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Autore: Hisae Nihil    25/07/2023    3 recensioni
Dal testo:
«Ti sta cercando...»
«Smetterà» Una parola arresa su sé stessa
«No. Non lo farà»
«Lo farà, per il suo bene» Vi era stato del tentennamento prima di quella frase formata da un fiato trattenuto da dei ricordi che bruciavano come tizzoni ardenti.
Genere: Angst, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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"Questa storia è candidata agli Oscar della Penna 2024 indetti sul forum Ferisce la penna"

Pioveva in maniera torrenziale quella sera, lei non sarebbe dovuta uscire non era del tutto certa di star bene, ma era una promessa che si era fatta, stipulandola col vento che soffiava per quelle lande: lo avrebbe cercato ogni sera.
Lei era stata riportata indietro, salvata da chi aveva perso il sonno e forse anche qualcos'altro, lei era diventata alla stregua del fulcro di una vita che non ne aveva bisogno. Lei era debole in confronto a chiunque, non aveva buoni modi per difendersi od attaccare...
Però nel suo piccolo era cocciuta, sapeva di non aver possibilità di trovare chi non voleva esser trovato, ma ci provava ugualmente.
Avrebbe dovuto starsene buona al riparo da qualche parte, non sotto a quella cascata d'acqua, aveva ancora dei lividi ad impolverarle il corpo, dei dolori di tanto in tanto li avvertiva, ma non importava.
Continuò a cercare quella figura tra le ombre incastrate in ogni anfratto, nella speranza di vederlo apparire dal niente in cui era scomparso...

 

«Ti sta cercando...»
«Smetterà» Una parola arresa su sé stessa
«No. Non lo farà»
«Lo farà, per il suo bene» Vi era stato del tentennamento prima di quella frase formata da un fiato trattenuto da dei ricordi che bruciavano come tizzoni ardenti.

 

Un colpo di tosse le portò dei brividi di freddo lungo tutto il corpo, tanto che stupidamente si strinse le braccia attorno al corpo, laddove non avrebbe trovato calore, la pioggia le imperlava la vista e le ciglia, avrebbe potuto concedersi un attimo di pausa?
Solo uno.
Posò la mano su una maniglia, aprendo la porta dell'Angel's Share, venendo accolta dal chiacchiericcio tipico di una taverna e da un piacevole tepore, probabilmente con voce lieve chiese anche se fosse “permesso”, conscia del suo esser totalmente fradicia; un piccolo straccio che non avrebbe dovuto trovarsi lì...
«Cosa posso servirti?» Una domanda che la riportò alla realtà
«Io...» Sussultò nel rendersi conto della pozza che si stava formando sotto ai suoi piedi «Mi dispiace! Pulisco subito se-»
«Stai tremando, e ti assicuro che un po' d'acqua non è un problema» Alluse al fatto che molti altri dei presenti nel locale erano più o meno nelle sue stesse condizioni
«Della cioccolata calda... Sarebbe possibile?» L'altro si limitò a fare un cenno d'assenso, iniziando a preparargliela.
Fu quando si voltò per servirgliela che vide la tristezza nei suoi occhi di giada, le labbra le tremavano e non di certo per il freddo
«Lo stai ancora cercando, non è così?» Era più che ovvio, non aveva avuto senso chiederglielo, al che lei si limitò ad annuire, allungando una mano verso il recipiente fumante «Sarebbe un peccato berla da sola al bancone» C'era un tempo per tutto, ed alle volte l'attesa si protraeva fin troppo, la ragazza lo guardò non capendo, ma le uniche cose che ottenne furono una chiave lasciata “per caso” sul bancone ed un cenno del capo verso l'alto da parte del ragazzo, prima che tornasse a pulire un bicchiere.

 

