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Autore: Saruwatari_Asuka    12/07/2023    0 recensioni
Chifuyu ne è stato più che certo per tutti quei giorni, ci ha pensato e ripensato e pensato ancora.
Sta per succedere qualcosa.
E ha ragione. Lo capisce appena vede il luccichio del coltello a serramanico che Kazutora porta con sé sempre. Avrebbe colpito Baji. Lo avrebbe ucciso.
Non può permetterlo, non può farlo.
Per questo ha corso come un pazzo, e si è buttato alla cieca fra Baji e il coltello di Kazutora.
Lo ha sentito chiaramente lacerargli la carne e ha fatto male. Ma meno male di quanto avrebbe fatto se avesse ferito Baji. Se ha colpito lui, Baji è salvo.
Ce l’ha fatta.
Ha salvato Baji.
[What If...?] [Bajitrio]
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Chifuyu Matsuno, Kazutora Hanemiya, Keisuke Baji
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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ANOTHER CHANCE

 

 

Non sa dove abbia trovato la forza di muoversi, non sa nemmeno come si sia accorto di quello che sta succedendo.

I suoi occhi sono fissi su Baji, non lo perde di vista un solo, misero istante. Sa che sarebbe successo qualcosa di brutto, se l’avesse fatto.

Ne è certo. Ha un brutto presentimento già dal giorno prima, non ha dormito tutta la notte e quella mattina Peke-J è scappato via dalla finestra. È un presagio. Ne è più che sicuro.

E poi, soprattutto, non riesce a dimenticare le parole che Takemichi ha detto a Baji solo qualche giorno prima, su quel ponte.

Ti prego di non morire.”

Che frase è? Che raccomandazione è?

È strano, no? Sì, che lo è.

Chifuyu ne è stato più che certo per tutti quei giorni, ci ha pensato e ripensato e pensato ancora.

Sta per succedere qualcosa.

E ha ragione. Lo capisce appena vede il luccichio del coltello a serramanico che Kazutora porta con sé sempre. Avrebbe colpito Baji. Lo avrebbe ucciso.

Non può permetterlo, non può farlo.

Per questo ha corso come un pazzo, e si è buttato alla cieca fra Baji e il coltello di Kazutora.

Lo ha sentito chiaramente lacerargli la carne e ha fatto male. Ma meno male di quanto avrebbe fatto se avesse ferito Baji. Se ha colpito lui, Baji è salvo.

Ce l’ha fatta.

Ha salvato Baji.

 

“CHIFUYU!”

Le voci che lo chiamano sono due, quella di Baji e quella di Takemichi, che sta ancora cercando di tenere fermo Baji ma adesso lo lascia e corre verso il nuovo amico.

Kazutora è rimasto immobile con il coltello sporco di sangue stretto in pugno, come se non avesse ancora chiaro cosa fosse successo, cosa avesse appena fatto.

Lui voleva colpire Baji, Baji che lo ha tradito. Si è preso gioco di lui. Lo ha ingannato perché non ha davvero voltato le spalle a Mikey, stava solo cercando di...di fare cosa?

E lui che cazzo ha appena fatto?

Si volta verso Hanma, che nemmeno lo sta guardando.

È stato lui a dirglielo.

Che cazzo ha appena fatto?

Il coltello gli cade di mano, e la situazione si fa ancora più incasinata. Qualcuno grida di chiamare un’ambulanza (Mitsuya?), le scazzottate aumentano, Mikey e Draken sono due furie. Ma ormai la chiamata d’emergenza è partita, arriverà anche la polizia ed è il momento della fuga.

Lui però non si muove. È Baji a prenderlo per mano e a tirarlo verso l’uscita di quella discarica.

“Andiamo!”

Kazutora lo guarda inorridito, “Lo lasci...lì? Baji...”

“Non...-” non è che vuole abbandonarlo ma che deve fare? “Hai già un precedente, sei appena uscito dal riformatorio, se ti trovano qui ti sbattono di nuovo dentro! Rimane Takemichi con lui,” mormora, guardando l’altro che annuisce, ancora al capezzale di Chifuyu, “Vieni, Kazutora!”

“Ma sono stato io a colpirlo! Non posso...non è giusto!”

“Adesso vuoi prenderti le tue responsabilità?!” sbotta Baji, ma poi sobbalza come se si fosse reso conto di aver esagerato lui per primo. Non era lucido Kazutora in quel momento, non è stato lucido un solo attimo da quando è uscito dal riformatorio e lo ha rivisto. Adesso invece è tornato il ragazzino che ha conosciuto anni prima.

Pentito e spaventato di quello che lui stesso ha fatto.

“Se ti avessi preso...avrei potuto...”

“Ci puoi pensare dopo? Muovi quel cazzo di culo, Kazutora!”

E Hanemiya vorrebbe impuntarsi, vorrebbe dirgli che no, cazzo, non si muove perché ha fatto una cazzata e deve prendersi le sue responsabilità, perché Chifuyu potrebbe morire. E comunque lo ha ferito, lo ha accoltellato!

Sarebbe giusto che finisse di nuovo in prigione.

Ma la verità è che non ci vuole tornare. Non vuole tornare in quell’inferno, il riformatorio è atroce, sono stati i due anni peggiori della sua vita. Non può sopravvivere di nuovo lì, da solo, non sano di mente.

Così segue Baji, si fa tirare via poco prima dell’arrivo delle forze dell’ordine e dell’ambulanza.

Non sa se Chifuyu è ancora vivo. Non sa che cosa ne faranno di Takemichi che è innocente.

Ma corre. Finché non si ritrova a salire per la scala anti-incendio del complesso condominiale di Baji e poi infilarsi nella sua stanza dalla finestra lasciata aperta.

È solo a quel punto che Kazutora si permette di cadere in ginocchio sul pavimento e scoppiare a piangere.

Baji non gli dice niente. Si limita ad abbracciarlo stretto.

Lui c’è anche in quel momento. Come sempre.

 

La notte passa prima ancora che se ne rendano conto. Nessuno dei due è riuscito a dormire.

