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Autore: Feathers    25/06/2023    1 recensioni
« Steve scosse il capo. "No, Eddie, grazie. Ti giuro, mi fa venire una voglia matta di andare da qualcuno e farmi fare un succhiotto enorme e passarle accanto e salutarla in modo che lo veda!" Gesticolò con fare nervoso.
Eddie scoppiò in una risata fragorosa. "Oooh, se vuoi io sono disponibile, eh!" disse col tono più ironico al mondo.
Steve rise più forte di lui, divertito. "Mi sembra perfetto! Ho la soluzione, adesso." rispose allo scherzo, e si chinò di nuovo sulla rivista. »
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Eddie Munson, Steve Harrington
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note dell'autrice: lo so, lo so, non ve l'aspettavate da me, vero? Sorpresaaaa! Sì, nonostante la Hellcheer sia la ship del mio cuore sopra tutte le ship mai avute nella mia vita, sono una multishipper. Dedico questa storia a berettha (non so come si tagghi su efp uffa) che mi ha influenzata con le ship. Buona lettura uu


"Cos'è quella faccia sconsolata, Harrington?" Eddie smise per un istante di raccattare cose dal tavolo in cui lui e l'Hellfire Club avevano giocato tutto il pomeriggio.
"Eh? Non ho la faccia sconsolata, io." Steve si schiarì la gola, e continuò a sfogliare la rivista trovata lì. Nessuno si era ricordato a chi appartenesse durante la partita, eppure era abbandonata per terra nel luogo in cui i ragazzi giocavano sempre a Dungeons & Dragons. Steve e Nancy erano stati gli ospiti d'onore per tutta la partita, e adesso era rimasto solo lui, che avrebbe scroccato un passaggio a Eddie per tornare a casa. Sfogliò un'altra pagina, e si soffermò su una modella in posa che aveva la stessa capigliatura di Nancy Wheeler.
Eddie lo occhieggiò, esitante. "È per lei, vero?"
Steve si girò. "No. Non sono più innamorato di Nancy."
"Non ho nemmeno detto chi e tu subito Nancy di qua, Nancy di là, Nancy Nancy Nancy..." Eddie reclinò ritmicamente il capo a destra e sinistra, mentre ripeteva quel nome con voce storpiata finché non perdeva il suo senso. Si tolse la maglia dell'Hellfire Club, mettendo in bella mostra i tatuaggi, e indossò un tank top decisamente più leggero.
Dall'altra parte arrivò uno sbuffo e una finta occhiataccia, e poi ci fu una lunga pausa di silenzio. "Non sono più innamorato di lei. È che... mi fa innervosire con i suoi atteggiamenti ambigui. L'hai vista, prima?"
Eddie lo fissò, e sbatté le palpebre. "Mentre gioco io entro nel mio universo di fantasia, non mi accorgerei nemmeno di una bomba che esplode. Quali atteggiamenti?"
"Beh, uh... si comporta come se mi volesse. Tu stesso lo hai detto tempo fa, no? E a tratti sembra perfino gelosa di Robin. Di Robin! Però in realtà non mi vuole sul serio, capisci? Io... io mi sento preso per il culo."
"Mh." Eddie giocherellò con una caramella gommosa, la scartò e se la infilò in bocca. Fece segno di voler lanciare il pacchetto in direzione dell'amico. "Vuoi?"
Steve scosse il capo. "No, Eddie, grazie. Ti giuro, mi fa venire una voglia matta di andare da qualcuno e farmi fare un succhiotto enorme e passarle accanto e salutarla in modo che lo veda!" Gesticolò con fare nervoso.
Eddie scoppiò in una risata fragorosa. "Oooh, se vuoi io sono disponibile, eh!" disse col tono più ironico al mondo.
Steve rise più forte di lui, divertito. "Mi sembra perfetto! Ho la soluzione, adesso." rispose allo scherzo, e si chinò di nuovo sulla rivista.
Eddie sospirò, e parve sollevato. Probabilmente aveva sempre timore di fare quel genere di battute, in particolare a chi sapeva della sua sessualità. Il sollievo non durò a lungo, però, perché dopo una manciata di secondi Steve divenne tutto serio, e si voltò a fissarlo, la rivista chiusa sulle sue gambe. "Uhm. Stavi solo... scherzando, no?"
A Eddie andò quasi di traverso la caramella. "Ovvio! Ma ti pare!?"
"Okay, okay... chiedevo." Steve sollevò i palmi, e il giornalino scivolò giù dal suo grembo. Fissò il giovane, concentrato per un istante - ma solo per un brevissimo istante - sulle braccia lievemente muscolose evidenziate dal tank top dei Black Sabbath. "No, sai... perché in fondo in fondo non è proprio... insomma. Non è-" Si bloccò, perché Eddie aveva improvvisamente puntato lo sguardo scuro sul suo frantumando ogni briciola del suo coraggio.
