Videogiochi > Fire Emblem
Ricorda la storia  |      
Autore: Kana Altair    22/08/2023    1 recensioni
[(M!BylethxDimitri)]
Una decina di anni dopo la fine della guerra, il rapporto tra Byleth e Dimitri non è più lo stesso. Una serie di incomprensioni portano i due a distaccarsi, ma adesso la vita di Dimitri è gravemente in pericolo.
[….Riuscii a percepire tristezza nelle sue parole.
Come se fosse stato costretto a prendere le distanze da tutti noi.
Ho sbagliato, Byleth…
Da quel giorno, ci incontravamo sempre più di rado e la nostra comunicazione era ridotta al minimo essenziale.
Tutto si stava sfaldando, lentamente ed inesorabilmente.
E non ho mai potuto comprenderne la ragione…
Non sarebbe mai dovuta finire così…]
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Byleth Eisner, Dimitri Alexander Blaiddyd
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Vostra Maestà!

Vostra Maestà, vi prego rispondete!”

 

Avverto urla confuse, rumori di passi, grida disperate.

Percepisco dolore su tutto il corpo, e un’inspiegabile stanchezza lo attraversa.

Non riesco ad aprire i miei occhi.

Non riesco a muovermi.

 

Avverto delle persone trascinarmi con forza in un luogo sicuro e adagiarmi su un giaciglio arrangiato.

 

“Dobbiamo riportare il re a Fhirdhiad immediatamente!”

“Muoviamoci!”

 

Ora ricordo…

 

Un malanno improvviso mi ha colto, a seguito delle trattative con lo Sreng.

A questo, si aggiungevano le fitte di ferite mai guarite.

Sono collassato, dinanzi allo sguardo terrorizzato di tutti.

 

Riesco a percepire il galoppo dei cavalli, il rumore dei carri, che con fretta si dirigono a Fhirdhiad.

 

Al rumore del presente, si accosta il rumore delle spade, le grida dei soldati, gli ordini impartiti dal professore.

 

Una moltitudine di ricordi si accavallano nella mia mente, mentre avverto la temperatura del mio corpo impennarsi.

Respiro a fatica, mentre cerco di aprire gli occhi, per scorgere la neve che cade incessantemente.

 

“È primavera, ma le notti a Fhirdhiad sono ancora abbastanza rigide”

 

“Stanco di festeggiare?”

 

La nostra vittoria a Fhirdhiad, il nostro ritorno trionfale dopo cinque anni di terrore.

 

“Ricordi ancora, Byleth?

Quanti anni sono passati, ormai…?”

 

Avverto il mio corpo farsi sempre più debole, la mia mente sempre più stanca.

 

In uno squarcio, tra le nuvole notturne, riesco a scorgere la Luna Azzurra, ancora parzialmente coperta.

 

Così chiara, così luminosa.

Ma ormai… Sempre più distante.

 

Chiudo gli occhi, stremato.

Dinanzi a me, nella mia mente, si materializza la figura dell’arcivescovo.

 

Quella persona cara, ormai così distante da me…

 

 

Dopo la fine della guerra, decisi di far spesso visita al monastero, per rivedere volti a 

me familiari, mantenere buoni rapporti con la Chiesa e consultare l’arcivescovo.

Pensavo che il legame tra me e lui sarebbe rimasto immutato, dopotutto, conversare con lui è sempre stato estremamente piacevole per me.

Pensavo che questo pensiero fosse ricambiato.

 

Tuttavia, il nostro rapporto di fiducia cominciò ad incrinarsi.

Ed il motivo mi è tutt’ora sconosciuto… 

 

Cosa è cambiato, Byleth…?

 

Lo ricordo ancora, il giorno in cui lui decise di prendere le distanze.

Di lasciarmi indietro.

 

Da quel giorno, qualcosa in me si ruppe.

Non fu mai possibile colmare quel vuoto inspiegabile, nonostante tutte le persone a me vicine, nonostante l’aiuto e l’amore della gente che mi circondava.

 

Accadde diversi anni fa, nel monastero.