Se ne sono rimasti lì, seduti a terra, spalla contro spalla, in silenzio.

Ad un certo punto è entrato un gatto nero dalla finestra, ma sembrava conoscere molto bene la casa, andando spedito verso la ciotola con l’acqua e i croccantini che Baji tiene sempre in casa, nonostante non abbia animali suoi.

“Hai preso un gatto?” non sa perché lo chiede, non ha senso, la voce gracchia e trema come se stesse per piangere di nuovo.

Il micio nero, dopo aver finito di bere e mangiare, si acciambella sulle ginocchia di Baji che, stranamente, non lo accarezza. Non lo tocca nemmeno.

Lo guarda solo.

“E’ di Chifuyu.”

“Ah.”

Cala di nuovo il silenzio.

Non sanno nemmeno se è vivo. O che ne ha fatto la polizia di Takemichi, anche, che è rimasto con Chifuyu.

Vorrebbe saperlo. Kazutora ha bisogno di saperlo.

Ma il cellulare di Baji non squilla. Baji lo ha messo a terra, vicino a loro, come se fosse assolutamente certo che se Chifuyu fosse morto avrebbe squillato.

Ma non lo ha fatto.

Non ci sono stati rumori per tutta la notte, a parte i singhiozzi di Kazutora. Finché non ha finito le lacrime, almeno. Adesso aspettano, ma non sa cosa. Non ha idea di cosa stiano aspettando.

Lui vorrebbe costituirsi, ha la coscienza sporca, gli tremano le mani, non riesce nemmeno a pensare a quello che ha fatto, figurarsi dirlo. Ma ha paura di farlo.

Ha paura di tornare dentro.

“Sta bene.”

“Non lo puoi sapere.”

Chifuyu è più forte di quanto non sembri.”

“L’ho accoltellato alla schiena!”

“Non vole...-”

“Avrei ucciso te!”

“Non eri lucido, Kazutora, ti hanno manipolato. Il nemico è Kisaki Tetta. Tu non eri...non è colpa tua.”

E lui si è fatto abbindolare, e come un coglione avrebbe persino ammazzato Baji solo perché Hanma lo ha convinto che lo stava tradendo.

Per un attimo, solo un attimo, avrebbe dovuto pensare. Come, come gli è potuto venire in mente che Baji lo avrebbe abbandonato. Non lo ha mai fatto neanche dopo la morte di Shinichiro, ha continuato a scrivergli e mandargli lettere tutte le settimane, lo ha aspettato e giustificato, se non si fosse preso lui tutta la colpa dell’avvenimento per scagionarlo si sarebbe fatto mettere dentro con lui.

Quando è uscito, Baji era lì che lo aspettava. Pronto a rischiare la vita per tirarlo fuori dall’ennesimo guaio in cui si era cacciato da solo come un idiota, accecato dalla rabbia e dalla disperazione.

Semplicemente, ha cercato di non affogare con lui ma di tirarlo fuori da quell’oceano d’oscurità. Nonostante lui continuasse a tirarlo giù.

Se non fosse stato per Chifuyu, avrebbe perso l’unica persona davvero buona della sua vita. L’unica che non lo ha mai lasciato solo.

Baji gli passa un braccio intorno alle spalle, stringendolo a sé come se immaginasse o sapesse cosa gli passa per la testa. Lo conosce, in fondo, forse è la persona che lo conosce meglio al mondo nonostante tutto quello che è successo nella loro –nella sua- vita.

 

Baji è tentato di alzarsi e andare in ospedale, ha aspettato tutta la notte che Takemichi gli facesse sapere qualcosa, come si erano accordati quel pomeriggio, ma il cellulare è rimasto muto tutta la notte. Ora è l’alba.

E lui non è mai stato un tipo molto paziente, di base, men che meno in questi casi.

Chifuyu è suo amico e non sa nemmeno se è sopravvissuto. Non può sopportarlo. Per Chifuyu non avrebbe potuto fare nulla il giorno prima, non è un medico e non fa miracoli, quindi ha pensato solo a Kazutora e si è concentrato su di lui, perché lui poteva aiutarlo, invece.

Ma adesso non riesce a smettere di pensarci.

Gli basta scendere, suonare il campanello di casa Matsuno, inventarsi una scusa su come fa a sapere che Chifuyu è stato ferito –anche se la signora Matsuno non è stupida, di sicuro immagino che ci fosse anche lui in mezzo a quella rissa- e chiedere se sa qualcosa.

È facile. Sarà veloce.

“Torno subito,” dice a Kazutora, alzandosi “Resta qua.”

“Dove vai? Se vai in ospedale voglio venire anche io.”

“Non so se in ospedale ci direbbero qualcosa,” storce la bocca. Non sono parenti, in fondo, “Chifuyu abita al primo piano. Vado a vedere se sua madre è a casa.”

Kazutora ci pensa, perché potrebbe scendere anche lui. La madre di Chifuyu non può sapere chi ha colpito il figlio, forse se vedesse Baji con lui non potrebbe mai sospettarlo. È lui che non sopporterebbe mai il suo volto, però. E se la trovano in lacrime? Se Chifuyu è morto e lei è disperata? Con che faccia rimarrebbe lì a parlarle, magari a farle le condoglianze, a cercare di consolarla?

È colpa sua!

Non regge nemmeno l’idea, figurarsi davvero di vederla.

“Va bene,” mormora quindi, “ti aspetto.”

 

Quando erano nell’altra casa, faceva sempre come se fosse a casa sua, la mamma di Baji –che comunque adesso dovrebbe essere a lavoro- era abituata alla sua presenza e lui si sentiva a suo agio.

Adesso non riesce nemmeno a pensare di uscire dalla stanza di Baji, nemmeno per andare in bagno.

Se vedesse la madre di Baji, che cosa potrebbe dire? Che faccia deve fare?

Con che coraggio è ancora lì, si chiede? Forse sarebbe meglio se sparisse dalla faccia della terra, se sparisse e basta. Così che nessuno debba più stare dietro i suoi disastri.

