Cuento

-Forza, Shura- dice allora, guardandolo tra le dita posate sugli occhi per proteggerli da quel sole, caldo e avvolgente, che entrambi conoscono così bene. Per Death Mask poi, niente è famigliare come le colonne antiche illuminate dal sole, l'azzurro intenso del cielo, il colore contrastante della terra - non come la sua terra, ma altrettanto viva.
Al contrario del Cavaliere di Pisces che , poco più in là, cerca nell'ombra del roseto che circonda la Dodicesima casa una traccia del refrigerio in cui ha passato gli ultimi anni di quella che viene comunemente definita infanzia. Non si è ancora abituato a un sole che non splenda senza calore, che non si rifletta sulla neve, che non venga nascosto alla vista da un freddo vento e sferzante. Che non dia al mare lo splendore delle gemme ma quello, più freddo e pericoloso, di un mare continuamente in tempesta.
E' la noia che ha spinto Death Mask a far parlare lo spagnolo, a fargli raccontare quella favola venutagli in mente quasi per caso, mentre tutti e tre attendono sotto il sole, sdraiati sul verde dell'erba. E' da giorni che attendono la riunione dei dodici Cavalieri d'Oro al grande tempio, la loro investitura, l'abdicazione del Gran Sacerdote. E questo Death Mask, che era arrivato in terra greca desideroso di agire, di combattere, di versare il sangue del male purificando così il mondo, non riusciva a sopportarlo.
-Dunque...questa è la storia del lontano regno di una regina- comincia Shura guardando il bianco volto di Atena, che appare così splendente sotto il sole anche dalla Dodicesima Casa. - In questo regno vivevano una bellissima principessa...-
Aphrodite ammira la rosa tra le sue dita, la bellezza come sbiadita sotto i raggi del sole, ascoltando la voce di Shura quasi con noncuranza; la parte meno orgogliosa di lui, pensa che è piacevole in fondo, essere lì insieme, assaporando quel pomeriggio assolato, ascoltando una storia che comunque non conoscevano.
Una favola, si corregge mentalmente.
Oh be', le favole non avevano sempre una morale?
- ... un fedele Cavaliere...- continua Shura, poggiando la testa sul suo braccio destro, quello che contiene Excalibur, cercando di ricordare quella favola che gli anni tra i Pirenei avevano quasi cancellato, e che sta ricordando solo ora, lasciando vagare la mente.
-...e...una bestia sanguinaria...- Death Mask ascolta, gli occhi chiusi come addormentato. A differenza di Aphrodite, ascoltare una favola non lo infastidisce. Potevano ancora permettersela in fondo - e minchia, si sta davvero annoiando. Vuole combattere, combattere sul serio, e non gli basta l'ennesimo allenamento.
- Nel regno però tutti vivevano felici - Shura si ferma un momento. C’è decisamente qualcosa che non torna; un palese controsenso. Cerca di ricordare il resto, mentre Death Mask sbuffa. In un regno pacifico e felice non sarebbe mai successo niente. Era noioso, e su questo era segretamente d'accordo anche Aphrodite, mentre alzando lo sguardo vede in lontananza la Torre dell'Orologio, con i dodici fuochi perennemente spenti.
- ... ma un giorno il Re morì.-
Shura, almeno questo, lo ricorda con chiarezza; sì, non può sbagliarsi, lo ricorda benissimo nonostante la confusione. E comunque, ormai aveva cominciato e sarebbe andato avanti, cascasse il mondo. Aphrodite torna a guardare la sua rosa, pronto ad ascoltare, smettendo di pensare a quei fuochi che tanto non si sarebbero mai accesi.
Death Mask ghigna. Finalmente succede qualcosa.