 

Dopo la riunione mi dirigo sulla terrazza antistante la camera dell’arcivescovo.

Lo trovo lì, affacciato al loggione.

Immerso nei suoi pensieri, ormai distanti da chiunque, irraggiungibili persino per me.

 

“È da diverso tempo che… avverto freddezza da parte tua”

Cautamente, mi avvicino a lui.

“Ti sento distante, Byleth”

 

L’arcivescovo fissa il suo sguardo verso l’orizzonte, dove il sole sta tramontando.

Non muta espressione, non mi guarda.

Non sembra sorpreso di vedermi.

 

Perché, pur essendogli così vicino in questo momento, mi sembra ormai sempre più lontano?

 

“In tempi di guerra mi rincuorava saperti al mio fianco, sapere di poter fare affidamento su di te, ma ora…”

“Dimitri…”

 

Sussulto leggermente, una volta udita la sua voce.

 

Una leggera brezza smuove i suoi capelli chiari e la sua ornata veste.

Lo vedo chiudere gli occhi e abbassare il capo, le sue mani ancora strette l’una all’altra, sul cornicione della balconata.

 

“Non siamo più in tempi di guerra. E soprattutto io non sono più il tuo professore”

Lo guardo, scettico.

“E cosa dovrebbe significare…?”

“Devi iniziare a percorrere il tuo cammino e lasciarti alle spalle ciò che è stato.

E ciò vuol dire lasciarti alle spalle anche me, o almeno ciò per cui mi conosci, perché…”

Si gira verso di me, i suoi occhi chiari adesso risplendono sotto la luce del tramonto, mentre cercano il mio sguardo.

 

“… Le nostre strade si divideranno molto presto”

Sgrano gli occhi, dopo l’ultima affermazione dell’arcivescovo.

Sento il mio cuore perdere un battito e la mia mente offuscata da innumerevoli domande.

 

Cosa…?

 

Lo vedo allontanarsi dalla balconata, per rientrare all’interno della struttura, dandomi le spalle.

Si gira un’ultima volta.

“Da ora in poi… Dovrai vedermi solo per quello che è il mio ruolo, Dimitri…”

 

Non capisco.

 

“Perchè…?

Che cosa significa tutto questo?”

Gli chiedo, terribilmente scosso da ciò che Byleth sta dicendo.

 

"Perché è la soluzione migliore.

Per entrambi…”

Noto amarezza nel suo tono.

 

Continuo a fissarlo, osservando la sua figura mentre si allontana, lentamente.

Resto immobile, assillato da mille dubbi, mentre la mia mente cerca di dare una spiegazione alle risposte dell’arcivescovo. 

 

Riuscii a percepire tristezza nelle sue parole.

Come se fosse stato costretto a prendere le distanze da tutti noi.

 

Ho sbagliato, Byleth…

Da quel giorno, ci incontravamo sempre più di rado e la nostra comunicazione era ridotta al minimo essenziale.

Tutto si stava sfaldando, lentamente ed inesorabilmente.

E non ho mai potuto comprenderne la ragione…

 

Non sarebbe mai dovuta finire così…

 

 

“La Dea mi ha donato il suo potere”

È questo, ciò che lui mi disse, più di cinque anni fa, dopo che il suo aspetto mutò.

 

Tuttavia, questo cambiò ulteriormente, una volta trascorsi quegli interminabili cinque anni.

Aveva passato vent’anni come mercenario, ed il suo corpo ne mostrava i segni visibili.

Eppure, quando lo rividi, mi sembrò una persona totalmente diversa.

Il suo corpo appariva fragile e debole, i suoi lineamenti più gentili, i suoi occhi e i suoi capelli ancora più chiari e nessuna cicatrice attraversava la sua pelle.

Come se fosse rinato, tornato in vita dopo essersi unito alla dea stessa.

 

Ciò che non era mai mutato era il suo sguardo.

Fisso su di noi, i suoi studenti, preoccupato per le conseguenze della guerra e attento a non perderci.

