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Autore: 7vite    11/09/2023    1 recensioni
Dopo l'ennesima rilettura del manga, ecco un'altra fanfiction che riprende la storia dal momento esatto in cui il manga si è interrotto (capitolo 84).
La storia avrà delle similitudini con l'altra FF (Nana, il finale) perché ci tengo che le cose proseguano come le ho immaginate, quindi se l'avete letta, magari niente effetto sorpresa, però chissà, magari vi piace comunque :)
Genere: Angst | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nana Komatsui, Nana Osaki, Reira Serizawa, Takumi Ichinose
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Chapter 85


Nana

Le parole di Asami mi tamburellavano in testa riecheggiando sordamente.
«Pare che Nana stia meglio, non ha più bisogno della moglie di Takumi.»
Ma lei si sbagliava profondamente, avevo un grandissimo bisogno di Hachi. Però la verità era che lei non avesse più alcun bisogno di me. Lei aveva Takumi al suo fianco e presto sarebbe arrivato anche il loro bambino, non c'era alcun posto per me nel suo futuro e questa consapevolezza mi ferì più del commento acido di Asami.
Avrei voluto con tutto il cuore che Hachi scegliesse me, ma forse il mio desiderio era dettato dal mio egoismo. Volevo che qualcuno, per la prima volta, mi anteponesse al resto. Ero stanca di venire costantemente accantonata.


***

 

Nobu aveva afferrato il braccio di Asami e l aveva trascinata nel corridoio, lontana dagli altri.
«Come hai potuto essere così insensibile nei confronti di Nana?»
Le disse non appena si fermarono, senza neanche voltarsi a guardarla. Gli occhi di lei si inumidirono di lacrime.
«E come puoi essere tu così insensibile nei miei confronti, Nobu?»
Chiese con voce tremante e la pena che le sue parole esprimevano costrinsero Nobu a voltarsi.
«Di che parli?»
Domandò, ma sapeva bene a cosa si riferisse.
«Smettila di prendermi in giro, sai di cosa parlo! Sei ancora innamorato di lei e la sua presenza qui al dormitorio é come una mina vagante per il nostro rapporto!»
«Ti sbagli.»
Disse, ma fu arduo persino per lui credere alle sue stesse parole.
«Tra di noi é tutto finito.»
Lo disse con una punta di rammarico che non sfuggì ad Asami, però almeno quella non era una bugia. Aveva provato a baciare Hachi e lei si era scansata, rifiutandolo. Si sentiva così stupido, incapace di accettare la fine di quella breve ma intensa relazione. Perché non riusciva a lasciarsi Hachi alle spalle?
«Bugiardo, bugiardo!»
Urlò Asami col volto rigato di lacrime.
«Non sto mentendo!»
Disse con voce placida, poggiando i polpastrelli sotto i suoi occhi castani e asciugandole le lacrime. Sapeva che l'amore di Asami era sincero e si odiò per non essere in grado di farselo bastare.
«Credi che Nana sia guarita, ma la ferita che ha nel cuore é molto profonda e ci sarà bisogno di tempo prima che si risani del tutto.»
Le disse afferrandole il braccio per condurla verso la sua stanza, ma lei si scansò.
«Farà bene a guarire in fretta, hai capito cos'ho detto? Quelli della Shikai vi sbatteranno tutti fuori dal dormitorio se continuerete a non lavorare, il vostro futuro é appeso a un filo sottilissimo! Nobu, perché non capisci che mi preoccupo per te? Non voglio che ti buttino fuori.» 
Piagnucolò e Nobu la strinse tra le sue braccia.
«Lo so bene Asami. Sei una donna molto buona.»
Inizialmente la donna si dibatté per sottrarsi a quell'abbraccio, ma più lei lottava più stretta Nobu la cingeva e alla fine si arrese e si lasciò stringere.
«Torniamo in camera.»
Suggerì lui, deciso ad abbandonarsi al corpo di Asami per scacciare il profumo di Hachi che ancora gli impregnava prepotentemente le narici.

 

***

 

