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Autore: g21    12/06/2023    0 recensioni
Aziraphale accoglie uno smemorato Gabriel, ma la reazione di Crowley non è così tranquilla e comprensiva
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"Sono un angelo, è nella mia natura" rispose semplicemente il Principato.
"Stiamo parlando di Gabriel!" esclamò Crowley al limite della sopportazione.
Genere: Angst, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Broken hearts

 
 
 
La porta si chiuse con più delicatezza del previsto, in netto contrasto con l'umore del demone. Non voleva spaventare subito l'angelo, che lo aveva chiamato così urgentemente da farlo accorrere subito alla libreria. Crowley aveva pensato a qualsiasi cosa, un cliente troppo insistente, un libro improvvisamente rovinato. Non certamente la presenza di Gabriel, apparentemente senza memoria, nella libreria.

Aziraphale portò gli occhi sul demone, ma subito li abbassò, incapace di sostenere quello sguardo indagatore e più duro del solito. Quei fari gialli che lo osservano giudicanti lo mettevano sempre in soggezione. Captò un fremito dell'aura di Crowley e sobbalzò appena, sapendo che non era mai un buon segno. Subito dopo, infatti, dal demone arrivò uno sbuffo scocciato e impaziente.

"Perché è di là?" chiese Crowley, senza pronunciare il nome dell'arcangelo.

"L'ho trovato che girava qua intorno, nudo e sperduto" rispose Aziraphale cercando di mantenere un tono tranquillo.

"E quindi hai pensato bene di accoglierlo in casa tua" considerò il demone sottolineando l'ovvio.

"Non sapeva dove andare e non mi andava di lasciarlo vagare senza meta" si giustificò l'angelo.

A quelle parole, Crowley si portò una mano a coprire gli occhi, pollice e indice che stringevano le tempie come per un improvviso mal di testa. Il suo angelo non cambiava proprio mai, doveva sempre essere il più buono e il più gentile. Anche con chi, per tutta l'esistenza, non aveva fatto altro che trattarlo male e insultarlo. Ma questo era troppo anche per lui, era arrivato il momento di farglielo capire.

"Vediamo se ho capito bene, tu l'hai trovato che vagava e hai deciso di aiutarlo, giusto?" chiese il demone mantenendo un tono civile.

"Sì, te l'ho già detto" rispose Aziraphale.

"Sai chi è, immagino" continuò l'interrogatorio Crowley, tornando a guardare il Principato.

"Certo che lo so, è Gabriel. Non sono stupido" ammise, iniziando a spazientirsi.

"Bene. E perché hai deciso di aiutarlo?" domandò ancora il demone, sinceramente curioso.

"Potrebbe essere in pericolo e dobbiamo aiutarlo" rispose l'angelo come se fosse ovvio.

"Dobbiamo?" la parola uscì strozzata dalla bocca di Crowley, aveva certamente capito male.

"Sì, Crowley, gli è sicuramente successo qualcosa che non sappiamo" il tono del Principato era ora un po' più alto del normale.

"Nemmeno sotto tortura sono disposto ad aiutare quell'arcangelo" mise le cose in chiaro il demone.

"Lui ha un nome" ricordò Aziraphale lanciando un'occhiata di fuoco all'altro.

"Non ho intenzione di aiutare Gabriel" ripeté Crowley.

A quelle parole l'angelo gonfiò le guance e incrociò le braccia al petto, facendo sorridere il demone. Sorriso che sparì un istante dopo, non poteva farsi distrarre in quel modo. Doveva far capire al Principato che quello che stava facendo era sì giusto, ma non avrebbe dovuto farlo. Ci avrebbero pensato quelli ai piani alti, infondo a Gabriel non si era mai interessato molto ai suoi sottoposti.

"Angelo, pensaci un po', ti prego" provò Crowley, facendo qualche passo in avanti.

"Crowley è inutile, ho già deciso" affermò Aziraphale deciso.

"Non ti ricordi quello che ti ha fatto in passato? Come ti ha trattato, come si rivolgeva a te?" chiese il demone provando a farlo ragionare.

"Come puoi averlo perdonato?" aggiunse.

