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Autore: GirlDestroyer1988    10/06/2023    0 recensioni
L'erotismo delle poesie di Neruda omaggia nella gioventù del poeta la bellezza delle donne di casa Madrigal
Genere: Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Estate distesa sotto il sole come un gatto addormentato. La casita sembrava il maniero di qualche strega, in parte cosa esatta, ma Abuela Madrigal, colei che con il suo stregone Pedro aveva posato la sua prima pietra non era di quelle crudeli e malvagie. In realtà era una maga saggia e generosa, la cui candela gialla infondeva alla casita tutta la sua magia, la magia di una grande casa dove tutto aveva vita, ogni mobile, ogni scalino, ogni mattonella del pavimento, ogni tegola del tetto era vivente, e tutte le sue stanze erano mondi a parte per la grande famiglia che da lì proteggeva e aiutava Encanto nel cuore della Colombia. Al suo cospetto c’era un prato la cui erba non appassiva mai, le palme da cocco l’affiancavano come soldati sull’attenti, ma le meraviglie più grandiose erano una volta entrati! I Madrigal erano una famiglia nata e infusa di magia, e la cosa si vedeva. Mirabel, dal potere di appianare ogni conflitto e litigata, con il look meganekko e la cascata di capelli ricci. Isabella Madrigal nella sua stanza pluviale, una giungla che controlla fin dal seme, con ogni sua pianta sempre fiorita. Pepa Madrigal controlla il meteo. Dolores Madrigal ha un udito oltre il sensibile. Luisa Madrigal è fortissima. Insieme sono una forza inarrestabile. Adesso c’era una camera anche per Bruno, il giovane zio della nuova Abuela Mirabel da sempre ingiustamente accusato di fare la macumba a tutta Encanto, introducendoci al comparto maschile: Camilo dalle mille identità, Antonio che parla agli animali come un biscottato Marcellino pane e vino. E i mariti delle nostre mujeras, desiderati e invidiati dalle donne di Encanto. Anche le nostre erano concupite dai numerosi uomini del villaggio, un attimo più franchi nelle loro fregnacce (per le occhiate stizzite delle mogli) ma con gli esseri umani bisognava viverci e a nessuna era ancora toccato essere molestate. Tra i tanti uomini a Encanto venne un certo Pablo Neruda, dal Perù in teoria senza che se ne vada in giro con grilli con la testa, ma si sa com’è il Sud America. Le Ande vicino a San Salvador hanno quella forma, lo spagnolo e il portoghese sono lingue calienti, che il sesso al confronto è una chiesa, tutto ciò che ispanico gronda erotismo. E in effetti dai Madrigal sono sempre uscite bellissime donne e bellissimi uomini, già detto come entrambi i sessi se di questa famiglia erano molto desiderati. Il poeta conobbe Mirabel dal fruttivendolo, complimentando i suoi cocomeri. Chiunque altra gli avrebbe mollato un ceffone da farlo volare via come Mr Satan (Riccardo Lombardo) dopo un inutile infastidire Cell (Enrico Bertorelli), ma le Madrigal erano donne sardoniche, che alle botte preferivano la contraerea dell’ironia. Infatti senza scomporsi, appoggiando delicatamente uno dei suoi gomiti tra una cucurbitacea e l’altra chiedendogli in merito alla melanzana sotto il bottone dei suoi pantaloni Você é uma bela entre as belas deste gineceu de Madrigal? Você quer imortalizar em uma pintura? A empena de sua tela não nos seguraria. Um poema sobre nossa beleza pingaria sangue, batom e esperma de cada letra como o corte dos testículos emasculados de um touro masturbado pela espada de um toureiro com seios grandes e curvas suaves la voce sorprendentemente bassa e sottile, il respiro di un asciugacapelli per Barbie di Mirabel era la carezza della Tosca la mosca di Giuseppe Palumbo (Le scatenate avventure pornoeroticofantasticanti dell'adolescente Raffaele, sessualmente invaghito di Tosca, la conturbante bambolina della sorella) tale da invogliare il giovane peripatetico cileno a visitare la loro casita, per uno di quelli appuntamenti a cui Camillo e Antonio non dovevano partecipare. Qualunque cosa nella grande camera da letto di Luisa sarebbe successa, in qualunque modo un poeta viaggiatore e 5 bellissime donne avrebbero fatto poesia insieme la casita avrebbe steso su di loro un velo pietoso e riservato, girando con la stessa pressione di un idraulico che si fa i muscoli facendo mordere una tubatura alla sua chiave inglese i lucchetti e chiudendo le finestre, perché solo la luce di un sole roventemente pomeridiano sgattaiolasse per quei bucherelli da grattugia, nient’altro. Nude, bellissime, che con le mani innalzavano con la pacatezza di un casaro che solleva una mozzarella gigante dal suo bagno di latte tette di dimensioni pari se non più colossali, riempiendole di bacetti, piccole leccate, abbassando le mani verso i loro monti di Venere, un innocente rosa rosa senza l’ombra di un pelo attorno per Mirabel, le labbrone di un libellula per Isabella, uno zerbino pettinato con la stessa pignoleria usata da Spongebob per ripulire il proprio cortile da alghe secche color rame per Pepa, un altro bocciolo nato dal marmo acquatico e metamorfico di Luca Prandini per Dolores, una copia della copia della copia di Paperino e il ghirigoro di Abramo Barosso per Luisa. Le coperte del letto erano calde e umide. A Neruda avevano raccontato avventure da romanzo Harmony con ambientazione ispanica, affinché il lato più sensuale del poeta avesse di che scatenarsi. Ed ecco cosa intrecciando la bellezza di quelle muse e il talento (sebbene paragonabile a quello di Harry Potter quando lui e i suoi pards Ron Weasley e Hermione Granger dovettero districarsi tra giganteschi pedoni assassini dell’antro dei SerpeVerde) del poeta alla fine per sempre suderà tra le pagine di Venti poesie d’amore e una canzone disperata:

