Giochi di Ruolo > Pathfinder GDR
Segui la storia  |       
Autore: Monsieur Futrelle    23/05/2023    0 recensioni
La missione doveva essere semplice, per questo sono stati mandati loro tre, invece sarà solo l'inizio di un lungo viaggio alla ricerca di segreti nascosti o dimenticati. Le vite di Railey, Laren e Arti verranno radicalmente cambiate da avvenimenti accaduti anni prima, ingranaggi rimessi in moto da ombre del passato.
*** Tutti i commenti saranno tenuti in seria considerazione per poter implementare la leggibilità del racconto e per darmi modo di decidere come portare avanti le sotto trame. Grazie a tutti! ***
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: OOC | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ciao a tutti, sono tornato, dopo tanto tempo, e alla fine ho ricominciato a scrivere questa fanfiction normalmente, senza riassunti. Ovviamente ci vorrà più tempo tra una pubblicazione e l'altra, ma spero possa essere interessante ugualmente! Nel mentre sto facendo aggiustamenti nei capitoli precedenti per rendere più scorrevole la lettura e più completa la storia (nulla che ne stravolga la trama, comunque) e in futuro pubblicherò le nuove versioni. Buona lettura!

*** CAPITOLO 2 PARTE 1 ***
Almas, Andoran - 17 Calistril (II) 4711
«Buongiorno madre!»
Ancora assonnato Railey sbadiglia rumorosamente rischiando di inciampare nei due gatti che gli si strusciano sulle gambe. Quei due felini prima o poi lo faranno ammazzare giù per le scale, ne è sicuro. Sono in famiglia da quando Railey ha ricordi, quindi da molto tempo. Se Aki, il nero, è qui significa che sua sorella è già uscita, infatti non si stacca mai da lei quando è in casa. Mika invece è il "suo" gatto, un albino sordo e con un’eterocromia tale e quale a quella del suo umano preferito: un occhio azzurro e l’altro verde, una coincidenza quasi inquietante secondo Railey, però lo adorava. Attraverso le imposte aperte delle finestre non entra ancora luce, il sole sorge tardi in inverno, e pensando al freddo che c’è fuori Railey rabbrividisce, anche se in casa c’è un bel tepore che si diffonde dalla grande cucina del piano inferiore insieme a un delizioso profumo di uova e formaggio fuso che gli pervade le narici svegliandolo definitivamente. Proprio dalla cucina giunge la risposta di sua madre intenta a preparagli la colazione.
«Buongiorno dormiglione, muoviti altrimenti lascio tutto ai gatti!»
Ogni volta che sua madre parla sembra quasi che canti, tanto chiara e melodiosa è la sua voce: Railey pensa che sia piacevole essere svegliati o anche sgridati da lei.
«Tuo padre e tua sorella sono già usciti, dovrai accontentarti del pane di ieri, così impari a fare le ore piccole.»
La notte prima era in servizio di ronda al Campo dell’Armonia insieme alla Guardia Cittadina, uno dei suoi tanti doveri da Paladino di Iomedae. Un piccolo passo nel lungo cammino per riuscire finalmente un giorno a indossare il mantello dei Cavalieri dell’Aquila.
«Madre, lo sai che sono l’ultimo arrivato e mi rifilano sempre i turni peggiori. A volte penso che il Paladino Voiles mi odi.» Aggiungendo subito dopo in tono ironico «Potresti parlare con il mio Alto Prelato magari…»
In realtà Railey dopo un anno di addestramento al tempio non sapeva nemmeno che faccia avesse il capo del tempio, l’unica persona di alto rango con cui ha rapporti è il suo addestratore. Una squillante e piacevole risata giunge in risposta.
«Lascia perdere, Railey. Quel tipo è troppo pieno di sé, non ascolterebbe il defunto dio Aroden, se dovesse tornare in vita!»
Ranae Gholin è un chierico di Desna di alto rango e conosce tutte le personalità di spicco dei templi della città. Railey si fa una risata a questa affermazione un po’ blasfema, si avvicina alla madre da dietro, la abbraccia e poggiando la testa sulla sua spalla, aspirando profondamente il profumo di lavanda dei suoi lunghi capelli neri, le schiocca un bacio sulla guancia che lei gli porge volentieri. Senza girarsi Ranae gli arruffa affettuosamente i capelli.
