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Autore: paiton    10/08/2023    0 recensioni
Il Ritrovo è fissato per le ore sei e quarantacinque. La tabella di marcia deve essere rispettata al fine svolgere l'avventura in sicurezza come descritto nel messaggio che ho inviato a tutti i partecipanti su WhatsApp, assieme alla lista dell'occorrente da portare oppure da noleggiare.
Genere: Avventura, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In una calda giornata di metà Luglio vogliamo partire assieme ai colleghi per raggiungere Cima Capi, una montagna che si trova nella zona Nord del Lago di Garda. L'idea iniziale è quella di raggiungere la vetta per una via Ferrata, ridiscendere sulla sinistra del monte, fermarci a prendere una birretta al bivacco, amministrato da un simpatico anziano, per poi ridiscendere canticchiando gioiosamente fino alla vettura.
 
Nathaniel è un simpatico ragazzo di origini rumene, amico di amici, che si è unito al gruppo. Arriva quasi in orario e dice di aver chiesto in prestito le scarpe da montagna di suo padre. Poi dichiara di non essere riuscito a comprare l'attrezzatura di sicurezza (necessaria per legge: sono imbraghi, funi e moschettoni a cui è legata la tua vita) però ha trovato delle corde da tapparella nel cantiere in cui lavora, sono molto resistenti e riescono a sostenere un bel po' di chili. Vuole legarsele ai fianchi con un nodo di fortuna.
Gli dico che gli altri due vanno ad Arco per noleggiare l'attrezzatura e la possono prendere anche per lui.
Gli ultimi si presentano in ritardo di venti minuti.
 
"Hei Ciao Buongiorno" E ci salutiamo con baci e strette di mano da rapper
 
“Ho preso delle bacchette da Nordic Walking” e Jody me le mette in mano… le provo a terra e mi rendo conto che hanno una piccola molla rimbalzante.
 
“Sono professionali, devono essere costate un pochino di soldi.”
 
"Si, sono semiprofessionali! Possiamo fermarci al bar, solo un secondo, per prendere un caffè?"
 
"Va bene dai, ritardo per ritardo!”
 
Ci fermiamo e scelgo una bella pizzetta con tanta mozzarella da mangiare durante il viaggio.
Tra andare in bagno e fare colazione partiamo con quasi tre quarti d’ora di ritardo; per strada troviamo solo un breve rallentamento solo che ho paura perché i parcheggi sono pochi e ho letto che la maggior parte sono assegnati ai residenti. La fidanzata scrive agli altri di prendere l’attrezzatura mentre noi fermiamo due parcheggi.
Arrivano al posteggio all’incirca verso le undici e venti, io contavo di essere già sul percorso di avvicinamento alle nove e tre quarti ma fa lo stesso, fortunatamente non fa caldissimo.
 
Appena si posteggiano vado a chiedere se hanno trovato tutto l’occorrente, loro mi rassicurano e mi comunicano che possiamo stare in giro anche oltre l’orario di chiusura del negozio, possono portare il materiale noleggiato anche alla pizzeria che sta’ di fronte.
 
Noto uno zaino con le rotelle appoggiato alla ruota dell’autovettura: “vieni con quello?”
 
“Si, è il più capiente che avevo a casa.”
 
“Ma ha le rotelle che sbattono sui reni e una stecca di ferro che picchia sulla spina dorsale. È un modello come quelli che utilizzano i ragazzi delle medie per non sovraccaricare la schiena…”
 
“Ce la faccio senza problema, vedrai”
 
“Jodi fidati, dobbiamo camminare un bel po', poi in ferrata devi stare concentrato, non puoi farti distrarre dal fastidio e dal dolore.”
 
