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Autore: NicoJack    02/08/2023    0 recensioni
Ispirato ovviamente a Shrek, ma con personaggi di 1000 altri fandom, con Jack Frost nella parte di Shrek, Elsa nella parte di Fiona e Ciuchino nella parte di Duffy Duck.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jack Frost
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 19: E vissero per sempre felici e contenti… per ora
Era passata una settimana dal giorno in cui, un duca avrebbe dovuto essere incoronato re, mentre una principessa sarebbe dovuta diventare sua moglie e regina, ma la cerimonia era stata bruscamente rovinata dallo spirito dell’inverno e una dragonessa (insieme al papero che li accompagnava).
Molte cose erano successe….
Prima di tutto non appena Jack ed Elsa finirono di darsi il loro secondo bacio (molto più passionale del precedente), Jack disse a tutti loro che ora di andarsene e che dovevano fare una cosa prima di tornare al polo sud.
Quando Elsa gli chiese di cosa si trattasse, Jack le racconto che, il motivo originale per cui era andato a salvarla da quella torre, era perché il duca, visto il suo immenso odio per le creature magiche, aveva fatto in modo che fossero perseguitate, per poi essere catturate e infine, a quanto pare, aveva ben pensato di scaricarle tutte al suo polo.
Per questo voleva l’atto di proprietà del suo polo, sia per liberarsi di loro, sia per fare in modo che né il duca, né uno dei suoi futuri discendenti potesse poter usufruire della sua casa come volevano, perché erano il continente più vicino ad essa.
Quindi adesso, dovevano liberare quei poveretti, dalle navi del duca che aveva inviato quando aveva mantenuto la sua promessa.
Jack si era fatto la promessa che avrebbe rimediato ai suoi errori e il modo in cui aveva trattato quei poveri sfollati (e cioè come un peso di cui liberarsi e non come persone che avevano bisogno di aiuto), lo era di certo.
Elsa si dimostrò molto d’accordo con la linea d’azione che Jack voleva intraprendere, dicendo che se quei poveretti avevano bisogno di aiuto loro glielo avrebbero dato, inoltre Elsa trovava disgustoso il modo in cui il duca trattava le creature magiche, non solo perché lei stessa faceva parte ormai di esse, ma perché a casa sua, ad Arendelle, i suoi genitori avevano regnato con rispetto su tutte le creature senzienti del loro regno; quindi, per lei era inaccettabile che venissero trattate in quel modo (un'altra prova di che tipo di uomo fosse l’ormai defunto duca di Weselton).
Daffy era leggermente più titubante, più che altro perché era sorpreso del comportamento di Jack, che nonostante fosse si molto più altruista di quanto desse a vedere, non aveva mai fatto (da quello che né sapeva lui) un atto di altruismo di quella vastità, ma poi il papero penso al fatto che non avessero niente da temere, in fondo all’attacco sarebbero andati una dragonessa di nove metri d’altezza e due padroni del gelo (se quei soldati avessero avuto il benché minimo di sale in zucca si sarebbero arresi non appena li avessero visti arrivare).
Quindi ricevuta l’approvazione anche del suo amico papero, Jack, che era fin troppo su di giri, prese con un braccio imbraccio Elsa (senza neanche troppa difficolta vista la sua innaturale forza fisica e per il fatto che lei rispetto a lui fosse minuta) e con il bastone stretto nella presa dell’altro richiamo i venti per alzarlo in volo.
Prima che Daffy ed Elsa potessero ricordarli che il vento non lo faceva volare se teneva con sé una creatura troppo legata alla terra, con loro somma sorpresa fu invece quello che accade: Jack comincio a volare con Elsa in braccio.
Daffy si riprese da quel momento di shock, quando noto che i due ormai avevano lasciato la chiesa e avevano qualche secondo di vantaggio su di loro; quindi, disse subito a Tempestosa di inseguirli, li ritrovarono a un centinaio di metri d’altezza poco più a sud di Weselton, Jack stava ridendo come un pazzo, mentre Elsa era aggrappata a lui come un bradipo al suo albero e gli continuava a urlare di atterrare.
Jack la accontento e attero dietro la collina che Jack e Daffy avevano percorso la prima volta che erano arrivati a Weselton, poco dopo atterrò anche Tempestosa, con Daffy che scese dal suo collo e si avvicinò ai suoi due amici.
Dopo che Elsa si staccò dalle braccia di Jack, cerco di riprendere fiato da quella botta di adrenalina che era state vedere il mondo da così in alto per la prima volta e mentre la principessa faceva grandi respiri per riempirsi i polmoni e si controllava il battito cardiaco, tutti e tre gli esseri con postura bipede eretta si facevano la stessa domanda: perché era successa una cosa del genere?