Che Baji non debba più stare dietro i suoi disastri.

Andrebbe bene anche così in fondo. Non mancherebbe a nessuno. Non alla sua famiglia.

Forse a Baji. Ma se ne farebbe una ragione, ne è sicuro, continuerebbe con la sua vita e prima o poi gli sarebbe passato per la testa di aver avuto un amico come lui. Un povero pazzo che è quasi arrivato ad ucciderlo solo perché non riusciva a vedere la realtà dei fatti.

Continuava a dare la colpa a Mikey come se fosse stato lui a dirgli di rubare quella stramaledetta moto, come se gli avesse detto lui di colpire in testa Shinichiro. Quando Mikey non sapeva nemmeno che erano lì!

Doveva essere una sorpresa.

Ma la verità è che non sarebbe sopravvissuto in riformatorio senza quella rabbia verso Mikey, se avesse accettato la verità, e cioè che la colpa è sua e solo sua, si sarebbe sicuramente ammazzato. E Kazutora non voleva –non vuole!- morire. Così si è ancorato a quella storpiatura per poter sopravvivere. E alla fine è diventata la sua verità al punto tale da non vedere tutto il resto, nemmeno la mano che Baji gli stava disperatamente porgendo.

 

“Perché ho la sensazione che stai facendo dei pensieri che non dovresti?”

Kazutora sobbalza, alla voce di Baji.

È tornato, con qualcosa da bere e da mangiare per colazione.

“Sei tornato subito.”

“Non c’era nessuno,” risponde, “mangia.”

“Forse sarà con lui in ospedale.”

“Immagino di sì.”

Kazutora annuisce a sua volta, sospira e alla fine accetta il tè in bottiglia che gli sta porgendo Baji e l’onigiri ancora incartato. L’unica cosa che possono fare è andare in ospedale. Nemmeno il cellulare di Baji, che aveva lasciato lì, ha ancora suonato. Né una chiamata né un messaggio.

 Non gli diranno i dettagli, in ospedale, ma diranno loro almeno se è vivo, no?

“Andiamo in ospedale?”

“Sì. Ma prima mangia.”

Kazutora finisce tutto quello che ha in mano, non si era nemmeno accorto di avere così tanta fame ma a quanto pare è mortalmente affamato. Dopotutto non mangiano nulla dal pomeriggio prima.

Non restano nemmeno le briciole.

Poi, dopo aver riempito le ciotole del gatto con un po’ di croccantini e dell’acqua, Baji lo guarda.

“Ti devi fare una doccia. Ti presto una tuta.”

L’altezza è quasi la stessa, quindi non gli sarebbe stata troppo larga.

Kazutora, per la prima volta, si guarda. Le mani Baji gliele ha fatte lavare la sera prima, per togliere tutto il sangue. Ma i suoi vestiti sono sporchi. Anche quelli di Baji. Anzi, quelli di Baji sono zuppi, perché a differenza di Kazutora lui si è avvicinato a Chifuyu, l’ha toccato, gli è stato vicino finché non ha sentito le sirene della polizia.

Ma Baji si è già cambiato prima di scendere a casa Matsuno, lui invece indossa ancora quegli abiti.

Con gesti automatici, Kazutora va verso il bagno di Baji, ci si chiude dentro e si lava. Baji gli fa trovare i vestiti puliti fuori dalla porta, e Kazutora li indossa con gesti meccanici.

Fuori fa freddo, è il primo novembre, ma nessuno dei due pensa al fatto che sarebbe meglio che Hanemiya si asciughi i capelli per evitare un malanno. Appena sono pronti, con un aspetto decente e pulito, escono insieme di casa diretti verso l’ospedale.

Baji stringe ancora il cellulare, ma nessuno chiama ancora per diversi minuti. Sono a metà strada quando squilla, finalmente, facendoli sobbalzare entrambi.

Takemichi glielo aveva promesso, ma dopo tutto quelle ore non pensava lo richiamasse davvero. Il numero che compare è quello di Chifuyu, ma Takemichi non ha il suo cellulare e dubita che Chifuyu possa chiamarlo, quindi l’aveva già messo in conto.

Anche se fa un certo effetto vedere il suo nome sul display. Gli si stringe lo stomaco.

“Pronto?”

La voce che Kazutora sente è quella di Hanagaki, ma non capisce che cosa dice. Aspetta, fermo lì accanto a Baji, torturandosi le mani mentre aspetta notizie. Se li ha chiamati, e con il cellulare di Chifuyu, non lo hanno arrestato, quindi questo è già una buona notizia. Almeno, da quel punto di vista.

Quando lo vede attaccare, si è distrutto le unghie di due dita prima ancora di rendersene conto.

“Allora?”

“Lo hanno trattenuto tutta la notte al commissariato,” bofonchia Baji, affondando le mani nelle tasche, “ma ha continuato a dire che non era stato lui e che non sapeva niente, quindi stamattina lo hanno lasciato andare.”

Mh.”

“Vieni. Era in ospedale con la madre di Chifuyu anche lui, fino ad adesso.”

“Ma...è...”

“Vivo.” Conferma Baji.

A Kazutora manca la terra sotto i piedi per un attimo, anche se è una buona notizia, naturalmente.

È vivo, non lo ha ucciso.

Lo ha comunque accoltellato, alla schiena come il pezzo di merda che è, per altro. E adesso sta andando a trovarlo in ospedale come se si potesse permettere anche solo di fingere di essere suo amico.

Non ce l’ha più quel coraggio.

La lucidità che gli è arrivata addosso tutta insieme dopo lo shock lo fa stare peggio di come si sia mai sentito dopo la morte di Shinichiro. Non è certo di poter affrontare tutto questo, non così.

“Forse io...forse io non dovrei...”

Kazutora,” lo interrompe Baji, “Smettila.”

Hanemiya si morde l’interno guancia, “A che serve? In fondo non mi conosce, non sa nemmeno chi sono a parte quello che ha quasi ucciso te e lui. Non è che sentirà la mia mancanza o...mi dovrei scusare, ma posso farlo quando starà meglio. Adesso non...”

