Aziraphale sbadigliò alla scrivania del suo ufficio. In paradiso c'era sempre luce e tutto era chiaro. Per qualche strano motivo però si sentiva ancora legato ai ritmi della vita sulla terra e il suo corpo gli diceva che fosse tardi per essere ancora a lavoro. Tuttavia le incombenze erano serrate, le responsabilità opprimenti e poi perché diavolo aveva conservato il proprio corpo? 
Be' la risposta era fin troppo facile se ci si fermava a pensare, anche se il diavolo per cui lo stava conservando non se ne beneficiava di certo, visto che aveva rifiutato di venire con lui. 
Con un gesto brusco suonò il campanello sulla propria scrivania e subito giunse Manakel.
-Illustrussimo…- si dispose a prendere ordini, le mani dietro la schiena e un piccolo cenno del capo che era giusto un poco meno di un inchino.
-Caro, portami del tea e dei pasticcini al burro, grazie mille.
L'angelo annuì, senza mostrare alcuno stupore, e uscì indietreggiando.
Tutti erano molto deferenti con lui adesso. Per millenni avevano trattato con paternalismo e accondiscendenza ogni sua proposta ed Aziraphale aveva pensato che fosse perché evidentemente quello che faceva era sempre un po' deludente. Dopotutto, era in combutta con un demone, non lo sapevano ma dovevano intuire che non stesse facendo proprio il miglior lavoro possibile. Ogni volta che avrebbe voluto arrabbiarsi per quell'atteggiamento di superiorità che gli altri avevano nei suoi confronti, ripensava ai pomeriggi trascorsi a bere tea e mangiare pasticcini, ai pranzi gourmet, alle sere a ballare… sapeva di essere nel torto e allora chinava il capo e ringraziava che quando meno non lo punissero. 
E poi avevano cercato di punirlo ma li aveva battuti. Anzi, li avevano battuti insieme come sempre, e dopo ancora, infine, avevamo dovuto ammettere che in realtà avessero fatto davvero un ottimo lavoro tutto il tempo e che la conoscenza dell'umanità che avevano acquisito, fosse anche a costo di qualche piccola eccentricità come quei gustosi biscotti, era preziosa per tutti loro. 
Eppure, proprio quando avrebbero potuto avere il riconoscimento che meritavano, Crowley si era tirato indietro. Lo aveva lasciato solo. 
A sognare di annegare nel tea, la sera tardi in ufficio.