Fu Jack a trovare la risposta al quesito, visto che con quel primo bacio di vero amore Elsa aveva assunto “la forma” di Jack (in senso metaforico), sarebbe stata considerata dal vento non più una creatura troppo collegata alla terra.
Chiarita quella questione, Daffy propose alla principessa delle nevi se avesse voluto salire su Tempestosa (avrebbe viaggiato più comoda), ma diciamo solo che Elsa non si sentiva molto a suo agio a volare sopra la dragonessa che aveva temuto per anni, quindi si riaggrappò a Jack, intimandogli però di volare piano e di non lasciarla cadere.
Arrivarono un’ora dopo al porto di Wish Town, dove videro tre gigantesche navi da carico, che stavano scaricando non normale mercanzia, ma varie creature magiche incatenate e imprigionate, con la sconfitta nei loro occhi.
Le guardie che svolgevano il loro dovere erano molto ben armate e tenevano sott’occhio qualsiasi movimento sospetto di ogni creatura magica, ma tra varie catene reprimi potere e misure di sicurezza preventive che avevano organizzato per ogni specie e razza diversa che era dentro quelle navi si sentivano tutto sommato al sicuro e pronti a gestire qualsiasi inconveniente.
Peccato che il brutto inconveniente in quel caso fosse UN CAZZO DI DRAGO SPUTAFUOCO, che si abbate su di loro da nord, in un solo morso divoro ben quattro soldati ben armati e equipaggiati, ma non era solo, la cosa strana (e la peggiore) era che a darli man forte c’erano Jack Frost e quello che dall’aspetto sembrava quasi una nobildonna, ma che dalle sue mani venivano lanciati flussi di ghiaccio che congelavano qualsiasi cosa con cui entrassero in contatto e che creava immense mura di ghiaccio per bloccare il passaggio dei rinforzi (insomma sembrava un Jack Frost in gonnella e senza bastone).
Le creature magiche cominciarono a dare una mano in ogni modo a loro possibile a quegli inaspettati salvatori e alle prime catene spezzate da Jack, fu chiaro che ormai la situazione per gli umani era stata completamente ribaltata.
Per un quarto d’ora il porto di Wish Town fu un campo di battaglia, oltre al fuoco di drago e al ghiaccio glaciale, c’era anche lo sferragliare delle armi impugnate dai guerrieri elfici e nanici (prese per la maggior parte dai loro avversari) guidati da Blaidd il Mezzolupo (Jack lo riconobbe come colui che aveva trovato sdraiato sul suo materasso), i giganti invece non avevano bisogno di armi con le loro possenti braccia robuste come tronchi d’albero per loro i soldati in armatura completa erano ramoscelli da spezzare.
Le driadi non appena rientrarono in possesso dei semi nella cabina del capitano della nave in cui erano state rinchiuse (che erano stati a loro sottratti) fecero crescere su una delle navi un’immensa pianta che con le sue liane avvolgeva qualsiasi marinaio e soldato sopra di essa per buttarlo in mare (aiutato da uno scimparagno e a un essere simile a una mummia fatto di bende), mentre le streghe davano supporto da lontano castando i loro incantesimi (come ustionare i soldati riscaldando il metallo delle loro armature, o sparando contro di loro dei missili magici).
Alla fine dopo durissimi scontri e dopo innumerevoli catene e gabbie spezzate, avevano vinto i mostri e le creature magiche, che guidati da Jack rubarono due delle navi che gli avevano portati fin lì e fecero rotta verso sud, anche se la strega dalle quattro braccia e la pelle blu di nome Ranni disse loro che li avrebbe raggiunti prima avrebbe dovuto raggiungere Weselton per riprendersi qualcosa di molto importante che le apparteneva.
Elsa e il mezzo-lupo Blaidd provarono a convincerla a non farlo, ma Ranni consolo la creatura alta due metri e mezzo con un buffetto sulla testa dicendoli che non doveva preoccuparsi per lei, per poi chiedere ad Elsa se sapesse cosa fosse successo a Weselton e mentre la principessa riassumeva ciò che lei, Jack, Daffy e Tempestosa avevano combinato in quella città, tentava di spiegarle che i soldati rimasti in essa sarebbero stati in massima allerta.
Ranni però non ascolto le raccomandazioni della principessa delle nevi e disse semplicemente che li avrebbe raggiunti al polo dopo pochi giorni.