Hachi fissò Shin con incredulità. Le aveva appena consigliato di non fare visita a Reira, che la sua presenza avrebbe potuto turbarla, dal momento che era irrimediabilmente innamorata di Takumi.
«Ma... Shin come puoi dirlo? Lei era persino disposta a vederti, lo avrebbe fatto se tu glielo avessi permesso...»
Lo sguardo di lui era spento e triste e Hachi provò ancora più empatia nei suoi confronti.
«Mi ha usato nel disperato tentativo di superare la sua ossessione per Takumi. Lei è fatta così, Yasu, io... Noi non abbiamo davvero significato nulla per Reira, eravamo una mera distrazione.»
«Non dire così.»
Lo pregò Hachi con gli occhi lucidi.
«Mi rifiuto di crederlo.»
Lo disse con un sussurro e Shin volle correre ad abbracciarla. Le faceva una gran pena Hachi, ma era sempre stata conscia della situazione in cui si era cacciata, era stata lei a scegliere Takumi invece di Nobu.
«Credi che sia da lei perché la ama?»
Il tono della sua voce supplicava una risposta negativa, che Shin le diede, ma non per farla stare meglio.
«Takumi in questo momento è mosso solo dai sensi di colpa. Sa bene il dolore che le ha causato, ma ha dovuto farlo per il bene dei Trapnest.»
Hachi non lo chiese direttamente, ma Shin parve leggerle nel pensiero.
«Non so se è davvero arrivata la fine per il gruppo, ma so che adesso Reira ha bisogno di sostegno, e la sola persona che può alleviare il suo dolore è proprio Takumi, e lo sa anche lui. Se tu adesso andassi a trovarla, rischieresti di ostacolare la sua guarigione.»
«Ma allora cosa dovrei fare? Farmi da parte e lasciare che mio marito si prenda cura di un'altra donna? Shin, non sono così forte da sopportarlo.»
Shin non rispose, capiva bene le motivazioni della sua amica, ma conosceva Reira, e Takumi ancora meglio di lui.
“Se non canto, non valgo nulla.”
Quelle parole gli riecheggiavano nella mente. Privarla della sua sola ragione di vita significava condannare Reira all'infelicità. Persino un uomo egoista come Takumi non poteva rimanere indifferente davanti a quella verità.

 

***
 

Reira fissava fuori dalla finestra, la sua mente vagava lontana e cercava di raggiungere Ren, ovunque lui fosse.
«Reira, hai mangiato?»
Chiese Takumi, entrando in quella che era stata la vecchia camera da letto di Reira, prima che si trasferissero a Tokyo. Il suo indice puntava un piatto ancora quasi integro di ramen al pollo che lei non era stata in grado di ingerire.
«Ma io non ho fame.»
Si passò una mano sulla fronte e si spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
«É irrilevante, non devi mangiare per saziarti, bensì per rimetterti in forze.»
Reira lo ignorò e riportò la vista al di là della sua finestra.
«Sai? Temo proprio che abbia ragione» 
Sussurrò appena e Takumi sbuffò lasciandosi cadere sulla poltrona di fianco al letto.
«Certo che ho ragione.»
«Ma io non parlo di te.»
Takumi sollevò un sopracciglio con scetticismo.
«Ah no? E allora di chi?»
«Di Shin.»
Rispose con noncuranza, senza distogliere lo sguardo dai rami che danzavano mossi da vento.
«Che diavolo c´entra Shin adesso?»
«Lui ha detto che sono un´egoista.»
«Non dovresti dare retta a ciò che dice Shin, soprattutto se consideriamo le sue azioni...»
«Ma é vero, Takumi. Io sono un´egoista.»
Lo sguardo del giovane si fece severo, non sopportava più il vittimismo di Reira, era diventato ormai intollerabile.
«Ti ho già detto che non hai nessuna colpa se Ren é morto! Avrebbe dovuto rinunciare a quella roba molto tempo fa. E, soprattutto, avrebbe dovuto avere il buonsenso di non mettersi alla guida in quelle condizioni! Il solo responsabile é Ren.»
Lo disse con rabbia, perché in fondo al cuore Takumi non riusciva a perdonare l´amico per essersi ammazzato. Era così in collera che avrebbe voluto urlare, ma non poteva turbare Reira, già così fragile e pronta a sgretolarsi.
«Ma io adesso non penso a Ren.»
Disse con voce calma.
«Ah no? E a chi?»
Si voltò lentamente e fissò i suoi grandi occhi scuri.
«A te, Takumi. Sono così egoista da rifiutarmi di guarire, poiché so che non appena starò bene tornerai a casa da tua moglie.»
L´uomo impallidì, totalmente sconvolto da quella confessione. Prima ancora che potesse parlare, Reira venne scossa da una forte tosse che si trasformò presto in conati e vomitò quel po' di pollo misto a succhi gastrici.
Takumi corse verso di lei e le sostenne la testa.
«Dobbiamo andare in ospedale, non puoi continuare a stare così. Li obbligherò a farti una flebo, così da poterti nutrire. Non vedi come ti stai riducendo? Non riesco a vederti in questo stato, non potresti mostrare un po' di gratitudine per questa vita che ti è stata concessa?»
La sgridò e gli occhi di lei si riempirono di lacrime. Ren se n'era andato, i Trapnest erano finiti, che senso aveva continuare a vivere?
 

Sai Hachi?
A quei tempi ero troppo egocentrica per accettare di ricoprire un posto marginale nel tuo cuore.
Ma oggi mi basterebbe starti vicina.
Anche se non fossi la tua priorità
  
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