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Autore: SilvanaFreesound    02/08/2023    4 recensioni
Il Karasuno ha appena battuto lo Shiratorizawa, vincendo il titolo di campione di Miyagi, accedendo così al torneo liceale nazionale.
I due best friend forever trascorrono insieme la serata a casa di Yamaguchi.
Questo storia fa parte della serie "Sei soltanto mio".
E' preferibile recuperare i racconti precedenti anche se non strettamente necessario.
Genere: Erotico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Kei Tsukishima, Tadashi Yamaguchi
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'SEI SOLTANTO MIO - SERIE TSUKKI YAMA'
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La mano sinistra di Kei si posa su quella di Tadashi, intreccia strette le loro dita mentre ansima forte, alitando ripetutamente il suo nome nell’incavo del collo deliziosamente puntinato.

La faccia di Yamaguchi sfrega ritmicamente sulle lenzuola disfatte, le guance bruciano sotto il peso di quei colpi incessanti.

Di tanto in tanto solleva la testa e boccheggia,  incanalando quanta più aria possibile per poi perdersi nuovamente in quel turbinio di piacere che lentamente si sta impossessando di lui fino a consumarlo.

Sente la vista annebbiarsi, le dita dei piedi arricciarsi, le viscere che si torcono e si aggrovigliano avvolte da un calore crescente, il suo cazzo è così teso e gonfio che potrebbe scoppiargli da un momento all’altro.

Una spinta più irruente e più profonda delle altre ed il bacino di Kei si ferma per un istante, godendo dell’intimo contatto tra quelle natiche sode e glabre.

Tadashi trasale e si morde il labbro ed è così dannatamente sensuale quando si offre completamente a lui, genuflesso in modo osceno, inerme e totalmente in balia del suo riaffiorato istinto animalesco.

 
**********
 
“Che c’è, Tadashi, qualcosa non va?”

Kei glielo domanda piano, sussurrandoglielo un paio di volte mentre poggia le labbra umide su quella insana costellazione di efelidi caffellatte che si dirama lungo tutta la schiena fino all’osso sacro.

Yamaguchi si alza dal letto rigirandosi su sé stesso: si accuccia e rimane lì, in silenzio, per un tempo indefinito, raggomitolato tra le lunghe ed accoglienti braccia del biondo amante.

“Il fatto è che con i ragazzi poco fa…come dire…sei stato scortese.”

Il tono della voce è sommesso ed è sinceramente dispiaciuto mentre gli confessa il suo turbamento, spezzando nervosamente la frase in più sillabe sparse.

“Cazzo, ancora con questa storia?”

“Abbiamo appena battuto lo Shiratorizawa, a quest’ora saremmo dovuti essere lì con loro, al Sakanoshita. Il capitano ci teneva tanto, lo sai,  ma tu hai declinato l’invito.”

“Non mancherà occasione di festeggiare tutti insieme domani, in pizzeria. Io ci sarò, promesso, ma stasera morivo troppo dalla voglia di accompagnarti a casa.”

“Accompagnarmi e basta?”

Glielo chiede sbattendo maliziosamente quelle lunghe ciglia da cerbiatto restando in apnea per una manciata di secondi, in attesa della sua prevedibilissima risposta sarcastica.

“Beh, se adesso siamo nudi evidentemente è perché con te volevo fare dell’altro. Ed è stato proprio come me lo ero immaginato.”

“Che cosa?”

“A letto…sei come nella vita, Yamaguchi.”

“Che vuoi dire?”

“Parecchio rumoroso.”

Tadashi approfitta della vulnerabilità del suo ragazzo, sferrandogli una serie di pugni a raffica sul suo petto niveo, di quelli però che non farebbero male ad una mosca.

Tsukishima non può smettere di sorridere beato mentre osserva dall’alto in basso le sue gote andare inevitabilmente a fuoco assieme alle lentiggini che scompaiono inabissandosi definitivamente in quel rossore innocente.

“Oh, fanculo! E tu sei sempre il solito stronzo che non perde mai occasione per mettermi in imbarazzo. Non ho capito, che male c’è?”

“C’è che tua madre è nella stanza a fianco a noi, ecco che c’è.”

“Ah, è per quello? Beh, fossi in te non mi preoccuperei più di tanto. Mi sa che ormai ha capito tutto e poi non appena poggia la testa sul cuscino parte a razzo, fidati!”

“Fatto sta che è stato molto rischioso.”

“Ed anche molto eccitante: io e te, soli, in questa stanza, che facciamo l’amore con due grosse medaglie d’oro appese al collo. Ma ci pensi? Noi, campioni di Miyagi…fantastico! Ancora non mi sembra vero.”

“Scusami.”

“Perché?”

“Per averti tappato la bocca: non avrei dovuto, non è da me, sono stato rude…e anche precipitoso.”

“Non importa.”

“Non importa che ti ho fatto male o non importa che ho finito in fretta?”

“Tutti e due, direi.”

“Non so che mi è preso! E’ che mi fai confondere, con te non è sempre che riesco a ragionare.”

“E’ solo sesso, non c’è niente da ragionare!”

“Ti sbagli, con te è amore. La tua pelle, il tuo odore…non so se riuscirei mai a farlo con un altro.”