Dopo quello strano evento, le due navi lasciarono il porto con sopra di esse tutti quei rifiutati da quel continente, mentre per ogni nave c’era un timoniere nano, gli elfi con la loro naturale agilità e destrezza facevano tutto ciò che avrebbero dovuto fare i marinai, aiutati da quelle fatine cosi simili a colibrì, mentre Tempestosa seguiva la situazione dall’alto con in groppa Daffy.
Però ben presto un elfo che si trovava sull’albero maestro della nave in cui si trovavano sia Jack che Elsa, avverti tutti che al loro inseguimento sembrava esserci la flotta del duca, a quanto pare, non avevano gradito che gli avessero rubato due delle loro navi.
Jack all’inizio pensò di mandarli contro Tempestosa e far piovere su di loro fuoco e sangue, ma poi Elsa lo convinse di gestire le cose in modo più pacifico, ricordandoli che non era un essere crudele e che per quella giornata era già stato sparso troppo sangue.
Quindi Jack con il suo bastone evoco una forte raffica di vento, che aumento la velocità della sua nave in modo che potessero scappare dai loro inseguitori, per poi volare verso di loro, molti dei balestrieri della flotta vedendo la cosa provarono a colpirlo con le loro armi, ma Jack era cosi abituato a schivare frecce e dardi che per lui era solo un comune giorno come tanti altri.
A quel punto volo in cerchio intorno alla flotta e creò delle immense lastre di ghiaccio sul pelo dell’acqua, in modo da sbarrare loro la strada e nella speranza che la cosa li avesse fatti desistere nel continuare il loro inseguimento.
Tornato sulla nave, sembrava che la sua linea di azione avesse avuto successo perché, dopo tre leghe, all’orizzonte non si vedevano più alcuna nave della flotta e tutte le creature su quelle navi poterono tirare un sospiro di sollievo.
Arrivarono al polo sud a notte inoltrata e quando le creature magiche poterono scendere dalla nave e rimettere i loro piedi (o zampe) su quelle fredde terre, Jack capi che avrebbe dovuto fare un discorso a tutti loro per spiegare loro le ragioni di questo suo gesto e per poter dire loro le possibilità che avevano davanti in quel momento.
Quindi all’inizio (quando ebbe finalmente la loro attenzione), si scusò con loro per averli trattati come se fossero un fastidio e per averli riconsegnati al duca per uno stupido atto di proprietà del suo stesso polo; per poi dire ad essi che, se volevano trasformare il polo nella loro nuova casa lui non glielo avrebbe impedito, anzi avrebbe cercato di dar loro una mano il più possibile.
Detto questo creò di nuovo un ponte di ghiaccio per il continente, dicendo al suo pubblico che se volevano materie prime per poter costruire la loro nuova casa come legname o cibo (anche se suggerì loro di usare le navi con cui erano arrivati come prime fornitrici di legna), avrebbero dovuto semplicemente attraversarlo farsi qualche ora di cammino e sarebbero arrivati al continente, avvertendoli però di non farsi notare a causa del fatto che dopo tutti i casini fatti in quella giornata movimentata la popolazione umana sarebbe stata ancora meno incline ad avere a che fare con loro, per fortuna che la parte meridionale del continente era quella meno popolata.
A quanto pare, il discorso piacque molto a Blaidd il Mezzolupo che riunì un piccolo gruppo di guerrieri composto da elfi e nani, in modo da fare da vedette e difesa per un possibile arrivo della flotta del duca, per poi dire agli elfi che la mattina dopo sarebbero andati a fare da scorta alle driadi e alle altre creature nell’andare a recuperare legname e cibo.
Dopo che fu detto ciò che bisognava essere fatto e vedendo che nonostante tutto sembrasse che nessuno di loro non volesse già abbandonare il polo, Elsa trascino con sé Jack sussurrandogli in un orecchio che aveva fatto la cosa giusta.
Jack le mostro la sua casa e quando la principessa la vide non poté che fare una faccia leggermente delusa, certo non si aspettava una reggia, ma quando vide quel grezzo blocco di ghiaccio scavato, con solo due buchi che facevano da finestre e una porta che era una lastra di ghiaccio grande tre metri tenuta in verticale, non poté che chiedersi come anche uno come Jack potesse vivere in un posto nel genere.
“Almeno all’interno sarà migliore” penso lei speranzosa.
Si scopri che si sbagliava: l’interno era semplicemente una sala da pranzo che aveva anche il ruolo di stanza principale, con un tavolo fatto di ghiaccio, una poltrona e delle sedie fatte della stessa sostanza; e la camera da letto dello spirito sembrava un semplice sgabuzzino dove a malapena c’era spazio per un vecchio materasso che sembrava avere ormai qualche secolo.
