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Autore: musa07    14/07/2023    2 recensioni
Questa storia partecipa all’iniziativa “First Kiss” del gruppo FB italiano “L’angolo di Madama Rosmerta”
[SakuAtsu][Time!Skip]
“Atsumu moriva dalla voglia di baciare Kiyoomi.
Ma Atsumu, oltre al suo essere str*nzo e ruffiano, era anche un inguaribile romantico. Quindi voleva il momento perfetto[…]
E alla fine il Fato, il Destino, Ananke o chi per essi parvero accontentarlo[…]”
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Atsumu Miya, Kiyoomi Sakusa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia partecipa all’iniziativa “First Kiss” del gruppo FB italiano “L’angolo di Madama Rosmerta”
 

 
 
 
 

 
First Kiss
 
 
 
Atsumu moriva dalla voglia di baciare Kiyoomi.
Ma Atsumu, oltre al suo essere stronzo e ruffiano, era anche un inguaribile romantico. Quindi voleva il momento perfetto.
 
 
Inutile dire che la ricerca e la pianificazione certosina di questo “momento perfetto”, vedeva la partecipazione anche di Osamu (suo malgrado).
- Tsumu non puoi cogliere il momento e basta? – gli stava chiedendo Osamu, mentre stava finendo di pulire il bancone quando il locale era già chiuso e lui non vedeva l’ora di andare a casa a riposarsi un po' e, no: suo fratello che si lamentava e farneticava “cose” non rientrava nel concetto di “riposarsi”.
- Samu, sei pazzo? Non ho ancora ben capito se gli interesso veramente o se quello di lanciarci punzecchiature e frecciatine ammiccanti sia solo un modo per giocare tra di noi. Devo procedere per gradi. –
- Quindi potresti anche chiamarmi una sera da una stazione di polizia per dirmi che ti hanno arrestato perché Sakusa-kun ti ha denunciato? – ghignò divertito suo fratello.
- Samu, abbi pietà di me per una volta. E aiutami. – lo implorò Atsumu, appoggiando sconsolato la testa sul bancone.
- Dovresti fare come quando giochi: affidarti all’istinto delle tue azioni passate. –
- Ma voglio che con Omi sia tutto perfetto! – continuò a pigolare – E poi Kita-san ci rimproverava sempre quando in partita sperimentavamo cose che non avevamo provato adeguatamente in allenamento. –
- Devi fare pratica allora, Tsumu. – si divertì a continuare a prenderlo in giro suo fratello, togliendosi il grembiule e piegandolo con estrema cura, mentre Atsumu – con l’ennesimo sospiro esagerato – girò il volto dall’altra parte, fissando Rintarou seduto al suo fianco, che se ne stava tranquillamente defilato da quei lamenti, per poi aprirsi in un piccolo ghignetto.
- Non ci pensare neanche per scherzo. – Rintarou si affrettò ad arrestare ogni tentativo di mettere in pratica le idee di sicuro bislacche di Atsumu. Proferendo quelle parole con tono monocorde mentre stava finendo di bere la sua birra, facendo scoppiare a ridere di gusto Osamu, che li aveva raggiunti e posò le labbra su quelle del proprio ragazzo.
- Siete proprio due infami, oh! Della peggior specie. – ci tenne a precisare l’alzatore, incrociando le braccia al petto e sbuffando chiaramente seccato, nel preciso istante in cui Rintarou gli prese il mento con due dita per fargli sollevare il volto verso il suo, dopo che si era alzato. Atsumu fissò gli occhi verdi dell’altro, confuso per un istante, per poi ghignare divertito nel momento in cui sentì le labbra morbide di Rintarou poggiarsi sofficemente sulle sue, per un contatto frugale.
- Lo sapevo, Sunarin, che non puoi resistermi. – scherzò con il suo migliore amico, come facevano sempre da quando si erano conosciuti, facendo scuotere la testa divertito a Suna, mentre questi passava un braccio intorno alle spalle di Osamu, stringendolo a sé per poi dirigersi verso l’uscita.
- Non ti galvanizzare troppo, è solo perché hai la mia stessa faccia. – gli ricordò ridendo Osamu, per poi affondare nuovamente mentre lui e Suna, sulla soglia, attendevano che il suo gemello li raggiungesse - Vedi: è semplice, Tsumu. Non ci perdere le ore con troppi calcoli. Sfrutta il tuo fascino irresistibile del quale ti vanti tanto. –
 
Il fatto era che però Atsumu la situazione romantica continuava a volerla creare…
E alla fine il Fato, il Destino, Ananke o chi per essi parvero accontentarlo.
 