Baji sospira, “Ieri eri pronto a rimanertene lì ad aspettare la polizia.”

“E’ quello che mi meritavo. Se adesso Chifuyu volesse denunciarmi lo capirei.”

“Io oggi non ti lascio solo. E nemmeno domani e a tempo indeterminato finché non decido il contrario!”

Kazutora sbuffa una risatina, “E cosa pensi che potrei fare se mi lasci da solo un’ora o due?!”

“Non sono disposto a scoprirlo. E nemmeno a non andare da Chifuyu. Gli devo la vita. Quindi tu vieni con me, fine del discorso.”

Kazutora abbassa lo sguardo. Sa che non si può parlare con Baji quando si mette in testa qualcosa, anche se fosse la più assurda del pianeta terra, se lui ha deciso è così e basta. Lo sa meglio di chiunque altro.

Quindi non ci pensa nemmeno a mettersi a discutere lì, in mezzo alla strana. Non è dell’umore. Non ha la forza per farcela. Non ne ha nemmeno per guardare in faccia Chifuyu, neanche se fosse per scusarsi. Ma magari può pensarci dopo.

Magari, insomma, può rimanere fuori dalla stanza.

Non deve entrare per forza, non deve per forza costringere Chifuyu a guardarlo, o a parlare con lui.

Probabilmente lo odia. Sicuramente lo odia.

Lui si odia.

 

In ospedale arrivano in silenzio totale, non che non abbiano nulla da dirsi ma Kazutora non ha la forza mentale di parlare e Baji rispetta quel silenzio.

Parla lui con l’infermiera quando arrivano, chiede loro di Chifuyu, e fa per dirigersi verso il reparto detto.

Si ferma solo perché Kazutora non ha mosso un passo.

“Ti aspetto qui,” gli dice quando si gira a guardarlo. “Non serve che salgo. Mi trovi qui quando torni.”

Kazutora...”

“Ti giuro che non mi muovo. Puoi...lo so che non ho guadagnato molta fiducia nell’ultimo periodo, però...-”

“Va bene. Come ti pare.”

 

Baji sale le scale col cuore in gola. Takemichi gli ha solo detto che era appena arrivato in ospedale, che aveva parlato con la madre di Chifuyu che gli aveva dato in prestito il cellulare e che era vivo.

Non sa come lo troverà, se è sveglio, quanto è grave la ferita. E oltre all’aspetto fisico, c’è quello psicologico.

Chifuyu è un bravo ragazzo e non crede che possa davvero avercela con Kazutora, è sicuro che quando gli spiegherà la situazione capirà. Ma non è comunque qualcosa che riesce a prendere a cuor leggero, sente un gran peso sullo stomaco e se pensa a quello che è successo, non riesce a smettere di sentirsi in colpa.

Chifuyu e Takemichi ci hanno provato in tutti i modi a dirgli di non farlo sa solo, di contare su di loro, di fidarsi di Mikey, e della Toman. Lui ha fatto di testa sua, era pronto a morire e non gli importava poi così tanto della sua vita se perdendola avesse potuto salvare Kazutora e Mikey e togliere di mezzo Kisaki Tetta.

E questo ha ferito Chifuyu. In tutti i sensi.

Ci mette un po’ a trovare il coraggio di aprire l’uscio della porta. Lo fa con estrema lentezza, quasi avesse paura che il rumore possa attirare l’attenzione di chi è dentro la stanza. Ma la porta scorre silenziosa, senza un cigolio, si apre senza che ci sia niente ad annunciare il suo arrivo, e infatti chi è dentro non lo nota subito.

Né la madre né Chifuyu alzano gli occhi su di lui finché, alla fine, non si decide a bussare alla porta già aperta.

A quel punto la signora Matsuno lo guarda e gli accenna un sorriso.

Baji-san!” esclama invece Chifuyu, facendo forza sulle braccia per tirarsi a sedere.

Baji lì per lì si limita ad un timido cenno della mano come saluto, e forse la madre di Chifuyu intuisce qualcosa, perché alla fine si alza e accarezza i capelli di Chifuyu, sistemandogli quelli scompigliati dal cuscino.

“Vado a casa a farmi una doccia,” afferma, “torno stasera.”

Chifuyu annuisce, tornando a sdraiarsi. I punti dietro la schiena tirano, nemmeno stare sdraiato a pancia in su è piacevole, ma ha passato tutta la notte sul fianco destro –quello sano- e ha davvero necessità di stare in altre posizioni.

Quando gli passa accanto, Baji si limita a salutare la donna con un lieve inchino, poi entra nella stanza e si chiude di nuovo la porta alle spalle.

Chifuyu aspetta un po’ prima di parlare, anche Baji continua a dargli le spalle e a guardare la porta che ha appena chiuso, come se non sapesse che cosa dire. O forse è arrabbiato?

Baji-san, mi dispiace, non volevo mettermi in mezzo ma quando ho visto Kazutora col coltello non ci ho pensato! Sono così contento che tu stia bene! Takemitchi mi ha detto che anche gli altri stanno bene...-”

“Ma sei scemo?!” sbotta Baji, scuotendo il capo.

Chifuyu abbassa il capo, “So che sei arrabbiato...”

“Ma che cazzo dici!” si scompiglia i capelli, poi finalmente si gira verso di lui e si riavvicina al letto, “Intendevo che non sei tu che devi chiedere scusa a me. Cazzo ti sei preso una coltellata al posto mio, semmai mi dovrei scusare io con te. E...” stira le labbra, non è mai stato bravo a fare quel tipo di discorsi. Non è uno che parla, Baji Keisuke. Agire è molto più facile. “E sei tu che dovresti avercela con me. Se avessi ascoltato te e Hanagaki, forse le cose sarebbero state più facili. E mi dispiace che sia finita così per la mia cocciutaggine. Dico davvero. Ma riuscivo a pensare solo a Kazutora e al modo in cui Kisaki lo stava sfruttando e a cosa potevo fare, così...mi dispiace,” china il capo alla fine, in un inchino, “mi dispiace tanto, Chifuyu.”

