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Autore: ArwenDurin    11/06/2023    0 recensioni
Aziraphale deve accettare qualcosa che ha sempre pensato ma mai realizzato e c'è di mezzo un certo demone dai capelli rossi... deve accettare per fare quello che le persone fanno
Aziracrow
"C’erano vari silenzi nei loro rapporti, quelli confortevoli e di comprensione dove con un solo sguardo potevano dirsi ogni cosa, e poi c’erano i silenzi come questo, di attesa e parole non dette."
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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«Potresti andare più piano, per favore? Cielo, a cosa servono tutti quegli stop se li hai evitati?»
«Come hai detto, a essere evitati.»
Aziraphale sbuffò, le guancie che si tingevano di un caldo rosa acclamando il suo fastidio, quando il demone sgommò di proposito non mancando di sorridere.
«Mi chiedo perché continuo a farmi dare i passaggi da te.»
«Forse perché in fondo, ti diverti!»
«Vorrei però mio caro, godermi questo divertimento senza finire scorporarizzato, grazie.»
Crowley brontolò qualcosa e Aziraphale di tutta risposta, girò il volto verso il finestrino ben contento di vedere che erano quasi arrivati alla sua libreria, e quella folle corsa sarebbe presto finita. Per quanto e piuttosto d’improvviso, il demone sembrò smorzare la velocità facendogli comparire un leggere sorriso sul volto.
«Guarda che è perché siamo vicini alla tua sacra libreria.»
Il demone non si frenò nel punzecchiarlo, ma entrambi sapevano la verità, erano abituati a quei battibecchi eppure in seimila anni, aveva litigato per davvero soltanto poche volte e comunque in ogni circostanza loro due si ritrovavano sempre.
«Certo, caro.»
L’auto si fermò accogliendoli nella docile serata primaverile, il riflesso della luna quasi più dei lampioni, illuminava la via verso la sua libreria, eppure Aziraphale non si mosse e Crowley non lo salutò e calò piuttosto un silenzio tra loro.
C’erano vari silenzi nei loro rapporti, quelli confortevoli e di comprensione dove con un solo sguardo potevano dirsi ogni cosa, e poi c’erano i silenzi come questo, di attesa e parole non dette.
L’angelo si voltò a guardarlo, gli occhi azzurri che scorrevano nel suo volto e si soffermavano più a lungo del previsto sulle sue labbra, con l’oramai consueto pensiero che dominava la sua mente da così tanto tempo che sembrava che fosse nato con tale scopo. L’aveva letto così tante volte nei suoi libri, e li aveva stretti al petto sospirando sconsolato, segnandosi alcune delle più profonde dichiarazioni d’amore esistenti in un quaderno rilegato in pelle, pensando a quelle parole, a quel gesto di labbra che si incontravano descritto così poeticamente ma tra lui e il demone che distava pochi centimetro da esso.
Conviveva con quel silenzio da così tanto tempo che quasi, se non fosse per il suo ossessivo controllo dei ricordi specialmente in compagnia di Crowley, aveva scordato quando fosse davvero iniziato. Ricordava la prima volta che capì di essere innamorato nel ’40  fuori da una chiesa esplosa quando il demone gli aveva restituito i suoi libri intarsi, portandolo poi verso casa.
Era la prima volta che saliva nella sua Bentley e non fu soltanto emozionante poiché era il primo passaggio che lui gli dava, ma per le sensazioni che provò, si era stretto i libri in grembo in quella bellissima e cara valigia che li aveva salvati, dove Crowley li aveva salvati. All’inizio si era stropicciato le dita un abituale gesto contro qualsiasi ansia lo avvolgesse, ma poi non aveva potuto evitare che i suoi occhi azzurri avevano continuato a vagare sul suo amico. Più Aziraphale lo guardava di sott’occhi senza farsi vedere, più si rendeva conto di quanto fosse perso per lui, avvertiva per la prima volta il suo cuore battere forte al solo guardarlo, a quanto gli piacesse percorrere con lo sguardo il suo volto, soffermarsi sul piccolo tatuaggio di serpente che sfiorava la sua mascella in quel caso, il suo profilo deciso e gli occhiali scuri che nascondevano le sue emozioni al mondo. All’intero mondo tranne che a lui.
Oh cielo, sono innamorato.
Questo aveva pensato quando persino le poesie nonché gli scritti più romantici, gli vennero alla mente soltanto a guardarlo, sospirò più volte incuriosito da quelle sensazioni così umane e così nuove per lui, ma al contempo fu spaventato. Quando erano arrivati davanti alla sua libreria, l’angelo si era torso le dita, aveva guardato le sue labbra di sfuggita e con un rossore a colorargli le guance, era sceso poi di tutta fretta dalla macchina ringraziandolo di folata.