 
 
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Avevano appena finito una serata con tutti i ragazzi della squadra.
Essendo una cena offerta da uno dei loro sponsor, la location per la serata era stata scelta dallo stesso e distava un bel po' fuori città, motivo per il quale i ragazzi si erano dovuti muovere con le macchine. E quale occasione migliore per Atsumu!
Dato che il locale si trovava alla fine di una strada angusta e stretta, per raggiungerlo non avevano potuto affidarsi al loro solito autobus che usavano per le trasferte ma ad un minivan, dove comprensibilmente non ci sarebbero stati tutti e Atsumu aveva ceduto il posto volentieri, proponendo di usare la sua macchina e che lui “e Omi sarebbero venuti insieme”.
Kiyoomi non aveva battuto ciglio. Seduto sulla panca dello spogliatoio, dopo la doccia, con un solo misero asciugamano appoggiato in grembo a ricoprirlo, aveva sollevato lo sguardo verso Atsumu, in piedi davanti a lui, che invece se ne stava bellamente e tranquillamente nudo, con in mostra tutta la mercanzia.
Se Kiyoomi avesse accettato, sarebbe stato indubbiamente un buon segno, pensava Atsumu. O comunque un punto a suo favore. Era un giocatore nato, gli piaceva rischiare, gli piaceva azzardare. Gli piaceva essere fautore della propria fortuna, anche se a volte aveva voluto dire prendersi delle tranvate sui denti.
E Kiyoomi si era limitato ad un laconico “ok”, che comunque era stato in grado di far battere forte il cuore ad Atsumu.
 
 
Così come il cuore aveva continuato a battergli forte il pomeriggio del fatidico giorno, quando si stava preparando per andare a prendere Kiyoomi sotto casa sua.
Aveva passato al setaccio tutto l’armadio, chiamato disperato suo fratello – anche se aveva cercato di ostentare la sua solita minchiosa faccia come il culo – per chiedergli consiglio in merito a quale outfit sfoggiare per far colpo su Kiyoomi.
 
°°Secondo me potresti presentarti nudo. Tanto lo scopo finale è quello, no? Così saresti certo di non poter essere frainteso.°°
- Coglione! Sei proprio totalmente inutile come sempre! –
 
Dal canto suo, Kiyoomi poteva dirsi emozionato e nervoso allo stesso modo?
Motoya avrebbe indubbiamente risposto di sì. E sarebbe bastato dire a Kiyoomi che anche Atsumu lo era - dato che ovviamente in quel momento lui si trovava con Osamu e Rintarou e quindi stava sentendo i messaggi vocali e vedendo le chat che Atsumu si stava scambiando con il fratello – per tranquillizzarlo un minimo (o forse agitarlo ancora di più, chissà…). Ma Motoya non voleva rovinare l’effetto sorpresa a suo cugino, l’ebbrezza dell’emozione di capire se anche l’altro provasse dell’interesse per lui e non che fosse solo un modo di giocare e relazionarsi tra di loro fatto di punzecchiature e provocazioni ammiccanti.
 
Poteva, quello, considerarsi un appuntamento?
Beh, non nella sua accezione classica. Era un’uscita con tutta la squadra, però il fatto che Atsumu si fosse offerto di andarlo a prendere a casa, che avrebbero fatto quel tragitto in macchina loro due da soli, con annesso ritorno a casa, beh: indubbiamente gli si aggrovigliavano le budella al solo pensiero.
 
 
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E al “ritorno a casa” ci avrebbero pensato entrambi per tutta la serata. E più passava il tempo, più cresceva l’eccitazione e l’aspettativa.
Ovviamente nel locale si erano seduti vicini. Anzi, a dirla tutta: essendo gli altri arrivati per primi, li avevano lasciato il posto seduti vicini. Un po' come facevano sempre sull’autobus durante le trasferte o quando andavano in qualche locale a bersi qualcosa insieme o il fatto che coach Foster desse per scontato e avvalorato ormai di metterli in stanza insieme quando andavo a fare qualche training.
 