Il silenzio nella stanza è soffocante.

Baji non è mai stato fan del caos ma ultimamente non sopporta più tutti quei momenti di silenzio che continuano a calare, prima con Kazutore a adesso con Chifuyu. Non gli pare che abbia detto qualcosa di sbagliato. Si è ripetuto quel discorso in testa per tutto il tragitto, chiederà scusa anche alla signora Matsuno naturalmente, per aver fatto rischiare così tanto a Chifuyu.

Lo guarda dal basso, ancora inchinato in avanti, fissandolo fra la barriera dei capelli.

Ma Chifuyu sembra solo estremamente sorpreso.

Baji-san! Tirati su!” esclama poi, come se si fosse reso conto a scoppio ritardato di quello che sta succedendo, “Non ti devi scusare assolutamente!”

Baji sbuffa, raddrizzando la schiena, “Sì che devo. Mi scuserò anche con tua madre,” mormora, accettando poi di sedersi sulla sedia lasciata libera dalla signora Matsuno.

“Non serve!”

“Invece penso di sì.”

Baji-san, no!”

“Smettila di agitarti come un’anguilla e stai buono!”

“Ma io...non voglio che tu ti senta responsabile. Volevo solo aiutarti.”

“E lo hai fatto. Mi hai salvato la vita.”

Chifuyu sorride. La verità è che non può essere più felice di così. Non gli sarebbe importato neanche di morire se questo avesse salvato Baji, quindi è felice di quell’esito.

“E Kazutora-san come sta?”

“Come?”

Kazutora-san, dico, sta bene?”

Baji scrolla via lo stupore di quella domanda insieme alla testa, “Sì. E se tu e tua madre non lo denunciate, non dovrebbero esserci problemi.”

“Denunciare? Io?”

“Beh...”

“Ma non lo farei mai! Io non ci ho mai parlato, però, ecco,” si gratta il collo, “è tuo amico, è la persona per cui hai fatto tutto questo. Hai finto di lasciare la Toman e di entrare nella Valhalla perché volevi proteggerlo, giusto? Non so che problemi abbia avuto, ma non può essere una persona cattiva!”

“Ti ho anche sfondato la faccia. Mi dispiace anche per quello.”

Baji-san, ti prego, non devi scusarti te l’ho detto!”

Baji scuote il capo, “Kazutora...non era lucido. È tutta colpa di quello là.”

“Lo so, Baji-san. Gliela faremo pagare!”

Dopo gli avvenimenti con Ryosei dell’anno prima, Baji lo ha pensato in più di un’occasione che Chifuyu fosse una persona fantastica, un bravo ragazzo che non ci sta proprio bene con la maschera del teppistello. Glielo ha anche detto, e Chifuyu ha iniziato ad andare a scuola senza più quella cresta ridicola in testa che lo faceva sembrare un gallo.

Ma quante persona al mondo perdonerebbero il proprio aggressore senza nemmeno averci parlato una volta sola? Per quanto Chifuyu lo idolatri, affidarsi solo al suo giudizio senza farsene uno proprio, soprattutto dopo quanto successo, è davvero da scemi.

Eppure tutta quella bontà d’animo lo fa sorridere e gli da una speranza nuova. Per Kazutora.

“Forse dovresti tornare da lui, Baji-san. Io sto bene! Tanto non mi muovo di qui!”

A quel punto Baji vorrebbe davvero ringraziare Chifuyu per essere così com’è, ma è qualcosa di troppo imbarazzante da dire ad alta voce. Può pensarlo, si limiterà a questo.

Chifuyu sembra completamente ripreso dall’accoltellamento del giorno prima –anche se lo ha capito benissimo, che si sta sforzando di non fargli vedere quanto sia provato, e che forse ha bisogno di riposare ed essere lasciato in pace-, mentre Kazutora è al piano di sotto che si crogiola nei sensi di colpa e nella rabbia verso se stesso. Deve trovare un modo per convincerlo a parlare con Chifuyu, a costo di trascinarcelo per le orecchie.

È praticamente certo che basterebbe una chiacchierata con lui per farlo sentire meglio, un po’ perché è la vittima della sua follia un po’ perché Chifuyu è fantastico, più di lui in quelle cose, anche se non conosce Kazutora se non per quel poco che ha sentito da lui.

Ma adesso forse non è ancora il caso, forse sapere per prima cosa che Chifuyu sta bene ed è di buon umore potrebbe rasserenarlo.

Takemichi ti ha restituito il cellulare?”

“Ah, sì. Forse ce l’ha mia madre...”

“Non importa, torno anche domani, dopo la scuola.” Scuola a cui non sarebbe andato, probabilmente.

Chifuyu annuisce con un sorriso, “Va bene. Baji-san?”
Mh?”
“Pensi che Kazutora-san stia bene davvero? Sei sicuro?”

Baji non ci mette molto a capire che Chifuyu teme più per lui che per Kazutora, visto che ha già tentato di ammazzarlo una volta. Non l’ha visto quella notte, e quella mattina, non sa come sta. Lo stato d’animo di Kazutora è totalmente diverso, non farebbe del male ad una mosca.

“Non so se sta bene,” ammette, “ma non è pericoloso. Non è più arrabbiato con il mondo, o con Mikey. Non credo volesse davvero ammazzare qualcuno.”

Chifuyu annuisce, “Mi piacerebbe conoscerlo per bene.”

“Intanto riprenditi.”

 

Quando scende, per un po’ ha il terrore che Kazutora non sarà più lì ad aspettarlo. Se fosse scappato, adesso come adesso non saprebbe nemmeno dove cazzo andarlo a cercare, perché di sicuro non tornerà a casa sua, o alla sala giochi abbandonata che ha trasformato nel covo della Valhalla.

