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Autore: Cesca_Haibara20    06/08/2023    0 recensioni
Quando eri adolescente, frequentavi la stessa scuola di Nana ma lei era di un anno più grande e non hai mai avuto il coraggio di avvicinarti per fare due chiacchiere. I tuoi compagni di classe e gli altri studenti della scuola la reputavano: “Irraggiungibile”.
Nobu si era avvicinato a te per aiutarti per un test che lui aveva superato l’anno prima e di conseguenza, si è avvicinata anche Nana, ma ogni volta che c’era anche lei andavi nel panico; arrossivi, ti ammutolivi o non riuscivi ad accroccare una frase di senso compiuto. Infatti, per questo, avete parlato poche volte durante gli anni di scuola; chissà cosa pensava lei.
Appena finiti gli studi ti sei trasferita nella capitale con la tua migliore amica e hai trovato lavoro in un negozio di musica abbastanza rinomato.
Lì vengono i clienti più disparati ed ogni giorno ce n’è una nuova.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Nana Osaki
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Oggi hai il turno pomeridiano al negozio, dalle due fino alle sette, ed è quello che reputi meno pesante al posto di quello mattutino che inizia alle otto e finisce all’una. Hai sempre avuto fatica a svegliarti presto, quindi fare il turno pomeridiano fresca e riposata, per te, è una pacchia.

Appena entri in negozio, cinque minuti prima delle due, vedi la tua collega già al bancone che ti aspetta.

«Buon pomeriggio, T/N.»

Ti saluta con un cenno della mano.

«Buon pomeriggio anche a te, Aiko.»

Ricambi il saluto raggiungendo una stanza sul retro dove cambiarti per indossare la maglia del negozio e legarti i capelli in una coda. Ti affretti a raggiungerla e approfittate dei minuti prima della riapertura per fare due chiacchiere.

«Stamattina è venuta una ragazza che ti cercava.»

Ti dice lei sistemando alcune cose negli scaffali mentre tu passi velocemente con un panno alcuni strumenti in esposizione.

«Davvero?»

Domandi senza fermarti.

«Sì, ha detto che ti conosce.»
«E tu cosa le hai detto?»
«Io le ho detto che facevi il turno pomeridiano e che, se ci teneva a vederti, poteva ripassare nel pomeriggio.»
«Ma scusa, non le hai chiesto il suo nome?»
«Ah, giusto! Come ha detto che si chiamava…?»
Aiko si strofina l’indice sul mento cercando di ricordare il nome di questa ragazza sconosciuta.
«Aspetta…» improvvisamente realizza. «Non mi ha detto come si chiamava! Appena le ho detto che non c’eri ha annuito e se ne è andata.»
Sospiri passandoti una mano sul viso.
È sempre la solita.” pensi con un lieve sorriso.
«Va beh, se deciderà di farsi viva nel pomeriggio risolveremo questo mistero.»

Nonostante questo piccolo tarlo nella testa che ti fa sperare di incontrare questa fantomatica persona, inizi a lavorare e, come al solito, è un pomeriggio indaffarato.
Tra passare i prodotti al banco e fare cassa, tra illustrare gli strumenti in esposizione e cercare di convincere la gente cocciuta che, nonostante sia un negozio di musica, non ha il permesso di suonare gli strumenti come se fosse a casa propria.
Il tempo passa, ormai si fanno le cinque e mezzo di pomeriggio e in quell'istante una figura in controluce magra e slanciata fa il suo ingresso nel negozio.

«Buon pomeriggio.»

Saluti con gentilezza e facendo un piccolo inchino. La figura non dice nulla e si avvicina a te che sei dietro al bancone.
Più si avvicina, più riesci ad osservarla meglio: è una ragazza più alta di te, dai corti capelli corvini, grandi occhi scuri con un trucco vistoso, labbra tinte di rosso ed indossa vestiti dark. È davvero bella.

«Posso fare qualcosa per aiutarla?»

Domandi porgendole un sorriso cordiale.
La ragazza rimane in silenzio. Posi per un attimo lo sguardo sulle sue mani e non puoi fare a meno di notare le sue unghie curate con tanto di smalto rosso e un accessorio di Vivianne Westwood su un dito.
Wow! Che stile!” pensi ammaliata.