Jack, rendendosi conto solo in quel momento di come dovesse sembrarle un letamaio volle sbattere la testa contro le pareti di ghiaccio di casa sua, ma non appena Elsa lo vide con un’espressione cosi contrita, gli disse che in fondo casa sua non era male, per farlo sentire meglio.
Jack si accorse della cosa e dopo un abbraccio tra i due, lo spirito dell’inverno tocco con il bastone il muro facendone scogliere una parte e disvelando quella che era una bottiglia di vino, che lui prese prima che cadesse, per poi presentarle il vino: Vino di Touissant.
Non appena Elsa scopri che tipo di vino fosse, non volle crederci, visto che tra gli innumerevoli libri che le avevano dato per passare il tempo in tutti quegli anni di prigionia ce n’era uno che riguardava proprio i vini e quel libro diceva che il vino di Touissant era quello più prelibato e costoso al mondo; quindi, quando chiese a Jack come se lo fosse procurato, non dovette sorprendersi quando la sua risposta fu che l’aveva rubato dalle stesse camere della duchessa (stava borbottando qualcosa riguardo a una seconda bottiglia sprecata, ma la principessa non capi bene cosa stesse dicendo).
Comunque, Jack le disse che la conservava per un momento che avrebbe considerato speciale e visto che si era innamorato di lei e lei lo ricambiava, considerava quell’occasione abbastanza speciale.
Jack non dovette ripeterlo due volte, perché Elsa creo nelle sue mani due coppe di ghiaccio in modo da poter versarci dentro quel vino cosi previlegiato, fatto questo i due fecero un brindisi alla loro unione e nel cercare di evitare il più possibile futuri fraintendimenti reciproci in futuro.
Il vino in effetti non era niente male, il ghiaccio lo aveva pure conservato bene, scendeva giù per la gola che era una bellezza, ma non era sicuramente ad alto tasso alcolico, eppure dopo due coppe Elsa era già abbastanza brilla, dopotutto quello era il primo liquore che avesse mai bevuto.
Quindi Jack per evitare la sua amata principessa diventasse fin troppo alticcia, la porto alla camera da letto, per poi sdraiarsi con lei sul materasso o, meglio lui era sdraiato sul materasso, mentre lei sembrava che volesse usare il suo petto come suo cuscino e tutto il resto che c’era più giù di esso come suo personale materasso (non che la cosa lo mettesse a disagio).
Prima di addormentarsi però Elsa gli racconto tutta la sua storia, gli racconto della sua infanzia, di come avesse sempre avuto quei poteri, gli racconto di Arendelle il posto in cui era nata, dei suoi genitori, di Anna, di ciò che le fece e di come fosse finita in quella torre.
Stranamente non pianse come fece con Daffy, forse era per l’effetto del vino o solo perché era tra le braccia dello spirito che amava, che l’aveva ascoltata con così tanta pazienza e l’aveva tenuta stretta come per darle forza e sicurezza.
Quella situazione (e forse anche l’alcool che aveva bevuto) fecero venire un gran sonno alla principessa, che però prima di addormentarsi chiese a Jack se la mattina dopo le avrebbe insegnato a controllare i suoi poteri, cosa che lo spirito promise di fare e i due poterono cadere insieme nel mondo dei sogni.
La mattina dopo, mentre un primo gruppo percorreva il ponte di ghiaccio per poter recuperare legna e cibo vario, i giganti facevano da vedette nel caso dell’arrivo di una flotta ostile, mentre i nani si erano, a quanto pare, avevano abbandonato quel ruolo per smontare le navi che gli avevano portati tutti fin lì e usare il loro legname per costruire prime casupole o canne da pesca per pescare il pesce che c’era nella zona.
Intanto la coppia appena formata andò verso l’entroterra per distanziarsi dalla presenza di qualsiasi altro essere vivente, in modo che Elsa si sentisse in un ambiente dove non avrebbe potuto fare del male a nessuno (e anche in modo che nessuno per sbaglio venisse danneggiato dai poteri di Elsa) e in un ambiente del genere avrebbero potuto esercitare la loro criocinesi al massimo potenziale.
Elsa all’inizio era molto nervosa e questo si denotava da come utilizzava i suoi poteri, ma poi Jack le ricordo di come aveva modificato con essi l’abito da sposa che aveva addosso, oppure quando aveva creato i due calici e spiegandole che i suoi poteri non facevano solo del male, ma con essi poteva creare e che se li avesse usati per sfogarsi in modo positivo allora non avrebbe potuto fare del male a nessuno (ricordandole molte volte che quello che era successo con Anna, era stato un incidente).
