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Autore: Trisha_Elric    08/07/2023    0 recensioni
ELEMENTAL
''Il suo turbine di emozioni si fermò quasi subito quando iniziò ad avvertire uno strano e pungente odore di fumo, simile ad una forte combustione. Qualcosa ai fornelli stava decisamente bruciando.
Wade si destò immediatamente, voltando lo sguardo verso il pentolame dietro di lui, fissando il fumo nero che fuoriusciva da una padella specifica.
Afferrò prontamente un guanto di gomma e, dopo esserselo infilato in una manciata di secondi, spostò dal fornello l’incriminata, aggiungendo una buona manciata di acqua tiepida dalla sua mano libera. L’odore di bruciato ‘’bagnato’’che invase le narici del giovane acquatico fece sgorgare, quasi immediatamente, un incessante fiume di lacrime.
E non perché il suo tentativo culinario fosse inesorabilmente fallito, ma perché quel particolare tipo di profumo gli ricordava la sua Ember.''
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Gelato fritto

 

Non ricordava quando fosse stata l’ultima volta che le sue mani avessero sudato in quel modo.

Probabilmente dalla sera prima.

Ma non era quello il punto. Le sue mani sudavano, tanto, in un modo tale da rendere praticamente impossibile ogni suo intento; impasticciava, modellava, aggiungeva, toglieva ed infine piangeva, così ciclicamente per ore.

Wade era sull’orlo di una crisi di nervi ma quando arrivava a tanto così da affossare tutto il suo sconforto nelle lacrime (che comunque colavano inesorabilmente e ritmicamente dal suo volto acquoso) si dava un bel paio di schiaffi ben assestati, cercando di prendere la calma con ampie boccate d’aria.

-Non puoi fallire, Wade!- si ripeteva lui a voce alta con tono deciso, anche se leggermente tremolante. – Lo devi fare per Ember!-

E bastò nominare il suo nome ad alta voce per andare istantaneamente in brodo di giuggiole, facendogli palpitare il cuore a mille, aumentando la sudorazione ed il respiro; posò la mano destra sopra la sua guancia bagnata, adagiando il gomito sopra un tavolo del tutto disordinato.

-Ah, Ember…-

Il suo turbine di emozioni si fermò quasi subito quando iniziò ad avvertire uno strano e pungente odore di fumo, simile ad una forte combustione. Qualcosa ai fornelli stava decisamente bruciando.

Wade si destò immediatamente, voltando lo sguardo verso il pentolame dietro di lui, fissando il fumo nero che fuoriusciva da una padella specifica.

Afferrò prontamente un guanto di gomma e, dopo esserselo infilato in una manciata di secondi, spostò dal fornello l’incriminata, aggiungendo una buona manciata di acqua tiepida dalla sua mano libera. L’odore di bruciato ‘’bagnato’’che invase le narici del giovane acquatico fece sgorgare, quasi immediatamente, un incessante fiume di lacrime.

E non perché il suo tentativo culinario fosse inesorabilmente fallito, ma perché quel particolare tipo di profumo gli ricordava la sua Ember.

-I nostri abbracci hanno proprio questo odore!-

-Ma cosa diavolo stai lamentando adesso?! E cosa hai fatto a questa povera cucina?!-

-Oh, Ember! Che tempismo, avevo appena chiamato il tuo nome!-

-Sì, ho sentito anche questo.- la ragazza di fuoco entrò nella sua cucina, posando il proprio soprabito sulla sedia più vicina a lei. Il colore del suo elemento era di un rosso accesso, splendida e solare come sempre, aveva un leggero sorriso sul viso, un misto tra curiosità ed esasperazione.

-Vorrei sapere cosa tu stia combinando. Non riesco a credere che mio padre ti abbia dato il permesso di entrare e, soprattutto, USARE la sua cucina.-

Wade gonfiò il petto con enorme fierezza mentre poggiava la pentola raffreddata sul tavolo di fronte a lui.

-Volevo fare qualcosa per te e tuo padre non avrà potuto resistere ai miei occhi traboccanti di amore per la sua adorata figlia!-

Le fiamme di Ember ebbero un leggero sfavillio dato dall’ondata di emozione e palpitazione che l’aveva pervasa con quelle parole. Sollevò un sopracciglio, mantenendo quel sorriso (ora decisamente intenerito!) sul viso.

-E sentiamo, cosa sarebbe questa cosa?-

Il ragazzo la guardò con serietà e, in silenzio, si incamminò verso di lei, afferrando una sedia di legno lì vicino ed offrendole gentilmente la seduta.