Rotolando a goccioloni soli,

     a gocce come denti,

Recanti morsi innocui da dentiera

     a densi goccioloni di marmellata e sangue,

     rotolando a goccioloni,

     cade l’acqua sulle mammelle grosse delle donne Madrigal

     come una spada in gocce,

     come un tagliente fiume vitreo,

     cade mordendo,

     scuotendo l'asse di simmetria, picchiando sulle costure dell'anima,

     rompendo cose abbandonate, infradiciando il buio.

 

     E' solamente un soffio, più madido del pianto,

     un liquido, un sudore, un olio senza nome,

     un movimento acuto,

     che diviene, si addensa,

     cade l'acqua,

     a goccioloni lenti,

     verso il suo mare, verso il suo asciutto oceano,

     verso il suo flutto senz'acqua.

Le vedo d’estate distese al sole , e Mirabel con il suo focoso Alonso Botero che emettono insieme un rantolo che esce da un granaio,

     cantine dove Bruno addestra topi, cicale con cui canta Antonio,

     città, eccitazioni,

     camere, le nostre ragazze

     che dormono con le mani sul cuore,

     che sognano banditi, incendi e banditi che dormono con le mani sui pantaloni che sognano supereroine, eruzioni vulcaniche,

     vedo navi,

     vedo alberi col midollo

     irti come gatti rabbiosi,

     vedo sangue, pugnali e calze da donna,

     e peli d’uomo,

Vedo fanciulle bandite con i pugnali foderati nei reggiseni di pizzo,

     vedo letti, vedo corridoi dove gridano  le nostre se vergini,

     vedo coperte e organi e alberghi e la casita animata

E allora c'è questo suono:

     un rumore rosso di ossa,

     un incollarsi di carne

     e gambe, bionde come spighe, che si allacciano.

     Io ascolto in mezzo al fuoco di fila dei baci,

     ascolto, turbato tra respiri e singhiozzi.

 

     Sto guardando, ascoltando,

     con metà dell'anima in mare e metà dell'anima in terra

     e con le due metà guardo il mondo.

 

     E per quanto io chiuda gli occhi e mi copra interamente il cuore,

     vedo cadere un'acqua sorda,

     a goccioloni sordi.

     E' un uragano di gelatina,

     uno scroscio di sperma e meduse.

     Vedo levarsi un cupo arcobaleno.

     Vedo le sue acque attraversare le ossa.

 

E a attraversargli le ossa furono vieppiù i baci delle nostre, come lapilli sulla neve. Inconfessabile, ma ogni Madrigal di sesso femminile dovette ricomprarsi il reggiseno, furbescamente sottratto una per una da un Neruda malandrino, che li conservò per anni, ancora oggi nella sua casa natale, e nonostante siano stati dimenticati pure dalle tarme che banchettavano con i mammut conservano il loro profumo https://rule34.xxx/index.php?page=post&s=view&id=6650274

   
 
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