Comunque più i giorni passavano più Elsa prendeva confidenza con i suoi poteri e otteneva sempre più controllo su di essi, ma anche Jack imparava da essi, a parte l’ovvio fatto che a differenza sua non avesse bisogno di un catalizzatore, lo spirito dell’inverno noto come il potere di Elsa fosse più libero del suo che era molto relegato al suo ruolo di portatore dell’inverno, perché ogni cosa che Elsa creava col ghiaccio era una cosa che Jack o non poteva fare, oppure ci voleva tempo e concentrazione, mentre per Elsa ci voleva solo qualche secondo.
Però sembrava che la principessa avesse meno influenza di lui sul tempo atmosferico, riusciva a creare una nuvola che faceva nevicare ma non intorno a un’area superiore al chilometro quadrato, mentre Jack solo con la sua presenza faceva nevicare per chilometri e chilometri intorno a lui.
Inoltre, a quanto pare, da quando avevano scoperto che anche lei poteva essere trasportata dal vento, Elsa provò a evocarlo per poter volare come faceva Jack, ma non otteneva risultati, allora un giorno chiese a Jack di darle il suo bastone, per poi provare a incanalare i venti per volare con esso, ma fini con lei che compi un balzo e la sua faccia fini sulla neve (meno male che non c’era nessuno presente a vedere quella scena, perché avrebbero visto lo spirito dell’inverno ridere come un matto, mentre la principessa Elsa gli dava dei pugni sul braccio per farlo smettere).
Al quarto giorno dal loro arrivo al polo sud, mentre le prime abitazioni in legno stavano venendo ultimate, insieme all’ennesimo gruppo di spedizione nel continente torno anche la strega Ranni, tra le sue braccia inferiori stringeva una sfera di cristallo, mentre sulla sua spalla sinistra vi era seduto una specie di omino di pan di zenzero senziente a cui mancavano le gambe.
Tempestosa e Daffy ben capendo, che nonostante le creature magiche fossero grate alla dragonessa per averli aiutati a liberarsi dai soldati del duca, avessero paura della presenza della grande bestia alata, fosse meglio che trovassero una nuova tana per lei.
La trovarono a qualche chilometro nell’entroterra una caverna sotterranea abbastanza larga da far entrare al suo interno l’enorme corpo di Tempestosa, nonostante la strana coppia passasse molto tempo lì dentro, molto spesso uscivano per andare a mangiare (Tempestosa cacciava nel mare grandi banchi di pesce, oppure piccole balene) o per incontrare Jack ed Elsa (la principessa era anche riuscita a farsi coraggio e accarezzo la sua ex guardia carceraria).
Comunque, per il resto di quei giorni Jack provò un immenso turbamento interiore, perché voleva chiedere una cosa ad Elsa, ma non ne trovava mai il coraggio.
La sua mente continuava a ricordarli, che si conoscevano da poco tempo, che solo perché lei ormai comandava il ghiaccio non significava per forza di cose che il destino li volesse insieme, che lei era appena sfuggita a un terribile matrimonio politico con il duca e che forse avrebbe voluto vedere di più il mondo e conoscere altre persone (visto tutto quel tempo trascorso in quella torre) prima di maritarsi.
Già, Jack voleva sposare Elsa.
Alla fine, vinse i suoi dubbi e quasi timidamente, la sera del quinto giorno dal loro arrivo al polo le chiese, come se fosse più una teoria che le poneva piuttosto che una richiesta, una cosa del tipo: “Ma che ne diresti se noi ci sposassimo?”
Elsa (capendo che quella era una proposta di matrimonio mascherata da teoria), si lancio su di lui, riempiendoli il viso e le labbra di baci e rispondendo: “Si, si ed altre mille volte si.”
Però poco dopo che i loro due animi si furono un po' calmati, li fece promettere che non appena si fossero sposati il primo regalo che le avrebbe fatto sarebbe stata una ristrutturazione totale della loro abitazione.
La mattina dopo diedero la notizia a tutti i presenti, che fecero ai loro salvatori le loro congratulazione, ma subito dopo Jack confermo che il suo testimone sarebbe stato Daffy, in modo che il papero non facesse baccano, come aveva fatto quando lui aveva chiesto, quando si era ritrovato per la prima volta tutte quelle creature magiche nel suo polo, se qualcuno li avesse potuto fare da guida per la posizione del duca (sembrava essere passato un secolo da quei tempi, quando erano passate a malapena due settimane).
Per la sposa invece si propose come testimone Ranni la strega, ma Elsa fece sapere a Jack che si era sempre immaginata come sua testimone sua sorella Anna, ma quando Jack le propose di rimandare la cerimonia per andare a prenderla, Elsa lo ringrazio con un bacio, ma li disse che voleva sposarlo il prima possibile quindi avrebbe accettata un'altra come sua testimone.
