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Autore: Jeremymarsh    31/07/2023    4 recensioni
Di ritorno da un viaggio intrapreso poco dopo la nascita di Inuyasha, Toga torna a casa dalla compagna e dal figlio inconsapevole di quale sorpresa lo aspetterà. Una nuova paura lo coglie impreparato, ma Izayoi ha le parole giuste per rassicurarlo.
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Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inu no Taisho, Inuyasha, izayoi
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Avrò cura di te

 

 

In quelle prime ore del mattino durante le quali stava facendo ritorno a casa, l’Inu-no-Taisho non sarebbe mai stato capace di controllare il sorriso che gli illuminava il volto all’idea di rivedere finalmente l’amata e il figlio appena nato.

La figura possente che sorvolava le terre dell’Ovest e che aveva appena sventato qualche attacco demoniaco e assicurato la pace tra le terre degli uomini e le loro per un altro po’ non aveva un volto malvagio o spaventoso, piuttosto l’espressione impaziente ed eccitata di un bambino mentre pensava ai volti di chi lo aspettava al castello.

Chissà quanto era cresciuto Inuyasha e quali peculiarità aveva già sviluppato, se somigliava più a lui o se, invece, nonostante i chiari colori ereditati da lui non mostrasse ora tratti che gli avrebbero ricordato la sua amata Izayoi e che lo avrebbero spinto, di conseguenza, ad amare ancor di più il piccolo – cosa che gli sembrava assurda, perché dal primo momento in cui aveva posato i suoi occhi dorati su quelli identici di Inuyasha, Toga aveva capito di amarlo oltre ogni capacità.

Aveva riconosciuto quel sentimento perché uguale a quello che gli aveva travolto il cuore alla nascita di Sesshomaru, ma allo stesso tempo non lo era.

Era un amore nuovo, per questo diverso e ancora tutto da scoprire, e lui non vedeva l’ora di farlo, di lasciarsi alle spalle quelle settimane di assenza e tuffarsi nella sua nuova realtà.

Eppure, nonostante Toga sapesse che ad attenderlo c’erano tante novità e che le cose da imparare non sarebbero state poche, nulla lo avrebbe potuto preparare a ciò che vide non appena varcò la soglia della loro stanza.

Davanti a lui, in un leggero yukata da notte e con i lunghi capelli sciolti sulle spalle, Izayoi stava cullando il neonato che si stringeva a lei e aveva sul viso tracce di lacrime fresche, un neonato che inspiegabilmente indossava la stessa veste rossa che lui aveva donato a Inuyasha ma condivideva, invece, gli stessi colori scuri della compagna.

Fece per avvicinarsi con un lungo balzo e assicurarsi subito cosa non andasse per poi trovare una cura il prima possibile – dopo magari avrebbe anche chiesto spiegazioni a Izayoi sul perché non gli fosse stato mandato un messaggero per informarlo ovunque lui fosse –, ma si immobilizzò nel vedere il sorriso di benvenuto che Izayoi gli rivolse non appena si accorse di lui.

Non doveva essere nulla di grave se gli stava sorridendo in quel modo.

“Izayoi,” mormorò nel tono più basso che poté per non spaventare ancora di più il figlio ancora agitato.

La compagna capì subito. “Anata, presto, vieni qui,” gli fece un cenno mentre la testolina scura di Inuyasha si voltava nella sua stessa direzione e i suoi occhi cercavano di mettere a fuoco quella figura che aveva visto solo un paio di volte da quando era nato.

Il demone fece come chiesto, anche se titubante, senza distogliere per un attimo lo sguardo da Inuyasha che, allo stesso modo, stava tentando di seguire i suoi movimenti con le manine – prive di artigli – aggrappate alla veste della madre.

Tutto di lui, dall’aspetto all’odore, rivelava a Toga che il bambino era umano, eppure era certo che, prima di salutarli, avesse tenuto un braccio un mezzo demone con i capelli color argento e delle peculiari orecchie canine che ora mancavano all’appello.

La risata cristallina di Izayoi riscosse entrambi da quello studio reciproco.

“Sembra proprio abbiamo dimenticato qualcosa di molto importante quando ci siamo imbarcati in questa avventura,” iniziò riferendosi alla loro decisione di mettere al mondo un figlio pur sapendo che sarebbe nato mezzo demone, soprattutto perché sarebbe nato tale e quindi unione dei loro mondi tanto diversi, espressione del loro amore proibito.

Gli andò incontro percependo la sua incertezza residua e gli permise così di abbracciarla. Sentì il suo sospiro di sollievo, il suo corpo tremare prima di rilassarsi del tutto non appena la ebbe tra le sue braccia e anche se in un primo momento Inuyasha si agitò a trovarsi costretto tra di loro, una mano del padre poggiata sul capo lo tranquillizzò all’istante.

Izayoi osservò con lo stesso sorriso sereno padre e figlio che riprendevano a studiarsi, le espressioni curiose gemelle e la reverenza con la quale Toga gli stava accarezzando i capelli nel tentativo di carpire il segreto dietro quel cambiamento ancora senza spiegazioni per lui.

“Mi sono spaventata ugualmente il mese scorso quando Inuyasha ha iniziato a piangere senza motivo appena il sole è scomparso e ancora di più quando ho notato il modo in cui stava cambiando. E, ho timore, mi sono lasciata andare a dei modi di fare che non sono consoni a una principessa quasi attirando qui le tue guardie spaventate, ma per mia fortuna Myoga era ancora con me, proprio come gli avevi chiesto di fare ed è lui che mi ha rassicurato e al tempo stesso offerto una soluzione.”