«Sei tu T/N, vero?»

La sua voce calda e un melodiosa ti fa alzare lo sguardo verso di lei, appena incontri i suoi occhi arrossisci.

«Sì…»

Mormori come risposta. Nonostante non siete molto vicine senti comunque un senso di agitazione che ti ricorda quando eri adolescente.
Che mi succede? E chi è questa ragazza?

«Ci… ci conosciamo?»
Domandi leggermente intimidita dalla sua presenza e lei sorride.
«In tutti questi anni non sei cambiata di una virgola.»
«Ci siamo già incontrate?»
«Andiamo, davvero non ti ricordi di me? Va bene che sono passati tanti anni, ma non pensavo di essere così irriconoscibile.»
Inclini di poco il viso confusa, non riesci proprio a capire di chi si tratta. La osservi attentamente per una manciata di minuti cercando di ricordare; senti dentro di te che non è la prima volta che vi incontrate, ma non riesci proprio a collegare il volto ad un nome. La ragazza sembra vederti in difficoltà così decide di darti una mano.
«Nana Osaki non ti dice niente?»
Nana Osaki… Nana Osaki… Conoscevo una Nana quando-…” improvvisamente realizzi e l’espressione confusa sul tuo viso cambia diventando sconcertata.
«Nana… sei davvero tu…?»
«L’unica ed inimitabile.»
«Oh mio Dio! È da tanti anni che non ci vediamo!»
In questi anni è cresciuta molto, è cambiata ed il fascino che emana ricorda quello di una magnifica rosa nera.
«Dopo la scuola sei sparita. Dove sei scappata?»
«Mi sono trasferita nella capitale con una mia amica ed ho trovato subito lavoro qui.»
«Wow, questo sì che è culo.» commenta con una risatina.
«Tu piuttosto, cosa ci fai qui?»
«Mi sono trasferita anche io per la mia band.»
«Oh! Quella che avevi ai tempi della scuola, quella con Nobu, vero?»
«Sì, diciamo di sì. Ci sono delle novità ma abbiamo mantenuto lo stesso nome.»
«Che fico, sono contenta. Aspetta… ma tu come hai fatto a sapere che lavoro qui?»
«È stato Nobu a dirmelo, è passato qualche giorno fa per comprare le corde di ricambio per la sua chitarra e ti ha vista sistemare gli scaffali. Non si è avvicinato per paura di sembrare uno stalker.»
Sorridi al ricordo di un Nobu ancora un po’ timido con tendenze ad arrossire se lo guardavi per troppo tempo negli occhi.
«Cavolo se ne è passato di tempo, eh?»
«Eh direi, finalmente riesci a parlarmi guardandomi negli occhi. Ai tempi della scuola non riuscivi nemmeno a mantenere il contatto visivo.» ridacchia. «Appena mi vedevi diventavi tutta rossa e dovevamo tirati le parole fuori dalla bocca.»
Nel ricordare come eri timida e impacciata arrossisci nuovamente sentendo un pizzico di imbarazzo.
«Sì, ma ero piccola… adesso sono cresciuta e sono cambiata.»
«Lo vedo, lo vedo bene.»
Concorda con te osservandoti per poi piegarsi e poggiare i gomiti sul bancone.
«Ascolta, quando hai il giorno libero?»
La sua domanda ti lascia di stucco e sbatti ripetutamente le ciglia come se non avessi capito. 
«I-il mio giorno libero…?»
Nana annuisce. Cerchi con lo sguardo la tua collega che osserva la scena nascosta dietro uno scaffale e con un sorriso che dice: “Conquistala!”.
«Aiko, sai dirmi che giorno è oggi?» le domandi facendola sussultare.
«E-emh…? Che giorno è oggi dici? Oggi è venerdì.»
«Grazie.» torni con l’attenzione su Nana. «Ho il weekend libero, perché lo chiedi?»
«Che ne dici di venire a casa mai per cena sabato? Io e la mia coinquilina abbiamo organizzato una cena con i membri dei Black Stones. È un’occasione per rivedere Nobu e Yasu. Ti ricordi di lui, sì?»
«C-certo che mi ricordo.» ti affretti a dire ed arrossisci senza accorgertene. «Però non so se è una buona idea venire… è una cena tra amici ed io sono una estranea.»
«Che dici? Non sei affatto un’estranea.»
Nana allunga la mano con l’accessorio e prende una tua mano. Il contatto della sua mano calda ti provoca una scossa di brividi di piacere che percorre tutto il tuo corpo.
«Andiamo.» incita con voce seducente. «Ti vengo a prendere io, promesso.»
Lanci un veloce richiesta di aiuto alla tua collega che ti fa vari cenni di affrettarti ad accettare, così le dai ragione facendo un profondo respiro.
«Va bene, mi hai convinta. Accetto.»
Nana sorride nel sentire la tua risposta e si tira su in piedi senza lasciare la tua mano.
«Hai il telefono a portata di mano?»
Ti domanda lei estraendo il suo da una tasca della giacca.
«Sì…»
Liberi la mano e frughi nelle tasche dei jeans per trovare il cellulare. Finalmente lo trovi nella tasca posteriore e lo estrai.
Glielo porgi e la ragazza di fronte a te inizia a smanettare con entrambe i cellulari.
«Fatto. Ti ho salvato il mio numero ed io mi sono salvata il tuo così poi ti chiamo e mi dici dove abiti.»
Abbassi lo sguardo sullo schermo del cellulare e non puoi fare a meno di notare che Nana si è salvata con un cuore nero accanto al nome. Questo ti fa sorridere.
«Ci vediamo domani, allora?»
Torni con l’attenzione verso di lei ed annuisci con un sorriso.
«Ci vediamo domani.»
Si avvia verso l’uscita e, poco prima di superare la soglia, si gira verso di te e ti fa l’occhiolino per poi sparire tra la gente al di fuori del negozio.