Jack disse a tutti i presenti che si sarebbero sposati il giorno successivo, ma quando alcuni dissero che non sarebbero mai riusciti a organizzare una cerimonia in un tempo cosi ristretto, Jack spiego loro che l’unica cosa che volevano fosse la loro presenza (se sarebbero voluti venire) e che il loro matrimonio fosse ufficializzato, non volevano grandi festini o doni.
Ed è così che siamo arrivati in quel momento: davanti a una driade con in mano un vaso di terracotta con dentro del terriccio, in cui era piantata una peonia (perché per le driadi si ufficializzava il matrimonio davanti a un albero o se non era disponibile una pianta e visto che erano l’unica autorità religiosa presente Jack ed Elsa dovettero adeguarsi), si trovavano Jack ed Elsa che si tenevano le mani e si fissavano intensamente in trepidante attesa del “ora puoi baciare la sposa”.
C’era un enorme folla, tutte le creature magiche erano lì presenti per assistere alle nozze dello spirito dell’inverno e della principessa delle nevi, sospendendo tutte le loro attività, che fossero di guardia (anche se vista la mancanza di navi all’orizzonte e il caos che molto probabilmente era scoppiato nel continente data la dipartita del duca non avrebbero dovuto aspettarsele), di costruzione o di spedizione.
A pochi passi dietro di Elsa vi era Ranni con ancora tra le mani la sfera di cristallo, che guardava lo svolgersi dell’evento con un sorriso neutrale, mentre dietro di Jack c’erano Daffy, che si stava asciugando una lacrima nel vedere i suoi due amici sposarsi e Tempestosa che seguiva sempre il suo amato compagno.
Alla fine, arrivo il momento delle fatidiche domande, poste dall’anziana driade: “Tu Jack Frost, prendi la qui presente Elsa di Arendelle come tua legittima sposa e prometti di esserle fedele sempre, nella buona e nella cattiva sorte, nella salute e nella malattia e di amarla e onorarla finché morte non vi separi?”
Jack Frost disse, senza mai spostare il suo sguardo da quello di Elsa: “Lo voglio.”
La driade fece la domanda anche alla principessa: “E tu Elsa di Arendelle, prendi il qui presente Jack Frost come tuo legittimo sposo e prometti di esserli fedele sempre, nella buona e nella cattiva sorte, nella salute e nella malattia e di amarlo e di onorarlo finché morte non vi separi.”
Al contrario dell’ultima volta non ci fu alcuna esitazione nella giovane principessa, che rispose con un deciso: “Lo voglio.”
La driade allora confermata anche la volontà della sposa al matrimonio, disse: “La promessa è stata suggellata, lo spirito del verde vi è testimone, ora siete marito e moglie, puoi baciare la sposa.”
I due non se lo fecero ripetere due volte e dopo essersi afferrati entrambi per il volto, i due si scambiarono un bacio molto passionale, davanti alla folla di varie creature magiche che cominciarono ad applaudire e fischiare tutti felici dell’unione di quella coppia.
Però dopo che il bacio tra le due creature di ghiaccio fini, una driade bambina (la stessa che aveva dato a Daffy la sua ghirlanda di fiori) si avvicinò alla sposa tra le manine teneva un bouquet di rose che diede a Elsa, che accetto volentieri.
Prima di fare subito il lancio del bouquet, la principessa prese a braccetto suo marito e cominciarono a camminare verso l’entroterra, senza dire niente e lasciando sbigottita la folla di invitati al loro matrimonio, che lentamente cominciarono a smettere di applaudire e di fare casino con le esultazioni e cominciarono a seguirli per capire dove stessero andando.
La cerimonia era stata tenuta nella piccola cittadina che si stava costruendo vicino al mare, ma la casa di Jack si trovava a qualche centinaio di metri dalla costa, ed era la metà dei due nuovi sposini, che si fermarono a poco più di dieci metri dal blocco di ghiaccio che Jack aveva chiamato casa per secoli.
Jack guardò per un attimo a quell’abitazione che aveva plasmato con le sue stesse mani (o meglio, con i suoi stessi poteri) e che era stata (in un certo qual senso) un punto di riferimento nella sua vita per secoli (non importa quello che poteva succedergli fuori dal polo, quelle quattro mura sarebbero state sempre lì ad attenderlo) e avrebbe dovuto sbarazzarsene per aprire un nuovo capitolo della sua vita insieme ad Elsa.
Quindi dopo un saluto silenzioso, Jack evoco con un movimento del bastone una violenta burrasca da ovest e la fece abbattere sulla casa in cui aveva vissuto per così tanto tempo, sorprendendo e intimorendo tutta la folla che potte assistere alla potenza dello spirito dell’inverno.
