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Autore: Mari Lace    15/06/2023    3 recensioni
Chloé ha 17 anni quando decide di identificarsi come aromantica e asessuale. Non che senta il bisogno di urlarlo a chiunque: sono etichette che aiutano prima di tutto lei stessa.
Chloé ha 19 anni quando si sente avvampare le guance e accelerare il cuore alla vista di un sorriso. Il suo migliore amico è di ritorno da un tour di un mese in cui hanno potuto sentirsi pochissimo, ma questo non spiega la reazione che sta avendo. Non ha mai provato niente del genere.

O: Chloé ha una crisi d'identità.
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Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chloe Bourgeois, Luka Couffaine
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Storie Aspec'
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Una sensazione assolutamente ridicola

Una sensazione assolutamente ridicola

 

Chloé scopre la definizione di asessualità e la sua vita cambia.

Poche, semplici parole trasformano il senso di alienazione che ha sempre provato in una realtà condivisa da altre persone. Prova sollievo, sapendo di non essere sola. Prova sollievo nello studiare lo spettro asessuale e, più avanti, lo spettro aromantico. Prova confusione, anche, perché che cosa sia l’attrazione romantica non riesce proprio a comprenderlo – anche l’attrazione sessuale la confonde, come idea, ma le sue descrizioni sono più fisiche, le danno qualcosa da immaginare. Forse l’assenza di qualcosa è di per sé una risposta?

Chloé ha 17 anni quando decide di identificarsi come aromantica e asessuale. Non che senta il bisogno di urlarlo a chiunque: sono etichette che aiutano prima di tutto lei stessa. (È parlando con lei, però, che Sabrina scopre di essere omoromantica e bisessuale: Chloé non trattiene un sorriso ascoltandone la confidenza. Nel loro passato ci sono fin troppe cose di cui non va fiera, ma finalmente sente di aver fatto qualcosa di buono per lei.)

Chloé ha 19 anni quando si sente avvampare le guance e accelerare il cuore alla vista di un sorriso. Il suo migliore amico è di ritorno da un tour di un mese in cui hanno potuto sentirsi pochissimo, ma questo non spiega la reazione che sta avendo. Non ha mai provato niente del genere.

Luka muove un passo indietro, l’osserva curioso. “Tutto bene, Chlo?”

Lei si concede di sbattere le ciglia un paio di volte e inspirare a fondo prima di ricomporsi. “Sì. Non so che mi è preso, è…” ridicolo, vorrebbe dire, ma la sua psicologa le ripete di non sminuire ciò che prova almeno una volta ogni seduta. Scuote la testa. “Mi sei mancato.”

“Anche tu.” Luka si fa più vicino, inizia a parlare del concerto che la sua band ha tenuto a Bologna mentre camminano verso il parco dove  li aspettano gli altri. Chloé si perde ad ascoltare la sua voce – è sempre stata così… piacevole? – e quasi non si accorge di quando Luka si ferma. “Sei certa di stare bene, Chlo? Sei tutta rossa in faccia.”

“Sto bene. È solo… Non so che succede, mi-sento-strana,” confessa di corsa, come se parlare veloce rendesse tutto meno reale.

La risposta di Luka è poggiarle il dorso della mano sulla fronte. Chloé ha l’impressione che le guance le si arrossino ancora di più, se possibile. “Non credo sia febbre,” decreta lui dopo alcuni secondi. “Da quanto ti senti così?”

“Da…” Le parole le muoiono in bocca quando si rende conto che la risposta, da quando ti ho rivisto, suona come qualcosa che potrebbe pronunciare la protagonista di una delle commedie romantiche di cui si diverte a prendersi gioco. “Non è niente. Sto bene.” Luka inarca un sopracciglio, ma ritira la mano. “Ho solo bisogno di bere qualcosa,” insiste Chloé. “Qualcosa di molto freddo.”

Luka alza le mani in segno di resa e ride. “Okay, okay. Stai bene, ricevuto.”

Ha una bella risata. Ma che le prende, oggi? Dev’essere colpa della serie che si è lasciata convincere a guardare da Alya e Marinette. Tutto quel romanticismo concentrato le ha fritto il cervello, non c’è altra spiegazione. “Andiamo,” dice tornando a camminare, “vedo Adrien.”

