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Autore: Duchessa712    01/08/2023    0 recensioni
Marigold si chiama, la chiama - delicata e timida e buona - la notte sulla porta della nursery, i pomeriggi in giardino quando gioca con i suoi nipoti, per il solo gusto di poter dire il suo nome (ed è un povero sotituto del figlia mia con cui non può arrischiarsi,anche dopo, anche quando tutti sapranno e faranno finta di nulla: Marigold, il più ben custodito dei segreti di Downton).
[La storia partecipa alla "To Be Writing Challenge 2023" indetta da Bellaluna sul forum Ferisce più la penna]
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edith Crawley, Marigold
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Figlia (in tutti i modi tranne uno)

Non c'è nome per una madre senza figlio - figlia, capelli di grano e occhi di cielo, piccola e indifesa e terribilmente attaccata al grembo di sua madre. Non c'è nessuno che partecipi al suo lutto - intimo, segreto, sbagliato (bastarda, la bambina, sgualdrina, la madre: è andato tutto per il meglio, è andato tutto nel modo perfetto - il più perfetto si sia riuscite a trovare).

Forse sarebbe stato meglio lasciarla andare - via, lontano dagli occhi, lontano dal cuore -, scordarla, e invece. Invece se l'è portata indietro, se l'è portata quasi in casa (portata in casa, se riuscirà a convincere suo padre), perchè fa male vederla - occhi di cielo e capelli di sole: sua figlia, ma non davvero, non del tutto, non nei modi che contano (Milady, la chiamerà crescendo, di famiglia, ma sempre distante, sua figlia in tutti i modi tranne che nella conoscenza - e mai pensava, Edith, di ritrovarsi gelosa della moglie d'un fattore).

Non c'è nessuno che comprenda le sue mani protese in carezze abortite, le lacrime che salgono, impudenti, ad annebbiarle la vista, il dolore di vedova (senza marito) e madre (senza una figlia) - ed eccola che torna, la gelosia, ma va tutto bene: di Mary è invidiosa da tutta una vita (mai pensava d'arrivare a risentirle la pubblicità della sua tragedia).

Marigold, si chiama, la chiama - delicata e timida e buona - la notte sulla porta della nursery, i pomeriggi in giardino quando gioca con i suoi nipoti, per il solo gusto di dire il suo nome (ed è un povero sostituto del figlia mia con cui non può arrischiarsi, anche dopo, anche quando tutti sapranno e faranno finta di nulla: Marigold, il più ben custodito dei segreti di Downton).

A volte Edith lo sogna, un mondo in cui può rifare tutto da capo: tenerla, amarla, riconoscerla; un mondo in cui sono felici, lei e Michael e la loro bambina - perchè ama Bertie, lo ama come non credeva d'amare nessuno, ma è verità indiscutibile che il primo amore non si scorda mai ed è lì che si trovano, a volte, lei e Mary e Tom. Gioca con l'idea di dire la verità, ma Marigold cresce davanti ai suoi occhi, si spoglia della timidezza, si aggrappa alla dolcezza (insegna a Caroline di mostri gentili che vivono sotto ai letti, intreccia i capelli di Sybbie ascoltando i suoi segreti, ha in George il suo più fedele protettore), e non è mai il momento giusto - per distruggere la quotidianità, per piegarla sotto un segreto più grande di lei: si crede figlia di genitori ignoti, Marigold senza cognome, accolta per qualche mese da loro buoni amici e poi presa sotto l'ala della allora Lady Edith Crawley.

"Farebbe differenza?" chiede Mary ogni volta. "È già di famiglia e non sarebbe la verità a cambiarlo."

"E quanto bene farebbe" ribatte Tom "imporle una verità che rimarrebbe segreta lo stesso, darle un cognome che non potrebbe usare? È già famiglia, perchè complicarle le cose?".

Edith - che una volta è voluta scappare da loro, che ha passato una vita a voler scappare da Mary - adesso ne cerca il consiglio e guarda: sua figlia che porta fiori appena colti a Lady Grantham e chiede al Conte di giocare con lei, che prende per mano Caroline e le domande che ha iniziato a fare a sua madre - perchè il cielo è blu? perchè il sole splende? perché per un istante sei sempre triste al compleanno di George? perchè per un istante siete sempre tristi al compleanno di Sybbie? - e ottiene il sorriso e un buffetto da Lady Mary (e mai lo immaginava Edith che, tra tutti i nipoti, sua sorella si sarebbe lasciata sciogliere dalla sua).

Che bisogno c'è? Di parlare, di liberarsi la coscienza, di sconvolgere la vita della sua bambina che a un certo punto sboccia in donna che a un altro ancora cammina verso l'altare - e ci sono tutti, lei e Bertie e il bambino che Marigold ama come un fratello, Mary, George, Henry, Caroline e Tom e Lucy e Sybbie e i suoi genitori - e Edith pensa che lei lo vorrebbe sapere (pensa che sarebbe furiosa e tradita e-). "Devo parlarti." le dice prima che si sposi - prima che diventi donna davvero - e Marigold la guarda, bianca in volto e sconvolta e furiosa, si chiude in camera per giorni, le toglie il saluto e lo stesso fa con chiunque sapesse (tutti. Downton, quando arrivano per il Natale, è tomba di urla non dette e rancori neonati).

"Avevi ragione." piange Edith sulla spalla di Tom. "L'ho persa." - e mai pensava sarebbe stato possibile perdere ciò che non era suo (solo che era: sua figlia in tutti i modi che contano e lei s'era impuntata sull'unico che non poteva essere).

"È solo sconvolta, dalle tempo." ed è un gioco di pazienza che Edith è troppo stanca per giocare, ma gioca lo stesso, fino a che torna, Marigold, calma per le parole che resteranno tra lei e Mary. Bocche cucite entrambe fino alla fine, sguardi e sorrisi che diventano fondamenta per continuare: è sempre stata famiglia, Marigold, e il mondo si limita a fare un giro su se stesso prima di ricordarselo.

Edith la guarda, quindi, sua figlia (sempre un segreto, ma un po' meno pesante), camminare verso l'altare, verso un nuovo capitolo, e pensa che è bella e felice e poi George la stringe in un abbraccio che la solleva da terra e Caroline le lancia in viso petali di rose e - aveva ragione Mary: è sempre stata di famiglia, per i bambini non più bambini per primi.

"Grazie." sussurra Marigold in un abbraccio più lungo di quanto dovrebbe - ma tanto sono a Downton e lei resta il più ben custodito dei suoi segreti. "Grazie per avermi voluta". E Edith pensa alle lacrime di un lutto nascosto, ai dolori di una maternità a metà, alla solitudine e alla gelosia e sorride perchè: "Non avrei potuto fare altrimenti. Non avrei voluto fare altrimenti".
   
 
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