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Autore: Carla Marrone    09/08/2023    1 recensioni
Secondo capitolo della saga della maga bianca. La strega Miranda viene convocata dalle fate, a risolvere un caso particolare, in un Bosco Incantato, nel quale non smette di piovere da due mesi.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PIOGGIA

 

Il folle è colui che entra nel bosco e smarrisce la via. L’artista è colui che entra nel bosco e ne esce con un’idea. E il mago?

La strega Miranda era stata convocata a risolvere un caso alquanto singolare. Il caso in sé lo era, ma anche chi l’aveva chiamata…

Era oramai da ore che camminava nel Bosco Incantato. Così profondo che nessuno osava addentrarvisi, l’odore di muschio e corteccia d’albero bagnata le riempiva le narici. Man mano andava avanti, sempre più a fondo, la pioggia si faceva maggiormente intensa. Riusciva a scorgere funghi velenosi in ogni dove ed il fogliame verde smeraldo era così fitto che i pochi spazi vuoti, tra una fronda e l’altra, sembravano buchi neri. Si aggiustò il cappuccio del suo mantello da maga. Era bagnata fradicia. 

“Sei Miranda, giusto? Chi altri, se non tu, verrebbe in questa parte della foresta?” Una voce acuta e cristallina richiamò la sua attenzione. 

Si voltò. Dovette strizzare gli occhi, tale era il buio che l’uggia portava. Sulle prime, le sembrò di scorgere tante piccole lucciole che le sfrecciavano rapide intorno. Guardò meglio: erano fate, coloro che l’avevano convocata. Per leggere la loro lettera, aveva dovuto usare ben due lenti di ingrandimento sovrapposte. 

“Salve, sono qui per porgervi il mio aiuto. Sono onorata di fare la vostra conoscenza. Di cosa si tratta?” Andò subito al dunque, incerta su come ci si rivolgesse ad una fatina. 

“Oh, ma che gentile! E che professionalità.” Fecero eco due vocine diverse che non seppe dove collocare esattamente.

Una di loro le si piazzò giusto davanti alla faccia e prese ad esporre il problema. Ipotizzò fosse la capo villaggio, oppure, colei che aveva spedito la missiva. In questo modo, poté osservarla bene. Era vestita di minuscole foglie di felce ed aveva petali di non ti scordar di me tra i lunghi capelli azzurri. Le alette ricordavano quelle di un colibrì, quasi impossibili da vedere, mentre si muoveva. 

“Vedi, qualcuno sta venendo qui, quando noi dormiamo, e ci ruba i fiori. Noi ne abbiamo bisogno, sono le nostre case! Così facendo, perderemo la magia.” Affermò sconsolata. 

“Che strano. Conosco pochissime persone che oserebbero affrontare il Bosco Incantato fino a questo punto…” Osservò la fattucchiera. 

“Ma è vero. Vieni a vedere tu stessa, c’è un punto in cui il terreno ha ceduto persino. E’ da lì che mancano i fiori.” Rispose piccata la creatura magica. 

 

Quanto diceva era vero, la fiancata di un breve declivio era come crollata e non era rimasta che terra umida e spoglia. Ma Miranda non aveva dubbi:- Nessuno ha rubato le vostre case. E’ chiaramente stata la pioggia a portarle via. Il che mi conduce ad una domanda. E’ normale, dalle vostre parti, che piova così tanto?- Si espresse pensosa, il dito indice sotto al mento. 

Le creaturine parvero sbalordite. Non si aspettavano di essere contraddette. Dopo un breve ed intenso vociare, fatto di squittii sommessi, la strega ebbe la sua risposta. 

“In effetti, no. Piove ogni tanto, ma mai così. E’ da due mesi che continua senza posa.” 

“Solo in questa zona del Bosco?” Osservò rapida l’esperta di stregoneria.

“… Effettivamente, sì.”

“Credo che qualcuno vi abbia fatto un maleficio.” Quest’ultima frase fu accompagnata da migliaia di esclamazioni di sorpresa, sbigottimento e paura. 

“Non temete, sono qui per aiutarvi, è il mio mestiere. Altrimenti, a che serve la magia?” Le rassicurò la protagonista con la sua frase preferita. 

“Che assurdità, l’unico umano che abbiamo visto, prima di te, era un mercante di passaggio. Che sia stato lui?” Adesso, l’espressione corrucciata toccava alla capo branco. 

“Avete acquistato qualcosa da lui?”

“Soltanto dei servizi da te’ in miniatura.” 

“Posso vederli?”

Glieli mostrarono. Erano delle graziose suppellettili floreali, davvero minuscole. Ci volle un attimo perché l’esperta gli fornisse il suo parere professionale:- Sono stregate.” 

Un coro di “oh” e “no” fu udito nell’aria tutto intorno. Non le fu possibile ottenere una descrizione del malvagio uomo. Le risultava avesse fatto già parecchi danni, spacciandosi per mercante, quando, in realtà, era un mago nero. Era coperto da un mantello simile al suo, a detta delle fate. Il suo scopo lo ignorava. 

“Dovete disfarvi di ciò che vi ha venduto.” Fu il tragico responso. 

Senza porre tempo innanzi al tempo, minuscole scintille sfrecciarono velocissime in ogni parte del bosco. C’era chi gettava tazzine nelle pozzanghere, chi seppelliva cucchiaini, chi distruggeva mini teiere, facendole cadere dalle alte cime degli alberi. 

 

In un men che non si dica, tutto era sparito e la pioggia cessata. 

Stavolta si sentirono numerosi “wow” e “grazie”. 

“Dovere, mie care, dovere. Adesso sbocceranno nuovi fiori.” Gli sorrise calorosa e soddisfatta. 

“Peccato però, erano così graziosi e funzionali. E’ così raro reperire oggetti delle nostre dimensioni.” Sospirarono alcune. 

“In fondo, è giusto così. Voi siete fate, non bambole.” Commentò mesta la strega.

 

Tolse il copricapo ed una ciocca ondulata fece capolino dal bavero. Si accomiatò fra mille ringraziamenti. Le piccole la seguirono per un buon tratto di strada, illuminandola per lei. Anche se, passata la fitta pioggia, quello stesso Bosco appariva decisamente meno tetro. Era persino luminoso se ci si concentrava sui raggi di sole che, ora, si facevano prepotentemente strada tra un ramo e l’altro. Senza contare che, nel suo cuore più profondo, vivevano delle fate che le dovevano un favore. Nessuna creatura oscura le poteva nuocere, mentre lo attraversava ed aveva smesso di averne paura. Nell’arrivare, aveva camminato in fretta, col cuore in gola. Adesso, si godeva la traversata. 

 

Il mago è colui che entra nel bosco e ne trae saggi insegnamenti sull’ esistenza. 

 

Restava solo da scoprire chi fosse questo famigerato mercante malfattore e come affrontarlo. Ma ora, l’unica cosa che Miranda desiderava era respirare l’odore delle felci e dei fiori. 

   
 
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