 

Quella sera, da sola nel letto, Chloé digita sul cellulare una domanda su cui ha smesso di lambiccarsi ormai da tempo. Che cos’è l’attrazione romantica?

Apre un link dopo l’altro, ma più scorre e più il nervosismo che le attanagliava lo stomaco a inizio ricerca viene sostituito da irritazione. Tutto ciò che trova è assolutamente inutile.

‘Ti senti infatuato.’ E come ci si sente quando si è infatuati? Rotea gli occhi e prosegue nella lettura.

‘Ti senti protettivo, la tua felicità è legata a quella dell’altra persona.’ ‘Vuoi condividere esperienze di vita con loro.’ ‘Vuoi condividere ciò che provi, che sia qualcosa di triste o di felice.’ E la differenza con l’amicizia quale sarebbe? Ridicolo. Assolutamente ridicolo.

Frustrata per l’inutilità della sua ricerca, Chloé sbatte senza troppa cura il telefono sul comodino e si morde un labbro. Quel che ha provato nel pomeriggio non significa niente. Come non significa niente che abbia tuttora in mente Luka e come gli si è illuminato il viso quando l’ha notata in stazione, come le è corso subito incontro. Si nasconde la faccia tra le mani, anche se non c’è nessuno a guardarla. Sono migliori amici da anni, pensarlo è del tutto normale. Niente di strano. Tutto assolutamente…

Il suono di una notifica la porta a recuperare subito il telefono e accenderne lo schermo, aspettandosi un messaggio di Luka. Dopo un secondo lo riabbassa delusa; è solo Marinette che l’ha taggata in un post, sicuramente la foto di gruppo scattata a fine pic-nic. Un momento, perché è delusa?

Sospira frustrata e si lascia sprofondare nel cuscino. Internet è inutile. Quel che può – dovrebbe – fare è chiedere direttamente a qualcuno che sappia di che cosa parla. Prova a immaginarsi domandare ad Adrien dei suoi sentimenti per Marinette e scarta l’idea in più o meno due secondi. Sarebbe una conversazione dolorosa per entrambi: Adrien è praticamente suo fratello, ma in questioni del genere è più negato di lei. Nella migliore delle ipotesi le risponderebbe citando i suoi shojo preferiti, nella peggiore passerebbe tre ore a decantare le lodi della sua ragazza. Meglio evitare. Tolto Adrien, può chiedere a… Considera e scarta un nome dopo l’altro, prima di riconoscere quel che in fondo sapeva fin dall’inizio: la persona migliore a cui chiedere è proprio Luka, dato che si identifica asessuale e alloromantico. Chloé si rigira nel letto. Non dovrebbe essere agitata all’idea di parlargli, non è normale. Hanno affrontato discorsi simili troppe volte per contarle, è stato proprio lui a starle accanto quando lei ha iniziato a esplorare la possibilità di rientrare nello spettro asessuale.

Si forza a chiudere gli occhi. Basta porsi problemi inesistenti. Domani chiederà a Luka di uscire e parleranno come fanno sempre. Magari per allora avrà già dimenticato i dubbi ridicoli della giornata precedente, e se così non fosse… Confrontarsi con lui l’aiuterà di certo.

Presa questa risoluzione, non passa molto prima che scivoli in sogni confusi.

 

“A cosa pensi?”

Chloé fissa il suo drink, giocherellando con la cannuccia. Si rende conto di star procrastinando e smette con un sospiro. “Devo chiederti una cosa.” Ancora non alza lo sguardo.

“Dimmi tutto.” Il tono di Luka è… Curioso? Divertito? Chloé non sa dirlo.

“L’attrazione romantica,” pronuncia lentamente. “Non l’ho mai capita, non davvero, ma vorrei riprovare.” È la verità, anche se incompleta.

Luka non le chiede perché. “Capisco che ti confonda. È piuttosto simile all’attrazione platonica, almeno per me. C’è una leggera differenza nel relazionarmi con qualcuno per cui ho una cotta… Non è meglio o peggio, solo diverso. È difficile da descrivere.” Fa una pausa. “È una sensazione. Forse è anche un po’ più fisica. Non bacio i miei amici, in genere,” le spiega con un sorriso divertito. “Una cotta può anche renderti molto più nervoso di un amico – le famose farfalle nello stomaco sono abbastanza accurata come descrizione.”