"...non è proprio cosa? Non ti sarai mica offeso, vero Harrington? Non volevo-"
"Nooo! Assolutamente. È che..." Steve distolse lo sguardo. "...non... non è poi... non è poi una cattiva idea. La tua. Voglio dire, è... è..." Magnifico, l'aveva detto. Adesso era arrivato a un punto di non ritorno. Non poteva più tirarsi indietro. Ma come cazzo gli era saltato in mente?
L'altro corrugò la fronte, e si sedette sul tavolo con un balzo, in modo del tutto scomposto. "Cioè?"
Steve inspirò, rosso fino alle orecchie. Cercò di riparare. "Sì, insomma... uh, sai... chiederlo a una tipa a caso come favore sarebbe... strano, e... ed è raro che una ragazza ti faccia un succhiotto di sua spontanea volontà, almeno nella mia esperienza. Invece chiederlo a un amico sarebbe meno... imbarazzante."
Eddie sollevò un sopracciglio. "Meno imbarazzante?"
Steve si strinse nelle spalle larghe. "Uh. Sì."
"Eppure ti ho visto diventare di dieci colori diversi nel giro di pochi secondi."
"Stronzate! È quasi buio, non potresti vederlo. E io sono rilassatissimo."
Eddie ridacchiò, e scese con un balzo. Marciò verso di lui, e gli si sedette accanto. "Per me non è un problema. Ma in cambio voglio assolutamente vedere anche io la sua reazione, o quantomeno averne un resoconto molto dettagliato. Sono più pettegolo di quello che sembra." mormorò.
"Mi faresti questo favore, veramente?"
"Questo e altro! Siamo grandi amici, ormai, superata la fase in cui ti ho sbattuto al muro tentando di accoltellarti." Eddie gli fece l'occhiolino.
Steve si mise due dita sulla fronte, e smise di guardarlo. "Però... non deve saperlo nessuno, hm? In particolare Henderson."
"Ma per chi mi hai preso!? Okay che non sto mai muto, ma non sono così coglione."
"Okay, okay. Gesù, non posso credere di starti chiedendo una roba simile."
"Beh, è evidente che nessuno può resistere al mio fascino, nemmeno gli etero." scherzò lui.
Steve rise, e poi emise un sospiro tremolante. Si abbassò il colletto ed espose il collo, sentendosi completamente ammattito ma eccitato al contempo. "Su, fai il tuo dovere."
Eddie fissò il suo profilo a lungo. Gli sfiorò il collo con il pollice. "...ti va bene qui...?"
Steve trasalì, sorpreso dall'effetto che gli fece quel semplicissimo tocco. "Hm hm... dove vuoi."
"Okay. Vado."
Eddie strisciò sulla sedia per avvicinarsi meglio, tanto che premette la gamba sulla sua, catturò un lembo di pelle fra le labbra, e lo succhiò. Steve non avrebbe saputo descrivere quella sensazione in modo adeguato; le sue labbra erano tiepide, morbide, ma al contempo voraci. Il sentore di erba, birra e dopobarba gli stuzzicò le narici, e non aveva nulla a che vedere col suo profumo di costosi prodotti per i capelli. Si morse la lingua per evitare di emettere anche il più piccolo gemito. Nella sua percezione, ci vollero pochi secondi affinché finisse ed Eddie si spostasse. Troppo pochi.
Sbatté le ciglia, sopraffatto. Cosa diamine stava facendo? Chiedere a un tuo amico di farti un succhiotto per farlo notare alla ragazza che ti piace sarebbe dovuta essere una situazione dal gusto più comico, quasi una sorta di barzelletta. Avrebbe dovuto farlo morir dal ridere. Eppure, lui non aveva alcuna voglia di ridere.
Ne voleva ancora. E ancora.
Si voltò lentamente, sforzandosi di apparire rilassato e indifferente. "È... è abbastanza evidente?"
"Non tanto. Ne vuoi un altro?" Gli parve di captare un luccichio strano nelle pupille di Eddie.
"Sì... per sicurezza, magari. Sai, devono vedersi per bene anche a distanza." Si maledì per essersi lasciato sfuggire un sorrisino.
Eddie si chinò di nuovo. Piazzò la bocca poco sotto il suo orecchio, e succhiò con maggior vigore, quasi come se avesse voluto mangiarselo vivo. Questa volta, due grugniti bassi fuggirono dalla gola di Steve. Pregò che lui non notasse la pelle d'oca che aveva su ogni centimetro del braccio nudo, o peggio la mezza erezione sotto i pantaloncini. Quella poi. Non stava mica immaginando che a riservargli quelle attenzioni fosse una ragazza. La sua mente e il suo corpo sapevano perfettamente che si trattava di Eddie Munson, lo svitato. Non aveva alcun motivo di avere un'erezione, no?
Eddie si scostò con un delizioso suono umido, e parve strusciargli piano le labbra sul collo e sul lobo.
Steve non lo respinse. Ansimò appena in segno di approvazione, nella speranza che lui continuasse e che non fosse tutta una sua impressione, ma lo sentì smettere quasi subito. Lo guardò.