Mi si avvicinava spesso, anche quando facevo di tutto per respingerlo, anche dopo ogni battaglia, quando il sangue imbrattava le mie mani e corrompeva ulteriormente il mio animo lacerato.

 

Solo adesso, il suo sguardo è fisso altrove.

È come se abbia deciso di lasciarci indietro, come se lui non faccia più parte della nostra vita, consapevole di qualcosa che non posso comprendere.

Che forse non potrò mai comprendere…

 

Ho sempre sospettato che Rhea e Seteth nascondessero qualcosa, dietro le leggi e gli insegnamenti della Chiesa.

E l’aspetto di Byleth è la prova tangibile di tutto questo.

Così come il rapimento di Flayn o quel drago che solcò il cielo il giorno dell’assedio.

 

Ogni volta che ho provato ad approfondire l’argomento con lui, ha sempre cambiato discorso.

Non volevo ferirlo, non volevo offenderlo, perciò non ho mai insistito.

 

Ma ora…

Cosa dovrei fare ora…?

 

Byleth aveva deciso di lasciarmi indietro, di distaccarsi dai suoi affetti e aiutarmi solo nel caso del bisogno.

 

La mia mente si rifiuta di dimenticare persino i morti.

Rivivo episodi passati come se fossero accaduti ieri.

Come potrei mai dimenticare qualcuno che è ancora in vita?

 

Soprattutto se si tratta di lui…

 

“… Le nostre strade si divideranno molto presto.

Prima di quanto tu creda, Dimitri…”

 

Perché…?

 

Trattenni a stento le lacrime, quando udii quelle parole.

 

Anche se fosse come dice lui… 

Anche se le nostre strade dovessero separarsi presto, perché interrompere tutto ora?

Non è un ulteriore motivo per approfittare del tempo che resta…?

 

“Mi dispiace…”

 

Spiegami, ti prego...

 

Ma ora è troppo tardi.

È passato molto tempo, e questi rimpianti li porterò con me nella tomba.

 

Il mio corpo mi sta abbandonando.

Forse è per questo motivo che i ricordi più luminosi, così come i più dolorosi stanno tornando alla mente.

 

Se solo potessi rivederlo… Un’ultima volta…

 

 

“Lasciateci soli”

 

Questa voce…

 

“Vedrò cosa posso fare per lui”

 

“Certamente.

Vostra Grazia, vi ringrazio immensamente”

Sento la porta chiudersi.

 

A fatica, riapro i miei occhi, nel cuore della notte.

A lato del mio letto, c’è lui.

Avvolto in una bianca veste, il suo corpo è illuminato dalla luce di alcune candele sparse per la stanza.

I miei occhi incrociano i suoi.

 

Così luminosi.

Ed i suoi lineamenti, così delicati.

 

Mi sembra quasi impossibile, come se si trattasse di un’allucinazione.

 

È passato tantissimo tempo…

Mesi, no, anni interi…

E nonostante tutto, sei rimasto esattamente come ti ricordavo…

 

L’arcivescovo mi si avvicina, con una serie di strumenti tra le mani.

 

“Sei sveglio…”

Nei suoi occhi leggo sincera preoccupazione.

Lo vedo appoggiare gli oggetti sul tavolino e avvicinarsi.

Mi posa una mano sulla fronte, delicatamente.

 

“Come ti senti…?”

 

Sorrido lievemente, avvertendo nuovamente la volontà di continuare a vivere nel mio corpo.

“Byleth…”

Cerco di raggiungerlo con una mano.

Lui la prende, fermandomi.

“Non affaticarti”

Sento la sua presa stringere forte la mia mano.

Lui si siede sul letto.

 

“Ci sto provando, Dimitri”

 Continuo a fissarlo, quasi preda di un’estasi, di una visione impossibile.

Il mio respiro è affaticato, la mia vista annebbiata, ma il suo contatto emana calore.

 

Un calore che avevo quasi dimenticato…

 

“Sto provando a salvarti…”

Il suo tono resta apparentemente fermo, ma i suoi occhi diventano lucidi.

“Non puoi andartene già adesso…”

Ora, una lacrima attraversa la sua guancia, mentre appoggia una stoffa bagnata sulla mia fronte.

