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Autore: Fiore di Giada    15/08/2023    0 recensioni
(17/9/2019)
Leonor alzò la testa, le braccia strette attorno al corpo morto di Andreas. La lotta tra il bene e il male si era conclusa.
Andreas, reincarnazione di Lucifero, angelo caduto ai tempi della creazione, si era riscattato dal suo peccato millenario e aveva offerto la sua esistenza alla difesa degli uomini.
Nulla era più dell'angelo, dorato di luce, che, in tempi remoti, aveva sfidato Dio
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un ampio squarcio si aprì nel cielo, ingombro di nubi, e una lama di luce dorata saettò, posandosi sull'intera strada.
Leonor alzò la testa, le braccia strette attorno al corpo morto di Andreas. La lotta tra il bene e il male si era conclusa.
Andreas, reincarnazione di Lucifero, angelo caduto ai tempi della creazione, si era riscattato dal suo peccato millenario e aveva offerto la sua esistenza alla difesa degli uomini.
Nulla era più dell'angelo, dorato di luce, che, in tempi remoti, aveva sfidato Dio.
Lui, nella sua dura misericordia, gli aveva offerto la possibilità di reincarnarsi tra gli uomini, assieme agli altri angeli caduti, per combattere i demoni, che rinascevano dal cuore corrotto degli umani.
E lui, in infiniti cicli vitali, lo aveva fatto.
Aveva trovato il Sacro Graal, che era nascosto nelle profondità infernali, e, servendosi di quel potente smeraldo, era riuscito a distruggere le orde demoniache, comandate da Angra Manyu, che avevano messo in pericolo la terra.
Leonor gli accarezzò il viso, bianco di morte. Lei, un tempo una semplice studentessa argentina, si era scoperta la Chiave, colei che era capace di trovare il Graal.
E ci era riuscita.
Era stata di grande aiuto per Andreas, che si era rivelato la reincarnazione di Lucifero.
E tra loro era nato un forte sentimento d'amore, che, però, si era concluso in una tragedia.
Andreas, o meglio Lucifero, era morto per proteggere lei, una semplice umana.
L'amore gli aveva permesso di trascendere i suoi limiti e di distruggere il capo delle forze demoniache.
Ma, dopo quello sforzo, era spirato tra le sue braccia, sotto gli occhi disperati dei suoi compagni.
Lilith... Adam... Astarte... Dagon...
Contemplavano disperati il corpo di Lucifero, stretto tra le sue esili braccia.
I loro occhi piangevano la morte di un capo ombroso e malinconico, ma sempre pronto a tutto per le persone a lui care.
L'apertura nel cielo si aprì, rivelando uno squarcio d'azzurro e una scala, ricoperta di polvere d'oro.
Una figura maschile alta e snella, vestita d'una lunga tunica bianca, avanzava scendeva i gradini, sollevando piccoli vortici d'aureo pulviscolo.
I lunghi capelli fulvi scendevano sulle spalle in elaborati riccioli e sul viso, dai lineamenti gentili, spiccavano gli occhi, d'un intenso ceruleo.
- Un angelo? - mormorò Leonor, sorpresa.
- Sì... Ed è Michele... - dichiarò Lilith, meravigliata. Cosa voleva il capo dell'esercito celeste?
Perché era lì?
L'angelo si avvicinò e, per alcuni istanti, i suoi occhi chiari indugiarono sull'ampia ferita che squarciava il petto di Andreas, fermo nella morte.
- Ce l'hai fatta... Hai guadagnato il tuo diritto al riscatto... Voi tutti avete guadagnato il vostro diritto alla redenzione... - mormorò, sorpreso.
- Cosa intendi? - chiese Dagon, cercando di curare il suo braccio ferito.
Michele accennò ad un sorriso e il suo sguardo spaziò sui quattro angeli ribelli.
- Voi avete mostrato che ciò che è ritenuto impossibile è possibile... Yahwé non credeva nella vostra redenzione e si è dovuto ricredere. Anche lui non è onniscente. - mormorò.
Abbassò lo sguardo sul corpo inerte di Lucifero e, con una mano, gli sfiorò i lunghi capelli neri, poi la fronte.
- Tu vivrai ancora... Mi dispiace che voi non possiate ascendere ancora al Paradiso. - mormorò, dispiaciuto.
Posò la mano sul petto di Andreas e, qualche istante dopo, dal suo palmo sgorgò una viva luce aurea.
Leonor sbarrò gli occhi verdi . Davvero quello era il potere di un angelo?
Lenta, la ferita di Andreas si rimarginava, il petto, prima fermo, riprendeva a sollevarsi e il rossore della vita soffondeva il suo volto, prima bianco.
- Perché non possono andare in Paradiso? - chiese.
- Le leggi di Yahwé sono inesorabili... La parola è un sigillo forgiato nel sangue. E lui ha imposto agli angeli caduti un esilio di infiniti eoni. Credetemi, ne è pentito. - mormorò.
Gli altri, estenuati dalla fatica e colpiti dalla consapevolezza, si accasciarono sul terreno.
- Non è servito a nulla... - ruggì Dagon.
- Sbagliate. I sette sigilli del male, che la vostra ribellione aveva posto sui vostri cuori, col sacrificio di Lucifero stanno cominciando ad incrinarsi. Se la vostra strada continua così, non sarete soli. - li rassicurò Michele.
I caduti guardarono il comandante delle forze celesti. Come era diverso dall'angelo, tronfio di superbia, che li aveva annientati e umiliati...
Terminate le cure a Lucifero, Michele si alzò e, salutatili, salì la scala e si allontanò in un lampo di luce.
   
 
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