Luka ne parla e lei non può evitare di immaginarsi a baciarlo. È la prima volta che l’idea di un bacio non le sembra disgustosa ma, anzi, l’incuriosisce. Se un buco apparisse adesso sotto i suoi piedi e la facesse sparire, non le dispiacerebbe. È tutto così strano.

“Chloé, è tutta la mattina che eviti di guardarmi negli occhi. Devo preoccuparmi?”

Quello riesce a spezzare la spirale di pensieri in cui stava precipitando. È tempo di essere onesta. “Penso,” inizia, ricambiando finalmente lo sguardo di Luka (basta scappare!), “di aver provato dell’attrazione romantica. Sono in crisi perché è la prima volta e non credevo sarebbe mai successo e—” Luka sorride e Chloé si ferma. “Cosa?” Lo trova divertente?

“Scusa, scusa, ora capisco.” Luka si china sul tavolo con un brillio scherzoso negli occhi. Chloé prega che le sue guance non siano tanto rosse quanto crede. “Ti sei presa una cotta per me, Chlo?”

“Ti odio,” sibila lei – sa che come risposta basta e avanza.

“Grazie. Tornando alla tua crisi d’identità… Sai che le etichette con cui ti identifichi possono cambiare. Sono termini utili solo se ti fanno stare bene,” aggiunge in un tono più dolce.

“Lo so.” Certo che lo sa. È solo che non ha mai vissuto un simile cambiamento prima, non dopo aver capito di non essere etero – quello non era stato un così grande shock. “È solo… Strano.”

Luka annuisce. “Ti chiederei cos’hai provato nello specifico, ma non vorrei metterti più a disagio.”

Chloé sospira e finisce il suo drink. “Forse ho finalmente capito che cosa si intende con farfalle nello stomaco,” ammette. “Non sono mai stata tanto nervosa quanto stamattina al pensiero di incontrarti. Mi sono detta che era solo per la crisi d’identità, ma non ci credevo molto neanch’io.”

“Capito.” Luka torna a poggiarsi contro lo schienale della sedia e prende un sorso dalla sua Sprite. “Chlo… Sto per dirti una cosa per metterti più a tuo agio, spero, ma so che mi dirai se non è d’aiuto.” Chloé annuisce, improvvisamente curiosa. “È da un po’ che sono innamorato di te. Non ho problemi a mantenere platonico il nostro rapporto, amo ciò che abbiamo, ma a questo punto mi sembrava giusto dirtelo.”

“Mi stai prendendo in giro.” Il suo cuore batte decisamente troppo veloce. Come fanno gli allo a vivere senza avere un infarto ogni volta che si prendono una cotta?

“Sai che non scherzerei su questo.”

Sì, Chloé lo sa. Solo che è troppo, tutto: a quanto pare si trova su una parte dello spettro aromantico diversa da quel che ha creduto per due anni; sta sperimentando la sua prima cotta; la sua cotta la ricambia. Ha parecchio a cui pensare, e il suo cervello non sta collaborando. “Lo so. Mi serve un po’ di tempo.”

“Ma certo, Chlo.” Luka si alza. “Forse alla tua melodia interiore si è aggiunto uno strumento, e questo ti confonde. Ricorda solo che non tutto deve cambiare, anche se adesso ti sembra così, okay? Il nostro rapporto può rimanere lo stesso.” Le sorride. “Ascoltati cercando di non stressarti troppo?”

Il nodo di tensione che l’ha accompagnata tutta la mattina si allenta un po’ e Chloé ricambia il sorriso. “Non faccio promesse.”

 

È passata una settimana.

Luka le ha mandato un paio di meme nel frattempo – per rinforzare l’idea che non sia cambiato nulla tra loro, sospetta Chloé – ma non ha fatto niente per pressarla o metterle fretta. Chloé ne è contenta e scontenta allo stesso tempo: ha chiesto tempo e Luka ha rispettato la sua richiesta, ma le manca moltissimo.