Si era dovuto trattenere tante volte da allora, perché beh, l’apocalisse non si poteva di certo affrontare altrimenti, ma la realtà era che il rischio che potesse succedere qualcosa a Crowley lo terrorizzava, erano di due fazioni diverse dopotutto. Ma oramai era passato del tempo dalla scampata apocalisse, e loro due si erano visti più frequentemente essendo oramai liberi dall’anticristo, per quanto avevano sempre angeli e demoni furiosi alle spalle, motivo per cui avevano ridotto i miracoli e si erano dedicati ancora di più ad attività umane: pic-nick, cene consuete al Ritz, visite a casa di Crowley o di Aziraphale.
Eppure tra loro era tutto come sempre, per quanto Crowley ridesse di più, le sue spalle erano più rilassate, e il suo volto sereno come non era da diversi secoli oramai, Aziraphale si ritrovava a guardarlo con genuino piacere angelico di vedere il suo migliore amico più tranquillo, ma anche qualcos’altro… non pensava fosse possibile dopo seimila anni, ma ogni volta che il demone sorrideva, l’angelo sempre di più se ne innamorava, ed era in quei momenti che si accendeva quel pensiero e brama, quel desiderio che aveva nascosto così tanto tempo dentro il suo essere, da non sapere più come estrarlo.
L’angelo si torse le dita delle mani, e spostò lo sguardo fuori dal finestrino poi aprì lo sportello della Bentley.
«Buonanotte caro.»
«Notte, angelo.»
Ma fu lì che si bloccò, la portiera mezza aperta e lui in procinto di uscire dall’auto ma fermo, rivide se stesso fuggire tante e tante volte, negare altrettante volte e non dare retta a ciò che sentiva.
«Aziraphale, ti sei incantato?»
Il demone lo esclamò dopo qualche secondo, con una leggere punta d’ansia nel suo tono,  e fu così che accadde che l’angelo tornasse dentro la macchina. Si sedette composto per qualche secondo e poi senza più frenarsi, si allungò verso il volto di Crowley e posò le labbra sulle sue, bastò quel lieve contatto a fargli girare la testa, e ringraziò di essere seduto poiché sentì le sue gambe tremare.
Si staccò con la stessa rapidità con cui aveva dato inizio a quel gesto intimo e senza aggiungere altro, con velocità scese dall’auto lasciandosi un demone sconvolto e immobile sul sedile del guidatore.
Aziraphale camminò, per non dire che quasi corse, lontano da quel momento, il calore nel suo corpo si era espanso così tanto che poteva sentire le sue guance bruciare e non provò l’ebbrezza di averlo finalmente baciato, ma piuttosto ansia e imbarazzo.
Sono un idiota.
Voleva che fosse speciale e non lo era stato, e se Crowley non avesse voluto arrivare a quel punto?
Si voltò giusto un secondo per vedere il demone scendere dall’auto.
«Angelo!»
Aziraphale prese a camminare ancora più veloce.
«Aziraphale, fermati!»
Lo ignorò inciampando quasi nei suoi stessi passi per mettere più distanza possibile, tra lui, il demone, e la vergogna che sentiva dentro di sé.
«Ti ho detto fermati! Cos’hai le ali sotto i piedi adesso?»
«No! Non voglio parlarne!»
Pigolò piuttosto che produrre una risposta e d’improvviso, da pochi passi dalla sua libreria e riparo sicuro da ogni cosa, nonché da un demone dai capelli rossi che voleva per forza, rivangare un momento davvero imbarazzante, fu fermato da un piccolo miracolo demoniaco.
Il suo polso venne bloccato e fu voltato verso Crowley che lo guardava da dietro le sue consuete lenti scure.
«Mi dispiace, adesso p-per favore lasciami…»
«Non voglio parlarne.»
Il demone esordì così lasciando l’angelo boccheggiare per qualche secondo.
«Allora perché? Perché mi hai fermato?»
Crowley a quel punto lasciò il suo polso togliendosi gli occhiali, uno sguardo penetrante colpì ogni fibra di lui, regalando all’angelo altre ondate di calore.
«Se vuoi baciarmi angelo, almeno fallo come si deve.»
Aziraphale mise il broncio, pronto a rimettere in riga e insegnare le buone maniere a quel demone maleducato che non era altro, quand’ecco che Crowley gli prese il volto tra le mani, e tutto sfumò nei suoi grandi occhi gialli ricchi di sentimento soltanto per lui.
Poté sentirlo al centro del suo petto: amore.
Il demone con lentezza si avvicinò a lui e le loro labbra furono di nuovo unite, Crowley lo baciava dolcemente carezzando con i pollici di tanto in tanto, le sue guancie, e Aziraphale lo abbracciò, aggrappandosi a lui temendo di potersi sciogliere in tutta quella dolcezza.
Alla fine ringraziò che il suo posto sicuro per il loro primo bacio, non fosse un luogo ma un dove: le braccia l’uno dell’altro.



Angolo Autrice: ciao a tutti! Eccomi di nuovo con gli adorati Aziracrow 😊 li amo tantissimo e sono contenta quando scrivo di loro!
Se sei fangirl/fanboy non c'è bisongo di dirti a quale brano e artista io abbia preso spunto per scrivere sta OS, ogni fan di ogni fandom sa XD
Grazie a chiunque leggerà e/o commenterà 😊



 
   
 
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