Chissą che hanno da brillare, le stelle
Forse da sole si annoiano
Nel loro prato d'ebano
Forse tentano, invano, di comunicare a noi, stupidi mortali
La sofferenza della loro solitudine
Il riassunto dell'esistenza
Nel battito di atomi di idrogeno
E chissą che hanno, poi, di cosģ magnetico
Colombo, Ulisse e chissą quanti altri
Guidati nel destino beffardo dell'eternitą
A scontare la pena dell'esser soli
Ci guardano, ci invitano
E ci accarezza l'idea di tendere la mano
A quelle lontane frequenze
In cerca di cosa, poi...
Destinate a bruciare
Destinati a bruciare
Ma nell'oscuritą del mondo
Che altro puoi vedere
Se non quell'immortale scintillio?
E allora mandi l'Uomo sulla luna
Tesoro di segreti
E la interroghi, la supplichi
Di confidarti il senso di tutto questo dolore
Ma resta solo il silenzio
E le stelle rimangono lģ
Misteriose
A compatire la nostra miseria
O forse non vogliono nulla
Vogliono solo consumarsi nell'ipocrisia dell'essere
Usate, gettate e usate nuovamente
Da chi volge lo sguardo all'abisso
Per l'ego del loro sesso
Capiranno mai il loro valore?
O il cielo diverrą sempre pił buio?
La clessidra ormai č vuota
E anche se nulla ha pił senso, mi chiedo