“Ehi, ma che cazzo di discorsi sono questi? Non lo dire neanche per scherzo! Tu, caro il mio Tsukki, sei troppo su di giri, dai retta a me, non  ti ho mai visto così eccitato. Sarà stato quel kill block ad Ushiwaka o perché l’abbiamo fatto senza?”

“Diciamo che scopare sopra il tappeto di Pikachu ha il suo perché!”

L’inconfondibile risatina argentina di Tadashi ha il potere di sciogliere in un batter d’occhio ad uno ad uno tutti i ghiacciai presenti sulla faccia della terra oltre che il cuore ostinatamente indurito del suo ragazzo.

“Che scemo! Lo sai, me l’ha regalato mia madre quando ero piccolo, non me la sento di disfarmene.”

“La tua cameretta potrebbe essere tranquillamente adibita a museo!”

“Esagerato, ho giusto due o tre cosucce.”

“Ma tu guarda che roba, sei grande e grosso oramai, per cui tira fuori le palle, suvvia, dillo che ti piacciono!”

“Ok, Ok, hai vinto tu, lo ammetto, mi piacciono i Pokémon, e quindi, qualcosa in contrario?”

“Assolutamente no!”  mormora dolcemente mentre gli scosta la frangia dalla fronte sudata “Piacciono pure a me, ma perché mi piaci tu. Per quella cosa che hai detto prima, mi dispiace, sai?”

“Per cosa?”

“Ecco…per i preservativi. E’ colpa mia, non ce li avevo dietro e….”

“Non ce li avevamo e l’abbiamo fatto lo stesso. L’abbiamo voluto entrambi, Kei-chan, l’amore si fa in due.”

“Sarei dovuto uscire in tempo. E’ che non ce l’ho fatta a fermarmi!”

“Non fa niente! D’ora in poi cercheremo di stare più attenti.”

Tsukishima lo stringe forte a sé ed è appagante poter sentire quella pelle fresca e vellutata aderire perfettamente alla sua: lo bacia sulle tempie, sulla punta del naso, sulla bocca, agganciando le labbra carnose con i denti, invadendogli il palato, mescolando le loro salive, nutrendosi di ogni suo respiro mentre la mano  fasciata vaga assieme all’altra lungo  quei muscoli dorati e tonici, modellati dalla fatica degli allenamenti, raggiungendo nuove zone erogene che necessitano di essere saziate.

“Ehi, ma che fai? Non devi per forza….”

“Ma tu non hai goduto!”

“Chi te lo ha detto? E’ stato comunque molto piacevole…”

“Ma non sei venuto.”

“Non fa niente, non è il caso, davvero, dai…”

“Sul serio, mi va… e poi il tuo little monster si sta  svegliando!”

“Beh, little il mio proprio non direi, almeno se lo mettiamo a paragone con  quello tuo!”

“Colpito e affondato! Allora vorrà dire che d’ora in poi lo chiamerò mostriciattolo!”

“Che stupido che sei!”

“Stupido…stupido” mugugna ripetendoselo a denti stretti, il volto si incupisce, la stretta d’amore si allenta,  lo sguardo diventa vitreo al di là delle spesse lenti e si distoglie da lui, fissando inevitabilmente il  vuoto “prima…a fine partita…nei bagni del palazzetto…mi hai dato dello stupido.”

Gli occhi di Tadashi si sgranano, la bocca si spalanca in una strana smorfia di stupore.

“Oh, è vero, hai ragione, me l’ero scordato. Scusa tanto ma te la sei andata a cercare! Hai murato Ushiwaka…”

“Solo una volta però, in cinque set.”

“Ti pare niente? Gli hai fatto il culo a quel centrale fuori di testa…”

“Embè, qualche soddisfazione al loro palleggiatore gliel’ho fatta passare, l’esperienza mi è venuta a mancare…”

“E fammi finire, cazzo! Ti sei battuto come un eroe con una mano fracassata, sei il nostro MVP, andiamo ai nazionali  e tu che fai? Guarda, mi fai incazzare di brutto quando ti deprimi inutilmente. “

“Hai ragione!”  i lineamenti del suo volto contrito ad un tratto si distendono, gli angoli della bocca abbozzano un sorriso sereno “Vieni qua e baciami! Voglio farti stare bene, Tadashi!”

 
ANGOLO DELL’AUTRICE
 
Salve a tutti!

Rieccomi con il continuo della serie “Sei soltanto mio”.

Buona parte di questi dialoghi erano stati buttati giù da tempo e giacevano  pigramente nei meandri del mio PC.

Dialoghi basati per lo più sulle difficoltà della comunicazione di coppia, tra l’altro da poco formata, e di come il sesso si metta di mezzo a volte complicando le cose, soprattutto i primi tempi, quando si è alla ricerca della giusta sintonia.

Poi, vabbè, mi è venuto in mente di ambientare il racconto la sera dopo aver battuto lo Shiratorizawa  che immagino suonerà un po’ blasfemo per chi non ama in generale le ship in Haikyuu.

Pazienza, correrò il rischio, tanto sono  più che certa che questo genere di lettori non si imbatterà mai nei miei scritti.

Mi piace l’idea di questi ragazzi che hanno ancora tanta adrenalina in corpo da dover smaltire (zozzona io!!!!)

E a voi?

Non  vi tedio ulteriormente e vi ringrazio per aver letto fin qui.

JA NE
 
   
 
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