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Autore: Ashla    20/07/2023    1 recensioni
Chat LINE "Kou-chan ❤️":
Kou-chan ❤️: Non vedo l’ora di vederti giocare!
Buona fortuna per la partita❤️🍀.
Ricevuto alle: 17:00 (19/07, Polonia)

Oikawa ha fatto il giro del mondo pur di fare di persona gli auguri a Suga. Può Koushi essere da meno? E, soprattutto, è solo per il compleanno di Tooru o c'è dell'altro?
[Attesissimo (per modo di dire) sequel di "Amore tra le righe"]
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Koushi Sugawara, Tooru Oikawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Amore oltre i confini'
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Amore oltre oceano
 

Una sorpresa inaspettata

 
 
 
Chat LINE "Kou-chan ❤️":
Kou-chan ❤️: Non vedo l’ora di vederti giocare!
Buona fortuna per la partita❤️🍀.
Ricevuto alle: 17:00 (19/07, Polonia)
 
 
«Dai, amigo, non rispondi al tuo bello? Non è carino ignorarlo».
Seduto sulla panca dello spogliatoio, Oikawa alzò gli occhi al cielo alle parole dell’amico Sebastián*che, in piedi davanti a lui, lo fissava divertito.
«A dirla tutta non è neanche carino frugarmi nella borsa e leggere ad alta voce i messaggi destinati a me ma, indovina, l’hai appena fatto».
Oikawa incrociò le braccia al petto per fingersi infastidito ma un sorriso traditore gli comparve sul volto rendendo il tutto vano.
«Mi stavo solo assicurando che tu non ignorassi di nuovo il tuo bello e, indovina, l’hai fatto…ancora».
Alle parole di Sebastián, Tooru sbuffò mettendo il broncio: era passato più di un mese eppure i suoi amici gli rinfacciavano ancora quella vicenda invece di ammirarlo per l’idea e l’audacia avuta in quell’occasione.
Non aveva mica scaricato il cellulare di proposito ma nessuno sembrava ricordarsi di quel particolare…davvero al mondo non c’era più giustizia.
«Eh!? Ancora con questa storia? Non l’ho ignorato! Mi è morto il cellulare mentre facevo il giro del mondo per fargli una sorpresa! Dovreste apprezzare il tentativo».
Il compagno di squadra scoppiò a ridere.
«Encomiabile l’idea ma la realizzazione? Scadente. Per un uomo del genere farei di certo meglio, magari dovrebbe uscire con me».
A quelle parole, che tutto erano fuorché serie, Oikawa sgranò gli occhi fingendosi scandalizzato.
«Ehy! Koushi è il mio uomo! Trovatene un altro!»
A rimarcare il concetto, afferrato un asciugamano dal borsone, Tooru lo tirò contro a Sebastián prima di allungare una mano vuota verso di lui.
«Ah… E già che ci sei ridammi il cellulare!»
«Così puoi scrivere al tuo bello?»
Oikawa sorrise allettato dall’idea ma scosse piano la testa.
«Dobbiamo concentrarci per la partita. Magari ti è sfuggito ma siamo ai quarti di finale contro l’Italia».
«Perché ora tu saresti concentrato? Dai, amigo, un messaggio solo. Fallo per il tuo bello».
Sebastián gli pose il cellulare sorridendo e Oikawa, cedendo, annuì.
«Uno solo e poi ci concentriamo».
Affermò serio, dicendolo più a sé stesso che all’amico, per poi prendere il telefono e rispondere con un semplice cuore a Suga.
Oikawa si immaginò senza problemi il volto sorpreso che Suga avrebbe fatto al vedere un suo messaggio a pochi minuti dall’inizio del riscaldamento e si lasciò sfuggire una risata leggera conscio che, di certo, avrebbe dovuto spiegargli il motivo di quell’azione tanto inusuale da parte sua.
«Fatto? Ora andiamo a battere gli Italiani!»
Sebastián gli tese una mano e Tooru la accettò di buon grado annuendo deciso: quella sera avrebbero vinto e sarebbero andati in semifinale contro gli Stati Uniti.
«Andiamo a vincere, Seba-chan».
Si sorrisero e per un attimo Oikawa provò nostalgia ripensando a tutto ciò che in quegli anni avevano passato insieme, sia nel San Juan che nella Nazionale, e di come le loro strade stessero per separarsi fino a data da destinarsi in quanto dalla successiva stagione Oikawa sarebbe tornato in patria, a giocare nella V. League.
