Ma dai, sei proprio fissato con questa
storia! È vero che, quando vivevo a Grande Inverno come ostaggio degli Stark,
mi immaginavo che un giorno Lord Eddard mi avrebbe offerto Sansa in moglie e mi
avrebbe fatto erede di Grande Inverno… chissà perché, poi, visto che il suo
erede allora era Robb. Comunque era lo stupido sogno di uno stupido ragazzino
presuntuoso e arrogante e credo… beh, di essere cambiato parecchio da allora.”
“Io credevo che Sansa ti piacesse…” fece
Ramsay, cupo.
“Mi piace infatti, le voglio bene come a
tutti gli Stark e so che questo non ti fa piacere, ma per me sono una parte
della famiglia e voglio che stiano bene e siano felici. Io ho altri progetti
per la mia vita e un’altra persona che mi interessa davvero.”
Theon guardava Ramsay con un’aria maliziosa
dicendo queste parole, ma Ramsay sembrò continuare a non capire un bel niente,
a quanto pareva il suo neurone aveva fatto gli straordinari con Sandor il
giorno prima e adesso aveva messo su un bel cartello Chiuso per ferie! Così, visto che Ramsay non capiva a parole, il
giovane Greyjoy decise di passare ai fatti:
circondò le spalle del compagno con un braccio e lo condusse alla Fortezza
Rossa in ricostruzione dove lo spinse nella prima stanza disponibile, si buttò
con lui su un divano e lo baciò intensamente, si
abbassò i pantaloni e slacciò quelli di Ramsay, poi iniziò a possederlo senza
respiro e senza limiti alla brama che voleva soddisfare. Il giovane Bolton, a
quel punto, capì ancora meno di prima e poté solo lasciare che il suo corpo si
perdesse e si fondesse con quello di Theon, ma almeno ogni dubbio,
preoccupazione e frustrazione dovuta al pensiero di Sansa o degli Stark
svanirono, dissolvendosi nell’estasi di quei ripetuti amplessi.
Solo molto tempo dopo i due riemersero dalla
loro bolla di amore e passione e Ramsay, che stava appena riprendendo la
capacità di orientarsi nello spazio e nel tempo, si accorse che Theon aveva
detto qualcosa mentre uscivano da quella famosa stanza…
“Mi stai ascoltando, Ramsay? Ti stavo dicendo
che siamo convocati al Concilio della Regina Daenerys per una questione molto
importante, credo che si tratti della successione al Trono di Spade” ripeté il
giovane Greyjoy, notando lo sguardo perso del suo compagno che vagava negli
abissi profondi dell’universo. “Ormai anche noi siamo parte di quel Concilio,
almeno fino a quando resteremo ad Approdo del Re, anche perché la Regina ha
capito benissimo che tu andresti a spiare di nascosto in ogni caso!”
“La successione al Trono di Spade?” ripeté
Ramsay, che non era ancora ben presente a se stesso… per quanto potesse esserlo
in condizioni normali, intendo. “Ma se Daenerys è appena diventata Regina! Che
c’entra la successione adesso?”
“È proprio per questo che è così importante”
cercò di spiegargli pazientemente Theon, mentre lo conduceva verso il salone
dove si sarebbe tenuto il Concilio. “Daenerys è una Regina molto giovane, è
vero, ma non ha un marito e, soprattutto, ho sentito dire che non può avere
figli, mi pare a causa della maledizione di una strega. Ma uno dei doveri di un
nuovo sovrano è quello di garantire una discendenza il prima possibile,
altrimenti potrebbero venir fuori altri nobili ambiziosi come i Lannister o i
Baratheon e tutto quello che è stato fatto finora non sarebbe servito a niente.”
“Oh, per carità! Non vorrai dirmi che la
Regina Daenerys intende nominare come suo successore quel grandissimo
rompicoglioni di Jon-Bastardo-Grande
eroe-Snow-Targaryen???” esclamò il giovane, sconvolto. Quella prospettiva per
lui terrificante era servita a riportarlo più o meno nel mondo reale.
“Temo che non ci sia altra possibilità,
purtroppo” rispose Theon. “Sai bene che Jon non è mai piaciuto neanche a me, ma
è l’unico altro Targaryen in tutti i Sette Regni.”
“No, no, no, questo non può essere, dobbiamo
andare subito al Concilio e cercare di convincere la Regina a nominare qualcun
altro, chiunque altro, ma non lo stramaledetto Jon Bastardo!” gemette Ramsay e, a quel punto, fu Theon a dovergli
correre dietro mentre lui si dirigeva in tutta fretta verso il salone del
Concilio.
Cosa avrebbe potuto combinare stavolta il
giovane Bolton?
Fine capitolo undicesimo
* Chiedo scusa a tutti coloro che amano questa coppia per
non aver rappresentato il dialogo tra Sansa e Sandor ma è stato per una buona
ragione: anch’io amo molto questa coppia, ma non ho mai scritto su di loro e
non credo di essere abbastanza brava per farlo, così lascio che tutti coloro
che li amano possano immaginare quello che desiderano nel loro cuore!