Le abbiamo pensate tutte: potevamo lasciare lo zaino in macchina e trasferire il contenuto negli altri zaini, abbiamo provato a togliere le rotelle ma comunque restavano due pezzi di plastica sporgenti che avrebbero prodotto ancora più dolore… alla fine si è tenuto lo zaino così com’è e l’ha presa come una sfida personale. Tira fuori le sue bacchette da Nordic Walking e partiamo sul sentiero.
Dopo nemmeno quindici metri di camminata, vedo una suola sul terreno; faccio altri cinque passi, la seconda suola. La afferro e la osservo, si gretola solo a guardarla, come la mollica di pane quando si secca.
 
“Hei Nathaniel! Che età hai detto che avevano le tue scarpe? Tre secoli? Erano del tuo bisnonno?”
“Cosa?” Lui si guarda attorno stranito
 
“Ma non ti sei accorto di aver perso le suole!?” prorompo esterrefatto
 
“Devono essersi scollate, sono un po’ vecchie”
 
“Eggià, adesso ti tocca usare le uniche scarpe che hai…”
 
“Sono delle Converse con suola piatta.”
 
“Stiamo attenti nei passaggi difficili e ce la dovresti fare, non è una ferrata a coefficiente tecnicamente elevato. Attento a non scivolare sui sassi piatti.”
 
Ritorniamo alla vettura in modo che Nathaniel si metta le sue All Star nere con la stellina e partiamo con un elemento che indossa lo zaino sbagliato e un altro con un paio di scarpe lisce, speriamo che il signore ce la mandi buona e non faccia scendere pioggia dal cielo.
 
Dopo continue lamentele da parte di Jodi per il dolore alla schiena Elena, la sua compagna, decide di sacrificare il reggiseno del suo costume da bagno per attutire il fastidio delle rotelle, che continuano a picchiare sui reni: lo lega ben stretto attorno allo zaino usando l’imbottitura per fare spessore.
 
È quasi l’una di pomeriggio, il Sole si erge alto nel cielo e la temperatura sta aumentando nonostante ci stiamo alzando di quota, la tecnica del costume da bagno sta funzionando, ha salvato la situazione. Mentre siamo seduti sopra di una piatta e grande roccia, per bere un sorso d’acqua, Jodi si accorge di un fatto alquanto esilarante per me: “Nooo! ho dimenticato l’acqua in macchina!” afferma disperato
 
“Non preoccuparti, sono abituata a bere poco. Razioniamo le mie riserve fino al bivacco” Lo rassicura di nuovo Elena
 
Effettivamente fa un bel caldo afoso e avevo sottolineato, il giorno prima, l’importanza di partire con riserve di liquidi. Jodi continua a cercare all’interno dello zaino con fare ansioso e con espressione incredula:
“Sono partito senza riempire la borraccia, accidenti!” la apre e ci guarda dentro, alzandola verso l’alto, mentre l’ultima gocciolina cade a terra
 
“Ma Jodi, dobbiamo ancora arrivare alla ferrata e già ne hai combinate due!” lo canzona Nathaniel
 
“Stai zitto tu che sei in Converse! Ho lasciato mezzo litro in macchina e non mi sono fermato a riempire la borraccia alla fontanella!”
 
Continuiamo il sentiero finché, finalmente, raggiungiamo l’attacco della ferrata; ci mettiamo gli imbraghi, controllo che tutti si siano allacciati correttamente i dispositivi di sicurezza e guardo che i nodi siano intrecciati correttamente. I primi metri della via sono sempre i più difficili in modo da permettere alle persone che non ce la fanno di ridiscendere. Se ci si trova in difficoltà in mezzo al percorso risulterà poi impossibile ritornare indietro.
Il mio gruppo di destreggia abbastanza bene nella scalata che ora presenta pareti verticali; la fatica, il caldo e la sete si percepiscono molto meno quando entra in circolo l’adrenalina. Sembra quasi di non far fatica nell’ascesa.
Ci fermiamo un paio di minuti per riposarci. Jodi sta energicamente cercando dentro allo zaino: “Mi è caduta la bacchetta”
   
 
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