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Autore: EmilyG66    16/06/2023    0 recensioni
Vi siete mai accorti che l’akumizzazione di Marc in Inverso si sarebbe potuta evitare semplicemente con un dialogo? E avete notato che in Zombacino ad un certo punto Nathaniel sparisca letteralmente nel nulla?
Questa fanfiction narra brevemente parte delle due vicende rivisitate da me.
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Marc Anciel, Nathanaël
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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-Nathan, una persona mi ha lasciato questo per te. -disse Marinette appoggiando un quaderno di pelle nera sul tavolo dell’artista.
Nathaniel lo scrutò annoiato.
-È chi sarebbe l’autore? -
-Non posso ancora dirtelo, è un segreto. -ammise la ragazza con fare misterioso portandosi una mano alla bocca come a voler impedire ai loro compagni di udire il discorso.
-Leggilo e poi ne parliamo. -aggiunse con un gesto della mano allontanandosi poi per mettersi rapidamente a sedere al proprio posto.
 
All’uscita…
La campanella risuonò nell’edificio scolastico e il nostro artista, insieme agli altri alunni del liceo Dupont, scese le scalinate stringendo a sé il quaderno come se fosse un piccolo tesoro.
Marinette gli si fece incontro.
-Nathan! Allora, che te ne pare? -domandò una volta che il rosso l’ebbe raggiunta.
Quest’ultimo si guardò in torno insolitamente guardingo prima di parlarle.
-È davvero fantastico! Ma come l’hai avuto? -esclamò con occhi scintillanti.
La ragazza tirò un sospiro di sollievo.
-Credi davvero che sia fantastico? Oh meno male! Gliel’avevo detto a Marc di non preoccuparsi. –affermò risoluta con un gesto vago della mano alla “te l’avevo detto”.
Nathaniel sembrò perplesso.
-Marc? Scusa, ma che c’entra Marc? –chiese confuso.
-Beh l’autore è lui. -rivelò Marinette con semplicità disarmante.
-Che cosa!? -domandò incredulo il rosso sgranando gli occhi azzurro mare.
Il suo sguardo cadde sul quadernino nero che teneva stretto fra le mani, scostandolo dal proprio corpo come se l’avesse appena tradito. Dopodiché parlò.
-Ma io credevo che questo fosse l’autentico diario di Ladybug! -ammise dandogli un colpetto con le nocche della mano sinistra.
Dapprima stupita l’amica sollevò poi un sopracciglio.
-Non l’hai letto tutto? -
Un po’ colpevole Nathan rispose: -Non ne ho avuto il tempo. –
Ed era vero, aveva letto solo durante l’ora libera nel laboratorio d’arte e più tardi durante la pausa pranzo. Anche se avrebbe voluto continuare a leggere ancora.
Forse era giunto a conclusioni affrettate.
Non poteva certo sapere che le prime pagine seguivano la vicenda di Evillustrator con qualche lieve divergenza mentre i capitoli che seguivano erano opera di pura fantasia.
 
Marinette si spiegò meglio.
-Nel quaderno ci sono scritte cose che non sono realmente successe. E poi scusa; come potrei mai avere IO un diario di Ladybug? Non sono mica Ladybug ah ah. -concluse la ragazza con una risatina ironica e poco credibile portandosi nervosamente una mano dietro alla testa.
Nathaniel non lo notò, troppo intento a riflettere.
 
A ben pensarci quello che aveva appena detto Marinette era giusto, insomma come poteva aver creduto che potesse essere il vero diario il Ladybug? Non l’aveva neanche letto tutto per giunta, e che modo aveva lui per sapere se fosse vero o falso?
Sciocco da parte sua presumerlo ma Marinette aveva fatto tanto la misteriosa…e lui aveva finito col lasciarsi trasportare, forse la ragazza stava solo esagerando come suo solito.
Inizialmente il rosso aveva anche pensato che si trattasse di uno scherzo, ma il modo criptico in cui quel quadernino nero era arrivato sino a lui…
D’altronde come sarebbe finito in mano all’amica?
Avrebbe dovuto conoscere l’identità segreta della super eroina per farsi consegnare il diario, per darlo poi a lui fra tutte le persone di Parigi; uno studente qualunque per cui tra l’altro la coccinella si sarebbe anche presa una cotta.
Era un ragionamento che faceva acqua da tutte le parti.
 
Più passava il tempo più il ragazzo si convinceva che sì; si era decisamente sbagliato, e ne fu amaramente deluso e imbarazzato.
Tornò a guardare quel quaderno che per qualche ora l’aveva illuso con malinconia.
-Sì, hai ragione è stato sciocco pensarlo. -disse infine rivolgendosi a Marinette.
Sollevando gli occhi verso l’amica l’ombra di un sorriso spento fece capolino sul viso dell’artista.
Almeno aveva fatto una brutta figura solo di fronte a lei. Avrebbe dovuto essere arrabbiato con la ragazza per averlo preso in giro così, ma si trattava pur sempre di Marinette e non cel’ aveva con lei.
Capendo la situazione la ragazza prese la parola.
 
