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Autore: 9624_nu    05/08/2023    2 recensioni
Quello che è successo, ma che non ci hanno fatto vedere.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Quando Crowley aveva visto Gabriel accanto a Beelzebub erano stati tre i pensieri fulminanti: cosa sta succedendo?, cosa ci fa la memoria di Gabriel in una mosca?, potremmo essere io e Aziraphale?. Quest’ultimo pensiero lo aveva colto di sorpresa, non tanto per il pensiero in sé, ma perché, per la prima volta, la possibilità di costruire qualcosa era effettiva. 

 

Aveva passato 6000 anni a cercare di nascondere quei sentimenti che lo tormentavano dal primo momento che lo aveva visto, perché, insomma, chi altro se non lui si sarebbe potuto innamorare di un angelo?. Chi, se non lui, sarebbe stato così pazzo, avventato, sconsiderato e folle da stringere alleanza con un angelo solo perché voleva stargli vicino?. E perché quello stupido angelo aveva accettato?. Perchè non mandarlo al diavolo?. Perché lo aveva chiamato quando aveva bisogno?. Per quale motivo gli aveva fatto credere di tenere a lui?. 

 

E nel momento in cui aveva ceduto, aveva smesso di proteggersi dall’ignoto e si era fatto travolgere, Aziraphale lo aveva…rifiutato? O forse non c’era mai stato niente da rifiutare, in fondo Aziraphale era un angelo. Gli angeli amano, tutti, indistintamente. Non era speciale per Aziraphale, nessuno era speciale per lui se non sé stesso. 

 

Avevano passato secoli insieme. Guerre, carestie, Apocalisse. Eppure, certe volte gli era sembrato che…che anche Aziraphale lo amasse, e probabilmente era così. Ma non abbastanza: non lo avrebbe mai amato più del Paradiso, non avrebbe mai amato nessuno come amava Lei. Diceva di voler cambiare le cose, ma prima o poi avrebbero plagiato anche lui. L’Inferno e il Paradiso sono solo divisioni circostanziali, sono entrambe fazioni marce, fino al midollo. Ma Aziraphale non ci avrebbe mai creduto, non avrebbe mai aperto gli occhi. 

 

E lui era stanco di aspettare, stanco di rincorrerlo. Aveva passato 2191500 giorni a farlo, e, nonostante avesse un’eternità, non avrebbe continuato a sprecarla facendolo. 

 

 

Il sorriso di Aziraphale si spense appena l’ascensore si chiuse, lasciando Metatron in udienza con Dio, mentre lui sarebbe tornato ai piani sottostanti, prendendo quello che era stato lo studio di Gabriel. 

 

Perchè non è felice? Perché rivedere quelle pareti bianche non lo tranquillizza ma bensì lo mette estremamente a disagio?. Le porte dell’ascensore sembrano rimpicciolirsi ad ogni secondo che passa e non può fare altro che pensare a Crowley, al coraggio che ha avuto nel vivere la vita che voleva e non quella che gli era stata predestinata. 

 

Crowley, che ha passato 6000 anni ad aiutarlo e ad accorrere ad ogni singola chiamata.

Crowley, che non lo aveva mai giudicato, ma sempre e solo accolto.

Crowley, che nel momento in cui si è definitivamente fidato di lui, ha ricevuto un rifiuto che non avrebbe mai voluto dargli. 

 

Era ovvio, ovvio, che anche lui lo amasse. Lo amava da così tanto tempo da essersi abituato, al fatto che non sarebbe mai stato ricambiato e che non avrebbe mai potuto essere completamente felice. E invece, invece sarebbe potuto esserlo. Nel momento in cui Metatron gli aveva parlato, lui sapeva che Crowley non avrebbe mai accettato una cosa del genere. Crowley aveva perso la fede, in tutto e tutti, tranne lui. 

 

Ed ora, ora non aveva nemmeno più lui. 

 

 

Crowley fermò la Bentley davanti al cartello di Tadfield e scese, fermandosi ad osservare il tramonto.

 

 

Aziraphale entrò nello studio e si sedette. Sobbalzò leggermente quando uno schermo si attivò dinanzi a lui. 

“Buongiorno, buon pomeriggio e buonasera, cosa posso fare per aiutarti, maestoso arcangelo Aziraphale?”. 

Aziraphale alzò lo sguardo e si morse il labbro, pensieroso.

“Posso chiedere qualsiasi cosa?”

“Naturalmente, non c’è nulla che non si possa chiedere in Paradiso”.

 

 

Crowley venne distolto dai suoi pensieri quando improvvisamente gli sembrò di percepire Aziraphale. Ma non era possibile, di certo non poteva trovarsi vicino a lui. Pensò di star impazzendo, che probabilmente non se lo sarebbe mai dimenticato quel maledetto angelo. 

 

Alzò gli occhi al cielo per un secondo, gli sembrò di sentire il profumo del suo angelo.  

 

Non ci fece caso.

 
   
 
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