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Autore: Shasha_cupcake95    03/10/2023    0 recensioni
Sierra si ritrova ad affrontare l'unica persona che sente propria nel mondo. La verità giunge a loro per torturarli ed entrambi l'affrontano a proprio modo finendo così per scontrarsi e dividersi...
La giovane non rimmarrà un oggetto in mano di persone orribili e per la prima volta farà la propria scelta anche se forse l'ultima.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cloud Strife, Nicholas Hojo, Nuovo personaggio, Sephiroth, Zack Fair
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Crisis Core
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Fratelli, un termine che ci venne inseganto quando eravamo piccoli. Questo ci venne insegnato.
"Lui è tuo fratello"
una frase così semplice, ma che segnò le nostre vite. Quel ragazzino poco più grande di me che mi osservava silenziosamente con gli occhi dal taglio felino, occhi così simili ai miei, divenne la mia unica certezza in quel modo freddo ed asettico dei laboratri della Shinra. Ero solo una bambina senza nessuna conoscenza del mondo esterno, cresciuta fra mura sterili, circondata da uomini e donne in camice incapci di provare almeno un briciolo di rimorso mentre sfruttavano il mio corpo come quello di una cavia tra esperimenti, prelievi e continui test. Mi venne dato qualcosa, un qualcuno, mi venne presentato come una persona legata profondamente a me anche se in realtà ero ignara di ciò che tale termine significasse realmente. Mi legai immediatamente a quel ragazzo, forse solo perchè era l'unico altro bambino all'interno di quella struttura, forse perchè in quello sguardo freddo vidi un qualcosa, trovai una traccia di calore solo per me.
Il legame che si creò fra di noi fu strano, agli occhi di tutti sembrevamo solo due soldati costretti ad affiancarsi in missione, due perfette armi da guerra, ma entrambi sapevamo di poter contare l'uno sull'altra in qualsiasi momento e questo mi portò a credere, a sperare, che mai nulla ci avrebbe diviso.
Lo pensavo veramente, ma il destino decise di farci scoprire una realtà orribile, di far crollare ogni certezza e sgretolare la terra sotto i nostri piedi donandoci nuove sensazioni, nuovi sentimenti...paura, rabbia, disgusto...
-Sephiroth!-
La mia voce risuonò tra le pareti del reattore che, come un essere dormiente, ci circondava nel completo silenzio, silenzio rotto solo dal ronzio dei tubi in cui il mako scorreva pigramente. Zack era dietro di me ancora ferito per il colpo ricevuto da Sephiroth, sentivo il suo sguardo sulle spalle, il suo respiro affannoso mentre cercava di rialzarsi dando così seguito agli insegnamenti ricevuti, ma ogni volta ricadeva sui freddi gradini di metallo della scalinata che portava all'enorme portone la cui arcata superiore riportava la scritta "Jenova".
