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Autore: Fiorbello97_    27/06/2023    0 recensioni
L'incontro tra Evelyn Dave e Jin Kazama sembra essere avvenuto per motivi ad oggi sconosciuti.
Proprio durante lo svolgimento del più grande torneo di Arti marziali miste.
Il "King of Iron Fist Tournament".
Cosa legherà questi due giovani partecipanti?
Lei, una ragazza che non ricordava nulla della sua vita passata, di cui non voleva nemmeno provare a ricordare qualcosa.
Tutto quello che desiderava era vivere una vita "normale", un desiderio semplice ma ben lontano da quello che era la sua "vera realtà".
Una realtà che avrebbe preferito tenere nascosta per sempre, ma sapeva che non sarebbe mai stato possibile.
Il potere, di cui il suo corpo e la sua mente ne erano i custodi, stava per destarsi.
E dall'incontro Jin, anche lui erede di un potere più oscuro, stava per adempiersi la volontà di entità e forze arcane.
Genere: Avventura, Azione, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Asuka Kazama, Heihachi Mishima, Jin Kazama, Kazuya Mishima, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Heihachi Mishima è morto." Il CEO della Mishima Financial Group é venuto a mancare giá da una settimana. Rimangono ancora un mistero le cause del decesso. La notizia che stava passando dalla radio della macchina catturò la mia attenzione. Non sapevo granché in realtà di questo uomo, se non che era il direttore di una delle più grandi aziende in Giappone. Aziende di quel genere, esistevano giá un pò di tempo. Erano conosciute non solo per l'aspetto economico che ricoprivano ma anche per l'attenzione che dedicavano verso i desideri delle persone comuni, che esaudivano attraverso campagne benefiche o iniziative di genere collettivo. Desideri, e anche esigenze, che ormai i governi e realtà religiose, che tutt'oggi governano il nostro mondo, non sapevano più accontentare. Le persone prive di fede e di una guida che sapesse governare, fecero nascere molto presto un malcontento generalizzato. Che fortunatamente non modificò del tutto la vita di ciascuno di noi, che procedeva ugualmente, e così lo era anche per me. Ma non mi andava di pensare o commentare una notizia del genere, mi interessava poco, oltre ad essere un argomento di discussione estremamente prolisso. Allungai la mano verso la radio premendo l'apposito tasto per spegnerla. Poi mi specchiai nello specchietto retrovisore soffermandomi sui miei occhi, blu scuro. Tipici di una ragazza giapponese, no? Uscì dalla macchina, chiudendo dietro di me la portiera, dove poi mi appoggiai con la schiena. Il mio sguardo si soffermò sul mio abbigliamento: dei jeans chiari, un paio di scarpe blu e una maglietta bianca dove ricadevano all'altezza del seno, alcune ciocche castane scure. Il mio sguardo si soffermò successivamente sull'edificio dalle tinte grigie che stava di fronte a me, dove a separarmi dalla strada, c 'era un grande cortile. Era la scuola superiore di Osaka, dove mia sorella stava frequentando l'ultimo anno. Quel pomeriggio, purtroppo, mi toccava andare a prenderla all'uscita della scuola, dato che aveva rotto, per l'ennesima volta, la bicicletta con cui solitamente si spostava. Alle 14 esatte sentì una melodia risuonare, era la campanella che segnava l'orario della fine delle lezioni, e in pochi minuti alcuni studenti iniziarono ad uscire dalla struttura, passando in mezzo al grande cortile e da lì a poco vidi venirmi incontro una ragazza, mia sorella, Asuka Kazama. Nonostante i 5 anni di differenza che ci separavano, era mia sorella più piccola, ci assomigliavamo esteticamente solo dalla testa, entrambe con i capelli castani, lei dal taglio più corto e un ciuffo lungo sempre scompigliato che la contraddistingueva da me, che erano decisamente più lunghi e con i ciuffi che ricadevano lateralmente sul viso. Invece, fisicamente, lei era più bassa rispetto a me, ma per sua fortunata, aveva delle forme, che sebbene lei ignorasse l'importanza, non passavano inosservate. E la divisa che indossava non le valorizzava era semplice composta da: una camicetta a maniche corte, un maglioncino giallo con il logo della scuola, una gonna alla marinara blu e dei mocassini neri. «Lyn! » Mi chiamò con il mio soprannome. Evelyn non era sicuramente un nome comune giapponese, ma non mi dispiaceva. Quando arrivò vicina a me, mostrandomi un sorriso smagliante, le risposi, con un ghigno divertito sul viso. « Ciao Tettona! » Al mio saluto l'espressione felice di mia sorella svanì, apparve subito confusa poi, digrignando i denti, strinse la mano destra in un pugno, che mirò intenzionalmente verso di me. « Ma smettila! Non cominciare pure tu! » Vidi arrivarmi il pugno a pochi centimetri dalla mia faccia, ma con fermezza le bloccai il polso, tirandolo verso di me per poi spostarmi immediatamente di lato e con forza, deviai il colpo, che finì esattamente sul cofano della macchina. L'impatto generò un rumore rotto ma non assordante, che non era provocato dal pugno, per quanto forte potesse essere stato, ma per via del corpo di Asuka che inevitabilmente, aveva perso l'equilibrio e che ora stava accasciato sulla carrozzeria. Non ci diedi subito importanza ma appena la guardai meglio, iniziai a preoccuparmi... Avevo messo decisamente troppa forza. Provai a scuotere leggermente il suo corpo per vedere se reagisse e per fortuna la sua occhiataccia mi fulminò. « Tu sei tutta scema! A momenti mi rompevo il collo! » Si lamentò, esageratamente, ma a ragione veduta. Non avevo ponderato la forza e potevo farle davvero male, mi limitai a fare spallucce. « Dai, stavo scherzando! » La schernì, molto velatamente, a dir la verità la scena appena successa mi stupì. Non era da mia sorella attaccarmi direttamente per poi non sapere come contrattaccare, perdendo anche l'equilibrio. Certamente, un paio di ore in più di allenamento non le avrebbe fatto male. « Muoviti a salire in macchina. Papà ci aspetta al Dojo. » Aggiunsi aprendo la portiera, e dopo essermi seduta sul sedile, accesi il motore della macchina. Asuka si sedette nel lato guidatore accanto, sentendola protestare per quel che era appena successo. La ignorai intenzionalmente, e accesi nuovamente la radio, che si sintonizzò sulla stazione che stavo ascoltando prima.
   
 
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