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Autore: leila91    15/07/2023    11 recensioni
[Ineffable husbands]
“Vieni a guardarlo con me.” Gli dice, il volto luminoso e la mano protesa.
“Guardare che cosa?” domanda Crowley, confuso.
“Il mondo. So che hai paura di cadere ma accanto a me non ti accadrà niente. Vieni a guardare giù, anche solo per un secondo.”
Genere: Fluff, Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Nella stessa direzione


 
Oh, the storm is raging against us now (ooh-ooh, ooh-ooh)
If you're afraid of falling, then don't look down (ooh-ooh, ooh-ooh)
But we took the step, oh, we took the leap
And we'll take what comes, take what comes
Feel the wind in your hair
Feel the rush way up here
We are walking the wire, love.

 


Dalla cima del Sagaramāthā il panorama toglie letteralmente il fiato.
Nessun umano potrebbe resistere a lungo a quell’altezza, e in molti sono morti cercando di raggiungere la vetta di quello che nella maggior parte del mondo è noto come monte Everest.
Il dio del cielo.
Aziraphale, però, ha sempre preferito il suo nome tibetano – Chomolungma, La madre del mondo.
Sospira chiudendo gli occhi e godendosi quella che per gli umani sarebbe aria gelida e spietata, mentre per lui altro non è che una delicata brezza, che gli spettina dolcemente i capelli.

La mano di Crowley s’insinua nella sua, le loro dita a intrecciarsi. Sono seduti spalla contro spalla e Aziraphale avverte un leggero tremito scuotere il compagno.
Sorride, intenerito, conoscendo già in anticipo – come sempre, d’altronde – quello che l’altro sta per dire.
“Ngk, so che l’idea è stata mia, angelo, ma-”
“Se hai paura allora non guardare giù, caro.”
E in effetti, per quanto la vista da lassù sia divina, non è per quello che hanno deciso di miracolarsi lì sopra.

“Voglio mostrarti le stelle da un posto dove non le hai mai viste prima, angelo”.

È l’idea più romantica che Crowley abbia avuto in seimila anni e Aziraphale si era letteralmente sciolto quando il demone l’aveva proposta.



Crowley si sposta di qualche centimetro verso l’interno, per quanto il precipizio sia comunque lontano, sistemando la coperta e tirandosi l’angelo contro il petto, fra le sue braccia.
“Le cose che non farei per te.” Soffia all’orecchio dell’altro, il tono che trasuda una dolcezza trattenuta per millenni.
Aziraphale si mangia un miagolio al limite della decenza, mentre il suo cuore ha decuplicato i battiti nel sentire quella frase. Sono passati mesi dalla mancata Apocalisse e ancora non si è abituato del tutto alla meravigliosa evoluzione del suo rapporto con Crowley.

Quanto è stato sottile il filo che li ha legati in quella settimana che ora sembra tanto irreale?
Quante volte entrambi sono stati sul punto di arrendersi, di voltarsi in direzioni diametralmente opposte e dirsi addio per sempre?
Ma hanno corso il rischio, hanno preso ciò che veniva offerto.
E ora non potrebbero essere letteralmente più in alto di così.

“Aziraphale? Stai bene?”

Crowley non lo chiama quasi mai per nome, e a quelle parole l’angelo quasi sussulta.
“Benissimo, caro,” risponde voltandosi verso di lui, e rendendosi conto con sorpresa di avere le guance rigate di lacrime solo perché Crowley si china a baciargliele via.

Aziraphale arrossisce, imbarazzato.
“Mi spiace,” mormora, “non c’è assolutamente nulla che non vada, tutto il contrario, davvero! Non capisco perché mai-”

“Ssh, non devi giustificarti, angelo. A volte le cose sono semplicemente un po’ troppo, vero?”

Aziraphale sorride di un sorriso tremulo, bagnato di sale e straripante felicità.
“La faresti un’altra cosa per me, mentre aspettiamo il tramonto?”

Gli astri che stanno aspettando Crowley riesce già a vederli riflessi in quegli occhi cristallini, e ovviamente la sua risposta non può che essere una.
Non che debba darla subito, però.
“Dipende”, ridacchia, “Se mi stai chiedendo di ascoltarti recitare una di quelle barbose poesie, sappi che preferisco mettermi a dormire e rischiare di perdermi le stelle cadenti.”

Aziraphale non raccoglie la provocazione, si alza semplicemente in piedi.
“Vieni a guardarlo con me.” Gli dice, il volto luminoso e la mano protesa.

“Guardare che cosa?” domanda Crowley, confuso.

“Il mondo. So che hai paura di cadere ma accanto a me non ti accadrà niente. Vieni a guardare giù, anche solo per un secondo.”

 
Vieni a vedere che cosa abbiamo fatto.
Vieni a vedere quello che abbiamo salvato.
Vieni a vedere quanto davvero ne è valsa la pena.

 

Crowley pare quasi sentirle quelle parole, che cantano non dette sulla bocca di Aziraphale; ne saggia il significato sotteso, lascia che penetrino a fondo in quel suo strano animo che di demoniaco ha ben poco.
Quando infine si alza dal loro giaciglio per raggiungere l’angelo, miracolosamente non ha più paura a guardare di sotto.
Perché ancora una volta Aziraphale ha ragione.
C’è casa loro, laggiù, e nessun posto potrà mai essere bello altrettanto.

Tutto tace, cristallizzato in un istante rubato, un momento strappato allo scorrere incessante del tempo, e che ha sapore d’eternità.

La mano di Aziraphale è calda, sicura – come un ormeggio che tiene ancorato Crowley a tutto ciò che ha di più caro.
E quando angelo e demone si voltano a guardarsi negli occhi hanno la certezza improvvisa di stare pensando entrambi la stessa cosa.

Grazie di aver corso il rischio con me.


 
We're walking the wire, love
We're walking the wire, love
We couldn't be higher (couldn't be, couldn't be), up
We're walking the wire, wire, wire
So look out down below
Look out down below (couldn't be, couldn't be)
Look out down below
Walking the wire, wire, wire.




 

Il titolo è preso da una frase di Saint-Exupéry (Amore non è guardarci a vicenda, ma guardare insieme nella stessa direzione.)

Mi sono mancati.
Mi siete mancate/i.
Gli Imagine Dragons hanno fatto il resto.
Fatevi un regalo, ascoltate Walking the wire (però si piange, io ve lo dico.)
Grazie a chiunque abbia letto e a chi vorrà lasciare un parere ♥
-12
 
Bennina vostra.
 
 





 
   
 
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