Sentivo su di me il peso della realtà, il peso di aver scoperto di essere solo un esperimento, una creatura creata per generare dei soldati perfetti compiendo così il volere di quel pazzo di Hojo, forse avrei dovuto reagire come Sephiroth, mandare tutto al diavolo ed unirmi a lui in quella marcia atta a distruggere proprio chi aveva permesso la nostra nascita, a marciare sulla terra calpestando quelle forme di vita che una volta chiamamo miei simili, ma che ora parevano nulla in confronto a noi due, ma qualcosa mi spingeva a non lasciare la mia posizione, a non voltare le spalle a chi in quel momento necessitava del mio aiuto, non sapevo dire se si tratasse di Zack o di tutti coloro che avrebbero rischiato la vita per colpa di Sephiroth. Lo vidi voltarsi a guardarmi, nei suoi occhi una luce nuova, mai vista, un desiderio carico di odio, talmente intenso da farmi presagire che nulla lo avrebbe fermato, ma dovevo provarci anche se il mio corpo venne attraversato da un brivido forse di paura, mai avevo provato tale sentimento d'inanzi a Sephiroth. Scattai in avanti incrociando la lama con la sua avvertendo la vibrazione del metallo giungere all'impugnatura ed infine irradiarsi nel mio corpo andando ad abbattere ogni mio dubbio. La rabbia mi travvolse, inglobando in se la paura, portandomi a provare a colpirlo con un secondo fendente, ma sapevo bene che lo avrebbe fermato con la medesima facilità del primo. Per quanto i nostri addestramenti fossero stati gli stessi, per quanto fossimo cresciuti affiancandoci in molti campi di battaglia Sephiroth era notevolmente più forte di me. Estrassi la seconda lama sperando così di guadagnare più raggio d'azione, ma la sua mano fu estremamente veloce ad afferrarmi il polso e torcermelo in modo da costringermi a lasciare la presa sull'arma che finì per cadere nel vuoto sotto di noi, rimasi quasi in attesa di sentire il tonfo e di conseguenza comprendere quanto quell'oscurità fosse profonda, ma nulla. Tornai a concentrarmi su di lui, osservai il suo viso privo di qualsivoglia imperfezione, gli occhi verdi pulsanti di Mako fissi nei miei, i capelli argentei a celare alcuni punti del suo volto rendendolo quasi una statua di marmo scolpita dalle più sapienti mani di un artista. Le sue sottili labbra tirate in un sorriso sinistro. Mi ritrovai quasi a ringhiare per lo sforzo immane nel tenere testa alla sua forza immane mentre le nostre lame, ancora in contatto, emettevano suoni sinistri come a presagire che presto una delle due avrebbe ceduto e, memore della Training Room, di certo sarebbe stata la mia. Osservai le sue labbra schiudersi tenendomi pronta a qualche sua frecciatina riguardante il mio modo di combattere.
-Liberati dai sentimenti umani, non appartengono a noi e ti impediscono di lasciare uscire le tue vere potenzialità. Avanti, Sierra-
Il mio nome, scaturito da quelle labbra che tornarono ad incurvarsi in un sorriso beffardo, mi provocò un tuffo al cuore riportandomi nel corpo di una bambina di 5 anni intimorita dai freddi e vuoti corridoi della Shinra, una bambina che trovava conforto aggrappandosi alla maglietta bianca di quello che le era stato presentato come "fratello", quella bambina che crebbe con la certezza che non avrebbe mai abbandonato il fianco di quel ragazzo poichè solo con lui poteva affrontare ogni cosa a testa alta.
Un urlo carico di rabbia risalì la mia gola graffiandone le pareti mentre mi spingevo indietro con il corpo così da aver libertà di movimento e scagliarmi contro quella figura che ormai mi appariva come un guscio vuoto, solo un lascito dell'uomo che conoscevo, ma la rabbia mia annebbiò la mente rendendo i miei movimenti sgraziati e privi di una logica, logica che mi avrebbe preparato a rispondere ad ogni contromossa, esattamente come negli scacchi. Lo vidi roteare il busto e creare una bariera per bloccare il mio colpo, sulle sue sottili labbra quel sorriso tipico di quando qualcosa lo divertiva, er divertito da me, dai miei movimenti goffi, dalla mia mascella serrata con talmente tanta forza che sentivo male alle gengive ed il gusto metallico riempirmi la bocca, sentivo le tempie pulsare, i muscoli bruciare ed battito del mio cuore che sembrava volermi uscire dal petto ed urlare a sua volta la frustazione e la rabbia.
Non ci volle molto perchè mi ritrovassi contro l'enorme cisterna che conteneva Jenova, non sarei nemmeno riuscita a dire in quale momento avessimo varcato la soglia della camera di contenimento.