Non fece rumore la chiave quando aprì la serratura di una porta fatta d'inferiate che portava ad un secondo piano del locale, lei non sapeva cosa aspettarsi, sapeva cosa sperava di trovare lassù, tra quei tavoli vuoti e sedie solitarie...
Una figura incappucciata ed all'apparenza stanca parve venir sputata dalle ombre, seduta ad un tavolo con un calice posto dinnanzi a sé, alla ragazza mancò il fiato per un istante, che fosse mero frutto dell'illusione del proprio volere?
«Ka-» La voce le morì in gola nel veder quell'apparente sconosciuto irrigidirsi sul posto per un mero istante e lei, titubante avanzò verso quel tavolo, cogliendo i particolari che la lontananza non le avevano permesso di vedere, come il suo soprabito logoro, o la mano stretta attorno al calice di vino, od il braccio destro lasciato a penzolare al suo fianco... Quello le fece saltare un battito, ma le sue parole vennero messe a tacere ancor prima d'esser formulate, giacché lui s'alzò senza alcun convenevole, aggirando il tavolo, avvolgendo la figura della giovane col suo soprabito
«Sei fradicia...» Quella voce... Era così vicina, chiara, vera, tant'è che lei avvertì le lacrime iniziare a pizzicarle gli angoli degli occhi
«Kae-!» Ma lui le coprì gli occhi con la mancina
«I fantasmi non vanno cercati... Fiocco di neve» Quel nomignolo parve ferirgli la gola nel solo pronunciarlo «Guarda come ti sei ridotta...» Avrebbe dovuto scomparire sul serio, non c'era mai stato veramente un posto per lui in quel mondo, ma lei posò una mano sulla sua, accarezzandogliela col pollice.
«Ma alla fine ti ho trovato» Aveva avuto ragione Diluc, lei non avrebbe mai smesso di cercarlo, e così aveva fatto... Aveva trovato colui che non voleva farsi trovare, che sentiva di non meritare d'esser trovato.
Infine le liberò la vista, non aveva senso impedire di vederlo, o cercar nuovamente un modo per uscire dalla sua vita e lei lo rivide, dopo non sapeva nemmeno quanti giorni, fin troppi: aveva i capelli in disordine, i vestiti macchiati di sangue e polvere, delle occhiaie attorno agli occhi, il braccio destro come già detto era penzolante, graffi e ferite gli decoravano la pelle... Era un essere in rovina che si reggeva in piedi per mero... Già, per cosa?
La pelle bruciata del suo petto risaltava malamente coperta dal suo vestiario, le bende attorno al collo erano da sostituire... «Cosa...?»
«Ho combattuto, ma non è niente di grave» Le sorrise per rassicurarla, prendendole dalla mano il bicchiere così da posarlo sul tavolo
«È qualcosa di grave...» Le stavano lacrimando gli occhi «Quell'ustione... È stata colpa mia, gran parte delle tue ferite sono colpa mia!» Piangeva, le gambe le tremavano e si sentiva uno schifo «Perché sei scappato?! Perché ti sei ridotto così?!» Sapeva fin dove arrivavano le sue colpe e, quel braccio non era divenuto un peso morto a causa sua «Perché hai lasciato che ti facessero del male?...» L'aveva visto combattere e non era possibile che si riducesse così... O Forse era lei che si ostinava a volerla vedere così?
«Aira...» Chi dei due stava cadendo a pezzi? Forse entrambi. Poi un luccichio catturò la vista della giovane
«Kaeya...» Il proprio cuore parve divenire più leggero nel vederlo rispondere al proprio nome, mentre con lo sguardo seguiva la traiettoria del dito della ragazza, coprendo malamente quel “gioiello” che aveva legato alla vita, però forse certe verità era meglio che non venissero taciute
«L'ho rotta affinché non potesse più farti alcun male» Le pupille di Aira si restrinsero, l'era stato detto dell'importanza delle “Visioni”, ciò che aveva fatto era sbagliato, lei non valeva il prezzo di un sacrificio così grande, aveva le dita ustionate, anche un lato del collo era stato ferito dalla visione del ragazzo
«Io non valgo-» S'inginocchiò a terra, coprendosi gli occhi con le mani «Mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace... Ti ho portato solo sofferenza... Mi dispiace» Piangeva tra scuse e parole che l'altro non meritava d'udire «Non volevo, credimi...» Soffocava nelle sue frasi, annegando nelle proprie lacrime.
Kaeya strinse la mano a pugno sino a conficcarsi le unghie nel palmo, inginocchiandosi infine di fianco a lei, stringendola a sé
«Sono io che non sono riuscito a gestirti Fiocco di neve, tu non hai alcuna colpa. E la tua presenza non mi ha causato alcuna sofferenza, se non quella di farmi sentire vivo» E la paura, ma quella era un'altra faccenda «Piuttosto, perdona questo stupido per averti fatta penare» Le maschere alle volte dovevano solo cadere, giacché dopo quelle parole, nel vedere gli occhi arrossati della ragazza ed il suo corpo scosso da singhiozzi, fece combaciare le loro labbra in un bacio che fece quasi male tant'era stato agoniato e desiderato.






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Angolino indiscreto: L'ho buttata lì, so che il titolo non c'entra molto ma l'idea iniziale era un'altra ^^" Sì, il tutto è una piccola castronata che non si regge molto in piedi ma... Spero che non vi stiano sanguinando gli occhi

 

   
 
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