Nonostante il blocco fosse in solido ghiaccio azzurro, quella tempesta fu così potente che lo distrusse e spazzo via tutti i detriti di tutto ciò che finiva in essa, come se non fossero mai esistiti (per fortuna che Jack aveva il completo controllo di essa, perché era un vento così potente che avrebbe potuto spazzare senza alcuna difficoltà perfino giganti e draghi).
Quella bufera, con un altro movimento del bastone di Jack, scomparve come se non fosse mai esistita, ma la distrazione che aveva provocato rimase, perché dove prima c’era un enorme blocco di ghiaccio scavato all’interno per fungere da confortevole (più o meno) casa di uno spirito dell’inverno, adesso non ne rimanevano nemmeno le macerie che indicavano fosse stata li.
Elsa diede a Jack una carezza confortevole alla spalla, tentando di consolarlo, ben sapendo ciò che Jack stava facendo per lei, lo spirito del ghiaccio quando senti la delicata mano della sua signora poggiarsi sulla sua spalla sinistra le fece un sorriso rassicurante per dirle che stava bene, per poi spostarsi di lato lasciandola campo libero e facendo un esagerato inchino le indico il punto in cui lei avrebbe dovuto lavorare.
Perché, a quanto pare, ciò che Elsa intendeva per ristrutturazione completa era proprio ricominciare da zero e voleva essere lei l’architetta e costruttrice della loro nuova casa e chi era Jack per negare qualcosa a sua moglie, proprio ora appena sposati?
Elsa si incamminò verso il luogo dove un tempo sorgeva la casa di Jack Frost e si fermo proprio quando credeva di aver raggiunto il punto dove poco prima vi era presente il tavolo di suo marito, dove adesso avrebbe fatto sorgere la nuova casa dello spirito dell’inverno e della sua regina delle nevi, inoltre era anche un’ottima scusa per poter usare i suoi poteri al suo massimo (senza danneggiare nessuno) e vedere il livello di controllo che aveva raggiunto su di essi.
Elsa diede una forte pedata al terreno col piede destro e su di esso comincio a originarsi un pavimento di ghiaccio in continua espansione, con al centro nel suo punto d’origine la forma di un gigantesco fiocco di neve proprio dove il piede destro di Elsa aveva calpestato.
Poi Elsa continuo alzando entrambe le mani verso il cielo come se stesse innalzando qualcosa di pesante e da quel pavimento ghiacciato creato da Elsa cominciarono a formarsi immense travi di ghiaccio e poi colonne al di sotto di esso, che cominciarono a innalzarlo verso l’alto insieme alla sua creatrice.
Tutti gli spettatori se alla vista della tempesta fossero stati rimasti basiti per la potenza di Jack Frost, ora non avrebbero potuto che rimanere del tutto sbalorditi a uno spettacolo cosi magnifico, perfino Tempestosa guardava la scena con assoluta meraviglia, mentre la piccola bambina che aveva tenuta rinchiusa per anni in una torre ora donna adulta, cristallizzava la sua realtà personale con quegli immensi poteri, che se solo avesse usato per fuggire e combatterla avrebbe avuto buone possibilità di ucciderla.
Anche Jack non potte che guardare il suo amore sfogare in quel modo cosi creativo quell’immenso potere, che una volta possedeva solo quando il sole tramontava e fino a quando non sarebbe sorto la mattina seguente, sapendo che lui anche al massimo delle sue energie non sarebbe mai riuscito a fare una cosa del genere (okay forse stava esagerando ci avrebbe un bel po' di mesi, forse un anno), lui però ammirava al contrario degli altri quello spettacolo dall’alto, con un sorriso.
Elsa intanto comincio a creare le pareti della loro nuova dimora, facendo in modo che da ogni cosa che avesse creato fino a quel momento, si diramasse altro ghiaccio che creasse spesse mura sia interne che esterne, ma che continuava a espandersi per creare altro, per ben due minuti la principessa fu fuori dalla loro visuale, ma potevano tutti vedere che la sua opera era ancora in corso.
Solo quando fu ultimato un balcone al piano superiore, due immense porte di ghiaccio, che portavano ad esso, si aprirono lasciando che la principessa si affacciasse da esso, come per confermare a tutti che la sua opera fosse finalmente compiuta.
Quel palazzo di ghiaccio di una forma vagamente esagonale (per ricordare ovviamente la forma di un fiocco di neve), l’unico per modo per accedere agli immensi portoni d’ingresso ( su di essi vi era incisa la forma di un fiocco di neve) era una scalinata di ghiaccio e aveva sei pali di ghiaccio sul tetto che nella forma potevano ricordare delle torri.