Hai passato tutta la serata di venerdì e tutta la mattina di sabato, ovvero oggi, per capire che cosa diamine sia successo tra voi due al negozio. C’era una strana sensazione nell'aria, ma magari era una cosa che sentivi solo tu per aver rivisto una tua vecchia amica dopo tanti anni. Ma che amica e amica? Tu eri innamorata persa di Nana e, anche se ti duole ammetterlo, lo sei ancora. Sospiri.
Stasera la incontrerai nuovamente, incontrerai dopo tanto anche Nobu, Yasu e farai la conoscenza della sua coinquilina e del nuovo componente dei Black Stones.
Scendi dal letto dove hai passato la mattinata e mezzo pomeriggio a fissare il soffitto e ti dirigi in bagno per fatti la doccia. Appena finita, ti copri il corpo con l’accappatoio, avvolgi i capelli con un asciugamano e torni in camera tua per cercare qualcosa di carino da mettere stasera per fare bella figura. Rimani a fissare l’armadio aperto per una ventina di minuti ad immaginare una quantità infinita di possibili combinazioni ed infine scegli: una maglietta nera a maniche corte del film “Il Corvo”, una maglia nera a maniche lunghe da mettere sotto, jeans a vita alta strappati alle ginocchia, anfibi ai piedi e come accessori un chocker di tessuto nero e vari anelli alle dita.
Ti asciughi velocemente il corpo e ti vesti per poi tornare nel bagno, accendere la musica col cellulare e passare la prossima ora ad asciugarti i capelli e provare a fare uno smokey eye fallendo miseramente. Alla fine opti per una sottile riga di eyeliner, blush rosa sulle guance e sul naso e lucidalabbra. Finito di truccarti ti lisci i capelli, li acconci con una mezzacoda e concludi il tutto spruzzandoti un po’ di profumo.

Scendi in salotto per mangiare un piccolo snack e mandi un messaggio a Nana con il tuo indirizzo al quale lei risponde subito dicendoti che passerà a prenderti per le sette e mezza e aggiungendo anche un cuoricino nero.
Con il cellulare ordini una spesa veloce e, per non presentarsi da lei a mane vuote, ordini anche un assortimento abbastanza ampio di pizzette da aperitivo. Per far passare il tempo torni in camera, stacchi dal caricatore la Nintendo Switch ed inizi a giocare ad “Animal Crossing”.
Dopo un po’ senti qualcuno suonare alla porta, controlli l’ora sul cellulare e realizzi che è lo shopper con la spesa. Scendi velocemente le scale tornando in salotto, ti affretti a raggiungere la porta e recuperi la spesa. Sistemi tutto al suo posto e non ti rendi conto che passa altro tempo.
Il suono del campanello ti fa sussultare.

