Sembrava una giornata normale al castello di Tir Asleen, quando il gran ciambellano entrò nella sala del trono e disse: - Vostre Maestà, c'è uno straniero che chiede di vedervi.
- Fatelo entrare - disse Sorsha.
Poco dopo entrò un uomo con i capelli neri e gli occhi ambrati che brillavano di una luce sinistra.
- I miei omaggi - disse il forestiero facendo un inchino.
- Chi siete? E cosa volete? - chiese Madmartigan.
- Mi chiamo Tadur e sono uno stregone. Tempo fa la regina Bavmorda, in cambio di qualche aiuto per conquistare il regno, mi promise una cosa. So che ora lei non c'è più, ma voglio comunque avere ciò che mi spetta.
- E cosa vi promise? - chiese Sorsha.
- Di farmi sposare sua figlia.
I due sovrani sgranarono gli occhi.
Tadur prese le mani di Sorsha, gliele baciò e disse: - Siete ancora più bella di quanto immaginassi!
Sorsha gli tirò uno schiaffo e disse: - Come osate?! Non mi importa niente di quello che vi ha promesso mia madre, non vi sposerei mai e poi mai!
- Anche perché è già sposata con me! - aggiunse Madmartigan.
- Oh... Capisco.
Improvvisamente Tadur fece apparire un bastone, con cui lanciò un incantesimo che pietrificò Madmartigan.
- Madmartigan! - gridò Sorsha. - Liberatelo subito!
- Scordatevelo! Adesso lo porterò a casa mia sul Monte Vrana! Avete tempo fino al tramonto per accettare la mia proposta, altrimenti di lui non rimarranno che sassolini!
E Tadur scomparve con la statua di Madmartigan.
Sorsha capì che doveva assolutamente fare qualcosa per salvare suo marito, così andò da Fin Raziel.
- Ciao, Sorsha. Qualcosa non va? - chiese la strega notando il suo sguardo preoccupato.
- Sì: uno stregone di nome Tadur ha rapito Madmartigan per costringermi a sposarlo! Sai se c'è un modo per sconfiggerlo?
- Mmm... In effetti un modo ci sarebbe: Tadur ha imprigionato la morte sulla punta di uno spillo per restare sempre giovane, ma se riuscissi a spezzarlo lui morirebbe.
- E dove si trova questo spillo?
- Si trova dentro un uovo nel becco di un'anatra sulla cima dell'albero più alto della foresta.
- Grazie!
Così Sorsha andò nella foresta per cercare lo spillo.
Dopo un po' le venne fame e quando vide un orso, prese arco e frecce per ucciderlo e mangiarlo.
- Per favore, non uccidermi! - disse l'orso. - Saprò ripagarti in futuro!
Sorsha accettò e proseguì.
A un certo punto vide un'anatra e prese di nuovo arco e frecce.
- Per favore, non uccidermi! - disse l'anatra. - Saprò ripagarti in futuro!
Sorsha accettò e proseguì.
Arrivò vicino a un fiume, dove vide un grosso luccio e cercò di infilzarlo con un bastone.
- Per favore, non uccidermi! - disse il luccio. - Saprò ripagarti in futuro!
Sorsha accettò e proseguì.
Finalmente trovò l'albero indicatole da Fin Raziel, ma era così alto che era impossibile scalarlo.
In quel momento arrivò l'orso che aveva risparmiato, che disse: - Non preoccuparti, ci penso io.
Scosse così forte l'albero che l’anatra spiccò il volo e si posò a terra.
Sorsha cercò di toglierle l'uovo dal becco, ma l'uccello lo stringeva così forte che non ci riuscì.
In quel momento arrivò l'anatra che aveva risparmiato, che disse: - Non preoccuparti, ci penso io.
Attaccò l'altra anatra con il becco e le fece sputare l'uovo, che però finì nel fiume.
In quel momento arrivò il luccio che aveva risparmiato, che disse: - Non preoccuparti, ci penso io.
Si tuffò nel fiume e riemerse poco dopo con l'uovo, che consegnò a Sorsha.
Lei ringraziò i tre animali, ruppe l'uovo, prese lo spillo e lo spezzò.
L'urlo di morte di Tadur si sentì in tutta la foresta.
Poi Sorsha si recò sul Monte Vrana, dove trovò Madmartigan libero dall'incantesimo.
Lo abbracciò e gli chiese: - Stai bene?
- Sì, ma mi sento ancora un po’ rigido.
Sorsha stette al gioco e lo baciò: - Meglio, adesso?
- Sì, molto meglio.
E tornarono insieme a Tir Asleen.