«Vatti a sedere, che ti porto tutto a tavola. E poi muoviti a prepararti o sarai in ritardo. Aimi ti ha già preparato il bagno e le vesti, non farla arrabbiare perdendo altro tempo!»
Il ragazzo si siede e mangia voracemente tutta la colazione ripulendo il piatto fino a farlo scintillare - l’ultimo pasto risale al pranzo del giorno prima - quindi va nella sala da bagno dove si immerge in una grande vasca già piena di acqua calda e profumata, facendola traboccare dai bordi. Finito il rilassante bagno torna in camera senza nemmeno coprirsi e, come previsto, trova le vesti pulite e ben stirate sopra il letto già rifatto. “Aimi… Quella donna è incredibile, so che si trova in casa, ma la vedo così raramente… comunque meno male che c’è lei!”
Railey è sempre stato affascinato dall’efficienza della loro governante, una donna proveniente dal lontano oriente che lavora per la loro famiglia da sempre ed è particolarmente affezionata a sua madre. Qualche anno prima provò a cercarla per tutta la casa senza trovarla e all’improvviso se la ritrovò alle spalle che lo guardava con uno sguardo inquietante. Ne rimase così traumatizzato che da quel giorno non cercò più di scoprire che fine facesse quando non la vedeva. Finalmente pronto per uscire, come al solito senza nemmeno darsi il disturbo di pettinarsi i corti capelli neri, apre l’armadio per il tocco finale: fra i vari cappelli a tesa larga allineati sullo scaffale ne prende uno azzurro pastello e da una contenitore in vetro lì di fianco sceglie una lunga, voluminosa e soffice piuma rosa che inserisce su un lato del cappello. La sua passione per i colori sgargianti è ormai una specie di leggenda fra le sue conoscenze. Scendendo le scale percepisce un movimento con la coda dell’occhio vicino alla stanza dei genitori, ma girandosi non vede nulla. “Prima o poi riuscirò a trovarti quando non vuoi farti vedere, Aimi!”  pensa fra sé socchiudendo gli occhi e sorridendo “So che adesso mi stai guardando!” Affrettandosi verso l’uscita saluta la madre, accarezza i gatti che lo seguono, viziandoli con i soliti bocconcini del mattino e, cappello in testa e mantello stretto attorno alle spalle, apre la porta di casa inoltrandosi nella nebbia mattutina della città di Almas, in direzione del tempio di Iomedae.
La sua casa, un elegante edificio in pietra su due piani, si affaccia su una piazzetta del Distretto della Libertà - uno dei quartieri più ricchi della città - circondata da altri eleganti edifici simili. Su questo lato del fiume Andoshen, che divide la città in due, vivono le famiglie più benestanti e fioriscono piccole e grandi botteghe, dal fornaio al commerciante di articoli di lusso. Tutte le strade sono larghe, ben illuminate dai tanti lampioni situati a lati delle strade e, grazie all’innovazione dei sistemi fognari che collegandosi alle singole abitazioni passano sotto il manto stradale, anche pulite. Molti degli edifici residenziali sono in pietra e di recente costruzione e quasi tutti quelli in legno sono ben tenuti. L’unica nota stonata è la puzza che arriva dai distretti industriali sulla sponda opposta del fiume, quando il vento spira da occidente a oriente. “Pensare che a qualche centinaio di metri vivono nella quasi completa povertà e nel lerciume mi fa imbestialire. Tutto questo dovrà cambiare prima o poi!” Perso nei suoi soliti pensieri di giustizia sociale e uguaglianza e nei progetti per poterli un giorno mettere in atto partendo da questa città, copre il breve tragitto tra casa sua e il tempio incrociando molti negozianti che si preparano ad aprire le propria attività, un gruppo di guardie nel loro servizio di ronda e un paio di individui che portano in giro i loro adorati cani.
I suoi passi veloci lo portano a fermarsi alla base di un’ampia e lunga scalinata di pietra bianca lucida per l’umidità, che sale fino ad arrivare all’enorme entrata del tempio più grande della città. Dopo la grandiosa Cattedrale Dorata - votata un tempo al defunto dio Aroden e ora trasformata in luogo di incontro fra culture - che sovrasta imponente la città di Almas, il tempio di Iomedae è la costruzione più alta. Il grande edificio di pietra bianca si trova sul Viale degli Dei, dove sorgono praticamente tutti i templi piccoli o grandi di quasi ogni divinità conosciuta. Con la sua semplice e funzionale architettura a croce e l’enorme cupola ricoperta di lamine dorate che la sormonta, questo tempio si può scorgere quasi da ogni punto della città e spicca particolarmente quando si arriva in nave dal mare. Non è un caso che sia un edificio tanto imponente, in quanto il culto di Iomedae è il più praticato in tutto l’Andoran: lei incarna i principi di giustizia e uguaglianza sui quali è stata fondata la giovane democrazia che governa il Paese.