«Chi è…?»

Ti domandi, guardi l’orologio sul muro e sbianchi.

«Cazzo!» esclami a denti stretti.

Ti avvicini al frigorifero ed estrai le pizzette, le inserisci all'interno di un contenitore più carino invece di quello di plastica e senti il campanello suonare nuovamente.
«Arrivo!» urli verso la porta.
Prendi dall'appendiabiti la tua giacca di pelle nera e la borsa. Poggi la giacca sull'avambraccio, metti all’interno della borsa il cellulare, il portafoglio e dopo averla messa a tracolla, ti dirigi ad aprire la porta con le pizzette sulla mano libera.
«Eccomi, scusa se ti ho fatta aspettare ma stavo sistemando le-…»
Appena posi lo sguardo su Nana rimani letteralmente folgorata dalla sua bellezza: i suoi capelli sono visibilmente piastrati, il trucco di stasera è più tendete al viola dell’ultima volta e il rossetto è immancabile. Indossa una giacca di pelle nera, un corsetto viola abbinato ad una gonna a scacchi dello stesso colore, parigine nere attaccate a dei ganci e stivali neri al ginocchio.
Wow… nonostante l’abbia vista ieri, è più bella di quanto mi ricordassi…” pensi con tono sognante.
Vieni riportata alla realtà dalla stessa Nana che si complimenta con te.

«Sei davvero bella stasera.» ti sorride. «La maglietta di quel negozio non è decisamente nel tuo stile.»
«Ti ringrazio.» sorridi lusingata. «Anche tu lo sei.»
«Che cos'hai lì?»
Domanda indicando la scatola con un cenno del capo.
«Oh, questa? Non è carino presentarsi a cena da amici senza portare niente, così io ho preso le pizzette.»
«Menomale che ci sei tu che pensi al cibo. Se fosse per me, Nobu e Shin vivremmo bevendo birra.»
Commenta con una risatina facendo ridere anche te. La sua voce risuona così cristallina nelle tue orecchie che sembra una melodia.
«Mi sono accorta ora che non hai la giacca, sei sicura di non avere freddo?»
«Non preoccuparti.» la rassicuri. «Mi sono comunque attrezzata nel caso avessi freddo.» sollevi il braccio con la giacca appoggiata e lei sembra essere leggermente più tranquilla.
«Allora possiamo andare.»
Ti porge il braccio e vi avvicinate alla macchina, gentilmente prestata da Yasu, a braccetto.

Durante il tragitto né tu né lei avete spiccicato parola, siete rimaste in silenzio a darvi sguardi fugaci con in sottofondo la radio ed il rumore del motore.
Una ventina di minuti dopo raggiungete il palazzo dove abita con la sua coinquilina. Nana scende per prima dalla macchina, si avvicina alla tua portiera e te la apre con galanteria.

Ti accompagna facendo con te tutte le rampe di scale e, dopo un tempo che sembra infinito, raggiungete il tanto agognato appartamento 707. Prima che Nana metta la chiave nella toppa fai un profondo respiro.
La porta si apre e l’aria che si sente è decisamente diversa da quella che immaginavi: l’ambiente è accogliente, calda e amichevole, non sembra una di quelle feste piene di alcol e di musica a tutto volume. Entri timidamente dopo Nana che viene accolta da una ragazza dai capelli color nocciola che indossa un vestito rosa dalle spalline sottili, con un spacco coperto da un drappeggio e un top nero sotto di esso.

«Nana!»

Esclama lei saltandole praticamente addosso ed abbracciandola.