Mentre Jack attero sul balcone del palazzo di ghiaccio proprio accanto a sua moglie, la donna con un movimento della mano fece aprire i pesanti portoni d’ingresso, in modo da far entrare la folla per vedere quell’immenso miracolo, tutti poterono entrare tranne i giganti e Tempestosa (che erano troppo enormi anche per un posto del genere).
Appena oltre l’ingresso videro che c’era un grande atrio, perlopiù vuoto, tranne che per una fontana di ghiaccio, che sembrava fosse stata congelata mentre sgorgava acqua, segno che era solo una scultura creata da Elsa e un’immensa scalinata che conduceva ai piani superiori e a una vasta rete di scale che si estendevano in tutto il palazzo.
Intanto Jack e Elsa, dopo aver ammirato la loro nuova camera da letto, una stanza abbastanza grande, con appeso sul soffitto un lampadario fatto di ghiaccio cristallino a forma ovviamente di fiocco di neve (sembrava che il fiocco di neve fosse la base del design del castello di Elsa), ma c’era anche un letto matrimoniale a baldacchino fatto di ghiaccio, eppure quello che doveva essere il materasso al posto di essere duro era morbido (come sarebbe dovuto essere un normale materasso), le lenzuola e coperte sembravano essere fatte di un materiale morbido e molto sottile ma era ghiaccio (Jack lo sapeva, poteva percepirlo mentre le toccava).
Elsa intanto stringeva ancora tra le sue mani il bouquet di rose, che non si erano congelate, perché Elsa oltre a impegnarsi nel costruire il suo palazzo di ghiaccio, aveva come sfida il controllare il suo potere in modo che nonostante tenesse in mano tutte quelle rose, nessuna di loro sarebbe stata congelata e ci era riuscita con sua gradita sorpresa (anche se nel suo dirigere il processo di creazione, muovendo mani e braccia, non solo aveva fatto cadere molti petali, ma si era anche punta con una spina nella mano destra).
Alla fine, Jack ed Elsa dopo aver per ammirato per qualche altro minuto il palazzo che sarebbe stato d’ora in avanti la loro casa, scesero le sue scale, tenendosi per mano, arrivando all’atrio dove c’era la maggior parte della folla e mentre si trovavano in mezzo ad essa ricevettero una lunga serie di congratulazioni per il loro matrimonio, ma soprattutto Elsa ricevette un sacco di complimenti per il bellissimo palazzo che aveva costruito.
Ritornarono verso la costa, dove Jack ed Elsa sarebbero partiti per la loro luna di miele di un mese, lo spirito era entusiasta di mostrarle i molti luoghi della terra che lei aveva letto solo nei libri o che aveva solo sentito dalla sua bocca, inoltre avrebbe avuto una fidata assistente per diffondere ghiaccio, neve e divertimento (inoltre la loro assenza dal polo avrebbe aiutato le creature magiche nella creazione del loro villeggio).
Prima di partire però Elsa finalmente lancio quel maledetto bouquet, in modo da accontentare le donne nella folla e vedere chi sarebbe stata la fortunata con una felice vita di coppia.
Tutte le invitate al matrimonio, che fossero elfe, nane, driadi, animali antropomorfi o altre creature avevano le mani tese pronte ad afferrare il mazzo di rose, ognuna sperando di essere la fortunata, però anche una dragonessa era interessata a partecipare a questa celebrazione.
Ad appena sei metri da terra il bouquet venne preso al volo dalle forti mandibole di Tempestosa e mentre molte delle altre urlavano contro la dragonessa (mentre altre più sagge preferirono stare zitte e non discutere con un drago sputafuoco) Tempestosa mostro il bouquet orgogliosa al suo amato papero, con Daffy che guardava il suo amico in cerca di risposte con lo sguardo.
L’unica risposta che Jack diede al suo amico fu un leggero sorriso per poi farli un segno di buona fortuna, il papero fece un sospiro di mezza sconfitta, per poi avvicinarsi alla sua compagnia e appoggiare il suo muso a quello (molto più grande) di lei, che ricambio il gesto di affetto.
E mentre la festa cominciava, incitata da Daffy e annunciata dalla soave musica dello strumento della donna di nome Sona, Jack strinse a sé Elsa con il braccio sinistro, la principessa si abbraccio stretta a suo marito, che col fidato bastone comando il vento di sollevarli, cosa che accade e mentre i nostri due eroi si dirigono verso nord c’è un solo modo per concludere questa storia…
E vissero tutti al freddo ma contenti… per ora.
FINE
   
 
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