13 maggio 2012, Marche
Irene Ricci era una super fan di Harry Potter: la sua camera era tappezzata da quindici poster tutti diversi, guardava 27 volte l’intera saga completa all'anno, aveva il computer interamente personalizzato…
Ogni sabato mattino andava a fare una passeggiata in montagna, per mantenersi in forma; un giorno (il 13 maggio, per la precisione) andò presso il confine delle Marche: la sua meta oggi era il Monte Vettore, nei pressi di Norcia.
Controllato il meteo, partì alle 9.00 in punto, portandosi dietro tutto l’occorrente: due panini, una borraccia d’acqua, tre mele e uno snack, per ogni evenienza.
Arrivò dopo un’ora, scese dalla sua jeep e si avviò verso la famosa spaccatura del Monte Vettore.
Fece un bel giro tutt’intorno, poi si fermò davanti alla spaccatura e notò che un pezzo della spaccatura si era spaccato, certo, ma si era spezzato più in profondità; lo squarcio era largo 40 cm, ossia circa la lunghezza della tibia di un adulto.
Entrò dentro lo spacco e si ritrovò in una stretta e buia galleria. La percorse con una mano che si appoggiava alle pareti della galleria. La roccia era umida.
Essendo una ragazzina di 19 anni, sgusciò facilmente (anche se alla cieca) fuori dalla galleria e si ritrovò in un ampio spazio, probabilmente una caverna.
Accese la sua torcia e vide che si trovava sulla riva rocciosa di un di un lago sotterraneo. L’aria si faceva un po’ più umida e pesante, ma non dava troppo peso a Irene.
Dopo qualche minuto di cammino e osservazione notò un enorme sporgenza nella parete di roccia dall’altra parte del lago; credette di aver visto una figura, forse umana, ma dopotutto era stanca e probabilmente si trattava solo di un’allucinazione.
Si sedette su un masso poco scivoloso e iniziò a frugare nel suo zaino; con poca fatica estrasse un panino e gustò i primi morsi. Di nuovo le parve di aver visto una persona, come uno spettro. Inquietata, decise di ritornare all’esterno, anche perchè aveva lasciato la sua jeep incustodita e voleva respirare un po’ di aria fresca: quell’ambiente iniziava ad opprimerla.
Quindi si avviò verso lo squarcio ma si ritrovò la strada sbarrata da un’essere, ora che la osservava meglio era una donna dai lunghi capelli fluenti e vestita di un abito ricco di pizzi e increspature.
La donna parlò: aveva una voce che non ci si sarebbe mai aspettati: una voce che poteva tranquillamente venire dal cuore dell’Inferno.
Disse ad Irene che aveva infranto la sacralità di quel luogo, e per ciò doveva venire punita. Allora il fantasma si avventò su di lei e quella scena fu l’ultima che Irene vide.
BHI_Hirmione