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Autore: Fuuma    04/08/2023    8 recensioni
Sul tettuccio della Bentley c’è un pugno chiuso, dita vuote che ricalcano la stretta, che ricordano il momento prima della sciolta.
C’era un angelo tra le sue mani; Crowley ha fatto un passo avanti e loro dieci indietro.
{ ineffable husbands | scritta per Due ore, quattro prompt (august's version) @Ferisce la penna }
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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pairing: Crowley/Aziraphale { ineffable husbands }

warnings: spoiler sul finale di stagione, slash, angst

 

I personaggi appartengono a chi di diritto.

 


 

We could have been lonely together

________________________________________

 

 

Uno . memoria tattile

Sul tettuccio della Bentley c’è un pugno chiuso, dita vuote che ricalcano la stretta, che ricordano il momento prima della sciolta. C’era un angelo tra le sue mani, capelli di neve, occhi di panna e cuore di burro – c’era un angelo tra le sue mani; Crowley ha fatto un passo avanti e loro dieci indietro, lontano da un noi che non ha retto alla tempesta.

Sul tettuccio della Bentley, c’è una mano sola, abbandonata. Sui polpastrelli i colori stropicciati di un papillon, nel palmo il calore di una guancia soffice e nelle ossa odore di pioggia – Crowley ha cavalcato il lampo, ma nella tormenta, non c’è bacio che faccia rumore abbastanza.

 

Due . casa in rovina

Aziraphale s’aggira tra scaffali di libri vuoti – non esiste termine in quei tomi per quanto ha dentro; è inscritto sulla lingua di Crowley, in equilibrio su labbra di sale e denti di serpe. È veleno, tormenta. Lo infesta, come fantasmi in un castello diroccato.

Sotto i piedi il pavimento scricchiola estraneo, i colori spenti, le luci fiaccate – Crowley accendeva stelle negli occhi, nove nel petto. Crowley (non) era casa, era un pianeta tutto e Aziraphale l’unico abitante; era profumo di fiori selvatici tra odori d’inchiostro e carta, un cantico antico tra pagine di storie infinite.

Era – è – un bacio rubato, un perdono forzato.

Aziraphale s’aggira tra gli scaffali della libreria. Non la sente più sua.

 

Tre . monstera piangente

Crowley siede in riva al lago, abbracciato alla sua pianta – foglie frastagliate che s’afflosciano scialbe, lacrimando clorofilla.

Dietro di lui, una panchina vuota; sulle assi danzano ricordi, bruciano sconfitte.

«Datti un contegno, non sei un salice piangente!» ringhia, denti stretti e un singulto ingoiato a prepotenza.

Della Monstera deliciosa[1] è rimasto un rametto secco, foglie ingiallite e un vaso di terra bruciata al sole, ché non tutte le luci sono uguali – non tutto il bianco s’ammanta di purezza.

«Tranne quell’idiota d’un angelo…»

Aziraphale. Che era. Che è. Non esiste paradiso capace d’insozzarlo, luce che adombri la sua, scelta troppo stupida o sbagliata.

Crowley si pulisce la guancia, asciuga lacrime verdi che la Monstera ha pianto (con) per lui.

Hanno vinto l’Apocalisse, riscritto piani divini e guerre maligne – Crowley sogna la fuga, ma la vita l’ha presa sempre per le corna, uno scossone alla volta, riarrangiandola a piacere. E cos’è un bisticcio, tra loro, se non una scossa prima dell’assestamento, un inciampo prima della caduta? E lui, che di Cadute è un esperto, sa bene come spalancare le braccia per prendere al volo anche gli angeli.

 

Quattro . cometa d'inverno

La neve a Soho s’infiocchetta di luce e zucchero a velo – omaggio dell’Arcangelo Supremo, perché tornando sulla Terra trovi dolcezza sciolta in mezzo a tanta nostalgia.

Aziraphale stringe falde di uno spolverino bianco avorio; gli manca quello vecchio, il color panna a intonarsi all’incarnato e sul colletto l’impronta di mani calde e tocchi diabolici.

Tra insegne spente, butta il cuore in avanti, osa sperare. Essere soli era più facile insieme a Crowley, quando ancora c’era un noi da chiamare casa, un demone da chiamare amico.

«Non so se apprezzo il nuovo look, angelo.» Nel buio d’inverno, la voce del demone brilla come la coda di una stella cadente, un desiderio a far tremare un cuore umido di lacrime.

«Crowley? Non immagini quanto mi dispiaccia…»

Il demone gli posa un indice sulle labbra.

«Stammi bene a sentire, perché lo dirò una volta sola, angelo:» accarezza, vezzeggia, tra dita gentili culla i suoi singhiozzi. «Ti perdono.»

«Oh mio caro, caro Crowley.»

Aziraphale si tende, getta braccia al collo, riavvolge il tempo e finalmente ricambia un bacio ch’è stato il loro primo – sacro e profano, ineffabile, come l’amore di cui son cariche le labbra.

Tra le strade innevate di Soho, fa capolino l’estate.

 

[ 611w ]



[1] La Monstera deliciosa è una pianta dalle foglie frastagliate e a pianta larghe – effettivamente non è quella che compare nella serie, ma visto che non ho idea di come si chiami quella particolare pianta e che trovavo l'abbinamento "Monstera deliciosa" & Crowley adorabile, ho deciso di fregarmene e decidere da me!


 

Sarò onesta, non pensavo sarei tornata a scrivere in questo fandom, perché per quanto lo trovi carino, è una di quelle serie in cui non sento di avere nulla da aggiungere, niente da dire e mi piace così com'è.

Ma, insomma, il finale della seconda season è stato un po' uno schiaffo in faccia per tutti e da quando l'ho visto ho avuto voglia di scrivere angst per giorni. L'occasione si è presentata con la challenge di Ferisce la penna, una challenge per gente un po' masochista e un po' pazza, perché prevedeva di scrivere una storia in mezz'ora, per un totale di quattro storie, su quattro prompt diversi tirati a sorte sul momento.

L'idea iniziale non prevedeva l'happy ending, ma i prompt hanno deciso per me (?) e alla fine è stato piuttosto inevitabile – senza contare che gli Ineffable ispirano sempre un sacco di fluff e non mettercene un po' sarebbe stato troppo crudele!

Detto questo, sono una codarda e alle quattro drabble una revisionata ce l'ho data eccome, perché di postarle così com'erano mi vergognavo come una ladra - non sono comunque nulla di speciale e se avessi avuto più tempo e più prompt, forse avrei sviluppato meglio la storia, ma mi sta bene così e, proprio perché è una storia scritta per una challenge di due ore, trovo che sia anche giusta così.

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Scritta per la challenge Due ore, quattro prompt (August's Version) @Ferisce la penna

prompt:

1. "Succede sempre dopo ogni tempesta, l’aria non è la stessa e forse neanche tu" (Muhammad Ali, Marco Mengoni) proposto da RosmaryW

2. “La casa non è un luogo. Casa sono le persone che la abitano" proposto da veronica85 EFP

3. "Life is like a runway and you're the designer" (Choose your fighter, Ava Max) proposto da Mari Lace

4. "L’inverno è soltanto un’estate | che non ti ha conosciuto" (Fiamme negli occhi, Coma_Cose) proposto da Maqry

   
 
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