La prima volta che era successo, quando Kiyoomi si era appena unito ai Black Jakcals, quest’ultimo aveva cercato di contestare la cosa (mentre Atsumu si stava tutto pavoneggiando e urlettando dentro di sé per il colpo di culo pazzesco che aveva avuto. Avrebbe potuto vedere Kiyoomi tutto nudo solo per sé), inutilmente. Poi però, avendo visto che, nonostante gli scenari apocalittici che si era prospettato, Atsumu era indubbiamente un buon compagno di stanza – pulito, ordinato e, soprattutto, rispettoso dei suoi spazi e dei suoi tempi – aveva detto direttamente al coach che non gli sarebbe dispiaciuto stare in stanza con Atsumu anche nelle successive trasferte e camp.
 
Fondamentalmente i loro compagni di squadra stavano aspettando che la loro palese tensione sessuale, il loro punzecchiarsi e provocarsi, trovasse finalmente sfogo (sempre che non la cosa non fosse già avvenuta… e proprio per questo, negli spogliatoi o sotto le docce, lanciavano occhiate indagatrici alle schiene o al petto dei due, per scorgere eventuali segnali del passaggio dell’altro).
E quindi anche il resto della squadra confidava parecchio in quel “rientro a casa”.
 
 
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Atsumu avrebbe voluto che quella strada durasse all’infinito, che ogni semaforo divenisse rosso al loro passaggio. Sia per prolungare il più possibile il tragitto, sia perché questo gli avrebbe permesso di aver ancora del tempo per elaborare la strategia migliore per creare l’atmosfera giusta.
In ogni caso, c’era da dire che era piacevole chiacchierare con Kiyoomi, ma era ancora più bello stare in silenzio ad ascoltare musica (playlist che lui aveva scelto apposta ricordandosi perfettamente tutti i gusti musicali di Kiyoomi, che comunque coincidevano sorprendentemente con i suoi). Lo rilassava e lo calmava avere Kiyoomi vicino. E la stessa cosa si poteva dire dal punto di vista di Kiyoomi.
Solo che in quel momento, arrivati sotto casa di Kiyoomi, Atsumu pensò che il cuore gli sarebbe esploso. Cazzo, ma perché doveva aver sempre avuto la faccia come il culo, far sempre il gradasso, lo strafottente ed ora era lì che non sapeva come imbastire la proposta che voleva fare a Kiyoomi. Santo Cielo, manco avesse avuto quindici anni!
 
Parcheggiò l’auto sotto casa dello schiacciatore (indubbiamente molto poco romantico) e, dopo aver spento la macchina e cercando di produrre il suo solito ghignetto (che per fortuna gli veniva naturale), parlò.
- Omi vorrei portarti in un posto. – proferì, ancorando entrambe le mani sul volante, quasi si stesse aggrappando – Una collinetta poco distante da qui. -
Girò il viso al rallentatore verso Kiyoomi, che aveva fatto altrettanto mentre lo fissava interrogativo, ma senza il solito cipiglio, era più sorpreso e confuso che giudicante e seccato.
- A veder le stelle. – svelò Atsumu, cercando comunque di darsi un contegno e di mantenere il suo solito sorrisetto sicuro di sé, anche se aveva il cuore che gli stava per esplodere.
- Miya, sta piovendo… - gli fece giustamente notare Kiyoomi, con una piccola punta di maligno divertimento nel metterlo in difficoltà. Adorava vedere come Atsumu si imbarazzasse in modo evidente ma cercasse comunque di non darlo a vedere.
Atsumu sbuffò infastidito, roteando gli occhi al cielo.
- Ad ascoltare il rumore della pioggia che cade sul tetto della macchina allora. –
Dio, se non aveva la faccia come il culo! Non si lasciava mai cogliere in contropiede. Ma in Kiyoomi aveva indubbiamente trovato un osso duro.
- Miya, stai forse cercando di portarmi a camporelle? – e quale sforzo pazzesco dovette fare Kiyoomi per mantenere il suo solito cipiglio, soprattutto non scoppiare a ridergli in muso vedendo come Atsumu boccheggiò per un istante dentro di sé.
- No! –
- Peccato… - si divertì a punzecchiarlo ancora Kiyoomi, estremamente divertito.
- Omi! Potresti essere un po' più romantico o comunque apprezzare i miei tentativi di esserlo? –
 