Ma non gli servirà mettersi in moto e girare per tutta la città fino a trovarlo come stava già pensando di dover fare, perché Kazutora non si è mosso da dove l’ha lasciato. Se ne sta lì in piedi, appoggiato con la schiena al muro, le mani in tasca, gli occhi bassi che fissano le scarpe con cui continua a strusciare sul pavimento. I capelli sono ancora umidi e gli coprono parte del volto. Ha pianto di nuovo, perché gli occhi sono ancora più rossi di come li aveva mezz’ora prima, quando lo ha lasciato lì.

Lo sente arrivare dal rumore dei passi e alza gli occhi verso di lui, forse cercando di abbozzare un sorriso. Ne esce solo una smorfia.

“Come sta?”
“Meglio di quanto mi aspettassi,” mormora Baji in uno di quei suoi tipici sogghigni tutto canini di cui Kazutora si è preso una cotta più o meno appena lo ha conosciuto.

Cosa che naturalmente Baji non sa e non lo saprà mai, soprattutto dopo la sera prima.

Lo avrebbe ucciso a tre giorni dal suo quindicesimo compleanno e solo perché è un idiota. Anche se idiota è un appellativo troppo generoso, per uno come lui.

“Bene.”

“Domani sali anche tu.”

La faccia di Kazutora si fa più pallida di quanto non sia dalla sera precedente, “Non credo che...-”

“Anche Chifuyu ha detto che vuole conoscerti.”

“Lui l’avrà detto solo per fare contento te.”

“Allora tu ci andrai per lo stesso motivo.”

“Ma...-”

“Adesso andiamo a casa. Ho fame.”

“Ma se abbiamo mangiato prima!”

“Un onigiri solo! Pensi che mi basti un onigiri solo? Andiamo al combini, dovrei avere qualche spiccio.”

Non c’è modo di far capire a Baji come si sente in quel momento, probabilmente, e se lo sa lo sta anche placidamente ignorando. Forse lo fa per lui, forse pensa che possa aiutarlo. Smettere di pensare a quello che è successo la sera prima, far finta che non sia mai avvenuto, così che possa rasserenarsi, o qualcosa del genere. Ma come fa a smettere di pensarci. Come fa a fingere che non sia successo niente.

E se il giorno dopo fosse andato veramente da Chifuyu...

Baji, se...-”

“Cosa vuoi?”

“Non lo so, fa lo stesso. Però per domani io non so se...non credo che...-”

“Non puoi dirmi fa lo stesso, c’è troppa scelta.”

“La smetti di interrompermi?”

“La smetti di sparare stronzate?”

“Non sono stronzate! Io sto cercando di...è una cosa seria e tu pensi al cibo! Mi pare di star parlando con Mikey!”

“Forse dovresti parlare anche con lui, sì.”

“...Vaffanculo, Baji.”

“Scelgo io anche per te, allora.”

Kazutora alza gli occhi al cielo e lascia il combini da solo, anche se resta davanti alla porta per tutto il tempo che Baji ci mette a scegliere cosa prendere e pagare. Non vuole parlare con Mikey, cazzo non vuole vedere nemmeno Chifuyu che è un perfetto sconosciuto, figurarsi se ha il coraggio di guardare in faccia Mikey, a cui per anni ha dato la colpa delle sue disgrazie, contro cui ha combattuto in modo così antisportivo e vigliacco solo la sera prima, e solo perché voleva eliminarlo il prima possibile.

L’invincibile Mikey lui non può certo sconfiggerlo, e lo sa, per questo si era organizzato per affrontarlo in tre, e lui era armato. Ma c’è un motivo se quello è il soprannome di Mikey.

E meno male.

Gli si stringe lo stomaco se pensa a Chifuyu, ma non lo conosce. E anche se si prostrerà ai suoi piedi per scusarsi e ringraziarlo, per lui sarebbe stato molto peggio riuscire a fare del male a Mikey e Baji, anche se era esattamente il suo obiettivo solo ventiquattro ore prima.

Quanto cambiano in fretta le cose, in così poco tempo. Gli è bastato rendersi conto di quello che ha fatto. Ma se non l’avesse fatto, se non avesse avuto le mani sporche del sangue di Chifuyu, forse non sarebbe mai rinsavito, non avrebbe mai ritrovato lucidità.

Gli serviva una batosta, e Chifuyu gli ha impedito di averla a carissimo prezzo.

“Ho preso una confezione di Peyon Yakisoba e della Cola.”

“Non avevo dubbi.”

“Beh, ti ho detto di scegliere e mi hai detto di fare da me, quindi zitto. Forza, andiamo a casa.”

“Tu pensi che Mikey mi perdonerà?”

“Chiedilo a lui.”

Kazutora alza gli occhi al cielo, allungando il passo per stare a quello di Baji, “Perché mi rispondi sempre così!”

“Perché fai domande stupide, Tora!” sbuffa, Baji, fermandosi e girandosi verso di lui, “Se Chifuyu potrà perdonarti, se Mikey potrà perdonarti. Io non te lo posso dire, che ne so io. Ma non ho mai avuto la sensazione che Mikey ce l’avesse con te, questo te lo posso dire. Nemmeno adesso. Per Mikey gli amici sono la cosa più preziosa, e ti considera un amico, lo sai, la Toman è nata per proteggere te. Mikey non ti odia, io non ti odio. L’unico che ce l’ha con te sei tu. Sei tu l’unico che si deve perdonare, Tora.”

“Già,” sospira Kazutora, infilando le mani in tasca solo per evitare di torturarsele ancora e ancora, fino a ferirsi. Baji ha ragione. Ma lui non si potrà mai perdonare, non del tutto. Anche se Mikey e Chifuyu non lo odiano, e Baji gli vuole bene, lui ha ucciso una persona. Ha ucciso il fratello di Mikey. È colpa sua.

Non se lo perdonerà mai, perché sa che Mikey ci ha sofferto, può solo immaginare quanto. E lui non c’era nemmeno, era in riformatorio.

Nemmeno per questo, si perdonerà mai.

“Faccio schifo come amico.”

Baji intreccia le dita con le sue e stringe forte la presa, salda com’è saldo lui. “Non è vero.”

“Se non ci fossi tu...”