Tooru allontanò il pensiero con una leggera scrollata di capo in modo da poter ascoltare le ultime raccomandazioni dall’allenatore prima di andare a riscaldarsi con un solo obbiettivo in mente: vincere.
Appena entrarono in campo, la folla li acclamò a gran voce e Oikawa si ritrovò a sondare gli spalti con lo sguardo.
La sua ricerca fu di breve durata perché, dai posti migliori della tribuna, Hinata si sbracciò salutandolo con un caloroso sorriso mentre Kageyama, Ushijima e degli altri membri della Nazionale giapponese si limitarono ad un cenno di riconoscimento.
Oikawa sorrise ricambiando felice di vedere che i suoi amici-rivali erano riusciti a venire a vedere la partita, cosa non scontata visto che il giorno dopo avrebbero dovuto affrontare la Slovenia nella speranza di accedere alle semifinali.
Subito dopo, il suo sguardo si posò sui due posti vuoti al fianco di Hinata e realizzò che di Iwaizumi non c’era nemmeno l’ombra.
Aggrottò la fronte confuso: da quando era iniziata la VNL, l’amico non si era mai perso una sua partita, o almeno quelle che poteva vedere, e quella mattina stessa gli aveva confermato che sarebbe andato a vederlo.
Dov’era quindi Iwaizumi?
Provò a chiederlo a gesti ad Hinata ma l’altro scosse la testa e l’alzatore non capì se l’altro non avesse inteso la domanda o se proprio non lo sapesse.
Oikawa alzò un sopracciglio confuso ma poi lasciò perdere e raggiunse i compagni di squadra: dopotutto c’era ancora tempo ed era certo che Iwaizumi sarebbe ben presto arrivato per vedere la sua vittoria.
Il riscaldamento passò in un attimo e ben presto la partita iniziò senza che Oikawa avesse più dato uno sguardo alle tribune ormai piene di gente.
Poteva sentire la folla rumoreggiare ad ogni azione ma non poteva distrarsi a guardarla se voleva dare il meglio di sé.
Quando fu il turno di Oikawa a battere, l’alzatore si diresse in posizione prendendo un respiro profondo per concentrarsi, attese il fischio e batté.
Fu una battuta perfetta che spiazzò la squadra italiana portando al primo ace della partita.
Oikawa strinse il pugno soddisfatto mentre i tifosi argentini esultavano e i compagni di squadra gli si avvicinavano per dargli il cinque e invitarlo a ripetere l’azione.
«Ehy, amigo, guarda un po’. Hai un signor tifo sta sera».
Sebastián, dopo essersi complimentato, gli fece l’occhiolino e piegò la testa verso gli spalti.
Oikawa si girò seguendo il movimento già pronto ad aspettarsi le sue solite fangirls.
Sondò veloce la tributa indicata e il suo sguardo ben presto attratto dai posti dove sedeva parte della Nazionale giapponese.
Il suo cuore perse un battito prima di cominciare a battere furioso.
La palestra si zittì all’improvviso.
Tra un Hinata entusiasta e un Iwaizumi arrivato chissà quando c’era una persona che mai si sarebbe aspettato di vedere lì.
Sugawara Koushi.
Tutto smise di esistere se non Koushi che, accortosi di avere la sua attenzione, smise per un attimo di applaudire per mandargli un veloce bacio.
Tooru desiderò potersi pizzicare una guancia per controllare di essere davvero sveglio.
Magari un pallone lo aveva colpito con troppa violenza in viso e da svenuto stava sognando.
Perché doveva essere un sogno quello.
«Ehy, amigo! Ancora un altro ace
Con la coda dell’occhio vide una macchia colorata avvicinarsi e si girò di scatto per afferrarla, per un istante lottò per non far cadere il pallone di mano ma poi riuscì a prenderlo e, stringendolo, lanciò un’occhiataccia a Sebastián che si limitò a far spallucce.
«Sai, ti sto davvero odiando in questo momento».
Sebastián rise e si affrettò a tornare in posizione, subito imitato da Oikawa che, però, lanciò un’ulteriore occhiata verso le tribune.
Dal proprio posto, Suga gli sorrise radioso e annuì piano.
Oikawa ricambiò in maniera impercettibile prima di tornare a concentrarsi sulla partita con un solo pensiero in mente: avrebbero vinto.
 
