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Autore: Fiore di Giada    09/07/2023    0 recensioni
[Libera di amare/ El privilegio de amar]
Ha ragione., pensò Vittorio. Certo, quelle parole, pur sentite, non fugavano le sue perplessità, ma non poteva negare la loro verità.
Non dovevano esserci dubbi tra di loro.
─ Hai ragione. Non ci saranno più ombre tra di noi. ─
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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A passo rapido, Vittorio si avviò verso l’ufficio. In quel momento, non desiderava vedere nessuno.
La sua mente aveva bisogno di rielaborare le informazioni ricevute a Firenze.
Con un movimento brusco, si chiuse la porta alle spalle e si lasciò cadere sul pavimento, la testa fra le mani. Il ritorno in Messico aveva acuito la sua pena.
Non era mio figlio… Non era mio figlio…, pensò. Con l’aiuto di suo padre, aveva scoperto la verità su Tamara.
Per tanto, troppo tempo era stato vittima d’un inganno crudele.
Lei, con cinico calcolo, aveva profittato della sua onestà e gli aveva fatto credere d’essere incinta di suo figlio.
E non aveva esitato a riversare su di lui la colpa di quell’orribile incidente.
Le lacrime velarono i suoi occhi, mentre il suo respiro accelerò. Quella sfortunata creatura non aveva nessuna colpa delle trame di sua madre.
Per questo ho rinunciato a Cristina?, si chiese. Aveva la possibilità di sciogliere le catene che lo legavano a Tamara.
Eppure, non riusciva a sentirsi degno del suo amore.
La vita di lei era stata rovinata da una scelta crudele.
Con un simile, orribile peso poteva ancora essere degno del suo amore?
 
Dei colpi alla porta interruppero il corso dei suoi pensieri.
Vittorio sobbalzò, poi, con un gesto deciso, allontanò le lacrime.
− Chi è? −domandò, sorpreso.
− Sono io. Posso entrare? – chiese la voce di Alonso.
Per alcuni istanti, Vittorio tacque. Il tempo aveva permesso a entrambi di andare oltre i primi, stupidi contrasti.
Con un sospiro, si alzò e aprì la porta.
− Hai bisogno di qualcosa? – domandò, fissando i suoi occhi celesti nelle iridi nere del fotografo.
Questi ricambiò lo sguardo e aggrottò le sopracciglia, pensieroso.
− Vorrei parlare con te. Si può? – chiese.
Con un cenno del capo, Vittorio annuì e lo invitò ad entrare.
 
 
Il fotografo, per alcuni istanti, si guardò attorno, quasi non sapesse cosa dire. No, le sue impressioni non erano sbagliate.
− Vittorio, posso farti una domanda? Perché sei entrato nel tuo ufficio come una furia? Ha a che fare col viaggio in Europa? – chiese.
Per alcuni istanti, l’interpellato tacque. L’intuito di Alonso non aveva sbagliato.
Forse, poteva fidarsi di lui.
− In un certo senso, sì. Ma non riguarda il lavoro, se è questo che ti preoccupa. – dichiarò.
Si schiaffeggiò la fronte con la mano. Ma perché non riusciva a collegare mente e bocca?
A quel gesto, Alonsosollevò le labbra in un sorriso benevolo. Quell’uomo era ben diverso dal giovane geloso di un tempo.
Oltre quelle parole rabbiose, si celava una pena indicibile.
 