-Come me sei stata generata da Jenova, condividiamo il suo desiderio-
Affermò tenendo una mano intorno al mio collo. Sentivo il freddo del vetro attraversare il maglione della divisa, mossi i piedi accertandomi così di non avvertire il pavimento sotto essi. Mi aveva sollevata così da non doversi nemmeno piegare alla mia altezza per potermi guardare dritta negli occhi e leggere così le mie emozioni, non ero mai stata abile quanto lui nel celarle. Nella mano stringevo l'impugnatura della spada rimastami cercando la forza di difendermi, lo sguardo nel suo alla ricerca di una traccia, di un segno che quell'uomo che avevo d'innanzi a me fosse ancora mio fratello, ma ciò che mi accolse furono due pozze chiare di un verde intenso, un verde che sembrava volermi inglobare ed annegare lentamente.
-ti...ti sbagli!-
Ringhiai cercando di liberarmi dalla sua presa facendo vagare gli occhi da prima sul suo viso, poi intorno a noi cercando qualcosa, una qualsiasi cosa che non fossero i suoi occhi. Sentivo la voce di Zack lontana, ma almeno ero certa che fosse incolume, di certo Sephiroth non lo aveva ucciso per via del nostro legame con Angeal e questo mi diede speranza, forse una parte di mio fratello era ancora viva in quell'uomo che ora mi fissava con lo sguardo sottile che sembrava volermi attraversare l'anima.
-Noi non siamo i suoi figli, il fatto che siamo legati a lei tramite il DNA non significa nulla per me!-
Ringhiai afferrando con la mano libera il suo polso avvertendo la forza con cui mi spinse maggiormente contro il vetro, per tale irruenza la persi la forza nelle mani e la mia spada finì al suolo vicino ai suoi piedi. Imprecai mentre mi sembrava di venir spinta con un'intensità tale che pensai che, Sephiroth, volesse farmi fondere con il vetro della cisterna o usare il mio corpo per frantumarlo.
-Solo tu sei...la mia famiglia...Sephiroth torna in te-
Sussurrai sentendo il respiro venirmi a meno, istintivamente allungai una mano cercando di sfiorare il suo viso forse per graffiarlo, o forse nella speranza che un mio tocco potesse ridestarlo. Ormai era chiaro quale pensiero stesse attraversando la sua mente ed a dire il vero, forse, era il mio stesso pensiero.
"o stai dalla mia parte...
...o muori"
Il pensiero che proprio mio fratello, quel bambino con cui avevo condiviso così tanto, quel ragazzo con cui avevo sopportato i peggiori addestramenti, quell'uomo con cui avevo affrontato anche i momenti più dolorosi stesse per togliermi la vita portò i miei occhi a pizzicare, forse per l'assenza d'ossigeno, ma molto più probabbilemnte per il dolore che in quel momento stava attraversando non solo il mio cuore, ma anche la mia mente incapace di elaborare la verità ed ora l'abbandono dell'unica certeza della mia intera esistenza.
Boccheggiai cercando di assestargli qualche calcio, un disperato tentativo di liberarmi, ma il mio corpo non sembrava voler dare retta al mio sistema nervoso e ciò che ottenni fu un misero dondolio delle gambe. Con la vista ormai annebbiata cercai nuovamente i suoi occhi, ma un movimento alle sue spalle attirò la mia attenzione, quello che vidi fu per lo più una figura sfocata.
"Zack!"
Pensai certa che il ragazzo fosse riuscito a rimettersi in piedi, ma scoprì solo in seguito quanto mi stessi sbagliando.
Un dolore lancinante esplose nel mio fianco sinistro mentre il rumore sordo del vetro che s'incrinava contro la mia schiena mi procurò un orribile brivido. Vidi gli occhi di Sephiroth spalancarsi venendo attraversati dal dolore, lo stesso che stavo provando io. La presa sulla mia gola si allentò e potei abbassare lo sguardo vedendo il suo fianco destro attraversato dalla Buster Sword, la lama proseguiva entrando così nel mio fianco sinistro e dal vetro incrinato dietro di me non mi fu diffile immaginare la sua corsa terminare contro la cisterna alle mie spalle. In simbiosi con Sephiroth portai lo sguardo oltre la sua spalla riconoscendo la bionda chioma del fante con cui Zack sembrava star facendo amicizia. Strinsi il polso di Sephiroth come per impedirgli di scagliarsi sul ragazzo e di certo porre fine alla sua vita. La Buster sword lasciò il mio fianco portandomi ad urlare di dolore e la cisterna alle mie spalle andò completmanete in frantumi mentre io e Sephiroth finivamo in ginocchio. Persi i sensi per qualche secondo e quando rivenni vidi la figura di mio fratello dirigersi verso la porta che conduceva alle scale dove Zack giaceva, con un braccio reggeva quella che sembrava la testa di Jenova, un conato di vomito mi salì nella gola ed a fatica lo ingoiai cercando di alzarmi e recuperare una delle mie lame corte.