*
 
Avevano perso**.
Non che avessero giocato male o altro, no, solo che l’Italia era stata più forte di loro e dopo cinque set combattutissimi si era portata a casa la vittoria e l’accesso alle semifinali.
La sconfitta era di certo un brutto colpo, eppure Tooru non si sentiva così giù di morale come si sarebbe aspettato dopo un tale avvenimento.
La causa di ciò? Un uomo dai capelli cinerei che aveva fatto il tifo per lui dagli spalti.
Un certo maestro che, in quella tribuna, non ci sarebbe dovuto essere.
Ad ogni intervallo, Oikawa aveva lanciato sguardi discreti in quella direzione per assicurarsi che l’altro fosse davvero lì e Suga gli aveva sempre sorriso sghignazzando poi per qualcosa detto dagli amici al suo fianco.
Tutte quelle occhiate erano valse a Tooru molti rimproveri giocosi da parte di Sebastián, ma l’alzatore non si era mai distratto durante le azioni e, spronato da quella presenza inaspettata, aveva dato il meglio di sé desideroso di vincere anche per lui.
Non ce l’avevano fatta ma, in Oikawa, il senso d’amarezza provocato dal risultato era stato ben presto soppiantato dalla gioia suscitata dal pensiero di poter riabbracciare Suga e dall’impazienza di farlo il prima possibile.
A fatica aveva ascoltato le ultime parole dell’allenatore e sorriso alle telecamere mentre rispondeva conciso alle domande sulla partita fattegli dai giornalisti.
Per tutto quel tempo aveva lottato per rimanere concentrato su quello che stava facendo, imponendosi di rispettare la solita routine post partita, invece di correre via per raggiungere al più presto l’amato.
Arrivato negli spogliatoi, Oikawa batté ogni suo record personale nel ripulirsi e cambiarsi, tanto da suscitare le risate dei compagni di squadra, per poi rivolgersi all’amico Sebastián che lo aspettava sulla soglia indossando ancora in divisa.
«Allora? Dove devo andare?»
«Come dovrei saperlo io?»
Oikawa si portò le mani ai fianchi guardandolo serio e l’altro rise prima di invitarlo a seguirlo.
I due camminarono in silenzio per i corridoi dello stadio mentre il cuore dell’alzatore batteva all’impazzata come quello di un bambino in ansia per l’apertura dei regali a Natale.
Infine, girato un angolo, Sugawara Koushi comparve nel campo visivo degli atleti.
L’uomo era appoggiato ad un muro ma, vedendoli arrivare, si spostò e avanzò verso di loro.
Tooru non perse tempo e affrettò il passo, raggiungendolo a metà strada per poi sollevarlo appena da terra e farlo girare ottenendo in risposta un risolino.
Si fermò deponendolo a terra e gli sorrise posandogli una mano sulla guancia.
Suga ricambiò prima di sporgersi in avanti per far incontrare le loro labbra in un dolce bacio che mai Oikawa si sarebbe aspettato di ricevere quel giorno ma che, da quando aveva visto l’altro sugli spalti, aveva bramato.
La situazione aveva un che di incredibile: era trascorso poco meno di un mese da quando si erano visti l’ultima volta, eppure a Tooru pareva che fosse passata un’eternità e non riusciva a capacitarsi di come avesse fatto a rimanere per anni senza vederlo per lassi di tempo ancora più lunghi di quello appena passato.
Rinvigorito da quel bacio tanto agognato quanto necessario, Oikawa lo approfondì prendendo il volto di Suga tra le mani mentre quest’ultimo gli cingeva il collo con le braccia abbandonandosi a lui.
«Hey! You two! Find yourself a room!»
Sobbalzarono entrambi e si staccarono voltandosi verso il proprietario della voce: Sebastián li guardava con le braccia incrociate al petto e un sorriso divertito sul volto mentre, accanto a lui, Iwaizumi li fissava con uno sguardo fin troppo serio per essere sincero.
Con la coda dell’occhio, Oikawa vide Suga arrossire appena per l’imbarazzo e gli afferrò una mano prima di rivolgersi di nuovo al compagno di squadra mentre un sorriso furbo gli compariva sul volto.
«Trovare una stanza, dici? Ma come, non mi offri l’utilizzo esclusivo della camera che abbiamo condiviso in hotel fino ad ora?»
Gli domandò in inglese ottenendo uno sbuffo divertito da parte di Suga e un accenno di sorriso sul volto di Iwaizumi.
«Ma, amigo, io dove dovrei dormire?»
«Per una notte puoi provare a chiedere ospitalità su qualche divano, amigo».
Oikawa fece l’occhiolino al compagno di squadra enfatizzando l’unica parola in spagnolo che avevano utilizzato in quel discorso.
Suga gli strinse la mano guardandolo con aria di rimprovero ma, prima che potesse dire qualcosa, Sebastián parlò sorridendo.
«Non preoccuparti, Sugawara-san, nessun problema. Per una volta posso dormire su un divano. Però, Oikawa, sappi che questo vale come regalo di compleanno».
Tooru annuì ridacchiando.
«Capisco, grazie Seba-chan! E grazie anche a te, Iwa-chan!»
Iwaizumi scosse il capo mettendosi le mani in tasca.
«Non ho fatto niente, io».
A quelle parole Oikawa lo guardò scettico ma l’altro non parve farvi caso.
«Beh, ora vado».
«Sì, vado anch’io! Ciao ciao piccioncini!»
In un attimo sia Iwaizumi che Sebastián si voltarono e sparirono dietro l’angolo lasciando Oikawa da solo con Suga.
L’alzatore si girò a guardare l’altro e, venendo ricambiato, gli sorrise prima di prendergli il volto tra le mani e chinarsi in avanti per baciarlo di nuovo.
«Mi sei mancato, mi amor».
 