“Ma io ci sono, Kazutora.”

 

Lo sa, sa che Baji non lo abbandonerà mai, stavolta lo sa.

Stavolta non ci sarà nessun Hanma che lo potrà convincere che Baji lo sta prendendo in giro, che Mikey va eliminato. Almeno adesso è in grado di capire chi gli è amico davvero e chi invece no. Hanma non è una persona di cui ci si può fidare, non sa come ha fatto a dargli retta. Che cosa aveva in testa?

O cosa non aveva, più che altro.

Ma ora lo sa, e Baji gli tiene la mano, non può sbagliarsi, non può confondersi.

È l’unico motivo per cui è lì adesso, fuori dalla stanza d’ospedale di Chifuyu, a quarantotto ore appena da quando lo ha quasi ucciso, anche se pare che Chifuyu si sia ripreso molto in fretta dopo l’operazione.

Lui non è ancora così sicuro di volerlo vedere e di volerci parlare, anche se Baji gli ha assicurato con una risata che Chifuyu non se lo mangerà.

Quando apre la porta della stanza, Chifuyu lo trovano tutto concentrato sul cellulare, forse con qualche giochino, ma ha le cuffie quindi non può sentire la musica per provare a riconoscerlo.

Non che ne abbia giocati molti. In riformatorio non potevano tenere niente di elettronico.

Baji bussa forte per farsi sentire e Chifuyu sobbalza, sfilandosi subito le cuffie appena li vede.

Baji-san!” esclama con un enorme sorriso, praticamente brilla di luce propria, “e Kazutora-san!”

Chifuyu non ha cambiato espressione quando lo ha visto, il suo sorriso è rimasto così luminoso che Kazutora si è sentito accecato. Si è comunque stretto nelle spalle.

“Non usare il –san, per carità.”

Kazutora-kun, allora?”

“Va bene...solo Kazutora va bene.”

Chifuyu se possibile sorride ancora di più. A Kazutora inquieta enormemente il fatto che niente in quel sorriso sembri forzato.

“Ha una paralisi facciale?” sussurra a Baji, in modo che possa sentirlo solo lui, visto che sono ancora sulla porta.

Baji scoppia a ridere senza neanche provarci a nasconderlo, “No, no, è fatto così.”

“Allora ha grossi problemi!” bofonchia ancora Kazutora. Non è possibile che lo guardi in quel modo così, sulla fiducia, dopo averlo accoltellato.

Baji se possibile ride ancora più forte.

Chifuyu, dal letto, inclina il capo da un lato e poi dall’altro, “Che succede?”

“Niente,” ma a quanto pare Baji non riesce ancora a smettere di ridere. Invece, gli tira uno spintone e lo costringe a fare due passi avanti verso il letto.

“Davvero? Beh, comunque. Io mi chiamo Chifuyu Matsuno!”

“Sì, lo so.”

“Giusto. Ecco, io, mh...” per la prima volta, Chifuyu sembra non sapere bene cosa dire o fare.  Anche se ha ancora la faccia dell’entusiasmo, trovare qualcosa di sensato deve essere complicato, soprattutto perché l’espressione abbattuta di Kazutora non è di aiuto.

Chifuyu continua a grattarsi il collo e a guardare Baji come se cercasse una mano, e alla fine è Kazutora a decidersi.

In fondo, è lui l’unico che deve darsi una mossa, l’unico che dovrebbe davvero parlare e che dovrebbe avere qualcosa da dire.

Si prostra a terra, inginocchiandosi fino a poggiare la fronte sul pavimento.

“Oh, no,” sente dire a Chifuyu, nel panico, “no, non serve!”

“Ti chiedo scusa, Chifuyu!”

“No, ti prego, non serve che ti scusi così!” bofonchia Chifuyu, e anche senza guardarlo può immaginarlo in completa confusione, rosso fino alle orecchie, “Tirati su, Kazutora, per favore.”

Kazutora è ancora chinato a terra quando sente i passi trafelati di Baji andare verso il letto, e solo allora alza di poco il capo per vederlo spingere di nuovo Chifuyu sul letto. “Non penso tu ti possa alzare,” gli dice.

“Sto bene!”

“Volevo solo scusarmi come si deve,” afferma Kazutora, decidendosi ad alzarsi solo perché gli sembrava che Chifuyu non fosse disposto a rimettersi seduto, nonostante l’espressione dolorante.

“Io non ho bisogno di scuse, Kazutora, davvero. Credo...credo di aver capito la situazione. Non sono arrabbiato o altro. Volevo conoscerti perché Baji-san tiene molto a te, ecco,” mormora poi, torturandosi i pollici delle mani, in imbarazzo.

“Come fai ad aver capito la situazione se nemmeno mi conosci.”

“Ma Baji-san si fida di te, e io mi fido di Baji-san!”

Baji ridacchia, portando la mano sinistra fra i capelli di Chifuyu e scompigliandoli con moderata forza. Chifuyu arrossisce prepotentemente sulle goti, ma sembra che quel trattamento gli faccia piacere.

Kazutora sbuffa un sorriso, guardandoli. Normalmente sarebbe geloso marcio di Chifuyu, e dell’amicizia che ha instaurato con Baji mentre lui non c’era. Ma non si può tenere il broncio a quel tipo.

Baji non è molto oggettivo con me.”

“Però sei qui e ti stai scusando, quindi non puoi essere una cattiva persona.”

“E mi sa che tu sei altrettanto poco oggettivo con Baji.”

“O magari sei tu che non sei oggettivo con te stesso,” sbotta Baji, incrociando le braccia al petto. “Vuoi andare avanti con questa storia per molto ancora?”

“Per molto? L’ho quasi ammazzato, dovrei essere ancora lì a terra a scusarmi.”

“Non voglio più le scuse di nessuno!” afferma a gran voce Chifuyu, “ahia!”

Baji e Kazutora si voltano subito verso di lui, di scatto.

“Stai bene?” chiede Hanemiya, avvicinandosi per la prima volta a quasi un palmo da lui.