Non è che Kiyoomi non apprezzasse, anzi! Adorava vederlo così, vedere che oltre alla sua facciata da stronzo veniva fuori quello, e che non si facesse nessun tipo di problema a palesarlo. Kiyoomi avrebbe mentito a se stesso se non avesse ammesso che gli piaceva avere le attenzioni di Atsumu su di sé, che gli piaceva quel loro modo di provocarsi, punzecchiarsi ma che gli piaceva anche quando gli occhi di Atsumu si posavano su di lui in modo del tutto inaspettato e gli sorrideva. Kiyoomi non era abituato a tutto questo e semplicemente perché, nelle sue relazioni precedenti, non aveva mai pensato di averne bisogno.
Ed ora erano lì, con il sottofondo, non solo della pioggia che picchiettava leggera sui vetri e sul tettuccio della macchina, ma anche di una vecchia canzone degli
Hooverphonic e, sì: aveva il cuore che gli batteva a mille a sua volta…
Non pensava fosse possibile alla sua età. Pensava che quel genere di emozioni, di batticuore, fosse qualcosa che restava relegato ai tempi del Liceo e fine.
 
 
Atsumu, dal canto suo, stava pensando, velocemente, a come agire. Dopotutto era un alzatore e la capacità di pensare e agire rapidamente era una prerogativa, ma fu Kiyoomi a prenderlo in contropiede.
Ancora valutando quale fosse la mossa migliore da fare, sentì solo all’ultimo come Kiyoomi gli allacciò con l’indice la catenina che portava al collo per poterlo attirare a sé e avvicinare il volto al suo.
Sentì uno dei soliti ricci ribelli di Kiyoomi solleticargli gli occhi. Si sentì inghiottire da quell’ossidiana che erano gli occhi di Kiyoomi.
Ed infine, sentì la morbidezza delle labbra di Kiyoomi sulle sue…
“Oh, cazzo… Sì!” urlò Atsumu, molto poco romanticamente, dentro di sé.
Lo aveva aspettato per così tanto tempo! L’aveva immaginato un sacco di volte, in ogni situazione possibile e immaginabile, ma in quel caso la realtà era indubbiamente migliore rispetto alla fantasia, perché mai si sarebbe aspettato quell’emozione assurda dentro di lui, quel sentire quel mestamento interiore pazzesco, forse dovuto proprio dal tanto attendere, dal tanto anelarlo…
Ogni suo senso, ogni sua sensazione era allertata al mille per mille. Stava percependo ogni cosa al mille per mille!
Come Kiyoomi gli avvolse lentamente la schiena, dopo avergli accarezzato i fianchi ed essere risalito lungo le spalle, il suo profumo che gli invase le narici e penetrò in lui. (Kami! Atsumu era certo che il profumo di Kiyoomi lo avrebbe ucciso, gli penetrava dentro senza pietà. Più di qualche volta, quando magari erano stati vicini e la sua maglia si era impregnata del profumo di Kiyoomi, più e più volte prima di metterla a lavare, l’aveva annusata per inspirarne nuovamente quel profumo. Era come avere Kiyoomi addosso).
E le sue labbra poi…
Cosa non erano le sue labbra! Morbide, invitanti…
Quante volte aveva dovuto distogliere lo sguardo dalle labbra di Kiyoomi durante le partite o gli allenamenti perché altrimenti tutta la sua attenzione si concentrava lì.
E che dire di ciò che stava provando dentro di sé? Non pensava fosse possibile provare un caleidoscopio di emozioni simili. Neppure al suo primo bacio a tredici anni aveva provato tutto quel nervosismo, quell’emozione…
Ora, oltretutto, stava anche provando una felicità assurda, perché quel bacio era la conferma che quel suo punzecchiarsi con Kiyoomi non era solo un modo per aver una sorta di rapporto civile tra di loro, ma voleva dire che anche lo schiacciatore provava dell’interesse per lui.
 