L'espressione di Eddie era a metà nascosta dal buio, il suo respiro era pesante. "Che ti prende, eh bambinone...?" Steve si sentì tremare le mani e deglutì, fissando quello sguardo nero, quel sorrisetto che gli increspava la bocca soffice, i ricci attorno al viso.
Non rispose.
Invece si fiondò sulle sue labbra.
Eddie lo afferrò immediatamente per la maglietta e rispose al bacio, tirandolo verso di sé con una tale veemenza che quasi caddero dalle sedie. Gemette di piacere mentre gli mordeva il labbro inferiore, e riprese a baciarlo, e cercò la lingua con la sua. Steve chiuse gli occhi. Si sentiva girare la testa. L'accenno di ricrescita della barbetta di Eddie gli pizzicò il mento, e lo trovò addirittura piacevole. Piegò la testa, in cerca di un'angolazione migliore, cercando quasi di fondersi con lui, e rallentò il ritmo. Si godette il sapore dolciastro della caramella, del fumo e poi qualcos'altro di meraviglioso che doveva essere solo suo.
Le dita di Eddie gli sfiorarono la nuca, incerte. "Posso toccarti i capelli...? O rischio di intaccare la loro perfezione?"
Steve sbuffò una risatina. "Fai pure."
"Che onore..." Eddie lo accarezzò e salì su, a fargli un grattino sulla testa. Appoggiò la fronte alla sua. In quel momento esatto, a nessuno dei due fregava un corno di trovare il senso di ciò che stavano facendo. Erano immersi in quel maremoto di passione improvvisa e violenta.
Steve adagiò la tempia sulla sua spalla, e respirò l'odore un po' acre del suo tank top nero, e iniziò a elaborare il tutto. Aveva baciato un ragazzo. Un ragazzo che ormai da tempo era diventato un suo caro amico. E non era stato un bacio innocente né scherzoso, niente affatto. Non riusciva ancora a digerire quella nozione. Rimase in quel modo per un bel pezzo, finché Eddie non parlò. "Vuoi... vedere i succhiotti...?"
"Perché l'ho fatto?" mormorò Steve, senza rispondere alla sua, di domanda. Il suo tono era strano, carico di sensi di colpa.
Eddie rimase immobile, e poi allungò una mano per accarezzargli le spalle con fare rassicurante. "Uh. Magari era... una voglia del momento. Non necessariamente significa qualcosa. Non... preoccuparti." Il suo tono era diverso, invece. Era... triste, deluso?
"Non mi preoccupo." Steve si scostò piano, senza osare guardarlo. Si alzò e frugò nel marsupio. Tirò fuori uno specchietto. "Vediamo questi succhiotti."
"Ti porti uno specchietto in giro? Sai, ho cambiato idea sulla voglia del momento. Sei più gay di me."
"Ma stai zitt- Cristo! Ma che sei, un leone?" Ammirò le due vistose chiazze bordeaux sul suo collo. "Sono perfetti."
"Mi hai detto tu che dovevano essere evidenti. Nancy darà di matto dalla gelosia. Vedrai." Eddie ghignò e si alzò. Afferrò le chiavi del van. "Beh. Hai bisogno di un passaggio, giusto?"
"Sì. Grazie." mormorò Steve, rimettendo lo specchietto nel marsupio. Sbirciò il giovane di sottecchi.
"Comunque... uh..." disse Eddie.
"Sì?"
"Te lo dico... insomma, da amico. E non dipende affatto da quello che è successo adesso, lo giuro. Non ridere! Lo giuro. So cosa ho detto su Nancy e sul fatto che credevo che ti amasse eccetera, però non so. In effetti da quel che mi dici non è... proprio... una bella cosa. Cioè, il modo in cui si comporta."
L'altro ragazzo lo fissò.
"Quello che voglio dire è... che... boh, forse sono l'ultimo che può dare consigli in amore visto che la mia vita sentimentale non c'è quasi mai stata." Eddie gli lanciò un sorrisetto sbilenco. "Però. Però secondo me tu... tu meriti qualcuno che... che non hai bisogno di fare ingelosire. Capisci?"
Steve si grattò la nuca, e si allacciò il marsupio alla vita. In effetti aveva ragione. Non si era mai davvero dimenticato di Nancy - nemmeno quando aveva avuto quella cotta per Robin - e non sapeva se ci sarebbe mai davvero riuscito. Faceva ancora male. Bruciava ogni singolo giorno come la lava di un vulcano. Lei continuava a popolare i suoi sogni futuri, e la immaginava circondata dai suoi cinque o sei cucciolotti di Harrington, tutti a fare meravigliose gite il fine settimana. Eppure sì, la parte razionale di lui sapeva che era del tutto inutile andarle dietro. Nancy voleva Jonathan; era tornata da lui ogni singola volta che ne aveva avuto l'occasione. Era la dura realtà, e prima o poi avrebbe dovuto accettarla. Guardò Eddie, annuì e accennò un sorriso, trattenendo quello spaventoso impulso di piombare di nuovo fra le sue braccia. "Sì. Lo so. Grazie, Ed."
   
 
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