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Autore: KiarettaScrittrice92    18/09/2023    0 recensioni
I nostri protagonisti hanno concluso le vacanze estive e sono pronti per il liceo.
La loro vita da supereroi appare finalmente calma e tranquilla e quello che Fu aveva detto l'anno precedente sul ritorno di Makohon sembra solo una supposizione errata, fino a che...
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Chloè, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Makohon Saga'
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La sorpresa
 

Quelle due settimane erano trascorse in fretta e Marinette, nonostante il lavoro minore rispetto a quello progettato, fece fatica a completare i costumi in tempo e allo stesso momento rimanere in pari con lo studio, la vita da super eroina, per non considerare quando i suoi genitori avevano bisogno di lei alla boulangerie; e visto che si stava avvicinando la festa con più dolci in assoluto, seconda forse solamente al Natale, capitò spesso.
Insomma concluse di cucire le orecchie da gatto al cappuccio del costume di Adrien, ultimo elemento del suo faticoso ma soddisfacente lavoro, solamente il giorno prima della festa a casa di Chloé. Si era svegliata all’alba per completarlo, dopodiché si era lavata, vestita ed era uscita mentre ancora addentava una ciambella presa al volo dalle mani del padre e salutando i genitori con la bocca piena.
Quel giorno Adrien non sarebbe passato a prenderla con la limousine, perché aveva un servizio fotografico e sarebbe entrato a scuola due ore dopo, il che voleva dire che doveva prendere il pullman e pregare che arrivasse in fretta. Fortuna volle che quel giorno il mezzo sostò alla fermata in perfetto orario e che lei riuscì ad arrivare al liceo una decina di minuti prima dell’inizio delle lezioni, permettendole di dirigersi con calma in classe.
«Eccola la nostra personale fashion stylist! – la accolse la sua migliore amica – Come stai?»
Lei sospirò, mettendosi nel banco a fianco, solo quando fu comodamente seduta rispose.
«Stravolta. Per fortuna stamattina ho finito anche il cappuccio per il costume di Adrien.»
«Accidenti, non ti avremmo caricato di troppo lavoro?» domandò preoccupata Alya.
«Oh no, tranquilla. Insomma sì, ho fatto fatica, ma sono soddisfatta e poi dovrò abituarmi se voglio che questo diventi il mio lavoro.» aggiunse la ragazza, mostrando un sorriso e tirando fuori il quaderno degli appunti e il portapenne.
«Certo, però quando lavorerai non avrai quell’insopportabile della professoressa Clevant che ci mette una verifica ogni due settimane e soprattutto prima del ponte di Halloween.» sbuffò Lila. Lei più di tutti non sopportava l’insegnante di fisica, non solo perché trovava difficile la materia, ma perché a detta sua ce l’aveva in particolar modo con lei. La verità, aveva notato Marinette, era che la signorina Clevant era severa con tutti, ma Lila era l’unica che con la sua focosa indole italiana spesso le rispondeva a tono, quindi ovviamente riceveva più spesso rimproveri.
«Non me ne parlare… – commentò Alya – Il solo pensiero che tra quattro ore abbiamo quella stramaledetta verifica mi mette i brividi.»
«Ed io che pensavo che nessuna materia ti desse problemi.» Marinette si rivolse all’amica, con tono divertito.
«Già, lo pensavo anche io… Ma il liceo è decisamente a un altro livello.» disse le ultime parole abbassando la voce, perché l’insegnante della prima ora aveva fatto il suo ingresso in aula, pretendendo il silenzio.

 