Sospirando, passò le mani sulle spalle di Kiyoomi, per poi far slittare una verso i capelli, intrufolando (finalmente!) le dita tra quei ricci morbidissimi, mentre l’altra procedeva verso la schiena, avvicinando così ancora di più i loro corpi.
Mugolando e sospirando, si staccarono per un solo istante, schiudendo gli occhi verso quelli dell’altro per poi di nuovo appropriarsi delle labbra dell’altro, l’aria dentro l’abitacolo fattasi ormai rovente.
Ma il momento del staccarsi, ad un certo punto, fu inevitabile. Causa fame d’aria.
E si fissarono, leggermente in imbarazzo.
Dentro di loro, inconsciamente, avevano sempre saputo che presto o tardi sarebbe successo; certo era che si potevano essere immaginati un’infinità di volte il durante ma non il dopo, non a cosa dire per smorzare l’imbarazzo. O meglio: Kiyoomi sperava sarebbe stato Atsumu a uscirsene con qualcuna delle sue perle. Ma Atsumu in quel momento era come un pendolo che oscillava tra la felicità pura, l’imbarazzo, la sfrontatezza di avercela finalmente fatta e il dover tenere a bada il Miya Jr dentro ai boxer (il quale si era risvegliato completamente e, ringalluzzito, scalpitava come un combattente pronto a scendere in battaglia).
Si staccarono di poco, e quel mordicchiarsi il labbro inferiore da parte di Atsumu attentò definitivamente alle coronarie di Kiyoomi, che gli prese il mento tra due dita per fargli nuovamente sollevare il volto e posargli le labbra sulle sue, senza smettere di fissarlo.
- Domani ti porto a fare un giro in moto. Ti porto io un posto romantico. – affondò la battuta lo schiacciatore.
- Omi non fregarmi le idee e poi cercare di prenderti i meriti. – lo piccò divertito Atsumu, ghignando. Fare il minchione era la sua specialità. Soprattutto quando era in imbarazzo.
E Kiyoomi adorava metterlo in imbarazzo.
 
- Vuoi salire? – gli chiese Kiyoomi, sussurrando, con quella sua voce sempre calda e avvolgente. E uccidendo definitivamente Atsumu, ma dettagli. Il quale Atsumu si trovò costretto ad ordinare mentalmente al Miya Jr dentro alle mutande di starsene buono e smettere di suonare la fanfara.
- Omi, stai forse cercando di sedurmi? – ce la fece a scherzare, punzecchiandolo provocatoriamente.
- Chiaramente. – fu la risposta spudorata di Kiyoomi, che stette allo scherzo, appoggiandosi alla portiera con la schiena e incrociando le braccia al petto, attendendo una risposta. Non che lui non fosse nervoso e in panico a sua volta, ma sapeva mascherarlo molto bene. Non era da lui far proposte del genere, dopo un primo bacio, ma erano mesi che lui e Atsumu si rincorrevano. E, inoltre, era certo che non si sarebbe trattato di sesso occasionale (che, per inciso, non avrebbe mai fatto con un suo compagno di squadra, dato che dovevano frequentarsi e vedersi ogni santo giorno).
- Sto aspettando una risposta. – Kiyoomi cercò di produrre il tono più austero che gli riuscisse, mentre si avvicinava nuovamente a lui, per potergli sussurrare a un soffio dal suo volto – Vuoi salire? –
- Se me lo chiedi così, come potrei mai rifiutarmi e infliggerti una delusione simile? – ecco che uscì di nuovo l’essere minchione e strafottente di Atsumu, anche se si vedeva chiaramente (ormai Kiyoomi lo aveva imparato a conoscere perfettamente) che era nervoso ed emozionato.
- Miya non mi far pentire della mia proposta. – lo punzecchio Kiyoomi, ma stava chiaramente ridendo, mentre si riappoggiava nuovamente alla portiera.
- Tranquillo Omi, non ti farò pentire della tua proposta. – con voce e tono ora che fecero rabbrividire e fremere Kiyoomi, mentre lo guardava avvicinarsi a lui, lentamente, come un predatore – Ho forse mai disatteso le tue aspettative? –
E Kiyoomi lo fissò negli occhi, allungando una mano a scostargli i capelli da davanti agli occhi nello stesso istante in cui Atsumu gli intrufolò di nuovo le dita tra i ricci.
- Indubbiamente no, Miya. Anzi: le hai sempre abbondantemente superate. -
 
E l’uno avrebbe superato le aspettative, i desideri, i bisogni dell’altro.
Perché stavano preparando tutta la loro vita per l’altro.
   
 
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