“England, you’re back!” Inghilterra aprì le braccia per accogliere la piccola colonia, che gli era corsa incontro. Gli era mancato tantissimo in quei mesi in cui non aveva potuto vederlo ma, non appena gli fu vicino, scomparve dalla sua vista. L’ambiente si scurì, lasciando Inghilterra nella confusione più totale.

“Tredici Colonie! Tredici Colonie, dove sei?” lo chiamò, preoccupato.

“Non sono più Tredici Colonie, England” quella voce gelida fece preoccupare ancora di più la nazione, che presto si trovò davanti un ragazzo vestito con una divisa militare blu e un moschetto puntato al petto.

“Non sono più tuo fratello. Voglio la mia indipendenza, come Stati Uniti d’America”. Il cuore di Inghilterra si spezzava sempre di più a quelle parole, ritrovandosi a piangere calde lacrime. La pioggia cadeva, così fitta da non lasciarlo respirare. Era troppo per lui.
 


Inghilterra si svegliò di colpo, tirandosi su a sedere nel letto. Cercava di fare respiri profondi, il cuore che gli martellava nel petto. Non riusciva a respirare.

Si portò una mano alla bocca, per coprire un lieve colpo di tosse: il palmo si macchiò di sangue. Sentiva quel sapore metallico in bocca e nel naso, a riempigli la gola. All’inizio, Inghilterra si spaventò ancora di più, salvo girarsi verso la sveglia digitale che teneva sul comodino e calmarsi. Era il primo di luglio, l’inizio del suo calvario personale. Erano secoli che ogni luglio era costretto a letto dal dolore. Odiava l’estate perché ogni anno la sua salute peggiorava in quel periodo, costringendolo a prendere tutti quei medicinali solo per poter stare seduto alla scrivania a lavorare. Si era abituato a quei risvegli dall’odore metallico.

Mentre si puliva le mani e il naso, gli tornò in mente quell’incubo. La ragione per cui soffriva ogni primo luglio. Abbandonata, vicino a quella sveglia, stava una lettera, con al suo interno un invito. Era stato l’ultima cosa che Inghilterra aveva letto la sera prima: l’invito al compleanno di America. Era da 50 anni che ogni anno ne arrivava una ma lui non si era mai presentato. All’inizio, lo aveva trovato uno scherzo di cattivo gusto ma col tempo, aveva cominciato a pensare seriamente se partecipare o meno. Ma anche ad aver voluto andare, non avrebbe potuto per causa di quei dolori. Una volta sola c’era riuscito, regalando ad America una campana ma il prezzo era stato svenire dai dolori il giorno dopo e riprendersi dopo tre giorni. Non voleva più provare una cosa simile.

Inghilterra sospirò, lasciandosi cadere sul letto. Si chiese se America si accorgesse della sua assenza alla sua festa. Se lo chiedeva spesso ma non aveva mai avuto il coraggio di affrontare America direttamente, finendo col restare con la domanda delle vere intenzioni della nazione. Spediva quelle lettere per divertimento oppure perché gli mancava? Inghilterra sperava, in fondo al cuore, che fosse un tentativo di riavvicinamento, dopotutto America era sembrato molto colpito dalla sua presenza quell’unica volta.

“Forse dovrei mandargli almeno un regalo” si disse, tossendo. Prese le sue medicine e si girò su un fianco, finendo per riaddormentarsi. Pensare a cosa avrebbe regalato ad America lo distrasse abbastanza non fargli sentire le fitte di dolore. L’unica cosa a cui voleva pensare era l’espressione felice che America avrebbe fatto vedendo il suo regalo.







Piccolo Angolo dell'autore
Ebbene si, breve ma intenso. Non potevo mancare questa magnifica prompt week!

Spero di riuscire a scrivere ancora di più i prossimi giorni, ma intanto ecco il giorno 1 - Primo di Luglio!