Togliendosi rispettosamente il cappello Railey si avvia su per la scalinata arrivando di fronte alla grande porta in legno nero e lucido decorata in tutta la sua altezza con lo stesso simbolo che ha sul suo mantello: un spada dorata dalla cui elsa si dipanano lunghi raggi di sole. Le grandi finestre della facciata sono illuminate dall’interno, rivelando vetrate colorate che rappresentano i momenti più importanti della vita di Iomedae, da araldo del defunto Aroden fino alla sua ascesa a divinità. Railey entra dalla porticina intagliata in una delle due grandi ante principali e si ritrova nell’enorme spazio interno del tempio illuminato da lunghe file di alti bracieri accesi che riscaldano l’ambiente con fiamme che si riverberano su una moltitudine di simboli e disegni dorati che decorano le pareti e i soffitti. Le due ali laterali del tempio sono delimitate da alti colonnati che dall’entrata arrivano fino all’ampia abside al cui centro si trova l’imponente statua di Iomedae, una fiera donna in armatura completa. Intorno a questa si trovano pochi devoti mattinieri seduti su alcune delle numerose panche posizionate ad arco di fronte all’altare ai piedi della statua. Ogni volta che Railey passa questa soglia si sente pervadere da una grande calma e sente che la sua voglia di giustizia e la volontà per cambiare il mondo in cui vive si rafforzano.
«Buongiorno addestratore Voiles!»
Si rivolge con un inchino formale e un espressione seria a un’alta giovane donna dall’aspetto autorevole e vestita in una scintillante armatura metallica. Lei è la persona che occupa la carica di vice prelato e addestratore delle nuove reclute, incredibilmente giovane per questa posizione. Subito dopo, sfoggiando il suo miglior sorriso, si esibisce in un inchino degno di una menzione nel galateo del perfetto gentiluomo e segue un elegante svolazzo di cappello e piuma.
«Siete splendida come sempre mia signora, ma quell’armatura non rende giustizia alla vostra persona.»
La risposta arriva con tono severo, ma i brillanti occhi verdi sorridenti puntati direttamente in quelli così interessanti del ragazzo tradiscono emozioni molto differenti.
«Stai attento a quello che dici cadetto Gholin, se le tue parole dovessero colpire in profondità, potresti pentirtene in futuro.» Poi, il suo sorriso diventa beffardo «Hai mai pensato di convertirti a Shelyn? La dea dell’amore potrebbe essere attratta dai tuoi modi.»
Vedendo però l’espressione vagamente adombrata di Railey chiude la discussione tornando a un tono più formale.
«Per il momento ripulisci quella tua linguaccia impertinente all’altare e non farti vedere fino a quando non sarai sicuro di aver assolto tutti i tuoi peccati.»
Voltandogli le spalle per tornare ai suoi doveri più impellenti Anwen Voiles, uno dei paladini più importanti della città, deve nascondere ai presenti il grande sorriso che le si disegna sul bel viso segnato dalle dure esperienze passate e, passandosi una mano sui corti capelli neri, si allontana. Railey, ancora un po’ perplesso per le parole della donna - quando la sua fede in Iomedae viene messa in discussione in qualche modo, lui diventa molto suscettibile - la segue con gli occhi ancora per qualche momento, attratto da quel movimento della sua mano forte ma delicata passata sui capelli, quindi lascia il suo cappello all’interno di una piccola stanza adibita a guardaroba, attraversa lo spazio sotto la grande cupola decorata incombente sulla sua testa e, arrivato ai piedi della statua di Iomedae, si inginocchia e inizia a pregare “Non ti tradirò mai, mia Signora! Porterò giustizia in questo mondo, te lo giuro sulla mia stessa vita.”

 
»»» CONTINUA »»»
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Giochi di Ruolo > Pathfinder GDR / Vai alla pagina dell'autore: Monsieur Futrelle