 
 
− Non sono arrabbiato, non preoccuparti. Non si ci si può irritare per un errore involontario. – rispose, serafico.
Un lieve sospiro si liberò sulle labbra dell’altro giovane. Quella serenità, quasi ultraterrena, risaltava ai suoi occhi.
Come poteva lamentarsi dei suoi problemi, davanti a quel giovane condannato?
− Vedi, Tamara ci ha seguiti. Per tutto il viaggio. Ma, a Firenze, con l’aiuto di mio padre, ho scoperto la verità su di lei. – cominciò.
Si interruppe e, per alcuni istanti, tacque.
Comincio a capire la ragione della sua tristezza…, si disse Alonso. Quella donna, nonostante la sua alta classe sociale, si era rivelata ossessiva e crudele.
Però, le ultime parole di Vittorio, ne era sicuro, preannunciavano verità dolorose.
− Per tanto, troppo tempo lei mi ha fatto credere di essere incinta di un figlio mio e di averlo perso a causa mia… Io ero il colpevole della sua sterilità… − continuò.
Che orrore…, pensò l’altro, mentre un lungo brivido attraversò la sua schiena. La dinamica dell’incidente non indicava alcuna volontarietà in Vittorio.
E lei si serviva del suo dolore per legarlo a sé.
− Era solo un inganno… Quel bambino… Quel bambino non era mio. –
 
Con un debole sospiro, Vittorio appoggiò la mano sul muro e rimase immobile.
Alonso sbarrò gli occhi, sorpreso. La pena di Vittorio era comprensibile.
Per troppo tempo, era stato costretto a soffrire in nome di una bugia.
− Ma non ho scoperto solo questo… Le parole di mio padre hanno aperto un vaso di Pandora. – continuò.
Si allontanò dal muro e fissò lo sguardo sul fotografo.
− Io… Io per lei ero solo un trofeo. Me lo ha confessato lei. E mi ha anche rivelato di avere spinto Cristina dalle scale… Per ucciderla. Io… Io dovevo essere solo suo. – continuò ancora.
Come hai fatto a sopportare tutto questo?, rifletté il fotografo. Un altro, in una situazione simile, avrebbe perduto la ragione.
E non poteva non ammirare la sua forza d’animo.
 
Poco dopo, un sorriso amaro sollevò le labbra del giovane erede Duval.
− Io... Io, secondo lei, l’avevo obbligata ad agire così… Perché non riuscivo a dimenticare Cristina. E ha avuto il coraggio di dire che lo aveva fatto per vendicare la morte di suo figlio. – confessò ancora.
Alonso scosse la testa e strinse le labbra in una smorfia.
− Tu non mi hai ancora detto tutto. Ma, se non te la senti, possiamo anche smettere. –
L’altro accennò ad un amaro sorriso.
─ Poi mi ha detto che ha rapito Vittoria, perché… ─
Si interruppe e un brivido, come una lama, attraversò la sua schiena. A quel ricordo, un senso di straniamento serrava la sua gola.
Ed era una sensazione terribile.
Il fotografo, d’istinto, fece un passo e gli posò una mano sulla spalla.
A quel tocco, Vittorio si scosse dai suoi pensieri e i suoi occhi cerulei si fissarono nelle iridi scure dell’altro.
─ Qualche tempo fa, mi hai offerto la tua amicizia. E’ ancora valida questa offerta? ─ chiese.
L’altro aggrottò le sopracciglia, perplesso.
─ Confesso di non capirti. ─ dichiarò.
Alonso accennò ad un sorriso.
─ I tuoi occhi dicono ben più di tante parole. Quando parlavi di quel bambino sfortunato, la tua voce tremava. E non è una colpa essere stati manipolati nei propri sentimenti più nobili. ─ affermò, calmo. Simili eventi non ricadevano su di lui.
Vittorio, pur commettendo sbagli, aveva cercato di agire nella maniera migliore.
─ Però credo che tu debba parlare con Cristina. Anche lei ha il diritto di conoscere la verità. Non devono esserci più equivoci tra di voi. ─ affermò, fermo.
Ha ragione., pensò Vittorio. Certo, quelle parole, pur sentite, non fugavano le sue perplessità, ma non poteva negare la loro verità.
Non dovevano esserci dubbi tra di loro.
─ Hai ragione. Non ci saranno più ombre tra di noi. ─
   
 
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