“Ti avevo detto di stare buono e fermo!”

Chifuyu alza le mani in segno di resa e si ristende a letto, “Sto bene, solo che tirano un po’ i punti. Davvero!”

Baji storce la bocca e sembra tutto fuorché convinto di quello che ha appena detto, “Ce ne andiamo, devi riposarti. Quando ti dimettono?”

“Non lo so. Speravo domani,” borbotta. L’indomani sarebbe stato il compleanno di Baji e lui vorrebbe veramente tantissimo essere fuori di lì per tempo, ma anche se sta bene non è sicuro che lo lasceranno uscire. Non gli hanno detto di preciso qual è il problema, se non che quel pomeriggio gli fanno un’altra trasfusione perché pare abbia perso davvero molto sangue.

Baji si rimette in fretta e furia la giacca che ha abbandonato sulla sedia quando si è avvicinato al letto e si avvia da solo alla porta, “Andiamo.”

“Sì.”

Kazutora-ku...no. Kazutora. Posso parlarti un attimo da solo?”

Baji e Kazutora si scambiato uno sguardo perplesso, poi Baji scuote le spalle, “Ti aspetto giù. Tu stattene lì buono e riposati, invece!” fa poi verso Chifuyu, che risponde portandosi la mano di piatto alla fronte.

“Ah. O-okay...” mormora invece Kazutora, perplesso. Non capisce affatto cosa Chifuyu debba dirgli, ma dopotutto glielo deve, in fondo gli ha chiesto solo di parlargli. Si volta verso di lui con lo sguardo basso e le mani in tasca.

Chifuyu storce la bocca nel vederlo così, non gli piace come espressione su nessuno, quella triste mestizia. Se si può odiare un’espressione facciale, quella è assolutamente la sua più odiata. Sul bel volto di Kazutora stona tantissimo. E poi sperava che con quelle scuse non richieste la situazione potesse farsi più serena fra di loro. Sa che Baji non lo allontanerà, quindi ci tiene a fare amicizia anche con lui.

Non è un ragionamento molto generoso, ma sa che se dovesse scegliere Baji sceglierebbe senz’altro Kazutora, lo ha già fatto, quindi vorrebbe evitare che Kazutora si senta male ogni volta che lo guarda. Sarebbe una pessima convivenza. E lui non vuole allontanarsi da Baji.

“Io non penso davvero che tu sia una persona cattiva, Kazutora. Non so che cosa ti abbia fatto scattare, l’altro giorno, ma si vede che tieni a Baji-san. E Baji-san, e anche Mikey-kun e gli altri, hanno fatto di tutto per aiutarti. Sei solo una persona sfortunata. Hai fatto delle scelte sbagliate. Ma...adesso sai di poter contare su Baji-san. E anche su di me se...se ti va di buttarti questa storia alle spalle.”

“Ma tu chi sei?”

“Eh?”

Kazutora non può fare a meno di ridacchiare di nuovo, asciugandosi gli occhi anche se sono ancora asciutti, anche se ancora non ha versato una lacrime. Ma se le sente lì, in bilico. Chifuyu non ha detto niente di eclatante, niente che Baji non gli abbia già detto, eppure è proprio il fatto che lo stia dicendo lui, dopo quello che gli ha fatto e pur essendo un perfetto sconosciuto o quasi, che per qualche ragione lo commuove.

Baji glielo aveva detto che Chifuyu è un bravo ragazzo che non tiene mai il broncio per troppo tempo, eppure questo è al limite del credibile.

Va oltre l’essere un bravo ragazzo. È una persona squisita e non fa fatica a capire perché Baji ci abbia fatto amicizia e lo abbia reso il suo vice-capitano.

“Dico davvero, chi diavolo sei? Un angelo? O forse sei tutto scemo.”

Chifuyu ridacchia, “Tengo solo a Baji-san. Anche per te è lo stesso, no?”

Kazutora schiocca la lingua, stringendo i pugni dentro le tasche, “Sì. Più di ogni altra cosa.”

“E’ lo stesso, per me. Per questo vorrei cercare di avere un rapporto pacifico con te. Senza...sguardi da condannati al patibolo o scuse di qualunque altro tipo. O sensi di colpa. Basta sensi di colpa. Non è successo niente, in fondo, giusto?”

Avrebbe qualcosa da ridire, su quest’ultima parte, ma alla fine annuisce. “Va bene. Ho la sensazione che non sia poi così difficile sopportarti,” ridacchia Kazutora, tirando su col naso, “proprio per niente.”

Chifuyu si riapre nello stesso sorriso luminoso che lo ha accolto. “Meno male! Perché domani è il compleanno di Baji-san e con quello che è successo non ho un regalo!”

“Cos-” Kazutora scoppia a ridere. “Tu sei davvero tutto scemo!”

“Dico davvero!” esclama Chifuyu, “E’ una cosa importante!  

Come facesse ad essere più importante di tutto il resto, non ne ha idea. Senza contare che con tutto quello che è successo, di sicuro Baji neanche se lo ricorderà del proprio compleanno, ma a Kazutora quell’entusiasmo così incurante di tutto il resto fa stare stranamente bene.

Per quell’anno, Baji si sarebbe dovuto accontentare di averli tutti e due vivi.

 

 

Angolino Autrice:

 

Salve a tutti.

Torno a scrivere dopo più di due anni e a pubblicare dopo più di uno, ma ci tenevo troppo ad avere qualcosina anche io nella sezione di Tokyo Revengers, visto la mia ossessione del momento.

Non sprizza di originalità e sono anche certa di non saper più scrivere, quindi potrebbe essere a malapena leggibile.

Ma ci tenevo tantissimo.

Non so se tornerò a scrivere altro, forse sì. Mi piacerebbe, mi dispiace per Chifuyu che diventerà la mia nuova valvola di sfogo ma qui sono stata anche troppo buona, avrei potuto puntare sul mega drammatico invece volevo un po’ di fluff e l’ho fatto riprendere subito!

Sono stata buona. Stavolta.

Forse a presto, vedremo!

Asu

   
 
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