«Finalmente sei arrivata!»
«Te l’ho detto che andavo a prendere un’amica, Hachi.»
Le spiega allontanandosi dall’abbraccio. Appena proferita quella frase, Hachi, posa lo sguardo su di te: ha un trucco decisamente più leggero rispetto a quello di Nana, molto sui toni del rosa.
«Tu devi essere la famosa T/N, giusto?»
Famosa?!
«Io sono Nana Komatsu, ma tu puoi chiamarmi Hachiko o Hachi. Sono la coinquilina e la migliore amica di Nana, piacere di conoscerti!»
Nonostante è la prima volta che vi conoscete, da anche a te un caloroso abbraccio facendoti subito sentire parte del gruppo.
«Il piacere è tutto mio, Na-emh… Hachi.»
«Ma guarda un po’ chi si vede.»
Una voce familiare fa allontanare entrambe dall'abbraccio, è impossibile da dimenticare.
«Nobu!» esclami mentre corri ad abbracciarlo.
È da tanto che non vi vedete, ti era decisamente mancato.
«Guarda quanto sei cresciuta.» commenta contento. «Sembrava ieri che eri una bimba.»
«Ehi! Guarda che abbiamo solo un anno di differenza, non fare troppo lo spavaldo!»
Replichi fingendo un tono di voce offeso.
«Infatti, abbassa le ali, Nobu!»
Si aggiunge un ragazzino dai capelli turchini.
«Stai zitto Shin che sei il più piccolo di tutti!»
«Non urlarmi contro o mi fa male il pancino, bullo che non sei altro!»
«Bullo a chi? Se non ti ricordi tu mangi e dormi a casa mia!»
«E quindi? Io mica te l’ho chiesto!»

Il bisticcio tra i due ragazzi viene appianato sia da Nana che da Yasu, con lei che li cazzia e l’ultimo cerca di addolcire la pillola.
Vi mettete tutti a mangiare e a bere tra risate e ricordi dell’adolescenza. Hachiko ha raccontato come si sono incontrate lei e Nana e ammetti che è una storia davvero carina e anche tu sei convinta che è stato il destino a farle incontrare. Come ha detto Nana: “Due ragazze con lo stesso nome che si incontrano sullo stesso treno diretto a Tokyo, non succede tutti i giorni.”, infatti non è un avvenimento da sottovalutare.

Finiti il primo, il secondo ed il dolce che Hachiko ha preparato con tanto amore, vi mettete a giocare prima a Shanghai, dove hai stracciato tutti e successivamente a Mahjong, ma siccome non sei ferrata e vai sempre in confusione, rimani in disparte a guardarli giocare.
Sei seduta di fianco a Nana, la quale tiene un braccio intorno ai tuoi fianchi ma, a quanto pare, gli altri sono troppo concentrati sul gioco per accorgersi di voi. Volti l’attenzione su Nana e noti che ha un fiore di Loto tatuato sulla spalla.

«Che bel tatuaggio!»

Esclami posando l’indice su di esso e facendo voltare Nana verso di te.

«Anche io ho in programma di farmi un tatuaggio ma ogni volta che decido un soggetto poi cambio idea.»

La ragazza dai capelli corvini sembra lievemente turbata dal fatto che hai notato il tatuaggio, per lei è un tasto sia dolente che no, perché le riporta alla mente ricordi piacevoli ma terribili allo stesso tempo.

«Ti piace…?»
«Molto!» le sorridi. «E dimmi, che significato ha?»
A quella domanda cala un silenzio tombale nella stanza. Tutti posano uno sguardo di compassione su Nana che, con sguardo ferito, si copre il tatuaggio con la mano.
«Non… non mi va molto di parlarne…»
«Oh, è un argomento delicato? Mi dispiace, non ne avevo idea.»
«No, no, va tutto bene, davvero. È una cosa passata.»

Lei cerca di rassicurarti e di cambiare discorso in fretta, ma è palese che quel tatuaggio è una ferita ancora aperta.
Passano solamente un paio di partite a Mahjong prima che Nana si rifugi nella sua stanza con la scusa di avere mal di testa, ma voi sapete che non è quello il vero motivo.

«Mi dispiace per Nana… non volevo intristirla…»

Mormori dispiaciuta bevendo l’ultimo sorso di birra.

«Perché non provi a parlarle?»

Ti propone Hachiko posando una mano sulla tua schiena.

«Magari sfogarsi con te la potrà aiutare un po’.»
«Ma io e lei non ci vediamo da anni e se dico qualcosa di sbagliato?»
«Stai tranquilla T/N.» ti rassicura Nobu. «Tu sei sempre stata brava ad ascoltare e consigliare le persone, sono sicuro che andrai alla grande.»
«Non lo so… e se mi manda via…?»
«Tu provaci. Fidati di noi.»