La distanza l’ha aiutata, però. Oltre a vedersi con Adrien e Sabrina un paio di volte, ha passato la maggior parte del tempo chiusa in stanza a leggere post e saggi sull’aromanticismo. È piuttosto certa di essere demiromantica; se non altro, il termine rispecchia come si sente adesso, e questo è abbastanza – deve esserlo. Superata la crisi d’identità, i suoi pensieri si spostano sulla confessione di Luka: inaspettata e per niente romantica, eppure adatta a loro, decide mentre è seduta a gambe incrociate sul letto.

Luka ha una cotta per lei, e lei per lui. Non è certa di cosa significhi. Lui ha detto che le cose tra loro non devono cambiare per forza e lei è d’accordo, ma che cos’è che vuole? Ha sognato di baciarlo, una notte. Provare a farlo davvero non le dispiace come idea. Forse le piacerà, forse sarà disgustoso come era solita pensare – se non altro sarebbe un segno di mantenere tutto platonico tra loro.

Qualsiasi decisione prendano, staranno bene. Lo spera, no, ne è certa.

Conoscendo le sue abitudini, Chloé sa che Luka è quasi sicuramente libero oggi, quindi gli manda un messaggio per chiedergli di vedersi al parco. Il minuto che passa prima di ricevere risposta le sembra più lungo di quel che dovrebbe, ma dimentica ogni ansia leggendo il messaggio. Si prepara la borsa, indossa le scarpe ed esce; non le dispiace arrivare in anticipo.

Non succede, o meglio, Luka è arrivato anche prima di lei. L’aspetta all’entrata del parco con un ampio sorriso. Chloé lo ricambia e accelera il passo.

“Ti sono mancata?” Ora che è qui, al suo fianco, si accorge di non essere più tanto nervosa.

“Un po’. Sembri molto più in forma oggi, Chlo.” Lei alza un sopracciglio e Luka ride. “Più in pace, intendo. Non che tu non sia sempre perfetta,” chiarisce con un occhiolino.

Luka ha ragione, ovviamente: una delle cose che l’ha più messa a disagio la settimana prima era proprio il sentirsi poco in controllo di sé stessa. “Anche tu non stai male,” replica divertita, osservandolo. Indossa la maglia viola che gli ha regalato lei per il compleanno insieme a jeans neri strappati sopra il ginocchio. La stilista che è in lei approva.

Luka incassa il complimento con un sorriso. Di comune accordo, iniziano a camminare.

“Quindi è stata una bella settimana?”

Chloé non ha bisogno di pensarci. “Sì.” Prima che lui possa chiedere – non è certa lo farebbe – aggiunge: “Sono demiromantica. Credo.”

Lo vede annuire con la coda dell’occhio. “Ti va un gelato?”

Chloé sbatte le ciglia. Davanti a loro c’è il chiosco di André, che in parte spiega la domanda. Non è comunque la risposta che si aspettava (non sa cosa si aspettasse). È tutto così… Normale. Ma certo. Sorride. “Offri tu?”

Luka le risponde con un’alzata di spalle, come a dirle che non c’era neanche bisogno di chiederlo. Si comporta come se non fosse cambiato nulla, e in effetti è così: Chloé è ancora Chloé, loro due sono sempre amici e niente deve cambiare per forza.

Qualcosa è cambiato, però, e Chloé non ha più intenzione di ignorarlo. Non ha paura. (Forse ha paura, giusto un pizzico, ma non significa che qualcuno debba saperlo.) (Sospetta che Luka lo sappia.)

“A te.” Luka torna reggendo due coni e gliene porge uno. Chloé sorride nel notare mirtillo e arancia, i suoi gusti preferiti.

“Grazie.” Trovano una panchina libera e finiscono a parlare di tutto e niente. Luka sta lavorando a una nuova canzone e le racconta alcune delle sfide che sta affrontando nel farlo.

È piacevole. Somiglia a mille altri pomeriggi che hanno speso così e al contempo le sembra una novità totale.

Quando si alzano ed è chiaro che l’appuntamento stia per finire, Chloé prende una decisione e il cuore inizia a batterle un po’ più forte.

“Tutto bene, Chlo?”

“Quasi.” Gli si avvicina di un passo. “Solo che…”

Luka piega la testa, curioso. “Cosa?”

“Non mi hai ancora baciata.”