*
 
Oikawa si stese nel letto e, messosi su un fianco, allungò un braccio verso Suga che, cogliendo il muto invito, si spostò verso di lui permettendo di posargli l’arto intorno alla vita.
Per qualche istante rimasero in silenzio, ascoltando l’uno il respiro ansante dell’altro, sorridendosi con le labbra gonfie per i numerosi baci e le guance arrossate per la passione appena consumata, poi Tooru passò una mano tra i capelli cinerei e spettinati dell’altro prima di allontanarsi quel poco che gli serviva per afferrare il lenzuolo e coprire i loro corpi nudi.
Una volta fatto, Oikawa tornò al proprio posto baciando la fronte a Suga faticando ancora a credere che l’altro fosse lì al suo fianco.
Dal primo abbraccio erano ormai passate ore eppure non aveva ancora realizzato appieno, gli sembrava di sognare e che ben presto si sarebbe risvegliato solo in quello stesso letto scoprendo che si era immaginato tutto, che Suga non si era presentato nello stadio e che non era tornato con lui in hotel.
Doveva essere così perché era troppo bello per essere vero.
Nel giro di qualche istante Sebastián lo avrebbe chiamato dall’altro letto svegliandolo e strappandolo da quel sogno stupendo.
«Terra chiama Tooru, Tooru rispondi».
Il sussurro divertito di Suga lo riportò alla realtà.
Oikawa batté le palpebre più volte mettendo di nuovo a fuoco l’uomo di fronte a lui che gli sorrise dolce carezzandogli una guancia con l’indice.
No, non stava sognando: Koushi era davvero lì con lui.
«Sei pazzo lo sai?»
Suga lo guardò e in quello sguardo Oikawa vi lesse la sua perplessità.
«Fare un viaggio in aereo del genere solo per il mio compleanno… e neanche per una decisione presa da ubriaco».
A quelle parole, la perplessità nello sguardo dell’altro sparì sostituita da un barlume di divertimento.
«Chi te lo dice che non fossi ubriaco?»
Oikawa fece spallucce e lo attirò di più a sé e, quando l’altro si rannicchiò contro di lui, gli posò il mento tra i capelli.
«Il viaggio è breve. Per le tempistiche saresti in post sbornia».
«Magari ce l’ho avuto in aereo e poi ho avuto del tempo per riprendermi».
Il tono sostenuto di Suga lo fece ridacchiare ma, quando gli tornarono in mente i ricordi dell’ultimo viaggio Argentina-Giappone, rabbrividì.
«Spero di no, non ti augurerei mai il post sbornia in aereo. Non ti conviene, fidati di me».
Koushi si staccò piano spallandosi all’indietro per guardarlo negli occhi.
«Così terribile?»
Oikawa si limitò ad annuire prima di tirarlo piano verso di sé per poi posargli il naso tra i capelli inspirandone il profumo.
Suga cominciò a carezzargli la schiena con cerchi concentrici e piano Tooru cominciò a scivolare nel mondo dei sogni.
L’ultima cosa che sentì prima di addormentarsi fu un dolce sussurro che lo fece sorridere.
«Buon compleanno, amore».
 
 
 
 
 
 
*Non mi pare che ci sia alcun Sebastián Lazo nell’ U PCN Vóley Club di San Juan, né nella Nazionale, se ci dovesse essere… beh…ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale.
**Ora, il risultato reale della partita è 3 a 0 per l’Italia ma nella partita reale l’Argentina è stata quasi inesistente e mi pareva brutto quindi ho cambiato in un 3 a 2 (sempre per l’Italia).
 
 
 
NdA:
Ciao!
Rieccomi come promesso a giugno!
Io vi giuro che volevo fare anche una classica IwaOi (sì, mi piace l’IwaOi e la IwaOiSuga e la IwaSuga) ma non avevo l’ispirazione adatta per farla e quindi vado solo di OiSuga che male non fa.
La fic avrà due o tre capitoli a seconda della lunghezza del secondo ma volevo assicurarmi di postare qualcosa per il compleanno di Oikawa.
Quindi… buon compleanno Oikawa XD
Spero che la fic vi piaccia e non vi preoccupate: non mordo quindi, se volete esprimere la vostra opinione s riguardo, sono qui e vi “ascolto”!
Se volete scoprire cosa succederà durante l’effettivo compleanno di Oikawa… non perdetevi il prossimo capitolo!
Alla prossima,
Aiko
   
 
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