Alla terza ora Adrien entrò in aula, raggiungendo il gruppo, con quel suo sorriso stampato sul volto, come se non avesse finito di lavorare e credesse di trovarsi ancora nel set fotografico.
«Tesoro, non posso mettermi gli occhiali da sole in aula, come mai così raggiante?» gli domandò Alya, mentre questo salutava la fidanzata con un bacio sulla guancia.
«Niente di che, poi vi racconto. Che mi sono perso?»
«A parte due noiose ore di storia? – commentò Lila sporgendosi verso il banco davanti a lei – Assolutamente nulla. E pensare che alle elementari mi piaceva storia.»
«Forse perché studiavi di più la storia dell’Italia?» le fece Alya.
«Può essere, oppure era perché in generale alle elementari era tutto più facile.»
«Cambiando discorso, domani pomeriggio ci vediamo a casa mia prima della festa, così ci vestiamo e poi andiamo insieme al Grand Hotel.» snocciolò Adrien, in realtà si erano già messi d’accordo un paio di giorni prima, ma decise di ribadirlo, forse per dimostrare che finalmente casa sua non era più off-limits come quando andavano al college.
Ogni segno di conferma fu smorzato dall’arrivo dell’insegnante della terza ora e dalla ripresa delle lezioni. Anche la temuta verifica della quarta ora andò incredibilmente bene a tutti e la giornata trascorse tranquilla. Il gruppo riuscì persino ad evitare di incrociare Chloé, per la gioia di Marinette che era già abbastanza nervosa di doverci aver a che fare la sera successiva. 
«Allora pensi di raccontarci il motivo del tuo incredibile buon umore o dobbiamo indovinarlo?» domandò Alya ad Adrien che non la smetteva di canticchiare, mentre si dirigevano a piedi fino alla fermata della metro per poter raggiungere più in fretta casa di Marinette.
«Ok, ok… Ve lo dico, anche se avrei preferito riferirlo a tutti stasera ma…»
«Agreste, sputa il rospo!» disse quasi in un ringhio Lila.
«Beh… Mamma e papà ieri sera hanno parlato dei prossimi progetti della Maison Agreste e… Quest’estate potrebbero lanciare qualche tuo abito.» disse il biondo senza riuscire a levarsi quel sorriso entusiasta dalla faccia, piantando i suoi incredibili occhi verdi sulla sua fidanzata.
A quella rivelazione Alya lanciò un gridolino di gioia, Lila si portò una mano alla bocca, mentre Marinette rimase paralizzata. Dovette bloccare tutto il gruppo perché le sue gambe non si muovevano e nonostante stesse guardando Adrien, in realtà il suo sguardo era perso nel vuoto più assoluto, mentre il suo cervello continuava a cercare di metabolizzare la notizia appena ricevuta. La prossima estate, una delle maison più famose di Parigi avrebbe lanciato i suoi abiti.
«Marinette, tesoro… – la voce di Alya sembrava così lontana – Marinette!» esclamò alzando la voce e schioccandole le dita davanti al viso. La ragazza ebbe un sussulto e poi riprese a respirare e a parlare, sebbene l’emozione la facesse balbettare come ai primi tempi con Adrien.
«Ma… Ma… co… come hanno avuto i miei… miei…»
«Colpa mia. – confessò Adrien, capendo all’istante che domanda gli stesse per porre la ragazza – Nell’aggiornare mamma sugli anni che ci siamo persi assieme ho parlato anche del tuo incredibile talento e quando mi ha chiesto di vedere alcuni tuoi disegni non ho saputo resistere.»
«Ecco perché l’altro giorno hai nascosto subito il cellulare non appena sono tornata in camera con i croissant…» constatò Marinette che soprappensiero sembrava essersi leggermente ripresa dalla sorpresa.
«Ho scattato alcune foto e gliele ho mostrate. – continuò a spiegare il biondo – Inoltre credo che stasera manderanno qualcuno a scattare foto ai nostri vestiti. Ovviamente non si possono usare al di fuori di Halloween, soprattutto come collezione estiva. Ma mamma è molto curiosa del tuo stile.»
«Beh, il vestito di Angelie è abbastanza semplice. Intendo dire che non sembra un costume.» commentò Lila, proprio mentre finalmente stavano scendendo le scale che portavano alla metropolitana.
«Sì, forse quello potrebbe essere presentato. Anche se il vestito che è piaciuto di più a mio padre è stato quello lampone.» puntualizzò Adrien.
«Quello… quello… del…»
«Ah-ah, proprio quello del ballo dell’anno scorso per la festa a casa di Chloé.» il sorriso del ragazzo si estese e il battito del cuore di Marinette si confuse con lo sferragliare del treno che arrivava.
«Quello tuo padre come l’ha visto?» chiese Alya, non appena entrarono nel vagone; purtroppo non era rimasto nemmeno un posto a sedere e i quattro dovettero sistemarsi alla ben e meglio in piedi.
«Non ce…» il ragazzo s’interruppe, perché Marinette, avvicinandosi a lui, gli aveva tirato su il cappuccio della felpa.
«Quella ragazza dietro di noi ha assottigliato lo sguardo non appena siamo entrati. Se ti riconosce non riusciremo a tornare a casa in tempo.» gli sussurra, lasciandogli poi un piccolo bacio sulla guancia e strappandogli un sorriso.
«Dicevo che non ce n’è stato bisogno. Chloé quella sera aveva fatto venire un paio di fotografi per ricordare la serata, tra cui Vincent e visto che lui lavora per la Maison Agreste da tanto e che Chloé indossava un abito di mio padre, ha pensato bene di farne delle copie anche per lui.»
Lila trattenne a stento una risata.
«Come minimo quella sottospecie di arpia bionda avrà bruciato tutte le foto con Marinette. Immagino le avrai rubato la scena.» disse, continuando a tenere quel ghigno divertito.
«Solo la scena? Quel giorno Marinette le ha rubato pure il cavaliere, vero Adrien?!» intervenne subito Alya, dando una gomitata al ragazzo a cui si erano arrosate le guance dall’imbarazzo.
In quell’ultimo anno non si era mai soffermato a ripensare a quel ballo, non tanto perché non avesse bei ricordi, anzi tutt’altro; ma più che altro si sentiva uno sciocco ogni volta che si rendeva conto di come aveva trattato Marinette fino a prima di quella sera. Il suo continuare a insistere nell’autoconvione che era solo un amica lo imbarazzava, ma quella sera aveva compreso che provava qualcosa anche per lei e non solo per Ladybug. Lo scoprire poi, che erano la stessa persona, quello era stato un’altro discorso.
La voce metallica del treno annunciò la loro fermata e i quattro ragazzi si avvicinarono alle porte del vagone, pronti ad uscire.
«Scusa… – una voce intimidita alle loro spalle li fece voltare, era la ragazza che Marinette aveva visto adocchiare Adrien quando erano saliti a bordo della metropolitana – tu sei Ad…» non riuscì a finire la frase perché le porte si aprirono e una fiumana di gente che doveva scendere assieme ai ragazzi li separò da lei.

  
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