"Sono un angelo, è nella mia natura" rispose semplicemente il Principato.

"Stiamo parlando di Gabriel!" esclamò Crowley al limite della sopportazione.

"Mi ricordo la tua aura dopo gli incontri con lui, gli occhi bassi, la vergogna e la tristezza che ti riempiva, il tuo non sentirti mai abbastanza" elencò
con la voce che tremava.

"È stato tempo fa" soffiò Aziraphale con gli occhi bassi.

"Non importa! Dannazione non importa! Non puoi volerlo aiutare sul serio" sbottò Crowley quasi urlando.

"Te l'ho già detto, sono un angelo. È nella mia natura" ripeté l'angelo in un sussurro.

"Sei un angelo solo quando fa comodo a te, a quanto pare" commentò il demone con un sorriso.

"Cosa vorresti dire?" chiese il Principato aggrottando le sopracciglia.

"Sei un angelo quando non vuoi fratenizzare con il nemico, sei un angelo quando non vuoi uccidere una persona per il bene dell'intera umanità, sei un angelo quando non vuoi seguirmi perché siamo troppo diversi, sei un angelo quando, pur di seguire la tua natura, scegli di aiutare quello che ti ha sempre trattato come l'ultimo degli ultimi" sputò quelle parole con tutta la rabbia che aveva a disposizione, gli occhi fissi sul suo angelo.

"Crowley" pigolò Aziraphale, ma non servì a niente.

"Buono e gentile solo quando tu hai un ritorno positivo, ma sai che l'egoismo è un peccato, vero?" fece uscire quelle parole come se fossero la più grande bestemmia sulla faccia della Terra.

Poi si appoggiò con le mani ad un tavolo, in silenzio cercando di calmarsi e di sbollire la rabbia che ancora sentiva dentro di sé. Forse aveva sbagliato a rivolgersi così verso il suo angelo, ma ad un certo punto non era più riuscito a trattenersi. Si accorse di aver esagerato quando, alzando gli occhi, incontrò l'espressione ferita dell'altro. E si sentì morire, anche se non poteva realmente succedere, nel vedere quelle iridi azzurre liquide di lacrime.

"Merda" non riuscì a trattenere un soffio pentito.

Si avvicinò lentamente all'altro, per paura di venir scacciato subito in malo modo, con lo sguardo basso. Si sentì uno schifo, l'essere più orribile dell'universo, quando percepì solo emozioni negative provenire da Aziraphale. Provò a prendere una sua mano, ma il Principato si scansò facendo un passo indietro e appiattendosi contro la libreria. Tentò una seconda volta, ma le dita dell'angelo scivolarono via dalle sue.

"Angelo" Crowley lo chiamò, cercando il suo sguardo.

"Torna a casa Crowley, qui ci penso io" lo avvertì Aziraphale, il tono così rassegnato da aprire una nuova crepa nel cuore del demone.

"Aziraphale scusa, io-" riprovò l'altro in un ultimo tentativo.

"Vattene subito" disse il Principato interrompendolo e cercando di indurire il tono.

Crowley lasciò cadere le braccia lungo i fianchi, arrendendosi a quelle due parole pronunciate in maniera fin troppo seria. Girò i tacchi e si incamminò verso l'uscita, la testa incassata nelle spalle e il passo lento. Gli sfuggì una lacrima seguita da una seconda, ma non ebbe la forza di cancellarle. E non si accorse che l'angelo dietro di lui aveva iniziato a piangere a sua volta.
 
 

 


 
Angolo autrice
 
Torno in questa sezione dopo mesi perché il trailer della seconda stagione e i commenti che sono seguiti mi hanno bombardato di idee. Questa l’ho sviluppata in meno di due ore e devo ringraziare Shawn che mi ha illuminato peggio di un albero di natale. Questa storia è rimasta un paio di giorni nel mio pc in attesa di un titolo (perché io sono pessima) e ringrazio Robin per avermi dato una mano. Ringrazio anche i componenti del gfc che leggono sempre in anteprima i miei lavori (e che mi riempiono di parole perché li faccio soffrire).

E niente, questo è quanto.

Alla prossima.

Giulia
  
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