 

“È… passato tantissimo tempo”

Dico, con un filo di voce.

Lui abbassa lo sguardo, ancora seduto vicino a me.

 

“Si… 

Mi dispiace tantissimo…”

 

“Perché…?”

 

Lui torna a guardarmi, con i suoi occhi luminosi, ma inizialmente non risponde.

 

“Almeno adesso, spiegami…

Il vuoto che hai lasciato è soffocante, Byleth”

La mia voce è interrotta da alcuni colpi di tosse.

Lui mi si avvicina nuovamente, fornendo assistenza il più possibile.

 

"Perché ci hai lasciati, Byleth?”

Lo guardo, implorandolo di rispondermi, almeno in quegli ultimi istanti.

 

Rispondimi, ti prego.

 

Sento il mio cuore battere lentamente, il mio respiro farsi sempre più affannato.

La mia voce ridotta ad un sussurro.

 

“Io… Volevo solo…”

Adesso delle lacrime rigano il suo volto, la sua voce è incerta, la sua mano è ancora stretta alla mia.

“Non volevo che tu soffrissi più del dovuto.

Volevo che mi dimenticassi.

Dovevi lasciarmi indietro, Dimitri.

Perché tu sei cambiato, siete tutti cambiati.

Ma io sono rimasto sempre lo stesso”

 

“Il mio corpo non può invecchiare, e io non morirò.

Il fatto che tu te ne saresti andato… Mi ha sempre arrecato un dolore indescrivibile. Così come il fatto che io sarei stato lasciato indietro”

 

Resto impietrito, in attesa di ascoltare altro.

Avverto i miei occhi inumidirsi.

 

Byleth stringe ancora la mia mano, in preda ai singhiozzi.

 

“Vi vedrò crescere e morire, resterò lì a guardare, mentre tutto ciò che mi è caro sparisce dinanzi ai miei occhi.

Io…”

 

Improvvisamente si discosta.

I suoi occhi sono arrossati dal pianto, il suo respiro è affannato.

 

“Capisco…”

 

Adesso capisco…

 

“Ma ho sbagliato…” 

Lui continua.

“Solo adesso mi rendo conto di quanto abbia sbagliato…

Solo ora che tu stai…”

 

Inspira, a fatica.

 

Avvicino la mia mano al suo volto, istigandolo a guardarmi nuovamente.

 

“Forse… Abbiamo sbagliato entrambi”

Gli sorrido.

 

Tuttavia, il mio corpo è sempre più stanco.

 

Lascio andare la presa, colto da una stanchezza improvvisa.

 

È come se la mia anima stesse per abbandonare il mio corpo.

 

“No, no ti prego”

Byleth mi si avvicina nuovamente.

Non posso far altro che continuare a guardarlo, ancora sorridendo leggermente.

 

“Mi sarebbe piaciuto… Restare al tuo fianco ancora”

 

“No…!”

Byleth si sporge verso di me, piangendo nuovamente.

 

Con quel poco di forza che mi resta, lo vedo alzarsi ed afferrare un coltello.

Lo vedo lacerare la sua carne, all’altezza del polso, vedo il suo sangue sgorgare dalla ferita.

 

Cosa sta…?

 

Lo vedo avvicinare la sua bocca alla ferita, estraendo più sangue possibile da essa.

 

“Non permetterò che tu muoia”

 

“È qualcosa che semplicemente non posso accettare”

 

“Per quanto abbia cercato di allontanarmi, dentro di me avrei sempre voluto restare con te, come è sempre stato.

Era così bello, supportarsi a vicenda, chiacchierare per ore, condividere il dolore e la sofferenza della guerra.

Perché sapevo tu fossi lì, e sapevo saresti sempre rimasto lo stesso, nonostante tutto”

 

Si avvicina nuovamente a me, sporge il suo volto verso il mio.

 

Chiudo gli occhi, per un’ultima volta, e infine avverto le sue labbra sulle mie, ed un liquido caldo attraversare il mio corpo, penetrare nelle mie viscere.