-Questa è una cosa molto seria, Ember.- la voce di Wade era quasi solenne mentre era tornato dietro il tavolo da cucina per cercare di spiegare l’evento, mostrando ciò che restava del suo operato, accompagnando i gesti alle parole.

-Devi sapere che da quando ti ho conosciuta, e poi messi insieme, il mio scopo più grande è diventato quello di condividere con te tutto ciò che io amo di più al mondo! Quindi ho pensato di iniziare con il mio cibo preferito: il gelato! E qui il dramma.-

Il viso del ragazzo si fece cupo, triste, prossimo alle lacrime.

No anzi, Ember era sicura che avrebbe pianto da lì a breve; questo le fece scuotere delicatamente il capo, senza tuttavia smettere di guardare il suo interlocutore.

-Come potevo farti assaggiare qualcosa che sarebbe evaporato all’istante con il contatto delle tue labbra?! Non è così triste…?-

-…Wade?-

-Sì scusa, ogni volta che ci penso mi sento così male, come vedere dei cuccioli che hanno appena perso la strada di casa, lontani dalla loro mamma!-

 -Wade, vuoi andare avanti?-

-Sì, sì hai ragione.- respiro profondo.- Dicevo: dovevo trovare una soluzione. Allora mi è tornato alla mente un documentario che avevo visto tempo fa su una ricetta orientale dove mostravano come fare un gelato fritto! E quindi solido, quindi possibile da mangiare!-

-Oh!- Ember sfavillò nuovamente, visibilmente sorpresa ed emozionata:  l’idea di provare cose nuove la rendeva ormai irrefrenabilmente curiosa, proiettata verso l’ignoto con lo stesso entusiasmo di una bambina. Da quando aveva Wade al suo fianco, ogni cosa a lei impossibile poteva diventare reale.

Tuttavia era evidente che quel piano fosse fallito.

-Ma?-

-Ma, ehmm…- Wade iniziò a gocciolare di sudore mentre pasticciava con le sue dita, cercando di placare l’imbarazzo e nascondere la tristezza sul suo operato. -Non ho mai provato a usare così tanto fuoco tutto insieme…il risultato è: nessun risultato.- terminò con voce estremamente solenne e cupa, dando concretezza al suo inesorabile fallimento mentre fissava la scatola di gelato alla vaniglia aperta e piena solo a metà.

Ember lo guardò inizialmente in silenzio per alcuni secondi, la bocca leggermente schiusa, poi scoppiò in una grossa risata, a tratti quasi fastidiosa per quanto acuta. L’acquatico la guardò inizialmente confuso, poi sorridente ed infine incrociò le braccia davanti al petto, fingendo sdegno.

-Beh cosa ci sarebbe da ridere?!- ma era davvero bello sentirglielo fare.

-…Tu!- Ember cercò di placare le risate, asciugandosi una lacrima di lava dalla guancia destra, riprendendo il parziale controllo di sé. -Sei tu che mi fai ridere!-

-Ah, davvero?- e questa volta il tono di Wade aveva davvero una leggera punta di disappunto, non lasciando la sua posizione da imbronciato/offeso.

Per tutta risposta, la ragazza lo guardò con un sorriso tenero sul volto; la curva a ‘’v’’ elle sue labbra si accentuò ulteriormente mentre si avvicinava a Wade, scuotendo delicatamente il capo.

Prima di avvicinarsi del tutto a lui, Ember afferrò un cucchiaino vicino al tavolo da lavoro, lo affondò nella consistenza morbida del gelato per prelevarne un poco, quanto le bastava per andare davanti al suo ragazzo, afferrare con la mano libera la sua maglietta per farlo abbassare alla sua altezza, schiaffargli il cremoso freddo alla vaniglia in bocca e subito dopo, senza dare alcun tipo di preavviso, premere le sue labbra bollenti con quelle fresche e bagnate di Wade.

Un bacio dolce, tenero e troppo vagamente malizioso, dove il fuoco e l’acqua continuavano ad incontrarsi e scontrarsi di continuo, generando quell’alchimia meravigliosa che dava le fondamenta alla loro relazione.

Ember si allontanò poco dopo, poggiando le punte dei piedi a terra, leccandosi il labbro superiore.

-Grazie, Wade. Avevi ragione, il gelato è davvero buono.-

E se ne andò, lasciando quello che ormai era diventata una pozzanghera ribollente e palpitante, distesa a terra con il cuore a mille ed il sapore della sua Ember ancora sulle labbra, assieme a quello della vaniglia.

  
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