Serie TV > Versailles
Ricorda la storia  |      
Autore: Diana924    04/07/2023    0 recensioni
Non si sarebbe dovuto fidare, lo sapeva bene.
piccola OS monchevy ambientata dopo la terza stagione
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chevalier de Lorraine
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Autore: Diana924
Fandom: Versailles
Titolo: Je n'en fais qu'à ma tête
Personaggi: Philippe d'Orleans, Philippe de Lorraine-Armagnac, chevalier de Lorraine
Rating: NC13
Note: sia messo a verbale che Philippe de Lorraine NON ERA biondo ma moro, la serie lo presenta biondo ma NON ERA biondo
Note2: ambientata dopo la fine della terza stagione, poco dopo in quanto la timeline è sempre il 1683 e si parla della famosa "consorteria"
Note3: scritta per il LOCKtober di landedifandom 2022
Note4: la sottoscritta da oltre 10 anni definisce il cavaliere di Lorena come "Lorraine" e non sarà una serie tv a farle cambiare idea, sia chiaro



 

Non si sarebbe dovuto fidare, lo sapeva bene.

Fidarsi di lui gli aveva portato solo dolore, rancore e risentimento ma allo stesso tempo non riusciva a farne a meno. Come fosse possibile che la persona che più amava fosse quella che più gli aveva fatto del male non lo sapeva. Era diverso da quello che accadeva in famiglia, lì conosceva perfettamente il suo ruolo e aveva avuto occasione di vedere le conseguenze dell’ambizione di suo zio, le aveva sperimentate sulla propria pelle da bambino. La fuga da Parigi nel cuore della notte, un letto solo per il re, il cibo razionato e i loro abiti che cadevano a brandelli, il timore di essere inseguiti, le cannonate dalla Bastiglia.

Ricordava tutto e per questo aveva scelto di adeguarsi al sentiero tracciato per lui, anche se era consapevole di essere migliore di Deodato, lo era sempre stato. E anche per questo inizialmente si era fidato incondizionatamente di Lorraine, perché l’altro sapeva lusingare il suo ego mentre lo depredava, labbra di miele e mani rapaci che aveva sempre sovvenzionato, fin troppo consapevole di come tutto fosse sbagliato per loro. Eppure si fidava di quelle parole dolci come il miele e di quelle mani che sapevano accarezzarlo sensuali come nessuno aveva mai fatto. Nella penombra delle sue stanze aveva scoperto quanto fosse dolce lasciarsi amare, cedere completamente a quel desiderio e per una volta lasciarsi andare, essere l’amato e non l’amante come aveva fatto con i mignons precedenti.

E aveva creduto davvero che Lorraine lo amasse. Erano la prova che si poteva superare l’antica rivalità tra le loro famiglie, che i Guisa avevano ormai accettato l’ascesa dei Borbone e che il discendente di Carlo Magno non aveva alcuna difficoltà ad amare il discendente di San Luigi. E invece non era mai stato così.

Qualche piccolo tradimento lo aveva messo in conto, nemmeno lui era mai stato fedele e non solo perché era sposato e voleva assolutamente un figlio maschio per evitare che quello che aveva conquistato tornasse alla corona, ma una cosa era un tradimento del cuore e un altro un tradimento politico. E Lorraine lo aveva tradito in entrambi i modi e se sul primo poteva passarci sopra, sapeva bene che come tutti quelli della sua famiglia non era facile d’amare, sul secondo non poteva transigere, tradirlo politicamente voleva dire tradire la Francia, era alto tradimento quello ed era punibile con la morte, esattamente com’era accaduto a Beatrix anni prima.

Eppure continuava a fidarsi, sotto il cielo stellato l’altro sapeva incantarlo come nessuno, parole ammalianti e mani devote che lo imprigionavano in una rete in cui erano entrambi strettamente avviluppati al punto da non riconoscere più chi fosse il dominante e chi il dominato.

<< Non dovresti fidarti di me così, non dopo tutto quello che c’è stato tra noi >> lo mise in guardia Lorraine, come se fosse idiota. Se lo ripeteva ogni volta ma alla fine ci ricadeva sempre, Lorraine era l’unico amante di cui non era disposto a fare a meno. Poteva rinunciare ad Effait, a Chatillon, a Beauvron e a tutti gli altri ma non a Philippe de Lorraine – Armagnac, quello sarebbe stato troppo da chiedere.

<< E infatti non mi fido, non mi sono mai fidato di te >> ammise anche se quella in parte era una menzogna, non avrebbe dovuto farsi convincere a partecipare a quella riunione, era un rischio troppo grosso per lui, lui si che aveva realmente qualcosa da perdere.

 << Eppure mi hai amato >> lo provocò Lorraine prima di sfiorargli il volto con le dita. Sospirò e si godette per un istante quella carezza, sarebbe stato tutto così facile se quella volta Deodato fosse realmente morto o se non fosse nato figlio e nipote di re.

<< Eppure ti amo >> lo corresse prima di baciarlo. Lorraine rise e ricambiò il bacio, prendendone le redini quasi subito, come sempre.

<< E allora vieni mio principe, venite Monsieur e dimenticate il vostro nome e il vostro rango tra i vostri simili >> gli propose Lorraine. Era sicuro che avesse già partecipato a quelle riunioni e ora… doveva solo sperare che non lo riconoscessero col favore della notte ma era un’utopia di cui era ben troppo consapevole.

<< No. Come noi non c’è nessuno >> si limitò a dire prima che l’altro ghignasse e si appoggiasse ad un albero perché lui potesse baciarlo a suo agio, che follia stava per fare ma con Lorraine e per Lorraine avrebbe fatto di tutto, ne era sempre stato sicuro.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Versailles / Vai alla pagina dell'autore: Diana924