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Autore: Alex Ally    28/06/2023    1 recensioni
Conosciamo tutti la storia dei nostri eroici ninja stavolta però racconteremo la storia di altri eroi.
Coloro che gli hanno precedutto.
vedremo le origini della generazione di maestri elementari che hanno precedutto i ninja:
I poteri elementari sono un dono, ma anche un fardello.
La vita di coloro che gli possiedono sta per cambiare, ma anche per i figli del Primo Maestro di Spinjizu si prospettano cambiamenti davanti a loro.
Riuscirano a far fronte alle nuove difficoltà che incontraranno?
E se questo non fosse altro che solo l'inizio?
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Lord Garmadon, Misako, Ray, Sensei Wu
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo due: Fulmine.

In lontananza si sentiva il rombo dei tuoni avvicinarsi segnale del fatto che doveva fare in fretta altrimenti qualcuno sarebbe riuscito trovarla.
Mise i suoi ultimi vestiti nel borsone prima di lanciare un'ultima occhiatta alla stanza in cui aveva dormito per tutta la sua vita, le foto, i suoi disegni... i suoi sogni. Si stava lasciando tutto alle spalle e anche se le spezzava il cuore non aveva alternative non dopo ciò che aveva fatto.
Non aveva il coraggio di guardargli di nuovo in faccia, forse era una codarda, ma stava faccendo tutto questo per il loro bene, per evitare di far di nuovo loro del male.
In punta di piedi scesse le scale scricchiolanti e usci di casa, si fece forza in modo da non guardarsi indietro perchè se l'avesse fatto sapeva che non sarebbe riuscita ad andare fino infondo.
“Addio.” penso mentre si metteva a correre proprio in quel momento un fulmine sguarccio il cielo segnando l'inizio della tempesta.

Completamente fradica Libby si mise a sedere sotto un albero in modo da ripararsi dalla pioggia battente, non sapeva ancora per quanto tempo avrebbe camminato cosi senza una meta e doveva ammettere che forse poteva pianificare meglio la sua fuga invece di scappare subito d'impulso.
“Libby, ma quando imparerai.” si rimprovero tirando fuori dalla borsa uno dei panini che si era portata dietro. Dopo aver finito di mangiare si chiese se i suoi genitori si fossero già accorti della sua assenza, probabilmente stavano ancora a dormire, ma appena si fossero svegliatti avrebbero di sicuro datto di matto per la sua assenza e di sicuro l'avrebbero cercata. Ma Libby aveva tutte le intenzioni di non farsi trovare, era troppo pericolosa per poter star vicino alla sua famiglia non avrebbe sopportato l'idea di ferirla di nuovo.
Ancora non capiva cosa fosse successo, come aveva fatto.
Quelle scariche eletriche che aveva creato, ma che non era riuscita a controllare erano un mistero. I suoi né sapevano quanto lei, ma avevano comunque cercato di rassicurarla sul fatto che non aveva fatto niente di male e che avrebbero trovato una soluzione.
Libby la soluzione l'aveva trovata da sola: scappare il più lontano possibille dove non avrebbe potutto ferire nessuno.

Quando apri gli occhi notò che la pioggia si era fermata e che il sole brillava alto nel cielo, evidentemente si era addormentata senza nemmeno accorgersene. Si alzo e torno a camminare alla ricerca di un posto dove cambiarsi almeno i vestiti che indossava visto che era fradica fino all'osso.
Dopo almeno un'altra ora di cammino trovo ciò di cui aveva bisogno, una piccola locanda dalla qualle si alzava anche un buon profummo di cibo, per fortuna Libby era si stata molto impulsiva nella sua decisione, ma si era anche portata dietro quasi tutti i suoi risparmi quindi almeno per qual giorno non avrebbe di nuovo dormitto all'aperto.
Si diede una sistemata come meglio potè, probabilmente sembrava una barabona dopo la notte che aveva passato, ma in ogni caso si fece coraggio ed entro nella locanda.
L'interno era abbastanza umile e ricordava a Libby la sua casa, cosa che le fece stringere il cuore.
Scaccio quei pensieri e andò alla reception, lì dietro al bancone c'era una donna anziana che sembrava uan di quelle nonne uscite dalle favole.
«Buongiorno sei qui per l'annuncio?» chiese la donna guardandola.
«Annuncio?» domando Libby non capendo.
«Si, per lavorare qui.» continuo la donna. «La paga non è molto alta, ma posso offrirti vito e alloggio.»
Libby sgranno gli occhi, se avesse accetato di lavorare qui allora avrebbe avuto un posto dove stare ed era anche abbastanza lontano da casa sua per evitare che i suoi genitori la trovassero.
Non poteva credere alla fortuna che aveva avuto.
«Si, sono qui per il lavoro.» disse Libby sorridendo.
«Bene cara allora se mi dici il tuo nome puoi anche iniziare subito.» continuo la donna.
«Il mio nome è Libber, ma tutti mi chiamano Libby.» rispose lei mettendosi una ciocca castana dietro l'orecchio.
  
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