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Autore: Sumyaas    04/07/2023    0 recensioni
Raccolta di storie brevi, momenti di vita e ricordi passati.
Scrivo di diversi personaggi.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le ruote sfrecciano sulla strada sterrata, una coltre di fumo si innalza al mio passaggio, lo scricchiolio dei sassi e il vento forte tra i capelli, mi accompagnano in questo mio percorso serale.

Il cielo sta finalmente trasformandosi, il rosso acceso e l’arancione si mescolano, creando una danza sopra alla mia testa, sono avvolta da diverse sfumature, la campagna di Hawkins mi permette di godere di questa splendida visione, intorno a me un campo di girasoli, per un istante posso quasi fingere di trovarmi in una cittadina Olandese, lontana da questa città che ormai conosco come le mie tasche.

Questi campi sconfinati mi ricordano la mia infanzia, quando io e mio padre giocavamo tra i fiori in Oregon, intorno a noi la natura in tutto il suo splendore, a pochi passi da noi Lost Lake, con le sue acque cristalline e la freschezza delle sue onde, facevamo spesso il bagno nelle notti d’estate più calde, quando mia madre ancora sorrideva, serena e placida, amante dei viaggi e delle scoperte, giravamo tutto il paese, lasciandoci sorprendere dalle infinite possibilità della terra, senza mai guardarci indietro.

I miei genitori hanno sempre viaggiato tanto, fin da ragazzini hanno capito che il loro posto era il mondo, senza limiti né confini, sul loro furgoncino hanno visto tramonti che io posso solo immaginare. Se una cosa i miei genitori hanno saputo fare bene nel corso della loro vita, è stato amarsi, un amore così folle che difficilmente penso di poter replicare in futuro, un amore così nasce poche volte, è raro come gli splendidi paesaggi che da bambina visitavo, non rendendomi conto di quanto speciali e unici fossero quei momenti, che ora rimpiango.

Raggiungo casa di Dustin, svoltando nel viale poco distante, percorro la solita strada, come ogni giorno, essendo casa mia al limite della città, ho sempre la possibilità di fare l’intero tour del vicinato. Sono così stanca di vivere così.

Pensandoci, rimpiango parecchie cose nella mia breve vita, nonostante io abbia solo 17 anni, ho sempre vissuto nella mia ombra, cercando di annullare il più possibile la mia presenza, al lavoro e anche a scuola, negare la mia esistenza a più persone possibili per sopravvivere, ho sempre pensato fosse perfetto così, se nessuno mi nota non possono ferirmi o infastidirmi, ma quando torno a casa, in serate come questa, mi chiedo, cosa sto lasciando al mondo? Sono come uno spettro che fluttua nell’aria, nulla mi appartiene e niente mi turba, ma può essere chiamata vita?

Una voce distante chiama il mio nome, da lontano vedo la figura di una signora anziana, ha le mani alzate e mi saluta irrequieta.
Mi avvicino, vedendo ora più chiaramente la signora Reid, con il suo nuovo taglio di capelli, mi sorride, sul ciglio della strada.

“Tesoro, sono appena tornata dal negozio, devo giusto portare dentro le borse”

“Le do una mano” la signora Reid è un’amica di mia madre, lavoravano insieme negli anni settanta, quando i miei genitori si stabilirono in Indiana, è una signora gracile, quasi ho paura di poterla ferire solo sfiorandola.

“Lo sa che non dovrebbe fare sforzi da sola, poteva aspettare che tornassi da scuola, avrei fatto io come sempre” la guardo, per nulla contenta della sua testardaggine, mentre lei mi ringrazia.

“Tu avrai le tue cose da fare, non voglio sempre disturbarti, sei troppo gentile con me”

In realtà, non faccio mai nulla, passo il pomeriggio ad ascoltare musica e sognare l’Europa, ma questo può anche non saperlo.

“La saluto, mi aspettano a casa” prendo la mia bicicletta, sollevandola dal terreno, cominciando a pedalare.

Non penso che Hawkins sia necessariamente una brutta cittadina, ha molti spazi aperti e negozi da tutte le parti, però manca di spirito, come tutte le città più piccole è completamente lasciata a se stessa, non a caso è stato così semplice per quei megalomani Russi, si sono infiltrati senza intralci, nessuno fa resistenza perché nessuno sa mai niente di noi, persino chi vive qui da sempre in realtà non conosce nulla di questa città.