Questo ottiene una risata sorpresa. “E se non lo facessi?”

“Allora dovrò pensarci io.” Chloé regge il suo sguardo.

“Suona come una sfida.” Luka sorride e le si avvicina. “Sei sicura?” sussurra, la voce adesso priva d’umorismo. “Non siamo obbligati.”

“Lo so.” Sono alti praticamente uguale, grazie ai suoi tacchi, quindi Chloé non ha bisogno di mettersi in punta di piedi per iniziare il bacio. Luka inclina di poco la testa, evitando che i loro nasi si scontrino, e l’accoglie schiudendo le labbra. Porta una mano ad accarezzarle il collo e la lascia lì, solida e calda. È una bella sensazione, nell’insieme. Non le cambia la vita come ha letto in mille romanzi, ma è bello.

Si separano dopo alcuni secondi e Chloé si accorge di star sorridendo. “Non male,” commenta.

“Non male,” ripete Luka. “Cercherò di non offendermi.” Sarebbe suonato più convincente, forse, se l’avesse detto con un’espressione meno luminosa.

Chloé indietreggia d’un passo. Non le dispiacerebbe sperimentare qualche altro bacio, ma avranno tempo per quello. Per adesso… “Vogliamo farlo, quindi?”

Luka la scruta divertito. “Fare cosa?”

Vuole farglielo dire a chiare lettere? Bene, allora. “Frequentarci. In senso romantico.”

Il sorriso di Luka si addolcisce. “Se vuoi,” risponde. “Mi piacerebbe provare, ma sono contento in ogni caso. Ero serio quando ho detto che amo il rapporto che abbiamo già.”

Chloé annuisce. “Proviamo. Se decideremo che è troppo strano, possiamo sempre tornare indietro. Giusto?”

“Giusto.” Luka le prende la mano e se la porta alle labbra, sfiorandola. Le guance di Chloé, traditrici, vanno a fuoco. “Ti vedrò presto, allora?” le chiede con un occhiolino.

Lei si rende conto in quel momento di non sapere nulla di come funzioni una relazione di questo tipo. Non riesce a ricordare neanche una delle commedie romantiche che ha guardato negli anni. Domani è troppo presto per rivederlo? L’incontro di oggi conta come il loro primo appuntamento, ora che ci pensa? Chloé scuote la testa. Questa linea di pensiero è ridicola; è certa che concorderebbe anche la sua psicologa. Luka non è un estraneo, e loro non sono tenuti a seguire un qualche schema astratto per frequentarsi (ammesso che simili schemi esistano). Creeranno da sé le proprie regole.

Si sta facendo tardi, però. “Passa domani da me,” propone d’impulso. “Per parlare e decidere come muoverci.”

“Perfetto. A domani, Chlo.” Luka le sorride e si gira dopo un ultimo cenno.

“A domani,” sussurra lei anche se lui non può più sentirla. Lascia passare un minuto prima di incamminarsi verso l’hotel. Rivede a mente il pomeriggio appena trascorso, dall’arrivo al parco al bacio, allo scambio che ne è seguito. Non rimpiange niente.

Una settimana fa le sembrava che il suo mondo fosse andato in pezzi. È così, in un certo senso. Ma quando si rompe qualcosa, basta ricostruirla, ed è questo che ha fatto Chloé: mischiato tasselli nuovi ai vecchi per ritrovare sé stessa.

Adesso, è pronta per una nuova avventura.







NdA

Questa storia partecipa alla Rainbow Challenge indetta dal forum Siate Curiosi Sempre e alla To Be Writing Challenge 2023 indetta da Bellaluna sul forum Ferisce la Penna. Vi invito a dare un'occhiata a entrambi i forum, se siete in cerca di ispirazione per scrivere (o per attività varie legate a lettura e recensioni)!

Non considero Chloé OOC perché la immagino maturare e redimersi nel corso degli anni, percorso che trovo molto più verosimile della direzione ridicola, assolutamente ridicola in cui la manda il canon dopo la terza stagione. :)
Ringrazio tantissimo Shireith, Sia e Sofifi per aver letto la storia in anteprima e avermi aiutata a migliorarla. 💚💚💚

Grazie per aver letto, spero che la storia vi sia piaciuta. Alla prossima,
Mari

  
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