 

Il mio corpo, le mie vesti e il mio letto si impregnano di quel sangue sacro.

 

“Da oggi… Condivideremo insieme questo dolore, ancora una volta.

Il dolore di vedere che tutto cambia, tutto muta, tranne te.

Ma non sarai solo…

Noi saremo lì, insieme, testimoni di ciò che il mondo saprà offrire”

 

 

Per poter entrare a far parte del clero, nel monastero, era obbligatorio sottoporsi ad un rituale.

Lo stesso rituale che salvò la vita dello Spezzalame.

 

“Si tratta di un sangue potente ed estremamente pericoloso” disse Seteth…

In grado di trasmettere i Segni, di tramutare le pietre segno in abomini.

Ma anche… Di salvare la vita.

 

Era il motivo per cui nel monastero il tempo sembrava essere fermo.

Quei volti avevano attraversato i corridoi e le sale della chiesa per decenni, se non per centinaia di anni.

 

In un certo senso, entrare al servizio della Chiesa si rivelava essere una vera e propria maledizione.

Il motivo per cui Rhea non è mai cambiata, il motivo per cui Byleth non cambierà mai.

 

Ero destinato a morire in Duscur, destinato a morire in guerra per mano dell’imperatrice ed ora, colto improvvisamente dall’abbraccio della morte.

 

Qualcosa ha sempre cercato di strapparmi dalla vita a cui mi aggrappavo con tanta tenacia.

Spesso ho pensato di lasciare la presa.

Il dolore era troppo forte, comparato a tutto il resto.

 

Ma ora…

Forse adesso riuscirò a vedere la Luna, dopo questi interminabili anni di buio?

 

Ha ancora un senso, continuare a vivere?

 

Si…

Avverto la luce del giorno sulla mia pelle.

 

Si… Perché lui mi ha permesso di continuare a farlo.

Perché lui mi ha strappato dalla morte.

 

E mi ha permesso di continuare ad andare avanti…

 

 

La luce del mattino filtra attraverso le tende, posandosi delicatamente sul mio corpo.

È tenue, quasi rassicurante.

 

Lentamente, apro gli occhi.

Avverto un tepore piacevole.

La stanchezza è sparita, così come il dolore incessante.

 

Mi sento così… Bene…

 

Mi tiro a sedere, e giro il capo.

Sgrano gli occhi, quando noto Byleth, seduto su una sedia a fianco del letto.

 

Sta dormendo…

 

Ha il capo abbassato, gli occhi chiusi e le mani congiunte, sulle gambe.

Le sue labbra sono leggermente dischiuse, e il suo respiro è lento e regolare.

I suoi capelli chiari sembrano risplendere, sotto i raggi solari.

Improvvisamente, noto delle bende sul suo braccio destro e alcune gocce di sangue sulla sua veste.

 

In quale modo potrei mai ringraziarti?

Ho perso il conto di quante volte tu mi abbia salvato…

Ma questa volta…

 

Sorrido, osservando la figura dell’arcivescovo, adagiata sulla sedia, illuminata dal chiarore del giorno.

Poi, passo a guardare l’esterno.

 

Lo spesso strato di neve inizia lentamente a sciogliersi.

La coltre di nebbia, a poco a poco, si dirada.

Il paesaggio è nuovamente libero di mostrarsi in tutto il suo splendore.

 

Non ho paura.

Non temo questa vita eterna che mi hai donato, Byleth.

 

Perché so che, qualsiasi cosa accada, tu sarai lì, ad ammirare il mondo, affacciato a quella terrazza.

 

Ed io, sarò lì con te.

_________________

N.A.: Per scrivere questa storia mi sono ispirata a diversi finali di Dimitri, in cui si spiega come lui sia destinato a morire prematuramente di malattia. Inoltre, mi chiedevo come sarebbe stato possibile per entrambi continuare a vivere, nonostante Byleth (suppongo) sia immortale.
E dopotutto ogni scusa è buona per scrivere un po’ di angst. 
Spero vi piaccia!

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Fire Emblem / Vai alla pagina dell'autore: Kana Altair