Anime & Manga > I cinque samurai
Ricorda la storia  |      
Autore: PerseoeAndromeda    17/08/2023    0 recensioni
Il sorriso di Shin si è spento in seguito a traumi ed esperienze atroci.
Ma i suoi nakama, di quel sorriso, hanno bisogno come se ne andasse della loro vita.
Genere: Angst, Drammatico, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Cye Mouri, Kento Rei Faun, Rowen Hashiba, Ryo Sanada, Sage Date
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Fanfic scritta per il gruppo Facebook “Prompts are the way”
 
 
Prompt: Anche nella loro realtà di dolore trovava sempre qualcosa per cui sorridere
Fandom: Yoroiden Samurai Troopers
Genere: angst, introspettivo, drammatico
Rating: giallo
Note: Brano che fa riferimento al mio headcanon in base al quale, in seguito a traumi ripetuti, Shin Mori soffre di un PTSD molto intenso e di depressione e sorride sempre meno. All’importanza che per il gruppo ha il sorriso di Shin si fa riferimento nel capitolo a lui dedicato del Yoroi Gaiden e questo elemento canon ha stimolato ancora di più la mia ispirazione.


 
“CI RIPRENDEREMO IL SUO SORRISO”
 
 
 
Il pugno di Shu si infranse contro il muro, accompagnato da un’imprecazione.
Touma e Seiji non seppero se fu più quel gesto inatteso o quella parola di rabbia gridata nel silenzio ad averli colti di sorpresa: si gettarono su di lui, per impedirgli di compiere mosse avventate e Shu si dibatté con una tale energia che dovettero spingerlo contro la parete per calmarlo.
“Cosa vuoi fare?” tuonò la voce di Seiji. “Colpire anche noi, adesso?!”.
Il samurai della terra si bloccò, rendendosi conto di colpo della situazione.
Li guardò uno ad uno, con l’espressione smarrita di chi era consapevole di aver perso completamente il controllo di sé.
Poi scosse il capo e si portò una mano agli occhi.
“Perdonatemi, io non…”.
La testa di Shu si scosse ancora, quindi crollò, rifugiandosi contro il petto di Touma. La sua voce soffocata dalla posizione e da un pianto a fatica trattenuto, si levò da quel rifugio improvvisato:
“Non ce la faccio più”.
Touma ebbe un istante di esitazione, quindi sospirò, socchiuse gli occhi e lo strinse, posando un bacio tra i capelli incolti, dopo giorni di trascuratezza.
Seiji rimase a fissarli, i suoi occhi viola si ridussero a due fessure e il suo bel viso dai lineamenti delicati divenne l’immagine stessa della malinconia.
La comparsa di Ryo calamitò la loro attenzione: gli occhi blu di Shu emersero dalla felpa di Touma e interrogarono il leader con uno sguardo pieno di paura.
“Sì è addormentato” annunciò il guerriero di Rekka. “Sono venuto a bere qualcosa, ma poi torno subito da lui, non voglio che si svegli e si ritrovi solo, non…”.
Le parole si spezzarono e lo sguardo, che fino a quel momento aveva tentato di mantenere fermo, si riempì di tormento.
Capirono subito cosa intendesse: Shin non poteva essere lasciato solo, perché tutte le paure emergevano e lui tornava a smarrirsi in incubi ad occhi aperti che non gli davano tregua.
Dopo le ultime, terribili esperienze, il suo stato generale aveva subito un peggioramento dal quale disperavano di tirarlo fuori.
Seiji corse incontro a Ryo e gli mise una mano sulla spalla:
“Vai a riposare, facciamo a turni, non possiamo permettere che un altro di noi crolli. Adesso vado io da lui, così potrò anche accertarmi che le ferite stiano guarendo nel migliore dei modi”.
“Già, quelle fisiche” si introdusse la voce di Shu, poco più che un soffio di disperazione. Touma non smetteva di abbracciarlo, come se avesse paura di perdere anche lui.
Il guerriero di Kongo accettava la stretta di buon grado, ci si abbandonava e ne aveva un bisogno estremo.
Seiji, che già si era mosso per andare nella stanza di Shin, si fermò sulla soglia, una mano sullo stipite, spostò appena il viso, così che i nakama poterono scorgere il suo profilo ornato dal lungo ciuffo biondo:
“Guariremo anche quelle morali… ma questo dovremo farlo tutti insieme, da solo non potrei”.
Lo fissarono con tutta l’intensità della loro disperazione, osservarono la mano che scivolava dal suo appiglio e, dopo un attimo di sospensione, salì a immergersi nel ciuffo, sollevandolo un poco. Sembrava un gesto di pura vanità, invece era il suo modo per cacciare, non visto, una lacrima che scendeva lungo la sua guancia.
All’apparenza, Shu si era calmato, ma i suoi pugni erano ancora aggrappati alla felpa di Touma, incapace di sottrarsi ad un contatto che, in quel momento, era per lui un’ancora di salvezza. Teneva lo sguardo basso, ma le parole che pronunciò furono per tutti una pugnalata:
“Da quanto tempo… non vediamo il suo sorriso?”.
I pugni di Ryo si serrarono lungo i fianchi, Touma fu scosso da un tremito.
L’atteggiamento di Seiji rimase in apparenza immutato, ma un lieve abbassarsi del capo era segno dell’autentico malessere che le parole di Shu suscitarono in lui.
“Mi manca” continuò Shu, la voce appena un sussurro, lo sguardo che vagava senza soffermarsi su nessuno, sembrava parlare a se stesso più che ai nakama lì riuniti. “Il suo sorriso… un tempo gli dicevo che sorrideva troppo, che non doveva per forza farsi vedere sempre così condiscendente, che la sua gentilezza…”.
Si bloccò, deglutì, il bisogno di piangere stava per prendere il sopravvento:
“Che non era necessario mostrare sempre, per forza, gentilezza, che poteva arrabbiarsi, che doveva farlo… ma lui no… sorrideva… e a volte mi arrabbiavo io al suo posto, perché mi faceva innervosire e…”.
Staccò una mano da Touma e se la portò agli occhi, il pianto che si intensificava:
“Adesso mi sento così in colpa per tutte le volte che quel suo sorridere a tutti i costi mi faceva arrabbiare…”.
“Shu…” Touma cercò di interrompere quel fiume di parole che stavano prendendo una piega irrazionale, ma era talmente turbato lui stesso che non riuscì a dire altro.
“Adesso lo rivoglio quel sorriso, mi manca, vorrei dirglielo, chiedergli perdono in ginocchio, purché mi sorrida come faceva un tempo”.
Era vero.
Anche nella loro realtà di dolore, Shin trovava sempre qualcosa per cui sorridere, la sua fiducia in loro, nella vita, nel bene, era incrollabile.
Un tempo…
“Ce lo riprenderemo, Shu” furono le parole che si levarono dalla figura immobile di Seiji. “Ci riprenderemo il sorriso di Shin perché, senza il suo sorriso, nessuno di noi sarebbe più lo stesso”.
 
 
 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > I cinque samurai / Vai alla pagina dell'autore: PerseoeAndromeda