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Autore: Carla Marrone    04/06/2023    2 recensioni
Una raccolta di sette brevi poesie. Un misto di psicologia e spiritualismo. Per tirare le somme del contenuto, citerò l'ultima frase, di uno dei componimenti: "esistono molti modi per morire e tornare alla Vita".
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
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ALCHIMIA

 

A volte, mi chiedo cosa si provi ad essere come te.

Tutta in un unico posto.

Io ho i piedi in una pozzanghera,

il cuore su un altare sacrificale,

l’anima in fiamme,

la mente che vola, ridotta cenere. 

A volte, mi chiedo cosa si provi ad essere come te.

Tutta in un unico posto. 

Ma, quel posto, puoi chiamarlo casa? 

 

BOSCO DI NOTTE

 

Bosco di Notte,

le fronde degli Alberi sono le vene del Cielo.

L’Acqua, nei torrenti, è il sangue del suolo.

E la Terra il corpo, col cuore di Magma pulsante.

Il Vento è il respiro del Mondo,

canta nenie alla Luna.

Frusciano le foglie, nascondiglio degli uccelli notturni.

E il lamento della civetta è l’ansia della Madre, che pensa a quando non ci sarà più,

mentre i figli dormono, nei nidi, nelle tane e nei gusci.

Bosco di Notte,

le fronde degli Alberi sono le vene del Cielo. 

 

LA CASA 

 

Casa mia fluttua nel cielo.

Dal tetto escono radici.

Si trova in un luogo isolato.

Un giorno, sono venuti i ladri.

Nulla era più al suo posto.

Dalle finestre, lasciate aperte, era entrata una miriade di insetti. 

Enormi scolopendre riempivano le pareti,

stringevano La Casa, come fosse una spugna.

Casa mia fluttua nel cielo.

Il cielo è la mia anima.

Dal tetto escono radici.

Le radici penetrano nella mente.

Si trova in un luogo isolato.

Quel luogo è in fondo al mio cuore. 

 

ANTICO EGITTO

 

Il sommo Ptah disse “che il Verbo sia disegno”.

Il disegno divenne scrittura, ricordo, monito.

Infine, l’insegnamento divino fu azione.

Avemmo Vita, imparammo a creare.

Gli artigiani fabbricarono utile vasellame.

Come vasi, i nostri cuori si riempiono e svuotano,

senza posa, fino alla fine dei nostri giorni.

Offrirò a Iside un recipiente ricolmo di mandorle, fiori e miele. 

 

L’ACQUA CATTIVA

 

Hai bevuto da quella coppa.

Ora, senti tremare le gambe.

Un demone, poco prima di te, si era dissetato allo stesso calice.

Ma, era già malvagio.

Non vedi più le fate danzare, intorno alle campanule,

non senti più il frusciare delle loro piccole ali, tra l’erba alta.

Hai bevuto da quella coppa.

Ora, senti vacillare la mente.

Ma, ricorda, indossi una corona.

Devi solo lucidarla.

Ricorda, sulla fronte, non hai un taglio,

bensì, un Occhio che puoi aprire.

Non nutrirti di acqua cattiva.

 

DESERTO

 

Ho visto un demone, in fondo al deserto.

Cercava la mia casa.

Le parole incise sull’uscio l’hanno tenuto lontano.

C’è il mio scheletro, in fondo al deserto.

Lo raccoglierò accarezzando la sabbia.

Le ossa cercavano l’anima.

L’anima cercava il corpo.

Le condurrò tutte e tre a Casa, attraversando il deserto.

Ho avuto un miraggio, sembrava un demone.

Ora che lo so, posso scavare quanto basta, nella polvere del Tempo.

Esistono molti modi per morire e tornare alla Vita.

 

AUTUNNO

 

Autunno,

gli Alberi indossano l’abito della festa.

Siamo radici,

tutt’uno con il suolo.

Cresciamo fino a diventare corteccia.

Vestiamo molti indumenti.

Abbiamo fiori e frutti, rami, un tronco.

In fine, cadiamo come foglie gialle e rosse

e torniamo ad essere Terra.

Autunno,

la foschia attende il vento per condurre lontano le nostre anime.

   
 
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