“Il mese scorso?” chiese Toga, allarmandosi di nuovo e spaventando anche Inuyasha che si era quasi convinto ad accettare l’invito del padre che aveva aperto le braccia.

“Su, su,” lo consolò Izayoi prima di spingerlo verso il compagno e sussurrargli parole dolci in un tono di voce che Toga le aveva sentito usare solo con il piccolo. Poi tornò a guardarlo prima di annuire. “E sarà così anche il prossimo e quello seguente e per tutto il resto della sua vita. Il nostro Inuyasha diventa un umano a ogni notte di luna nuova,” gli spiegò.

Questa volta Toga riuscì a controllare la sua reazione e a parte gli occhi sgranati, strinse solo più a sé Inuyasha che si era infine abbandonato contro il suo petto come alla ricerca di un rifugio. E Toga, che dopo l’ultima rivelazione avrebbe voluto nasconderlo al mondo e poterlo proteggere per sempre, accolse con piacere la richiesta.

“È normale per ogni mezzo demone avere delle ore di debolezza, ma per fortuna per ognuno di loro è diverso, e se nessuno verrà a conoscenza di questa notte, Inuyasha resterà al sicuro.”

“Sei certa che nessuno qui al castello abbia scoperto qualcosa?” le chiese ancora lui non riuscendo a tranquillizzarsi e spostando di nuovo lo sguardo sull’infante.

Izayoi gli poggiò una mano sul braccio in un gesto di confronto. “Ho capito subito quando sarebbe stato pericoloso e Myoga mi è stato vicino. Era qui anche prima, ma è andato via non appena ha percepito la tua presenza avvicinarsi.”

“Probabilmente ha avuto paura di quel che avrei potuto fargli per non avermi avvertito subito,” sibilò, grato comunque della presenza del piccolo vassallo che era stato di conforto alla compagna quando lui non aveva potuto, soprattutto in un momento di tale incertezza.

“Myoga non ha colpa, Anata; sono stata io a chiedergli di non dirtelo.” Toga alzò la testa di scatto verso di lei, ma prima che potesse ammonirla Izayoi continuò: “Se ti fossi precipitato da noi mentre la tua missione era ancora in corso avremmo suscitato dei sospetti e non potevo permetterlo. Io ero qui al sicuro e in tua assenza era mio dovere di madre assicurarmi di fare anche la tua parte e proteggere Inuyasha.”

Lui scosse la testa prima di cingerle la vita con il braccio libero e baciarle i capelli. “Non credo sarei stato in grado di mostrare la tua stessa prontezza e lucidità. Sei davvero meravigliosa, Izayoi, e mi dimostri ogni secondo che passa che madre – e prima di tutto donna – forte che sei.”

Non importa cos’altro dicessero tutti gli altri che ancora tentavano di ostacolare la loro relazione.

“Tu lo sei più di me, Toga, e non ho dubbi che se l’occasione si fosse presentata avresti agito allo stesso modo,” lo rassicurò abbandonandosi a lui proprio come aveva fatto Inuyasha. “E anche nostro figlio lo percepisce, per questo si è addormentato non appena lo hai preso in braccio. Eri là fuori per assicurarci un futuro sereno e perciò gli hai anche assicurato che potesse viverlo nonostante questa sua particolarità.”

“Sarò anche il guerriero le cui gesta molti in queste terre decantano, ma in questa stanza, per questa nostra nuova famiglia, ho ancora molto imparare, molto più di quel che avrei creduto possibile. Ho tanti errori per cui fare ammenda come padre e, purtroppo, so che ne farò ancora altri con Inuyasha, ma ti prometto – ancora – che farò del mio meglio per prendermi cura di voi e non deludervi.” Mentre lo diceva il viso era privo della preoccupazione che lo aveva afflitto fino a poco prima ed era stato sostituito dall’espressione seria che Izayoi gli aveva visto solo in poche occasioni. E per questo capì l’importanza di quelle parole, nonostante le avesse già fatto una promessa simile quando si erano amati la prima volta e quando avevano promesso di trascorrere la vita insieme nonostante le diversità.

Così, rispose come aveva sempre fatto: “Lo farai, Anata, e io ti resterò accanto per aiutarti e amarti nel frattempo.”

Suggellarono anche quella volta la promessa con un bacio breve ma carico di sentimento.

La loro vita insieme non sarebbe mai stata facile, ma entrambi sapevano che la scelta che avevano preso la prima volta che si erano visti era stata quella giusta e che non l’avrebbero mai rimpianta nonostante le difficoltà.

Il piccolo Inuyasha al sicuro nel loro abbraccio ne era solo l’ennesima prova.





NdA

Questa mia fatica sarà probabilmente l'ultima che leggerete per le prossime settimane visto che la mia produttività su questo profilo subirà una battuta di arresto, spero quindi vi sia piaciuta. 
Ovviamente è una what-if dove l'Inu-no-Taisho non muore alla nascita di Inuyasha e mi piaceva l'idea di ritrarre quelle che sicuramente sarebbero state le sue insicurezze se avesse avuto l'opportunità di vedere Inuyasha crescere. 

Vi abbraccio e vi auguro un buon proseguimento ❤. 


 

 

   
 
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