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Autore: Quella Della Pasta    04/07/2023    0 recensioni
[Miss Fisher\\\'s Murder Mysteries]
Phryne, Mac e un addio di tanti, tanti anni fa.
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Partecipa alla "Stars are Blind" challenge indetta dalle Lande di Fandom coi prompt: summer nights + f/f + angst.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Le estati inglesi non erano speciali come quelle che le loro compagne più grandi trascorrevano in Europa. Al posto di lunghe spiagge assolate e bevande frizzanti in compagnia di ufficiali di marina in partenza, loro avevano sabbie paludose e un freddo che il cielo ancora lo mandava. Specialmente di notte.

Phryne faceva spallucce, stringendosi nel suo scialle di seta. Era comunque l’unico momento della giornata – delle loro vite, per non dire – in cui potevano passeggiare mano nella mano, lei e Mac, nell’imitazione dei disgustosamente romantici rituali di corteggiamento di tutte le loro compagne di collegio. Elizabeth era protetta da un cappellino di paglia, oltre che dalla sua fida giacca rubata al nonno ufficiale, e Phryne si sentiva più sicura soltanto grazie a quell’infimo particolare. Favorita dai lampioni rotti, le era riuscita a rubacchiare un bacio o due. Oltre a una sigaretta.

Ma nemmeno quella passeggiata mano nella mano, le dita strette così forte da sbiancare al riparo del loro guantini, con i carretti dei gelatai che ancora pedalavano lungo le strade e le famigliole che si ritiravano dalla spiaggia, facce stanche e ombrelli in spalla – niente di tutto quello riusciva a cancellare la vista dei poster di reclutamento sbrindellati alle pareti dei palazzi, delle scuole, della chiesa in fondo al viale dov’erano cresciute ed ora avrebbero visto una guerra. Be’, almeno Mac. Phryne sarebbe stata spedita da zia Prudence e tanti saluti, avevano pensato i suoi genitori; non si sarebbero mai permessi di perdere un’altra figlia.

Mac le aveva sorriso, un lampo di rossetto color corallo nonostante gli abiti maschili che tanto facevano infuriare sua madre. «Proprio non riesco a far cambiare idea ai tuoi?»

«Convinci me a restare», aveva ribattuto Phryne, un delizioso sorrisetto di sfida in volto. Che Mac si apprestò a baciar via, nascoste dall’ennesimo cono d’ombra di un lampione impigrito.

La brezza dell’estate inglese portava loro odore di sabbia, di giorni felici che stavano sgranando via dalle loro mani come tanti granellini finissimi. In lontananza, Phryne non riusciva a non avvertire anche la polvere da sparo. E la mancanza, il dolore della perdita che ancora non era avvenuta, già le mordeva il cuore. Zia P. avrebbe avuto da ridire sui suoi modi da nient’affatto una lady, ovviamente.

«Scapperò via, Mac», aveva detto Phryne ad un tratto, forse più a se stessa. Mac si era fermata, un luccichìo di speranza negli occhi ombreggiati dal suo bel cappellino, ma che a Phryne dispiacque vedere. «Devo fare qualcosa anch’io. E non andarmene a rintanare come uno struzzo nella sabbia.»

«Perciò...»

«Mi unirò alle infermiere di campo», si era spiegata Phryne. «Partiranno domani per Parigi», aggiunse, e quel luccichìo era svanito dagli occhi della sua compagna clandestina. Mac era stata reclutata, anche se controvoglia, dal distaccamento di chirurghi della sua università, ufficialmente come assistente – non ufficialmente, come la più brillante neo-dottoressa che Londra avesse mai partorito. Ma il suo distaccamento non si sarebbe mosso verso la Francia, tutt’altro.

«Oh.» Mac deglutì. E nulla più.

Non rendermela più difficile, le aveva chiesto Phryne cogli occhi, illuciditi al posto suo. La nostra estate continuerà per sempre, avrebbe detto, se fosse stata una poetessa ermetica e disincantata. Ma era una Fisher. E Mac sapeva che, se si metteva in testa di fare qualcosa, nemmeno una guerra mondiale poteva trattenere Phryne Fisher.

Si era tolta il cappellino dai soffici capelli rossi. E gliel’aveva messo tra le mani, con tutta la solennità di una bambina di cinque anni che obbliga la sua amica del cuore a fare un giuramento segreto. Quanto tempo è passato?, si era chiesta Phryne distrattamente, da quell’estate in cui lei e Jane si erano messe ad inseguire le lucciole, una notte, sua sorella era inciampata e quella buffa ragazzetta con una nuvola rossa per capelli era corsa ad aiutarle.

«Prendi almeno questo. Chissà...» Un tremulo sorriso era riapparso sulle labbra di Mac. «Magari, in Francia le notti d’estate sono più calde che qui.»

Phryne ricambiò quel sorriso. «Chissà...»

   
 
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