Scritta
per #battleshipchallenge di Hurt/Comfort
Italia - Fanart and Fanfiction - GRUPPO NUOVO.
Prompt:
Dragon Ball; 4 - A ha una crisi di nervi tali
da aggredire B, che invece se ne occupa.
Cap.37
La prova di Crilin
Goku
si piegò in avanti e gridò, il suo urlo si
moltiplicò e rimbalzò. Son si vide vomitare
sangue e la sua immagine si
moltiplicò sulla parete come se fosse lo schermo di un
computer che la faceva
vedere sempre più piccolo, si abbatté su di essa
con entrambi i pugni e andò in
frantumi come vetro.
Son
si sentì spezzare a sua volta e cadde
all’indietro, si sentì precipitare nel vuoto e il
suo urlo divenne quello
stridulo di un uccello che viene soffocato da un serpente,
dimenò gambe e piedi
inutilmente. Gli spasmi dei suoi muscoli gli facevano dolore le gambe,
le
braccia e le spalle, persino il collo. Rotolò, la testa gli
girava, vedeva solo
bianco e non riusciva a distinguere niente precisamente, era costretto
a
boccheggiare per ingoiare più aria possibile. Si mise a
gattoni e vomitò, il
liquido per lui brillava di un rosso luminescente.
Udì
dei passi e alzò il capo, la figura era
indistinta: gli occhi neri brillavano in quel bianco accecante. Con un
urlo
disumano si lanciò su di essa, la sua forza saiyan stava
tornando nonostante
fosse ancora umano, ma era resa più furiosa e animalesca
dallo stato di
alterazione in cui si trovava. Gli apparivano decine e decine di figure
che
ridevano di lui sguaiatamente, indicandolo e sibilando parole
impercettibili
anche se di evidente scherno. Al contrario di quella con cui stava
combattendo,
erano fumose e impossibili da raggiungere.
Goku
ruggì selvaggiamente nel momento in cui uno
schizzo di sangue lo raggiunse al viso, era riuscito a raggiungere il
suo
nemico con un colpo e a ferirlo. Parò un calcio diretto al
suo viso, ci fu un
bagliore, ma Son era già accecato e vedeva in modo deforme
perciò non ebbe su
di lui l’effetto sperato. Le ossa del nemico scricchiolavano
sotto i suoi pugni
continui e impietosi, le mani di Son si muovevano così
veloci da sembrare delle
macchie indistinte.
La
creatura superò le sue difese raggiungendolo con un
calcio a piedi uniti al petto, Goku tentò di morderlo
selvaggiamente e riuscì
ad affondare i denti nella carne della sua spalla. Il nemico
urlò di dolore, ma
approfittò del momento per bloccarlo alla parete candida,
incatenandolo con
degli anelli dorati.
Son
cercò di liberarsi, ma il nemico brillava d’oro e
dimenava furiosamente qualcosa. Goku non riusciva a comprendere se
fosse una
serpe o una coda, ma sputò, gli occhi sgranati e
indemoniati. L’altro aveva
iniziato la litania di un incantesimo, Son ululò
selvaggiamente per coprire la
sua voce. Riuscì a riconoscere solo alcune parole:
“… protezione di Vargas…
purificare… drago… anima pura…
sorella…”.
Le
risate degli spettri intorno a loro andarono via
via scemando, finché non scomparvero del tutto. Goku si
sentì spossato e si
abbandonò contro la parete, braccia e gambe gli
formicolavano. L’ambiente si
trasformò in una semplice stanza bianca, in un angolo
c’era una pozza di succhi
gastrici rigurgitati.
Goku
impallidì, riconoscendo Crilin davanti a sé. Il
migliore amico aveva le vesti stracciate, un occhio nero, una ferita
profonda
sanguinante al viso e i segni di un morso profondo alla spalla,
lì la pelle era
violacea e sporca di altro sangue.
«Il
sole adesso ti proteggerà dalla luna, andrà tutto
bene» lo rassicurò Crilin. Lo liberò e
Goku cadde in ginocchio, lo abbracciò
con le lacrime agli occhi. «M-mi dispiace… Io
volevo sconfiggere ‘loro’… Non
vo-volevo…» piagnucolò.
Crilin
lo fece stendere a terra e lo abbracciò,
cullandolo a sé, accarezzandogli la testa e passandogli le
mani tra i capelli
mori. Son si abbandonò a quel movimento e a quelle cure,
continuando a piangere,
le lacrime salate gli finivano in bocca.
«Non
avrei mai permesso ti facessero del male» disse
Crilin, posandogli un bacio amorevole sulla fronte. Era trasformato in
supersaiyan e la sua coda dorata si muoveva dietro di lui.
«Ti proteggerò
sempre, amico mio».
Goku
si strinse con forza a lui, affondandogli la
testa nel petto. Crilin continuò a cullarlo, sussurrandogli:
«Va tutto bene con
voce gentile». Smise di parlare nel momento in cui Son,
esausto, si addormentò
su di lui.
Crilin
lo prese in braccio a fatica, per via delle
proporzioni, sorridendogli. «Ti porto via da qui,
vedrai» promise con voce
inudibile.