Sentii la voce di Zack spronare Cloud, questo il nome del fante, a finire Sephiroth.
Mi alzai cercando di avvicinarmi, giusto in tempo per vedere il povero Fante venir scagliato nuovamente nella zona dove un tempo si trovava la cisterna, lo vidi cadere a pochi passi da me e feci per frappormi fra lui e Sephiroth, ma la ferita sul fianco si rivelò più dolorosa del previsto ed il pensiero che proprio la Buster Sword me l'avesse provocata mi provocò un nodo alla gola. Alzai lo sguardo, dalla ferita ai due, l'odio negli occhi di Sephiroth avrebbe potuto incendiare tutta la zona mentre portava la masamune sul fianco del povero malcapitato, feci per scattare, ma la ferita mi portò a cadere nuovamente in ginocchio mentre la lunga lama della spada di Sephiroth affondava come se nulla fosse nel fianco del ragazzo.
-Sephiroth! Fermati!-
Urlai cercando nuovamente di alzarmi certa che il giovane fosse ormai spacciato dinanzi alla furia omicida di mio fratello, ma la voce di Zack sembrò infondere nel giovane una nuova energia. Con entrambe le mani afferrò la lama della katana e  riuscì a sollevare Sephiroth, vidi l'incredulità creare una maschera sul suo viso, a mia volta ero incredula della cosa, un sempice fante era riuscito a voltare la situazione, ma prima che potessi fare qualcosa o dire qualcosa il ragazzo scaraventò mio fratello nell'oscurità del reattore. Mi ritrovai ad urlare affacciandomi dalla piattaforma nella speranza che Sephiroth fosse riuscito in qualche sua mirabolante scena d'effetto e salvarsi, ma di lui non vi era traccia. Mi accasciai contro i resti della cisterna tenendomi una mano sul fianco mentre una silenziosa lacrima sfuggiva al mio controllo scivolandomi sul viso. Il mio sguardo fisso sul barcolante fante intento ad oltrepassare la porta e sparire con un rumore che indicava chiaramente il suo scivolare sulla scalinata in metallo.
Mi morsi il labbro inferiore con forza combattendo contro la sensazione di svenire nuovamente quando un rumore tonfo attirò la mia attenzione. Potei distinguere il rumore di diversi passi sulle piattaforme in metallo ed un vociare sommesso di ordini impartiti. Portai lo sguardo sulla porta davanti a me incontrando quello di Hojo intento a fissarmi quasi disgustato dal mio stato, di certo avrebbe preferito trovare Sephiroth e Jenova più tosto che la mia persona.
-Deluso?-
Chiesi con il mio fare sarcastico, una cosa imparata da Genesis in persona. In giovane età mi rivelai come una spugna e senza accorgermente "assorbì" vari aspetti del carattere delle persone che mi circondavano, per fortuna nulla dell'orribile omuncolo che mi osservava con le mani dietro la schiena e gli occhi da lucertola celati dagli occhiali.
-Deluso non è il termine giusto, ma sempre meglio di niente-
Affermò avvicinandosi lentamente sistemandosi gli occhiali così da osservare meglio il patetico essere, io, che aveva d'innanzi in quel momento.
-Nulla che non si possa riparare-
Affermò riferendosi alla ferita su cui tenevo la mano ormai intrinseca di sangue. Ringhiando sollevai la spada puntandola verso di lui.