Così, convinta dalle loro parole, vai a bussare alla porta di Nana che si apre in pochi minuti rivelando solo il suo volto.

«Ciao. Posso entrare?»

Inaspettatamente, da te, Nana apre la porta abbastanza da farti passare e ritorna a sedersi sul letto senza proferire parola. Chiudi la porta dietro di te, lentamente e silenziosamente ti siedi accanto a lei aspettando che ti dia il via libera per parlare. Rimanete in silenzio a fissare il muro di fronte a voi per cinque minuti buoni, il tuo cuore batte senza tregua contro la tua cassa toracica e non sei più sicura che sia stata una buona idea. Ma proprio prima che tu possa alzarti e andare via, Nana posa una mano sulla tua fermando ogni tuo movimento.

«Il tatuaggio… mi ricorda un grande amore che ho avuto fino a qualche anno fa…»

Inizia a spiegare lei senza ancora guardarti.

«Si chiamava Ren e faceva parte dei Black Stones insieme a me, Nobu e Yasu… ma proprio quando stavamo per raggiungere l’apice del successo… ha lasciato la band per unirsi ai Trapnest…»
Nel ricordarsi l’accaduto, la voce della ragazza si spezza.
«E di conseguenza, ha lasciato anche me.»
«Dio mio Nana… mi dispiace davvero tanto…» la rassicuri posando una mano sulla sua schiena. «Deve essere stata davvero dura per te…»
«Ma c’è dell’altro… non eravamo felici… litigavamo spesso ed io non riuscivo a dimenticare i sentimenti che provavo, e che provo tutt’ora, per un’altra persona…»
Quella rivelazione ti sorprende.
«E… e chi era questa persona?»
Nana porta lo sguardo su di te e ti guarda intensamente negli occhi facendoti avvampare.
«Quella persona, mia cara T/N, sei tu. Non sono mai riuscita a dimenticarti da quando andavamo a scuola insieme.»
La sua rivelazione ti lascia di sasso. Non sai come agire, come reagire. Vorresti urlare e saltare di felicità ma non è una bella reazione dopo aver saputo che la sua precedente relazione è andata al creatore.
«Ma Nana… perché non me lo hai mai detto…? Insomma, forse avremmo potuto-…»
«Durante gli anni di scuola ho provato ad avere un approccio con te, ma eri così timida che mi facevi tenerezza.» sorride la ragazza posando una mano sulla tua guancia ed accarezzandola. «E poi, all’inizio credevo che ti comportassi in quel modo a causa della mia reputazione…»
Eri venuta a sapere che era stata espulsa dalla scuola con l’accusa di essere una poco di buono per il suo atteggiamento schivo e il suo look, ma a te non è mai importato.
«Io? Odiarti?» sorridi. «Ho sempre pensato che fossi una ragazza davvero cool e ti ammiravo. Volevo avvicinarmi a te e avere un rapporto, ma non mi credevo all’altezza e la mia timidezza non ha aiutato.»
Confessi mentre Nana ti guarda sconcertata. Puoi notare che le sue guance si colorano di rosa e non è il trucco.
«Quindi tu…?»
Sorridi con gli occhi lucidi dalla gioia ed annuisci.
«Sì, Nana. Sono sempre stata innamorata di te.»

La ragazza non se lo fa ripetere due volte, prende il viso tra le sue mani e ti attira a sé in un bacio pieno di ardore e passione. Quel gesto ti manda in completa estasi, le sue labbra cercano voracemente le tue che quasi non riesci a restare al passo.

«Apri la bocca…»

Sussurra tra gli ansimi con voce bassa e sensuale. Tenendo gli occhi chiusi schiudi timidamente la bocca lasciandole il completo accesso, la sua lingua incontra la tua ed iniziano a compiere movimenti circolari. Nana posa le sue mani sui tuoi fianchi e, senza interrompere il bacio, ti fa sdraiare posizionandosi poi su di te premendo il suo caldo corpo contro il tuo facendoti avvampare e ricambiare il bacio con la sua stessa passione e voracità.

Finalmente, dopo tanto tempo, sei felice e lo sai.
   
 
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