Scorgo finalmente casa mia, nonostante io sia ancora piuttosto lontana, pedalo più in fretta, sfrecciando tra i gradini malmessi e le auto. Ovviamente solo mia madre poteva scegliere di vivere così lontana da tutto, non che mi dispiaccia, nessuno disturba e c’è poco chiasso, ma a volte vivere così distante dalle persone mi fa sentire ancora più sola, ancora più lontana dal mondo che desidero e sembra quasi di vivere all’interno di un’immensa bolla, che mi separa dal resto della civiltà, impedendomi di sfuggirle, costretta a ripetere, giorno dopo giorno, la stessa straziante routine.

Pensate mai che ogni giorno della vostra vita sia uguale a quello successivo? Faccio cose diverse, ma tutto rimane sempre uguale, cerco di cambiare ma finisco sempre per compiere gli stessi passi, percorrendo le medesime strade, incrociando le solite persone, sentendomi persa e priva di tutto, niente emozioni, aspirazioni o desideri.

Che poi in realtà un obiettivo lo avrei anche, ma sembra talmente distante da risultare irraggiungibile, come un ricordo del passato, sai che è esistito, ma ricordi solo qualche frammento sfuocato, non riuscendo a mettere a fuoco i dettagli più importanti e finisce sul fondo della mente, vuole risalire ma non ne ha il coraggio. 

A casa trovo mia madre, seduta sul divano come al solito, fuma una canna mentre ascolta la stessa cassetta di sempre.

Mi saluta, continuando a canticchiare tra un tiro e l’altro, non prestando ulteriore attenzione al mio ritorno. 

Salgo in camera, chiudendo a chiave la porta, accendo la radio e mi stendo sul letto, le gambe alzate verso il soffitto, Cyndi Lauper in sottofondo, immagino di essere altrove, mi trovo su una gondola a Venezia, indosso un vestito lungo dai colori sgargianti, in mano ho uno splendido ventaglio, decorato finemente in ogni suo dettaglio, intorno a me gli splendidi canali Veneziani. Non sono sola sulla gondola, un signore dall’aria affabile mi guida tra le meravigliose vie, tutte da esplorare, mentre la voce di Cindy risuona in sottofondo, cullandomi, quasi mi immagino a ballare, incurante dello sguardo dei turisti.

La canzone cambia, mi trovo ora a Strasburgo, tra le suggestive abitazioni Francesi, cammino per la strada, mangiando delizie , visitando musei e chiese, arricchendo la mia vita di cultura e novità, immersa nella vita, finalmente vivendone una anch’io. 

Un giorno sarà il mio turno, mi lascerò alle spalle questo posto, costruirò il mio futuro, lontano da qui, sarò chi voglio essere, senza paure e risentimenti.
Non sarò più un fantasma, non mi nasconderò dentro una bolla, farò le mie scelte e finalmente vivrò.

Chissà, magari in Europa non saranno come qui, potrei addirittura illudermi di potermi innamorare un giorno e di essere ricambiata. Suona stupido, anche solo pensarlo, stringere la mano della donna che amo, senza paura di essere derisa o diffamata, insultata e percossa, potrò davvero amare, un giorno?

Mi chiedo se ci sia spazio per me, so che il mondo è grande, ma ci sarà posto per una come me?

Il mio obiettivo potrebbe essere questo, trovare un luogo dove l’amore è illimitato, dove potrò finalmente cessare di nascondermi, dove sentirmi parte di qualcosa, una concretezza che nella mia vita non ho mai sperimentato. Passo il mio tempo a celare la mia persona, convinta forse che un giorno svanirà, se tenuta sufficientemente a bada, ma per ora non ha ancora funzionato.

E dentro di me so che non funzionerà e in tutta onestà non vorrei mai che lo facesse, io amo le donne, non come Steve, non nello stesso modo almeno. Io le apprezzo e le ammiro, sarà che come donna non mi è concesso altro, ma forse altro non necessito, mi basta vederle avere successo, sorridere, mescolarsi tra i colori autunnali e realizzarsi, ne annoto i dettagli e le desidero sottovoce. Io amo le donne, l’ho sempre saputo, anche se non mi è permesso corteggiare o baciarle sotto la pioggia, io continuo ad amarle.

E mai crederò che il mio amore possa valere meno di quello di un uomo, nonostante a volte io pensi ancora a quanto sarebbe facile stare con Steve, piuttosto che con qualsiasi altra donna, so che non posso cambiare il mio cuore e preferisco essere insultata e disprezzata piuttosto che negare a me stessa la felicità.

E tra musica e pensieri, in un qualsiasi pomeriggio, uno dei tanti che sono destinata a sopportare nella mia bolla, mi immagino vivere, in solitudine o in compagnia, senza più dover nascondere l’amore immenso che posso donare, alla natura e alle donne, due meraviglie che nonostante io senta spesso distanti, mi scaldano il cuore e lo rendono immortale.
   
 
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