-Prova a toccarmi e giuro che ti apro in due-
Sussurrai quasi a fatica cercando di alzarmi, ma ciò che vidi nei suoi occhi non fu paura, ma divertimento, esplose in una risata sguaiata portando la mano aperta davanti al viso per sistemarsi la montatura degli occhiali prima di scuotere le spalle.
-Una creatura quasi perfetta, ma hai un difetto, sei esattamente come quei soldatini stolti dal cervello pieno di Mako-
Affermò voltandosi verso la porta, di certo dal suo punto riusciva a vedere le scale e li Cloud e Zack che venivano caricati su delle barelle.
-La colpa è mia, ho accossentito al tuo addestramento, ora bisognerà accertrsi che i tuoi organi riproduttivi non siano stati compromessi-
Ecco nuovamente un conato di vomito salirmi in gola alle parole dell'uomo, Genesis era stato chiaro, ero venuta al mondo solo con lo scopo di garantire la creazione di soldati ancora più perfetti grazie ai miei geni direttamente collegati con Jenova. Sollevai nuovamente la spada assottigliando lo sguardo.
-Come ti ho già detto...toccami e ti renderai conto di quanto una lama possa bastarmi per renderti un'ammasso di budella-
La mia minaccia suonò a vuoto poichè 4 soldati giunsero nella stanza puntandomi le armi contro, morire era una prospettiva migliore di finire in mano ad Hojo, ma l'uomo fece segno di abbassare le armi, sapeva bene che ero sfinita per via della ferita e per la battaglia contro Sephiroth.
-Sfortunatamente abbiamo perso il primo soggetto S, ma per nostra fortuna abbiamo ancora te e quel ragazzino la giù sembra molto interessante-
Quelle parole mi portarono a fare un piccolo scatto in avanti nel vano tentativo di alzarmi.
-Osa toccare Zack e giuro...-
-Oh no, non il soldatino ormai riempito di Mako...-
Sussurrò passandosi la lingua sulle labbra provocandomi un brivido carico di disgusto, ma non ci misi molto a comprendere perchè la sua attenzione fosse incentrata su Cloud, in qualità di fante non era ancora stato potenziato con il Mako, ma aveva già mostrato un'abilità fuori dal comune contro Sephiroth e di certo Hojo si era goduto lo spettacolo attraverso le videocamere installate nel reattore.
-Figlio di puttana...-
Sussurrai riuscendo finalmente ad alzarmi usando la spada come appoggio mentre due soldati si portarono davanti ad Hojo pronti a difenderlo. Mi morsi il labbro inferiore per cercare di far tacere il dolore che mi affliggeva il fianco. Non potevo finire nelle sue mani, per troppo tempo avevo permesso a quel pazzo di decidere la mia vita e quella di Sephiroth. Lanciai una veloce occhiata al vuoto in cui era caduto mio fratello, di certo era l'unica via di fuga a portata di mano, ma non potevo lasciare Zack in mano a quell'uomo. Sospirai incapace di pensare ad un piano efficace, non in quelle condizioni.
-Prendetela-
Ordinò l'uomo mentre alzavo lo sguardo come in cerca di un qualsiasi segnale, una risposta dalla Dea che Genesis citava tanto ed improvvisamente eccola! Una semplice piuma bianca, così candida da risultare quasi brillante anche in presenza della luce verdognola del reattore, lentamente cadeva cambiando continuamente traiettoia per via della sua leggerezza e della forma. Un sorriso apparve sulle mie labbra screpolare e sporche di sangue, di certo non ero minimante paragonabile a Sephiroth in quel momento. 
-Li affido a te-
Sussurrai prima di portare lo sguardo su Hojo e con la medesima eleganza di Genesis alzai il dito medio della mano intrinseca di sangue, un ultimo dono per il mio creatore prima di lasciarmi cadere nel vuoto attendendo la dolce conclusione di quella vita fatta di menzogne e bugie ignara che il destino avesse ben altro in mente per me...
   
 
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