-Quindi…farai un fumetto insieme a Marc? -domandò incerta.
Nathan sembrò essere colto alla sprovvista nel ricordare che l’autore fosse effettivamente il timido ragazzo di quella mattina.
-L’hai detto tu che il suo modo di scrivere è fantastico, e se hai creduto che quel quaderno fosse davvero stato scritto da Ladybug…- Marinette si fermò attendendo una reazione da parte del compagno di classe e stavolta le labbra si stirarono appena veramente in un sorrisetto.
-È vero, Marc ha un talento incredibile. -affermò l’artista sincero pensando a ciò che aveva letto e a come l’aveva fatto sentire.
Quel ragazzo così timido, così talentuoso e così carino. Il sorriso di Nathaniel non vacillò, sì forse potevano essere amici.
-Mi piacerebbe fare un fumetto con lui. -decretò infine.
-Perfetto! -esclamò felice Marinette.
Con l’animo un po’ più leggero il rosso le porse allora il quaderno.
-Immagino di doverlo dare a te. –
La ragazza ci pensò su solo un momento allontanando poi l’oggetto con la mano e con appena un po’ di malizia nello sguardo.
-Perché non glielo restituisci tu invece. Scommetto che sarebbe molto più contento se fossi tu a darglielo e a dirgli cosa ne pensi. -confermò.
Nathaniel la osservò perplesso, sembrava sapere qualcosa che lui ignorava.
-Ho detto a Marc di aspettare alla fontana nel parco dopo la scuola, probabilmente lo troverai lì. -lo informò sorridendo sotto i baffi.
 
I giardini non erano troppo distanti dall’istituto Dupont e nonostante il bel tempo erano percorsi da poche persone.
Mentre camminava per il parco in direzione della fontana centrale Nathaniel si ritrovò a ripercorrere con la mente ciò che aveva letto in quel quaderno. Teneva l’oggetto fra le braccia tentando di associare quella scrittura al ragazzo di quella mattina.
Non ci riuscì.
Il modo in cui era scritto, i pensieri impressi sulla carta. Sembrava tutto così personale e intimo.
Dove aveva preso l’ispirazione per comporre quelle parole in frasi che erano riuscite ad ispirare persino lui dopo poche semplici righe?
 
Man mano che avanzava Nathaniel si riscoprì nervoso senza alcun motivo.
 
Giunto alla fontana una macchia rossa attirò immediatamente la sua attenzione. Non proprio una macchia ma una figura snella incappucciata in una felpa rossa che se ne stava seduta sul bordo della vasca.
L’artista prese coraggio e si avvicinò.
-Marc. -lo chiamò.
L’altro trasalì e si voltò puntando due occhi di un incredibile verde bosco dritti verso di lui.
-Nathaniel. -rispose sorpreso.
Lo osservò per un breve attimo finché non si accorse del quaderno e il suo voltò impallidì.
Per evitargli ulteriore disagio l’artista allungò una mano con il prezioso manoscritto restituendolo anche se a malincuore.
-Questo è tuo. -confermò.
-Grazie. –
Trascorse qualche minuto nel quale l’aspirante disegnatore di fumetti rimase in piedi guardandosi in torno mentre lo scrittore stringeva al petto il quaderno.
-Lo hai letto? -chiese titubante quest’ultimo osservando l’altro da sotto il cappuccio.
Nathaniel, ora con le mani infilate nelle tasche della giacca, annuì.
-Posso? -domandò estraendo una mano ed indicando il posto vuoto sulla fontana accanto a lui.
Marc diede un cenno affermativo del capo e il rosso si sedette al suo fianco. Lo scrittore si tolse il cappuccio posando il quaderno sulle ginocchia e i due rimasero in silenzio.
-E……che te ne pare? -domandò il moretto facendosi coraggio ma torcendosi le dita visibilmente ansioso.
Lo stava osservando dabbasso con occhi da cucciolo.
Nathaniel lo stupì con le sue parole.
-Penso che sia davvero fantastico! Non sapevo che avessi tanto talento. -rivelò con un amichevole sorriso.
L’altro rimase interdetto.
-Talento io? -disse indicando sé stesso con un dito smaltato di nero. -Uh…non pensi che sia…mediocre? -aggiunse poi incurvando appena le spalle e guardando di lato.
Mediocre. Chi altro se non uno scrittore avrebbe usato un termine simile?
L’artista era sempre più convinto della propria scelta.
-Niente affatto. Mi hai davvero ispirato sai? -ammise riportando completamente l’attenzione dell’altro su di sé.
Poteva già figurarsi tutti i disegni che avrebbero potuto creare insieme e continuò entusiasta.
-Il modo che hai di descrivere una scena, il carattere accattivante dei personaggi… i sentimenti di Ladybug poi sembravano veri, come se fosse realmente innamorata di me. -rivelò con una punta di divertimento.
La sorpresa sfuggì dal volto di Marc il quale indirizzò il suo sguardo altrove colpevole con le guance cremisi.
-Quindi…faremo un fumetto insieme? -volle accertarsi lo scrittore incerto riprendendo a torcendosi le mani.
-Certo. -concordò il rosso.
Estrasse dunque il telefono dalla tasca dei pantaloni viola. -Scambiamoci i numeri. –propose.
In fretta Marc appoggiò il quaderno nero accanto a sé e prese il proprio cellulare dalla tasca dei jeans.
Balbettò il suo numero di telefono e digitò velocemente quello di Nathaniel.
Quando lo scambio fu fatto l’artista riprese la parola.
-Che ne dici di vederci domani mattina prima delle lezioni? Così buttiamo giù qualche idea. Posso portare la colazione. -ipotizzò con una naturalezza a lui ancora sconosciuta.
-Sì, ci sto! -rispose d’altro canto il moro con forse troppo entusiasmo ma che contagiò inevitabilmente anche Nathaniel.
-Perfetto! –
I due si sorrisero a vicenda.
  
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